l’ordine civile - anno II - n. 7 - 1 aprile 1960

/ • • La politica di oppos1z1one costituzionàle La politica interna italiana, dolfilinata daH'intricato e confuso gioco dei partiti alla ricerca di equili,bri che, pun, tua 1 lmente, si dimostrano instabili, si sta muovendo in un pia– no del tutto estraneo aUa logica, 1 mentre l'assenza di forze nelle .quali sperare per una « svolta >> del sistema, dà toni drammatici ad una situa.zione già grave. La lunga ~risi, seguita aiHa caduta •del governo Segni, non è che uno dei sintomi di un generale stato critico che, da anni ormai, ha colpi 1 to la struttura politica italiana; il ten– tativo di dare un governo al paése da parte dell'on. Tambroni ( chiara una cert·a analogia col governo PeHa del 1953) ri,pete, in sostanza, la ricerca di un compromesso, unica ·poEtica che la - democrazia cristiana è in grado di esp~imere. La d.c., partito di maggioranza relativa, cui spetta la guida politica de:l paese, non riesce più a ,trovare il « ban– dolo ii di una politica unitaria, chiara e definita, nelle sue di– mensioni ideologiche e politiche. Risalendo nel tempo per cogliere i motivi originari c,he hanno deter,minato tale situazione, giungiamo alla considera– zione della precarietà del centro democratico; uni,tà precaria perohè priva di una sostanziale omogeneità ideofogico-politi– ca. I partiti che dettèro vita al centro-democratico formarono, .e~clusivamente, un'alleanza negativa obbedendo alla duplice esigenza di netta opposizione ailla destra naziona'lisia ed alfa !linistra social-comunista. Si unirono, •cioè, non per il conse– guilfilento di comuni aspirazioni, per il raggiungimento deUa meta, derivazione diretta di una medesima impostazione ideo– logica, ma nel ,tentatiivo _ di relegare in 1 posizioni incostitu-– ziona1i i partiti di estrema destra e di estréma sinistra. Le esperienze e le vicende politiche, •che fecero seguito al centro-democratico, ne decretarono i.I fallimento soprat– tutto perchè esso non affrontò il problema di dare solide fondamenta a'll'autorità dello Stato, esaurendosi in motivi po– lemici •che il fascismo stesso aveva superato ( dericalismo, anticlerica 1 lismo, liberismo, ·dirigismo, e·cc.). La fase rappresentativa dal quadripartito si chiuse anche perragioni che investivano il ~orretto funzionalfilenio del siste– ma democratico. Non esisteva, infatti, un'o.pposizione cos,ti 1 tu– ziona1e c'he avrebbe potuto alternarsi con ila d.c. nel ruolo di partito -di governo. Di tale esi,genza ·classica si fece interprete sopratutto i 1 l p.r.i. 1Con•siderazioni anche di altra natura spinsero il p.r.i. e gli ahri par,ti,ti di sinistra democratica a fare naufragare la coalizione di centro; .la ,progressiva diJminuzione -delle rispet– tive consistenze sul piano elettorale, l'impossibi,lità di condi- - zionare in qualcihe modo la d.c., maturarono il conivincimento del'la necessità di passare aH'opposizione. Ment;e tuttavia il pJ.i. si ridusse all'isolamento completo nello schieramento di destra, il p.r.i. ed il p.s.d.i. si posero in una posizione inter– media fra la d.c. e il p.s.i. A questo spositamento sulla sinistra del p.r.i. corrispondono le ·priime manifestazioni autonomiste deH'on. Nenni, desideroso di sottrarsi all'ipoteca comunista per impegnarsi in una 'linea politica più incisiva e determinante. La politica del p.r.i. e del p.s.d.i. è tutta volta, in questo periodò, ,a soHecitare l'ingresso del 'p.s.i. nell'ambito dei par– titi democratici puntando sulla formula di centro-sinistra inte– sa come l'anticamera di una coHaborazione d,c.-p.s.i. A questa mano·vra il ,partito dell'on. Nenni si affianca lan– ciando 'lo slogan dell'« alterna,tiva democratica >> che è di per !lè equivoco per la •reale impossibillità di inserir,e ,tutte le forze di sinistra in una prospettiva di opposizione costitruzionale. Le d. v di Oddo Bucci • contraddizioni e gli equivoci si accavallano al punto da deter– minare uno sbanda 1 mento ge11era·le, minando di ·Conseguenza, l'unità dei partiti e soprattutto della d.c. Precedendo• con ordine, .si osserva, infatti, che posto la esclusione del p.c.i., non può ricostruirsi una ma•ggioranza sen– za l'a1pporto della d.c.; lo sforzo di creare una « a'lternativa democratica >> al potere della d.c. risulta quindi vàno perchè tentare di costruire una linea ed una ·forza di opposizione co– stituzionale a sinistra, importa spingerè a destra la ·d.c. Ciò non ,è stato fatto né tentato, anzi rl ij,r.i., i radica-li e il p.s.d.i., chiedono alla d.c,._una precisa i,mpostazione di sinistra. Dalla politica di cc opposizione costi,tuziona'le >> dunque, alla politica di « •apertura a sinistra ll, questo, in sintesi, lo svolgersi della linea politica del P·f .i. e del •p.s.d.i. Le conseguenze annullano ·le .premesse : partendo dalla necessità di creare una o•pposizione di carattere cÒstituzionale, il p.r.i., in ultima ana'lisi, ha spostato i,l suo obiettivo caldeg– giando, ora, una riedizione del centro democratico spositato a sinistra ( cioè con 1'.esclusione dei 1i1berali), dove l'appoggio dei socia1isti diventa una inevitabile esigenza di vita e di con– tinuità. Inoltre il centro democratico come presupposto l'unità po– litica dei cattolici che verrebbe definitivamente spezzata còn la « apertura a sinistra >>. Il ·complicarsi di questo gioco poli– tico, fatto di rapide sterza,te e di altrettanto rapidi ritorni, ha gettato 'le basi di una crisi che ha nella d.c. Je sue manifesta– zioni più profonde. L'unità della d.c., legata alla politica del centro-democra– tico, ',è messa ora in vero pericolo, perchè nel .par,tito di mag– gioranza re!lativa, è stata così introdotta ila dialettica destra– sinistra, •causa ·prima del ,fenomeno delle ·correnti. Il sorgere delle correnti ha privato la d.c. dell'unità morale, :mentre l'uni– tà po.litica è mantenuta dall'affannoso lavoro di coesione del– l'on. Moro,'i;l quale però .ha assunto ·come piatta-forma unitaria quella politica di centro sinistra che, come abbiamo visto, è stata la causa prima dell'a•ggravarsi del fenomeno delle cor– renti in seno al partito. E non a caso, riprendendo il discorso donde eravamo partiti, l'on. Ta.mbroni, apprestandosi a formare il governo, ha avuto coHoqui esclusivamente con gli eS1ponenti del suo partito per ottenere l'approvazione necessaria non solo del -.segretariato del partito, ma anche degli altri esponenti più qualificati. . Attraverso 1e correnti, infatti, tutto il gioco dei partiti iJaliani, diventa interno della d,c. ·e viceversa ; si può persino ricostruire, come ,ha fatto Benedetti sull'Espresso, l'anarlogia fra i partiti esterni alla d.c. ed i partiti interni. Tutto questo è estremamente pericoloso perchè la crisi dei ·partiti, in special modo la crisi della d.c., .significa crisi della stabilità pohtica del paese, che si ya aggravando nella misura che ci fu dato di osservare in Francia durante la IV Re, pubblica. Gli uomini più consapevoli avvertono che la politica ita– liana si sta avviando verso un vicolo cieco, e financo l'ultimo editoriale della « Stampa >> sostiene 1'appoggio dei partiti di _ centro sinistra al governo Tambroni ·come necessario per ga– rantire l'unità della d.c., sia pure in ,funzione ,polemica cori le gerarchie ecclesiasitfohe. . La politica di opposizione costituzionale non poteva ,di– chiarare •più chiaramente ed autorevolmente il proprio fal– limento.

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