l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

pag. 12 litat,a l'assimilazione dei negri e dei negroidi della fascia equa– toriale -che tend·ono a risalire verso il nord, mentre la medi– terranizzazione tende ad espandersi nella fascia equatwiale col cottolicismo e con l'islamismo. Come ben osserva un acuto studioso di questioni mediter– ranee, Bruno Francoli:r~i, le abitazioni delle genti negre della valle del Niger, nel Sudan centrale, nel bacino dd lago Ciad, sono simili a quelle del Medio Oriente, dell'Egitto, del Nord– Africa. H linguaggio di mohi popoli sudanesi rivela l'apporto car– taginese, berbero a,rabo, specie per quanto riguarda le espres– sioni relative a·l pensiero, alla religione, ai sentimenti, alle questioni giuridiehe - chiaro predominio dell'influsso supe• riore mediterraneo sull'etnia africana, mentre ovunque è dif– fusa la terminologia tecnica arabo-mediterranea nei vari arti– gianati •e me,stieri, come tessitura, tintoria, co·rdame, -calzole– ria, -ecc. Fino alla savana, al di là del deserto, le civiltà che sor– sero e si svilupparono sul ,Mediterraneo, o che su questo mare diffusero e a·ccentuarono le loro caratteristiche etniche, hanno addotito il loro inconJondibile cont,ributo, fino all'azione più recente ed attiva della moderna penetrazione europea. Da est ad ovest i fenici, i greci e gli egiziani; da nord a sud i romani e, dopo di essi, gli arabi, ehe marciarono da oriente ad occidente e dalle coste medi,t·erranee ai bacini -dei grandi fiumi equatoriali, il Sudan venne percorso in tutti i sensi e sopratutto costi•tuì una proiezione, nel cuore del Conti– nente Africano, del mondo mediterraneo alfa cui civiltà ed ,al cui ·complesso appartenevano ed appartengono tutti •i suoi pop.oli. Dalle vestigia lasciate dagli antichi nei sepolcreti e nei gr.afiti delle caverne, tra le sabbie e sulle roccie, della storia antica greca e romana alle più recenti opere berbere ·ed arabe, Modernismo e Paragonare taluni fenome1a. culturali e pratici 4i oggi al modernismo ( come recentemente ha fatto il padre Bouyer) può sembrare abuso di parole: troppe cose differenziano i fenomeni che oggi potremmo raccogliere sotto questo termine dal modernismo classi-co di Loisy, di Tyrrel, di Murri, di Buo– naiu1li. Eppure, a costituire questo senso di -discontinuità storioa tra tesi oggi ricorrenti e le tesi modernistiche classiche, sta, molto più che una separazione reale, una singolare dimen– ticanza. PP.r motivi opposti, cattolici e laicisti hanno trascurato i nfodernisti : essi sono quasi totalmente ignorati. La loro in– fluenza culturale si è svolta quindi in modo dissimulato, quasi per una rigenerai;ione spontanea del loro spirito sotto l'in– fluenza dell'incontro del medesimo tipo di cultura moderna con il medesimo tipo di cultura cattolica. La crisi modernista ha certamente, cosci~ntemente o in– coscientemente, indotto molti pensato·ri a passare soUo si– lenzio il predecessore modernista o li ha spinti verso formule più acute e tattiche. . Il problema non è passato inavvertito agli occhi della autorità ecclesiastica: basti pensare alla cc Humani Generis ». Se si guarda agli errori condannati dalla « Humani Generis », si trovano ·i•nessi quasi tutte le formulazioni e le tesì ola•ssiche .del modernismo. E poiché è certo, come abbiamo detto innanzi, che que– sto non è legato ad una influenza specifica degli scrittori mo– dernisti sugli autori dei nostri giorn-i, il fenomeno non può. e sere i;pi~gato clrncomE; ~çç~1m1mrnrn: cioè con il carattere l'ordine civile appare un'osmosi perenne nei secoli, ·tra ,le genti del mondo mediterraneo e queHe d·el Sudan. Dopo i fenici anche i romani si ,;pinsero nel cuore del Cudan. Basti ricordare la spedizione di Cornelio Ba,lbo che con una marcia di 1200 Km. conquistò la capitale dei Gara– manti nel 19 A,C. e quella successiva di Sett-imio Fiacco che compì una marci~ di tre mesi al di là del regno dei Gara– manti il ·cui territorio secondo Tolomeo, arriva ai confini del Darfur e del W adai e comprende quindi •il lago Ciad. Vennero poi gli arabi che islamizzarono il Sudan. E' -dunque una civiltà : -la civiltà mediterranea; è dunque una razza : la razza mediterranea che si sono affermate nel Sudan il quale risulta, vogliamo ripeterlo, sotto ogni aspetto e in ogni tempo una proiez-ione -geo-politica, emo-spirituale ed economica del Nord-Africa mediterraneo, in una parola: del mondo mediterraneo. Concludendo: esistono due ·Afriche che, separ.ate dalla zona equatoriale, non sono mai venute a contatto, tolto spo• radicamente lungo le coste: l'Africa ,a sud dell'equa·tore che g;rav-ita sull'Atlantico e sul Pacifico e tende a polarizzarsi verso l'India ,e l'Asia Meridionale, e da qualche decennio anche ver– so l'America Latina, tanto da divenire oggetto, da parte del governo brasiliano, di una seria presa in considerazione; e l'Africa a nord d·ella zona equaotoriale, cioè l'Africa Mediter– ranea o, se vogliamo essere più -esatti, il settore -africano del Complesso Mediterraneo. Gli altri due settori del Complesso sono l'Europa Mediter– ranea e il Vicino Oriente. Vedremo prossimamente perchè e come essi possano e debbano contribuire a formare quella Eurafrica realistica e vitale, quella « terza forza » che dovrà ·rendere stabile la pace fra i due blocchi di potenza che si contendono -la leadership del Mondo. neo-mod.ernismo di Domenico Petri endemico del modernismo, posto un certo stato della cultura e deUa società mo,den:Ì.a ed una certa condizione della C'Ultura cattolica. Si tratta di analizzare l'una e ,l'altra. L'essenza della posizione della cultura moderna è <lata dall'antinomia tra religione e ragione. Più esattamente: l'uni– co modo in cui la cultura moderna può « ridurre la religione nei limiti della ragione » secondo il suo intendimento è quel– la di concepirla come diversa e antinomica ad essa. Postulato della cultura moderna è che Dio ni;,n si trova sul terreno della ragione : non può essere trovato che fuori di esso. Dicendo così abbiamo ridottoJa posizione moderna alla sua essenza, che è anche la sua origine: la formulazione che abbiamo sopra in– dicato è appunto la posizione del grande logico della cultura moderna, Immanuel Kant. Nell'ambito di questa posizione essenziale sono poi possibili le più ampie variazioni: si può giungere alla più ampia negazione sino al più ampio ricono– scimento della religione: si può andare Ja Feuerbach a Berg• son, senza perdere questa nota identificante e costitutiva della posizione moderna che è data dall'antinomia tra religione e ragione, cioè in sostanza dalla negazione delJa conoscibilità razionale del Trascendente. Nelle posizioni estreme della cul– tura moderna, la base dell'ateismo è sempre Pagnosticismo. E sempre cioè dal postulato dell'inconoscibilità del Tra– scendente che si deduce la sua non esistenza . E' in questo senso che l'ateismo può essere considerato come per sé evidente per Feuerbach e per Marx e che per la loro filosofia il problema non sia se Dio esiste ma perché e come l'uQmO giunge a prodùrre que~to <:onoetto. Il problema

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