l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

STUDI La politica dello sviluppo della . ' soc1eta Continuiamo la pubblicazione delle parti znu importanti della lettera di Giorgio Sebregondi al fondatore della rivista e del movimento di "Economie et Humanisme", padre Lebret, sul problema della politica di sviluppo. L'importanza singolare di questo scritto è che esso ci sembra un'esposizione chiara e propria di un nuovo metodo di azione politica, conforme alla legge naturale ed espressivo delle reali esigenze della politica moderna. In questa seconda parte, l'autore entra nel vivo dell'ar– gomento e spècifica concretamente l'immagine e la forma di un'azione politica oggettivamente e strutturalmente legata allo "svilzippo della società", concreta espressione del bene comune. La subordinazione dell'azione politica alla legge morale si rivela qui non solo non contraddittoria ma intiman;ente le– gata al pieno e creativo esercizio della libertà dell'uomo. Sebregondi non considera qui direttamente il problema dell'autorità statuale e del potere centrale, ma solo il mo– mento della libertà e dell'autogoverno. Solo una parte della fisionomia di un giusto ordinamento politico è qui delineata : ma è presente e viva in essi quella concorde armonia di autorità e di libertà che deve sostituire l'astratta e unilaterale considerazione delle due grandi ideo– logie moderne : l'individualismo ed il collettivismo. Abbiamo mantenuto il testo integrale della lettera e quin– di il riferimento a "Economie et Humanisme". Ma è, ovvia– mente, il valore ed il significato più generale dello scritto che ci interessa. II Tra riformismo e paternalismo da un lato, e rivoluzione dall'altro, la via da tentare è quella dell'organizzazione del movimento popolare dello sviluppo: movimento autoctono dei cittadini e delle comunità minori che integri, solleciti, correg– ga la iniziativa di sviluppo dello Stato; organizzazione si– stematica della innovazione popolare, della iniziativa sociale per la trasformazione continua e lo sviluppo della società. L'organizzazione indiana - inquadr-ata nel secondo pia– _no quinquennale - dei piani di sviluppo di comunità, sem– bra avvicinarsi molto all'adozione di questa linea. E' questo . infatti un .felice esempio di organizzazione sistematica -dell'in– contro fra iniziativa sociale periferica e iniziativa centrale dello Stato ai fini dello sviluppo. E anche l'esperienza cinese degli appalti dati ad interi villaggi per l'esecuzione <li impor– tanti opere idrauliche, stradali, edilizie a realizzazione del piano di sviluppo nazionale, comporta certamente - sia pure entro limiti di libertà più ristretti - un'importante indica– zione nel senso della necessità di un incontro e di un coordi– namento fra iniziativa centrale e iniziativa sociale periferica. Ma limitiamoci in questo caso a un semplice accenno che valga a indirizzare l'attenzione verso un campo di osser– vazione e un ordine di ricerche della massima importanza. Ritornando al nostro tema principale, dirò che l'avvio e realizzazione di questo movimento popolare per lo sviluppo trovano, come sempre quando si tratta di movimenti sociali e politici, il loro elemento cardine nella formazione dei quadri. Naturalmente, è cruesta la ra,g;ione per cui fin dalle prime pagine di •questa mia lettera ho insistito perchè la Direzione di << Economie et Humanisme ll si dedichi con grande im– pegno alla formazione di quadri piuttosto che a un arduo lavoro di teorizzazione generale. Non sembra vano pensare che in un movimento popolare per lo sviluppo le forze intellettuali cc provinciali ll o cc peri– feriche ll, invece di disperdersi emigrando o mortificandosi nella monotonia e nell'inconcludenza della vita locale, e in– veç(\ di ()()rrompersi !ISSWmendo un potere di capo-clie:ntel~~ • da un inedito di Giorgio Sebregondi possono avere finalmente l'occasione di una piena valorizza– zione, facendosi quadri « organici >l della loro comunità. Farsi quadri o intellettuali organici di una comunità si– gnifica farsi quadri o intellettuali conformi alle caratteristiche storiche di quella comunità, e capaci ,di -comprendere a fondo, di esprime1·e e di orientare senza coartazione, le esigenze, le aspirazioni, le possibilità della comunità stessa, nella sua vita interna e nel suo inserimento nel ·più vasto mondo che la circonda. La formazione dei quadri organici, dunque, è legata alla conoscenza profonda della comunità e alla individuazione delle linee di sviluppo ad essa -conformi. Ciò significa anche che la formazione dei quadri orga– nici non avviene, per così dire, a freddo, in astratto, ma nel– l'esercizio effettivo della loro funzione in favore della comu– nità. La formazione dei quadri coincide pertanto con l'avvio dell'intero movimento popolare per lo sviluppo delle comu– nità cui ci si rivolge. A questo punto dobbiamo domandarci quali strumenti prat1c1 possano servire a questo duplice scopo di formazione dei quadri e di avvio del movimento popolare per lo sviluppo. In pari tempo, il ritrovamento degli strumenti pratici di la– voro ci permetterà di comprendere quale debba essere la parte di << Economie et Humanisme l> in tale movimento. Per indicare quelli che a mio avviso sono gli strumenti di lavoro, mi permetta, Padre Lebret, un gioco di parole: che non è poi tale nella sostanza. Per l'auto-sviluppo, ci vuole l'auto-inchiesta e l'aulro– programmazione delle comunità! Fino ad ora tanto le inchieste per conoscere le esigenze e le 1·isor-se di sviluppo, quanto la programmazione Hello svi– luppo stesso, se sono state fatte, lo sono state solo dall'esterno, << dall'alto l>. E proprio per questo motivo sono tanto spesso risultate estranee, o addirittura avverse a coloro che dovreb– bero benefici are dello sviluppo. Inchiesta e ricognizione dei bisogni e dei mezzi, e pro– grammazione dello sviluppo devono, sì, esser fatte dall'alto. Già lo abbiamo affermalo: è questo un compito dello Stato verso la generalità del Paese, un compito dei paesi viluppati rispetto a quelli arretrati. . Ma se, per i motivi, cl1e ho cercato ·di spiegare, lo sviluppo non è veramente tale, ove non sia anche autosviluppo, cioè liberazione di una capacità vitale e autonoma, conforme alle particolari condizioni storiche delle singole comunità, allora è necessario che inchiesta e programmazione dall'alto siano integrale e co-rrelte da auto-inchiesta e auto-programmazione della comunità. In altre parole, per determinare la prnpria partecipazione autonoma al generale processo di sviluppo la comunità deve, attraverso l'opera dei propri quadri, cono– scere se stessa e delineare per se stessa gli orientamenti, gli obiettivi e i mezzi di sviluppo più conformi. E - dobbiamo ben sottolineare questo ·punto - conoscere se stessa e pro– grammare per se stessa lo sviluppo non sono operazioni che si possono compiere dalla comunità una volta tanto: auto-in– chiesta e auto-programmazione sono operazioni continuative e a tempo indefinito, come continuativo e a tempo indefinito è il processo di sviluppo che si deve instaurare. Ciò si1rnifìca che auto-inchiesta e auto-programmazione diven,!!:ono funzioni permanenti da organizzare in ogni co– munità. « Economie et Humanisme >l è già sulla via della pro– mozione delle auto-inchieste di comunità, e di ciò abbiamo già sopra discorso. Cosa deve fare cc Economie et Humanisme >l per procedere su questa via e realizzare appieno la propria funzione? Per rispqndere compiutamente a questa domanda biso-

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