l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

OPINIONI E DIBATTITI In questa rubric{I riportiamo quelle libere opinioni di collaboratori e di lettori, che riteniamo di interesse per tutti e su cui auspichiamo l'intervento di altri. La Direzione della Rivista si propone di intervenire, eventualmente, alla fine del dibattito. Partecipazione e democrazia aziendale Caro Baget, questo ed altri simili sono i temi che hanno dato luogo a convegni, campagne annuali, incontri tra organizzazioni dei lavoratori ed imprenditori cristiani ed in particolare innu– merevoli pubblicazioni per propagandare tipi di esperimenti effettuati in alcune aziende europee. e americane. Lo scopo di queste righe non è la presentazione di uno schema di partecipazione industriale, né tanto meno una dis– sertazione storico dottrinale, bensì il modesto tentativo di mettere in evidenza l'urgenza di affrontare razionalmente lo studio e la formulazione di tesi per un nuovo ordinamento industriale. Sgomberiamo subito il terreno da alcuni equivoci: la partecipazione alla vita aziendale non è una tecnica produt– tivistica, non è una esigenza -dell'industria1izzazione moderna, non è l'azionariato operaio e soprattutto non ha nulla in co- - mune con le relazioni umane essendo -queste esclusivamente una tecnica di governo del personale senza alcuna finalità eti- ca. Potremmo -dire che la partecipazione non è altro che il riconoscimento al diritto di uguaglianza della dignità della personalità umana. Esiste infatti prima l'uomo del presta– tore d'opera, la legge naturale prima del contratto colle-ttivo, la società di lavoro prima di qualsiasi società sia a tipo capi– talistico che ,statale o cooperativistico. Dopo questo appare evidente che nessun tipo di parteci– pazione è possibile senza cambiare l'attuale struttura delle aziende o imprese; -di conseguenza possiamo dire che tutti i tentativi fatti per impostare aspetti particolari del problema ( vedi consigli di gestione, comitati misti di produttività, azien– de pilota) altro non sono che il frutto di ·preoccup•azioni di carattere politico-demagogico ed economico. Aggirare il problema senza cercarne la radice limitan– doci a mettere pezze darà come unico risultato un ricostituente per rinvigorire il vecchio e -decadente ordinamento economico industriale ed aziendale. Se è vero che. un ordinamento sano della società non può partire che da principi cristiani è altrettanto vero chè le organizzazioni laiche cattoliche poco hanno collaborato alla fase di studio e di orientamento per la soluzione del problema industriale e per una nuova strutturazione economico azien– dale consona ai principi del vivere civile. Esiste una parziale giustificazione per le organizzazioni sindacali che, sia per la_loro scarsa efficienza che per gli stretti legami po-litici, si trovano completamente legate alle situa– zioni contingenti immediate con opera di tamponamento ne– cessaria anche se realizzata con mezzi da primo sindacalismo storico. Tutte le altre forze e organizzazioni sembrano rasse– gnate o peggio interessate a dare assistenza all'attuale sistema cercando di supplire in parte alle deficienze più stridenti, con inchieste a non finire, con studi di aspetti particolari della vita industriale moderna, moltiplicando i centri, gli uffici e le for- me di assistenza sociale ai lavoratori. • Insomma il paternalismo si •è insinuato, camuffato -da carità, e domina nelle file delle organizzazioni cattoliche. Non si lavora alla preparazione di un'ordinamento nuovo se, noncuranti dell'urgenza del momento e dell'impossibilità storica di rimandarne la soluz'o e, ci pasaiamo iltempo a itu- diare gli aspetti della scala mobile o della contingenza, del dopolavoro o ·dell'importanza basilare delle assistenti sociali nell'organizzazione moderna, del . riconoscimento giuridico delle ·COI!).missioniinterne, dell'importanza della contrattazio– ne aziendale, dell'utilità del dirigente del personaìe (possibil– mente con requisiti politici); per nulla preoccupati di cercare l'origine dell'errore che fa della vita aZÌ'endale una piaga poco confacente al grado di civismo oggi raggiunto, almeno in linea teorica. . ..\l..:_:L Non è possibile quindi tacere senza tradire la nostra mis– sione. Nel mondo industriale ed in particolare in quello ope– raio regnano la confusione, la delusione e la ..sensazione, più istintiva -che cosciente, che qualche cosa a breve scadenza dq– vrà maturare e intervenire a modificare la vita del lavoro. E' quindi indispensabile un'opera di orientamento unita ad una fase di studio e di formazione ,in ,luogo di disquisizioni inteHet– tualistiche. Chi vive giornalmente nelle aziende a qualsiasi livello, senza aver dato le dimissioni da uomo ed essersi prostituito al potere, conosce perfettamente per averle sperimentate quali siano le strutture e gli ordinamrnti che non solo bloccano ogni possibilità di partecipazione, ma creano situazioni di contrasto e -di inasprimento sul piano dei rapporti umani. Questa coscienza radicata per sofferenza ha eliminato ogni il– lusione nei confronti dei nuovi tipi di rapporti aziendali adot– tati da parec-chie industrie per cam~ffare scopi produttivistici ,,otto l'insegna dell'inserimento di valori morali. Onestamente dobbiamo riconoscere che i lavoratori non sono forse -completamente maturi per l'inserimento in una società aziendale nuova, ma questo non fa che aumentare le responsabilità del vecchio ordinamento e non -diminuisce l'ur– genza del rinnovamento. Lasciamo al sociologo la ricerca delle cause iniziali e la progressione delle -cause storiche che hanno portato alla situazione attuale; limitiamoci a mettere in evi– denza, a titolo di esem.pio, alcuni aspetti e iniziative attuati nel settore industriale e che certamente a tutto sono utill fuor– chè alla educazione e formazione dei lavoratori. 1) Per aumentare il livello di collaborazione si sono costituite in alcune aziende di avanguardi·a ( con diFigenti così detti cc socialmente aperti ») le cassette delle idee.- Una specie di concorso delle idee con premiazione delle migliori. Ogni dipendente può imbucare nella cassetta proposte per il mi– glioramento o il rinnovamento di una determinata lavorazio– ne, di un -ciclo produttivo o di -attrezzature. Una commissione composta esclusivamente da parte direzionale esamina ìe pro– poste ricevute assegnando un premio in denaro solo se l'idea s1 dimostra sfruttabile. In questo tipo di esperimento osserviamo : a) Preoccupazione di evitare che il fatto possa essere considerato come un sia pur piccolo mutamento nel rapporto lavoratore-azienda; cioè la collaborazione è estranea al con– tributo giornaliero per il quale il dipendente è retribuito. In– fatti non si manifesta ai vari livelli tra dipendenti e superiori gerarchici impegnati allo stesso -ciclo produttivo, ma tra di– pendente ·e commissione esaminatrice. b) Inasprimento della situazione esistente di chiusura nei rapporti gerarchici; il dipendente può essere portato a

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