l’ordine civile - anno II - n. 7 - 1 aprile 1960

VANGELO SECONDO GIOVANNI { 8, 46-59). Domenica ,di J •Passione. « Chi di voi mi accuserà di pecc,lto? Perchè non mi credete se vi dico la verità? Chi è di Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate, perchè non siete di Dio». I giudei replicarono: « Non abbiamo forse ragione di dire che sei un samaritano e -un indemoniato? ». Gesù rispose: « Non sono in– demoniato, ma onoro mio Padre e voi mi insultate. lo non cerco la mia gloria: c'è chi la cerca, e giudica. Vi ripeto che chi con– serverà in sè le mie parole non vedrà la morte in eterno ». Dissero allora i giudei: « Adesso siamo sicuri che sei pos– seduto da un demonio. Abramo è morto, e sono morti i profeti; e tu dici: chi conserverà in sè le mie parole non sentirà il sapore della morte. Sei forse più grande del nostro padre Abramo, che è morto, e dei profeti, che sono morti? Chi credi di esse– re?». Gesù rispose: « Se sono io a darmi gloria, la mia gloria è niente; ma mi glorifica mio Padre, che voi chiamate vostro Dio mentre non l'avete mai conosciuto; io invece l'ho cono– sciuto, e se dicessi che non lo conosco sarei come voi, un bu– giardo. Ma lo conosco, e conservo in me le sue parole. Abramo, ,vostro padre, sospirò di vedere il mio giorno: lo vide e si riem– pì di gioia ». Allora i giudei gli dissero:. « Non hai ancora cin– quant'anni, e hai veduto Abramo?». Gesù rispose: « Ve lo ri– peto, prima che Abramo fosse, io sono'». Allora presero delle pietre .per tirargliele: ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Questo è uno deg,li ulltimi ,discorsi pubbllici di Gesù, alla immedia•ta vigilia del suo suppi}izio. •Pruhblico nel'la forma più clamorosa, perché pronuncia,to nell'imrminenz,a della gra·nde festa pa~quale stando seduto nellla stanza del tesoro del tem– pio ,dwvanti -a cc tutto il popdlo >> -di Ge:r:usa1lemme. Il passo riportato è 1a drammatica c-ondusione di ,una polemica con– citaita, ormai giunta alH'estrema esasperazione, fra Gesù ,e i :rappresentanti della religione ,di Mosè. I giudei accusano Gesù di essere un eretico e un indemoniaito, Gesù ,a.ccusa i giudei di essere lhugi~rdi, pel'c'hé non ihanno mai •conosciuto il •Dio che -adorano. B male ,m()II'tale è visto dagli uni n~lle •pretese cc eccessive >> e ,cc assurde >> di Gesù; da Gesù nell'immobile equilibrio e nel falso cc giusto mezzo >> dei farisei. Gesù, cihe sapeva .benissimo <la •perico'losa inutilità delle per– le gettate dav,anÌ:i ai •porci, ,proclaima ,qui apertamente, senza nessuna sfumatura e in un lingua·ggio pa,rardo,ssale, ,tutta fa ve– rità. In modo tale clhe non 1 po5sono sussi9!tere equivoci : o i porci si ,trasformano in apprez·zatori delle rperle, o si ivohano contro ,chi le porge e lo sbranano. •Si soHr,ae ora alle piet,:re che i •giudei avevano già raccolho per fapidarlo, ma ila sua morte ,diventa inevitabi:le. Non poteva usare un •linguaggio 1più scandaloso: i legit– timi rappresentanti della rreligione ,di -Mosè cc non sono d-i Dio J>; •cc chi conserverà in ,sè le mie 1parolle non vedrà la mor,te in eterno >>; è Dio stesso, mio Padre, a glorificarmi; Abramo si è riempi,to di gioia perché ha •vi,sto il mio giorno ; io sono prima di Abramo, rpiù •grande ,di Abramo. Solo, •si pone vio– lentemente al di sopra di 1 l!uHa ,la t,radizione e ,di tutta ,}'auto• rità dei secoli d'Israele, prodlama una novità ta'le da sover– chiare rtutto il passaito e 11:uttoil presente. :L'ostHità a Gesù nasce 1 prroprio, allora come ora, daHa in• capacità di a'ccettare ill nuovo, dall'assuefazione al vecchio, al no-rmaile, all'-acquisito cihe coincide con la mancanza di spe– ranza, con i'l non senti,:re l'esi:genza ,di una :rea·lità più grande di questa . .Perché cc rcligione >> è -precisamente il luogo di que– sto bisogno del nuovo, di un nuo·vo non destinato a illlvecchiare, di un nuovo eterno. Una ,cc reli 1 gione >> volta al ,passato, -come è mo 1 1to spesso la nostra, è una :re'li,gione finta, o moirta. lL VANGEL-0 PASSIONE O.I NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO S 1 ECON– DO MATT 1EO ,(26, 1.7,5 e 27, 1-66). Domenica delile Palme. Non trascrivo qui il racconto della Passione, che narra della decisione dei capi dei sacerdoti e degli anziani di uccidere Gesù, della cena a Betania e dell'ung-uento versato da una donna sul suo capo, della celebrazione dell'ultima Pasqua, della veglia al Getsemani, del tradimento di Giuda, del processo, della morte, della sepoltura. E' un racconto apparentemente scarno, che ab– biamo ascoltato infinite volte. Su di esso nascono duemila anni della nostra storia e tiJtta la speranza di chi osa ancora avere speranza. Ciò che è stato il grande scandalo agli occhi degli ebrei e la grande pazzia agli occhi dei greci non riesce più a colpirci con la sua incredibile novità. Restano solo alcuni punti, o alcuni aspetti, che per non essere strettamente indispensabili nella suc– cessione dei fatti narrati ci sono meno familiari, e quindi pos– sono giungerci con una carica di novità sufficiente a toccarci davvero. I vangeli sinottici concordemente pongono la descrizione della passione di Gesù dopo il s-uo grande discorso escatologico sulla distruzione di Gerusalemme e la fine del mondo. Gesù diventa l'uomo inerme e solo che piange, l'uomo coperto di sputi, l'agonizzante insanguinato, dopo aver proposto di sè agli uomini l'immagine del Cristo potente e glorioso che giu- - dica la stori;i e distrugge il mondo. La pr_ospettiva c-he fa da sfondo e rende comprensibile il suo dolore e la sua morte è sempre la prospettiva finale dell'irrompere del Regno- che deve venire, separato da una cortina di sangue. L'ultima cena di Gesù è ia cena -pasquale cons-umata in memoria della liberazione dalla schiavitù in Egitto e della con– quista di quella « terra promessa » che è simbolo del Regno di Dio. ,Le •parole che -dice Gesù dopo aver henedeHo il calice -del vino offerto ai disceipoH suonano strane ,all!lenost,re ore,cchie: cc d'ora innanzi non berrò di questo frutto rdella vite fino a quel ,giorno in ,cui fo berrò ,di nuovo con voi nel Regno di mio Pa:dre >> ; lllprono a una visione concreta e fraterna del regno, ·come -allritrovarsi insieme di amici -aUorno aUa stessa tavO'la dopo una lunga vicenda di ,solitudine e di dolore. An– che il ,canto deil gallo -che :rive.fa itl 1tma1diimento di ,Pietro, e fa solitudine di 1Cristo nel Getsemani, con il sonno ·prima e poi la :Euga,dei discepo 1 li prima della dispersione e ,del croHo, sono preannunci ,parallleli ·del doilore di Cristo e ,dei tradimento de– gli uomini che rdo•v,ranno pl'ecedere il SUO· 1ri1torno. 1 E' escatologico il si 1 gni'ficato di Giuda coone tradimento con un bacio da parte di ,coloro ,che sono 1più vicini a Cristo, che intingono la mano nel suo ,piatto. Apocalit,tica ed ,esca•to– iloigica ,è fa parola di Gesù -che dà agli accusatori 'l'occasione per ucciderlo, 1qiuando •annuncia che cc ,d'ora innanzi >> fo ve. dranno 1 cc assi,so alHa destra della potenza e v.eni:re su'1le nubi del cielo ii. Escatdlo:gica è la ,condanna ,che ,gli ,ebrei si addos– sano per aver ,accettato cli rise:rv-are •su ,di loro il saD1gue di Cristo, condanna i 1 cui compi·mento è, -ogni volta, presenza apocdiuica .. E,sca,to1ogica è fa :responsahi[ità radicale che uni– sce l'autorità religiosa e l'autorità politica, i capi e il .popolo, i giudei ,e i romani, tutta la ·storia nel rifiuto di Cristo. -Esca– wlogica ,è l'irmmagine ·di Cristo coronato di spine, che regna nel dolore e nel sangue. P.ro :fetica Ja scritta appossta suU,a cro– ce: « questo ~ Gesù, i[ re dei giudei >>, Apo.ca:litti0he ed esca· to1ogiclhe le tenebre ,clh~ cc ,callairono su tutta '1a terra >> nel mo– mento rdeMa morte, il v-elo del ,tempio squarciato, i sepolcri aperti ,per la resurrezione ,dei corpi, che vagano per Gerusa– lemrme in mezzo ai}la tempesta •eal terremoto. -E immagine suprema dell'ui1ti1ma ora ·de!Hastoria -del mon– do è itl terribile rgrido de'lla solitudine di iCrissto cc Dio, Dio, pemhè mi hai abbandonato? », e le incompr,ensihi.Ii ,parolle cc gridate ancora con :grave rvoce >> dal moribondo ,dinnanzi a,gli uomini che non possono rpiù s·eniti:rlo·. GIORGIO ZUNESI Direzione, redazione e amministrazione: Roma • Via di Porta Castello, 13 - Tel. 561.279 Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redattore responsabile: DOMENICO DE SOSSI Autorizzazione del Tribun11le di Roma n. 6923 del 30 maggio 1959 ABBONAMENTI:Annuo: L. 2.000 - Sem.: L. 1.100 Trim.: L. 600 'Ilip. Au-GliF . Roma - Vi• Banchi Veeehi l2 . Telef. 612,576 biblio caginob1an

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