l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

Il conflitto tra Chiesa In un recente -sermone il cardinal Wyszynski ha parlato dei giorni }risti che attraversa la Chiesa polacca. Già il 18 maggio scorso aveva fatto allusione alle numerose difficoltà incontrate nei rapporti con le autorità civili. A partire dal febbraio di quest'anno sono state infatti emanate dalle autorità civili polacche alcune disposizioni in contrasto con precedenti accordi con le autorità religiose: gravosa tassazione dei beni amministrati dal clero, revisione del decreto che attribtiiva alla gerarchia polacca il diritto di possedere quei beni dei territori occupati che appartenevano al clero tedesco, obbligo del servizio militare per i ~acerdoti, intralci burocratici per l'insegnamento del catechismo nelle 6cuole, ecc. Questa ondatà è culminata il 5 giugno nella richiesta di deposizione di Mons. Kaczmarek, già arrestato dal Governo nel 1953, -dalla sede vescovile di Kielce. Le accuse formulate nei confronti del Vescovo dal segretario del Governo incaricato degli affari ecclesiastici sono: ingiurie e calunnie verso gli atei e i non-praticanti definiti « cadaveri viventi » in un sermone; attacchi alla Repubblica popolare cinese; istituzione, non precedentemente concordata con le autorità civili, della nuova par– rocchia di Niziny ;-istigazione alla violenza contro minoranze religiose; espressioni inutilmente allarmistiche in prediche rivolte al Clero, tra le quali si cita: « Bisogna essere preparati a nuovi attacchi contro la Chiesa e contro noi stessi. Dopo numerosi attacchi il nostro nemico col– pirà l'unità del corpo mistico della Chiesa. Il tempo che noi viviamo è grave. Non è ammissibile alcun compromesso. Bisogna scegliere Cristo o la morte»; rimozione dalle parrocchie "del « clero fedele allo Stato». Alla fine del documento viene poi ripetuta l'accusa di collaborazionismo con i tedeschi durante la guerra, già formulata nel 1953. In una lettera indirizzata al Cardinale, il Vescovo di Kielce fa pre– sente di essere stato a suo tempo ( dicembre 1956-gennaio 1957) ricono– sciuto completamente innocente di tutte le accuse, riguardanti fatti ante– riori a tale data, e che trova strano che queste accuse vengano di nuovo formulate senza tener in nessun conto il verdetto· dell'autorità giudiziaria. Quanto alle accuse per fatti successivi alla data del processo fa presente che « adempiendo ai ( suoi) doveri di Vescovo della Chiesa Cattolica .hà servito lealmente la nazione e lo Stato ». Passando alle cause specifiche precisa: ha usato l'espressione « ca– daveri viventi » in un sermone contro coloro che commettono l'aborto; parlando dell'alcolismo ha lamentato il fatto che in Polonia si sperperino milioni in bevande alcoliche, come confermato dalle statistiche ufficiali; ha parlato della Cina senza l'intenzione di attaccare il· regime, citando fatti riportati da « L'Osservatore romano »; non esiste nè è mai esistita la nuova parrocchia di Niziny; quanto alla rimozione di sacerdoti ed alla nomina dei parroci queste non avvengono per nuocere a cc ,preti leali verso lo Stato n ma in relazione ai bisogni morali e religiosi delle parroc– chie stesse ( i preti citati nel documento d'accusa hanno mutato sede con il loro pieno consenso); non ha spinto alla lotta brutale contro altri grup– pi religiosi ma soltanto fatto presente la sua fiducia che i .tribunali po• lacchi riconoscessero i diritti della Chiesa cattolica sulla chiesa di Bo– leslaw, sottratta ai cattolici da una setta, diritto che venne poi ricono– sciuto in prima istanza dal tribunale -di Cracovia. In seguito a tale documento il segretario dell'episcopato, mons. Cho~omanski, opponeva un rifiuto alle richieste governative in una let– tera di cui si riportano i passi principali: cc 1),-, occorre far presente che nè l'episcopato nel suo insieme nè il primate con i suoi poteri sono capaci di nominare nè di deporre un vescovo. Essi non sono neppure competenti a giudicarlo. La nomina e la deposizione di un vescovo e la possibilità di giudicarlo sono di esclusiva competenza della Santa Sede, come precisato nei canoni 1435 e 1557 del diritto canonico- Anche il concordato del 1950 afferma, nell'articolo 5, il principio che il Papa è l'autorità suprema e competente nel ca·mpo della giurisdizione ecclesiastica; 2) L'episcopato non può accettare che si applichi in questo caso il decreto del 31 dicemhre 1956 (riguardante l'obbligo fatto all'episcopato e DOCUMENTI Stato • lll Polonia ( Condensato dell'articolo' di Bernard Féran, pubblicato su « Le Monde » del 6 ottobre 1959) stesso di impedire la utilizzazione abusiva dei sentimenti religiosi contro lo Stato). L'art. 7 attesta che le deposizioni dei vescovi non sono previste dal decreto stesso. In effetti tale decreto afferma che « nel caso di un sacerdote la cui attività sia nociva l'organo di stato cumpetente deve met• tersi in relazione con l'autorità ecclesiastica che comanda questo sacer• dote ». Ora, nel caso in questione, l'episcopato non ha autorità superiore a quella del vescovo l'· Il segretario dell'episcopato ribatte poi gli argomenti avanzati contro il vescovo di Kielce, rimprovera il Governo di trattare con « tanta legge– rezza un affare importante » e conclude: « L'episcopato spera che il Go- 1:emo della R.R.P. riesaminerà il suo atteggiamento e modificherà la sua decisione. Se non fosse così una tale decisione renderebbe pesanti i rap– porti fra Staio e Chiesa e sarebbe causa di grande indignazione fra i fe• deli ed il clero ». In data 20 giugno il ministro accusa ricevuta della lettera: « ... il Go– verno può solo ignorare il contenuto dèlla lettera. esprimente l'atteggia– mento dell'episcopato; ...non può accettare -il ragionamento tendente a provare che l'episcopato non è in grado di eseguire le decisioni del go– verno fondate sulle leggi in vigore; :..non può accettare l'interpretazione dell'art. 7 del decreto sulla nomina alle sedi ecclesiastiche che è formu– lata nella lettera dell'episcopato; ... mantiene interamente la decisione an– nunciata nella lette_ra inviata all'episcopato _ il 5 giugno 1959 ». Lo scambio di corrispondenza fra Governo ed Episcopato continuava in seguito con due brevissimi messaggi:_ « ... L'episcopato non è in grado di mutare il suo atteggiamento espo• sto nella lettera del 19 giugno scorso ». Risponde il Ministro in data 1. luglio: « Vi faccio sapere che non voglio conoscere la vostra - dichiarazione esposta nella lettera de_l 29 giugno». Il 10 luglio il segretario dell'episcopato presentava allora un reclamo al Consiglio di stato. Dopo una rapida cronistoria del caso vi si afferma che la richiesta del governo è illegale e arbitraria e si invoca: 1) l'ac– cordo del 14 aprile 1950 che riconosce l'autorità suprema del Papa negli affari ecclesiastici; 2) il decreto del 31 dicembre 1956 che prevede che la· richiesta di rimozione di un sacerdote sia fatta -all'autorità ecclesiastica superiore, ( si osserva poi che il Governo non ha prodotto le prove dell'ac– cusa di .attività ostile. allo stato); 3) il verdetto della Corte suprema mili– tare che ha riabilitato il Vescovo mons. Kaczmarek riconoscendo falsa l'accusa di collabora·zionismo con i tedeschi; riprendendo tale accusa si-fa offesa al verdetto di quella ,Corte; 4) l'articolo 53 della Costituzione che accorda ai citadini il diritto di chiedere un'inchiesta onde poter dimostrare che le accuse loro rivolte provengono da fonte sconosciuta e sono imma– ginarie; 5) l'articolo 8 del Codi-ce penale che obliga le autorità ad esa– minare ·le accuse con la più grande obbiettività e ad -ascoltare le spiega• zioni dell'accusato. Concludendo, il segretario dell'episcopato dichiara al Consiglio di Stato, tutore ,della legalità « di esigere dal governo della R.R.P. la ritrattazione della sua decisione, concernente la deposizione di S.E. il Vescovo Czeslaw Kaczmarek dalla sua sede di ordinario della diocesi di Kielce, come contraria alla legge e fondata su falsi dati ». Che è -accaduto al vescovo di Kielce? Secondo alcune persone pro– venienti dalla .Polonia, dai primi di luglio è stato ostacolato nell'eserci• zio delle sue funzioni. In quel periodo il Cardinale, che pure aveva scam– biato lettere molto vivaci con lo stesso Gomulka, cercava di non acuire il conflitto. In quanto ai vescovi essi sono· unanimi nell'attegiamento di ri– fiuto alle· richieste del ,Governo. -Ritengono che il caso di Mons. Kaczmarek non sia isolato ma che altri vescovi siano minacciati, particolarmente Mons. Baziak (Cracovia) e Mons. Baraniak (Poznan). Questo conflitto porta a un punto capitale. L'episcopato teme che il potere civile cerchi di nuovo di dividerlo per poi costituire una « Chiesa nazionale » con preti e vescovi « patrioti». Gomulka aveva riconosciuto nel 1956 gli scacchi e l'assurdità di una simile politica. Bisogna sperare che non ~bbia dimenti– cato la sezione del passato. 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