l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

STUDI Il caso di Giovanna d'Arco e il caso di In un articolo del 1931, pubblicato sulla Revue des scien– ces philosophiques et théologiques dei Domenicani di Parigi, il P. Deman o.p., ordinario di teologia morale all'Università di Friburgo (Svizzera),. esaminava il rapporto che il Padre Do– ·menicano Bréhal, inquisitore di Francia, faceva, nel 1456, ai commissari pontifici inviati da Callisto III per la revisione del processo che aveva ·portato al rogo S. Giovanna d'Arco. E siccome la ribellione alla Chiesa, sotto pretesto di ispirazione e rivelazioni private, fu il principale atto d'accusa contro la eroina di Orléans, il Bréhal esamina questo punto in modo speciale, e il Deman segnala la dottrina teologica che ne viene, stimando giustamente -che essa si-a importante per chia– rire il problema sempre vivo dei rapporti tra la guida este– riore della Gerarchia e quella interiore del Cristo con il suo Santo Spirito. Diremo subito, per conto nostro, che la que– stione si imposta magistralmente in questi stessi termini, con la dottrina di S. Tommaso d'Aquino, il quale precisa ulterior– mente che solo Cristo è capo della· Chiesa per propria virtù e autorità, mentre ad altri - Papa e Vescovi - conviene il titolo di capo nella Chiesa, solo in quanto tengono le veci di Cristo, (S.T. III, q. 8, a. 6). Se il P. Deman, bellissima figura di teologo tomista, au– tore di un. famoso « Socrate », non ci fosse stato rapito da prematura morte ancora sul fiore degli anni, egli gioirebbe nel vedere quanto i principi da lui posti in rilievo tornino pre– ziosi per la causa di Savonarola, che egli .amava e di cui zela– va la glorificazione, e per il buon esito del Concilio ecume– nico convocato da S.S. Giovanni XXIII con il precipuo scopo di rinvigorire la vita cattolica e cercare di ricondurre tutti i Cristiani alla paterna e feconda soggezione al Papa. La que– stione di Savonarola, in verità, è nel suo punto essenziale, assolut,amente la stessa che qui vien trattata in riferimento a Giovanna d'Arco; e le soluzioni date dall'inquisitore Bréhal, sono le stesse che vanno segnalate a protestanti e a greco-slavi scismatici, per dissipare gli errori del libero esame tra i"primi. e della resistenza al primato di Pietro nei secondi. Il collegamento tra il caso di Giovanna d'Arco; del Savo– narola e dei Cristiani dissidenti, oltre a stabilirsi sui principi. teologici che vedremo, sulla loro conseguenzialità storica e proiezione profetica, hanno una base storica quasi coeva, poi– chè il fatto di Giovanna si produce all'inizio del Quattro– cento, quello di Savonarola alla fine di quel secolo, il Con– cilio di Ferrara-Firenze, in cui vana-mente si tentava per l'ul– tima volta -la -riconciliazione tra Greci e Latini, a metà del medesimo, mentre lungo tutto quel· periodo ribolliva minac– cioso e sempre più virulento il protestantesimo che esploderà con la veemenza di una bomba atomica vent'anni appena dopo il Martirio di Savonarola. Nella sua predicazione e nei suoi scritti, Savonarola ha scarsi riferimenti storici, per il semplice fatto che egli trova l'origine del suo pensiero e. il motivo del suo magistero nella Sacra Scrittura. Però è indubbio che egli conoscesse benissimo le grandi linee ,della storia del mondo occidentale, come ri– sulta dai suoi giudizi sui Romani, su Venezia, su Bonifa– cio VIIt, sui ccsecoli di. ferro », su S. Gregorio Magno e sui primi secoli cristiani, sui Turchi e la scoperta· dell'America, infine sugli -avvenimenti politici del suo tempo, talmente da lasciare stupefatto il ministro di Carlo VIII Filippo· des Com– mines (Ridolfi, Vita di Savonarola, Roma, 1952, vol. I, pag. Savonarola di Giacinto Scaltriti o.p. •188). ·-Così è certo che Savonarola avesse presente, non solo nella mente, ma anche nel cuore, l'avvenimento del Concilio di Ferrara { sua città natale) e di Firenze ( sua città di ele– zione); e altrettanto sicuro è che egli sentisse la marea della protesta salire, profetizzando il suo prossimo abbattersi come un maremoto su Roma e sull'Italia, accompagnata dall'inva– sione dei nuovi Barbari, come avvenne in modo tanto più chiaro quanto più tragico. Infine è fuori dubbio che Savona– rola avesse particolarmente presen.te il fatto di ,Giovanna d'Arco e ne prendesse non ·poca ispirazione, lui che non fece mai mistero della sua fede nella missione provvidenziale della Francia e di quella Monarchia che S. Giovanna d'Arco mira– colosamente restaurò. La difesa che Giovanna -d'Arco stabilisce, di fronte alla accusa di insubordinazione, è la seguente : « Vogliò portare onore e riverenza alla Chiesa militante, con tutte le mie forze. Ma quanto ai miei detti e fatti, mi riferisco a Nostro Signore Gesù Cristo che me li ha suggeriti. Riconosco l'autorità del Papa e della Chiesa nei riguardi ·della fede cristiana e di. quelli che vengono meno. Ma quanto -a me, mi sottometto alla Chiesa del ,cielo perchè non sono venuta meno alla fede » (ib. pag. 701). E diciamo subito che la posizione di Savona– rola è esattamente la stessa: egli dichiara ad ogni passo di volere essere soggetto al Papa e alla Chiesa Romana, nonchè di essere mandato dai suoi Superiori; ma di seguire pure una sua personale ispirazione profetica, come egli spiega in modo particolare nelle prediche sull'Esodo ,(1498), nel « Compe·n– dio delle rivelazioni » e nel « Dialogo intorno alla verità profetica ». • Lasciando da parte ciò che è pur importante, ma non essenziale nella meticolosa disquisizione del Bréhal, e sorvo– lando sull'esistenza, sulla natura e sulla distinzione delle ri– velazioni private e della missione profetica, l'importante è di sapere ,come l'inquisitore di Francia risponde ai messi di Callisto III, su questa domanda: supposta una vera ispirazio– ne, a chi appartiene di verificare la verità dell'ispirazione? Molto bene che l'ispi;ato segua le voci di Dio, ma resta di controllare se le intende veramente. Ora, Giovanna non s'è forse sottratta a questo controllo? Il P. Deman nota a questo punto che, .ammessa, come si deve ammettere, l'ispirazione e la rivelazione privata nella Chiesa, Pintervento della Chiesa •è molto più ristretto di quan– to la nostra immaginazione sarebbe portata a fantasticare. Se 1a Chiesa ritiene di intervenire - poichè non è obb-ligata, se non in quanto l'edifìcaz.ione del ·Co-rpo Mistico di -Cristo lo compor- ti - essa -ha la missione di chiarire e di confermare la coscien– za del fedele che si dice ispirato, con una nuova luce che lo Spi– rito Santo dà a coloro stessi che Egli ha ·posto a governare la Chiesa, e massimamente il ,Papa. « •C'è nel profeta una coscien- • za acuta della rivelazione divina ,che gli rende impossibile il dubbio e gli farebbe ritenere di fare peccato nel sottrarsi, per puro consiglio umano, al,l,a luce implacabile di Dio. •Giovanna - conclude Bréhal - non doveva obbedire in questo a nessu– na potenza umana » '( ib. pag. 706). ·Giovanna arriva a dire eh-e nel ·caso la Chiesa volesse farle fare altr-a cosa, contraria al comandamento -che essa dice di avere ricevuto da Dio, essa non lo farebbe,. per nessuna ragione al mondo. E i giudici, puntando il dito: ecco il male, ecco la disubbidienz'a formale, ecco la streg-a. Al rogo! Ma -Giovanna era messa dinanzi a

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