l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960

TERZA DOMENICA DI QUARESIMA. Vangelo secondo Luca (Xl, 14-28). 'I \ E scacciò un demonio che era m~to. Essendo uscito il de- monio, il muto parlò, e le folle furono sbigottite. Ma alcuni di loro dissero: « E'gli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, il principe dei dèmoni ». Altri, per metterlo alla prova, gli chie– devano un segno ·dal cielo. Ma egli, avendo visto i loro pen– sieri, disse: « Ogni regno in se stesso diviso cadrà in desola– zione e una casa crollerà sull'altra. Poichè voi dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub: se Satana è in se stesso diviso, 'come può dunque durare il suo regno? Del resto, se io scaccio i' demoni in nome di Beelzeb~b, i vostri figli in nome di chi li scacciano? Perciò essi saranno i vostri giudici, Ma se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora il regno di Dio è venuto. a voi. Quando un uomo forte e armato custodisce- l'ingresso della 'sua casa, ciò che possiede. è al sicuro. Ma se viene uno più forte di lui che lo vince, gli toglie tutte le ·armi sulle quali faceva affi. damento e spartisce la preda·. Chi non è con me è contro di me, h• 1· d" d ' , ' e ·c I non raccog 1e con me- 1sper e. · , Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, cammina per luoghi· aridi, cercando riposo, e non trovandolo· dice: Tor- •nerò nella mia casa, dalla quale sono uscito. Giungendovi~ la trova spazzata e adorna. Allora va, e prende con se altri sette spiriti più malvagi di lui, eal entrati vi abitano. E allora l'ul_tima, cc~ndizione di ·quell'uomo sarà peggiore della prima». Mentre· diceva queste parole accéldde che una· donna tra la folla, alzando la voce, dicesse: « Beato il ve,ntre che ti ha por- • -tato, e le mammelle che hai succhiato ». Ma egli disse: « Beati piuttosto quelli che· ascoltano la pàrola di· Dio e la serbano in sè ». Confronto ,il nostro linguaggio, soprattutto il nostro lin– guaggio religioso, con il linguaggio di Cristo. Questo è il suo modo ,di esprimersi : « Beelzebub, il princi•pe dei demoni )): '-cc una casa crollerà sull'altra)), « io scaccio i demoni con il dito di Dio ))' cc il regno ,di Dio è ·venuto ,a voi )), << chi non è con me ,è contro di me )). Le immagini sono quelle ,di un d-e– monio muto, di un regno che va in rovina, di figli che giudi– cano i padri, di uno spirito immondo che vaga per luoghi aridi, di sette spiriti perversi che ,entrano in un uomo. Anche , il magnifico elogio della popolana è espresso con parole come : « ventre )) e « mamme1le )). Gesù. Cristo para-gona se stess9, nella sua o-pera redentrice, a un uomo forte che vince un altro uomo, gli toglie le armi e depreda i suoi beni. Ancora, Cristo ritbatte le accuse ,ilei suoi nemici usando strumenti polemici e dialettici, che ai nostri delicati palati sembrano, su un certo •piano, inopportuni,' non abbastanz:a sublimi. I • Il racconto dello spirito immondo scacciato, che ,ritorna con altri sette, viene comunemente interpretato applicandolo ad un singolo uomo, che liberato dal peccato torni a sog,gia– ce•rvi. ,Ma - posto com;è vicino alla parabola che manifest~ Cristo vincitore di Satana (« il principe di questo mondo ))) e redentore -dell'umanità -- prospetta una terribile verità'-se viene_ riferito alla storià del mondo, che· avendo « preferito ..., I I IL VANGELO la tenebra alla luce.>>si trova oggi, dopo e malgrado la reden– zione,' in una· « condizione ultima >> che è « peggiore della prima>>. QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA. Vangelo secondo Gio- 1 vanni (VI, 1-15). Do.po di ciò Gesù andò di là dal m~re di Galilea, o di Tibe~ riade, e ,lo seguiva. una grande moltitudin~, perchè vedevano i portenti che faceva/su chi era colpito ,da inf~rmità. Gesù ·salì allora su di un monte, e lì stava seduto con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Gesù, avendo alzato gli ,occhi e avendo visto che una grandissima folla era venuta da lui, disse a Filippo: « bove compreremo il pane perchè cqstoro mangino? ». Ma queste parole le diceva per metterlo alla prova, perchè sapeva quel che stava per fare. Filippo gli rispose: . « Non bastano duecento denari di pane, perchè ciascuno ne ab– bia un po'»._ Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simone, Pietro, dice: « C'è qui un ragazzo che ha cinque pani di orzo e due pesci; ma a cosa serve per tanta gente?». Allora Gesù· .:.. 0 disse: « Fate sedere gli uomini ». C'era molta erba in quel luogo. Gli uomini si sedettero, ed erano quasi cinq.uemila. Allora Gesù ' prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che stavano seduti; altrettanto fece con i pesci, finchè ne volevano. Quando furono sazi, disse ai suoi discepoli: « Raccogliete i pezzi che sono av·a·nzati, perchè non, vadano sprecati ». Allora li raccolsero e riempironÒ'dodici canestri ~on i pezzi· dei cinque pan.i di orz~, avanzati a quelli che avevano 'mangiato. Allora 1 quegli -uomini, avendo visto il prodigio che Gesù aveva fatto, dicevano: « Costui è veramente il profeta che deve 'venire nel mondo ». Gesù allora, avendo r.aputo che stavano per venire, per r~pirlo e farlo re, fuggì di nuovo sul monte, da solo. "' Gesù non si rivolge mai agli individui. Le sue parole - f giungono .alle folle affascinate dai prodigi, dimentiche di' sè e ,di tutto ,dinanzi alla nuova 'epoca che si apre al mondo, f!_ l'epoca del :profeta escatologico, l'epoca ,del re-messia. Il tem– po pe11fetto in cui il .piccolo deHa .pecora pascolerà a-ccantb al le«j'ne, in cui i bambini gioc 1 heranno con g-li ;orsi, in cùi ·le querce stil-leranno miele, in cui i deserti produrranno uva e --gli abissi ·del male saranno -colmati dalla gloria di Dio. Nei miracoli di ,Gesù è il regno di Dio che si •realizza, colto •proprio nell'intensi~simo. momento -del suo irrompere -dai suoi primis– simi testimoni. - Un regno di pòtenza -sconvolgente, e insieme di grande dolcezza. Alla vigilia della Pasqua Gesù stesso -;-- il profeta, il messia, ·il re - ;Scende le pendici del monte in mezzo al- •l'erba alta per distribuire il cibo al suo po.polo e saziarlo. Per poi risalirle assolutamente -solo -e nascondersi. Lascia le moltitudini nel vu.oto ,dopo aver ,posto in loro l'enorme spe– ranza che in duemila anni non sono anco,ra riuscite ad ucci– dere del tutto; quella che, se avessimo il coraggio di viverla, alimenterebbe l'estrema tensione verso la gioia perfetta in cui consiste l'essere •cristiani. • GIORGIO ZUNESI Direzione, redazione e amministrazione: Roma • Via di Porta Castello, 13 • Tel. 561.279 Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redattore responsabile: DOMENICO DE SOSSI Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 6923 del 30 maggiò 1959 ABBONAMENTI:Annuo: L. 2.000 . Sem.: L. 1.100 I • . , ' Trim.: L. bOO 'nip. Aas-GRAF . Roma Via Banchi Vecchi 12 • Telef. 652.576 ibliot~çagino,bianco

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