l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

Spedi::. in abb. postale • Gruppo Il l'ordine civile RIVISTA QUINDICINALE Anno I - n. 5-6 15 settembre 1959 Una copia L. 100 Editoriale: Religione e politica Dei «santi» in pantaloni di Alberto de J acobis • Il singo– lare caso ,dell'on. La Pira di Giovanni Baget-Bozzo - Studi: La politica dello sviluppo della società da un inedito di Giorgio Sebregondi - Il Sahara e la politica europea di Enrico Insabato. Note e commenti: Eisenhower m Europa - La ripresa autunnale - Il "ridimensionamento,, del piano Verso una zona di libero scambio? - La "settimana delle nazioni oppresse,, - "W ay of the pilgrim in Italy,, - Della "formazione,, aclista • Fanfani e l'organizzazione Opinioni e dibattiti: Un "movimento di coscienze,,? lettera di Franco Morandi - Letteratura e costume: Processo di banalizzazione e fattori coadiuvanti - A pro– posito della critica stilistica - Venezia 1959 - Vittorini e "il Menabò,, Letture: Libri di Lelio Basso, Mario Gozzini - Documenti: Il discorso del Papa su S. Giovanni Battista. Re]igione « Co.me la· osservanza del culto divino è cagione della grandezza delle repubbliche così il dispregio di quello è ca– gione della rovina di esse. Perchè dove manca il timore di ùio, conviene o che quel regno rovini o che sia sostenuto dal timore d'uno principe che ,sopperisca a' defetti della reli– gione . .E perchè ì principi sono di corta vita, conviene che quel regno manchi presto, secondo che manca Ja virtù d'esso. lJonde nasce che gli regni i quali dipendono solo dalla virtù d'un uomo sono poco durabili: perchè quella virtù manca con la vita di quello ». Queste parole di Machiavelli servono a ricorrlai-ci che il pensiero del Segretario fioren~ino ha una profondità e una drammaticità ben diverse dalla falsa esegesi ( machiavelli– ca » e •cc antimachiavellica » che hanno abitualmente interpre– tato e oscurato le sue pagine: in lui che, come suona il cele– bre rimprovero che gli fu rivolto dal Guicciardini, cc allegava a ogni passo i Romani », viveva altissimo il senso dell'ideale ci– vile repubblicano, il ricordo e la palpitante vene1:azione del– la virtù civica che fece grande Roma e che egli avrebbe vo– luto veder rivivere in Italia. E le parole sulla religione che qui abbiamo citate dai quattro capitoli ad essa dedicati nel I libro del -commento alle deche, di Tito Livio, sono l'insegnamento che nasce dalla storia di un popolo che amò chiamarsi il più religioso della terra. Tuttavia queste parole del Machiavelli non rappresenta– no soltanto l'insegnamento della storia romana: rappresen– tano il consenso universale del genere umano sino alla se– conda metà del secolo XIX, sino all'avvento del positivismo. Da ,quel momento ateismo e laicismo-, tolleranti o intolleranti poco importa, ,divengono il fondamento di fatto della civiltà europea e delle sue derivazioni mondiali. Quando si è chiamato il laicismo e l'ateismo moderno cc neo paganesimo », fu il Papa che insorse a difesa del paga– nesimo antico, così intimamente religioso, così ripieno ciel senso della presenza e della legge divina, così certo del fon– damento religioso ,della stessa obbligazione civile. Le intelli- . ca 1anc e politica genti e fascinose obiezioni di Celso ai Cristiani, nel III se– colo, non sono tutte in difesa cli questa consacrazione religiosa cleJJa vita -civile, della comune vita umana, che gli sembrava spezzata da chi poneva la propria speranza nell'intimo del– l'Essere Divino e attendeva, come vera patria, i nuovi cieli e la nuova terra? La storia sarà la definitiva confutazione di Celso: e il Cristianesimo salverà il valore eterno di Roma in modo im• pensabile per i pagani ciel III secolo .. E già nel IV secolo un grande Dottore della Chiesa potrà scrivere· che la Fede cristiana, pur fatta per generare i Figli di Dio, necessariamente si riversa tanto su tutte le opere di quella natura che esalta, eia sembrar fatta apposta per ispi– rare una giusta e umana convivenza civile. L'errore cli Celso pare rivivere rovesciato nello spiritua– lismo, enore che cresce incontrastato tra i cattolici oggi, e che separa radicalmente il soprannaturale dal naturale, il di– vino dall'umano, la Chiesa dalla storia e dalla società civile. La societ~ cj_yile rimane necessariamente governata da un volgare e materialistico utilitarismò, e ridotta a strumento di una diffusione univer-sale cli beni materiali, in cui si vede il fiore della ·giustizia e della carità: mentre lo spirituale svanisce necessariamente nel mondo dello sradicato, nell'ar– bitrario, e, necessariamente, dello pseudocarismatico. Ma non in questo articolo ci preme combattere questo errore, poichè l'occasione è abbondante e la necessità grande. Ci resta solo da ribadire che, per bocca del Magistero dei sommi Pontefici, risulta chiaramente che la religione so– prannaturale non ha in nulla diminuito i valori della reli– gione naturale. Il Cristianesimo non ha ( come pensavano ,i pagani an• tichi e pensano gli spiritualisti moderni) diviso Dio dalla natura, consegnandolo alla Chiesa e separando questa dalla vita umana. La rivelazione dell'amore di Dio non fonda il dii-itto anarchico dell'uomo. cc Non veni solvere Legem aut Prophetas: non veni sol vere sed adimplere ». La legge naturale risalta pura e intatta nell'insegnamento

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