l’ordine civile - anno I - n. 5-6 - 15 settembre 1959

pag. 2 cristiano. E ,ci insegna che Dio è la fonte di ogni obbligazione umana. L'uomo non può obbligare l'uomo perchè ogni uomo è per natura eguale all'altro. ::;olo Dio può· obbligare. E' perchè Uio, Creatore e Signore lo -comanda, che dobbiamo osservare i suoi precetti, lra cui quello di vivere in società e di obbe– dire al1'autorità legittimamente formata in ciò che non con– trasti la legge divina. E' questo il senso dell'omnis potestas a Deo. Il Machia– velli ben comprende che non vi è alternativa a Dio che non sia il tiranno : se Dio non obbliga, allora l'uomo, camuffato da ~tato, si ·pone -come generatore autonomo cli obbligazione. La libertà e l'eguaglianza umane sono necessariamente vio– late· nel medesimo momento e con il medesimo atto in cui sono violati i diritti di Dio. Perciò acutamente il Machiavelli ha scritto che « l'osservanza del culto divino è cagione della grandezza delle repubbliche ». Se non è 1a libera obbedienza alla volontà ciel Creatore il motivo della obbligatorietà morale delle leggi, allora non vi è più obbligatorietà morale, perchè l'uomo non trascende i'uomo: e l'unico motivo di osservanza può essere l'interesse o il timore: dei motivi cioè da ,servo e non da libero: dei motivi instabili e malsicuri. Le alternative a una costituzione civile fondate sul senso del Dio, come custode dell'obbliga– z10ne civile sono due: o una costituzione fondata sul culto della ricchezza o una costituzione fondala sul cullo del potere. Se noi vediamo le costituzioni politiche dell'età moderna, ispirate dal laicismo e sull'ateismo, vediamo che esse realiz• zano appunto o l'uno o l'altro di questi due caratteri: e si fondano le une sul culto della ricchezza e altre sul culto del potere. Le prime sono quelle di tipo individualistico, che ten• gono il campo in occidente: le altre sono quelle di tipo col– ,ettivistico e tengono il campo in oriente. Ci fu poi chi tentò un tipo medio fra le due e furono te costituzioni di tipo fascistico, che tennero il campo in r;uropa -centrale -e meridionale. Sostituito il fondamento trascendente dell'obbligazione civile, svanisce il carattere morale di quella e svanisce anzi 10 stesso valore civile -della morale: per questo non c'è altro che l'interesse materiale o la paura o un combinato di .queste ll'imperialismo nazionale) a tenere insieme i popoli. In realtà l'ordine creato è costituito in modo tale che !'uomo può cercare e trovare il suo vero bene soltanto ricer– cando Dio e prestandoGli debito culto e onore. Se l'uomo porrà come fine• -della sua vita la ricerca della Legge di Dio e l'obbedienza ai suoi precetti, conseguirà anche il proprio bene umano totale: se invece -cercherà solo ,questo bene, non lo troverà mai, ma si imbatterà nel suo contrario: infelicità nel godimento, miseria nell'abbondanza, tristezza nello svago, sfiorimento nella vitalità. I beni umani separati da Dio sono solo male e morte. e< Erudimini qui iudicatis terram ii. A queste cose ci si può obiettare con il successo moderno. Gli anglosassoni cercano la ricchezza: non l'hanno forse con– seguita? I 1·ussi cercano il potere: non l'hanno forse conse– guito? ·Pur avendo inglesi e russi il colonialismo, -l'o-ppressio• ne nazionale tra i fondamenti del loro potere, non hanno essi conseguito, oltre la ricchezza ed il potere, l'universale rispet– tabilità? In realtà, ragionare così significa eternizzare il pre– sente : Dio ha le sue ore infallibili : cc veramente li hai collo– cati su una via scivolosa >l, dice il salmista, a cui si sono aperti gli occhi, dopo il dubbio causatogli dalla fortuna dei potenti empii ed ingiusti. C'è un'impunità che non è segno di benedizione: c'è una punizione che è segno di predilezione. Il Vecchio Testamento è carico di questo immortale insegnamento. I popoli europei, e soprattutto i due più universalmente rappresentativi di essi, il popolo italiano e quello tedesco, principio l'uno della civiltà dei popoli latini e l'altro di quel– la dei popoli germanici, non hanno conosciuto alcuna im– punità. Dopo gli effimeri -trionfi nazisti e fascisti, la resa dei conti, seguì, immediata e brutale. E se la Germania vi ha perso la sua unità, l'Italia vi ha perso l'onorabilità ed il buon nome: l'aprile '45 ed il settembre '43 sono stati, per l'ordine civile le due nazioni, occasioni tragiche, di cui le conseguenze du– rano tutt'ora. Ment1·e per le altre nazioni il cattivo fondamento della convivenza civile non si ,è risolto in sciagura nazionale, questo è invece accaduto a questi due popoli. Per essi l'ora della verità è stata totale, il cii·colo della· retribuzione del male fatto si è· immediatamente saldato. Questo vuol ,dire che non esiste per esse alcun surrogato alla restaurazione dell'ordine morale. Per essi nessuna illu– sione, nè quella individualistica, nè quella collettivistica, nè quella fascista, ha più sapore. Essi sono oggi, tra i popoli moderni, quelli più co– stretti a ricomprendere quello che significa ordine morale: a imparare che la decadenza della convivenza civile a rap– porti di interesse e di forza cioè a rapporti amorali è un pro– cesso che dà solo frutti di cenere e travolge sotto le sue ro• vine colo1·0 che lo scatenano e vi si fondano. Dopo tanto abuso della parola rivoluzione, diciamo che oggi è tempo di restaurazione: di rn-staurazione dell'ordine antico ed ete1·no, che ha gove1·nato l'uomo dalla scoperta della 1·uota sino all'ast1·onave: ordine immutabile nella sua sostan– za perchè riflesso dell'Ordine stesso del Creatore, della Legge eterna: ordine che i fondatori pagani e cristiani della nostra civiltà e tutte le generazioni dopo di loro sino alla grande negazione del secolo XIX conoscevano, anche quando non ri– spettavano. • . ln quest'ordine, Dio sta al centro: e il motivo dell'azio~ ne dell'uomo ,è l'obbedienza al Creatore. Per questo, scopo dell'azioiie umana è la giustizia. Non mai questa parola è stata tanto usata: mai il suo significato è stato più lontano dai cuori, come in questi anni di materialismo subdolamente e perciò universalmente trionfante. Se Dio non è motivo del- 1 'azione umana, non lo è neanche la giustizia : gli interessi, individuali e collettivi, non sono la giustizia. E tutelare un interesse non vuol dire ancora volere e perciò poter far-e la giustizia. L'azione umana è sempre una cooperazione: se l'uomo cerca Dio, Dio risponde e colma l'azione umana facendogli compier-e sovrabbondantemente .il suo effetto. Dove si cerca solamente l'uomo, comunque chiamato (po– vero, prossimo, classe, oppressi; nazione, categorie, -ecc.) e non Dio ( salvo ,caso di ignoranza incolpevole, non più così raro in un mondo profondamente arato ,dal laicismo e dall'atei– smo), non •si costruisce, ma si disperde. Comoda è la politica che chiama l'irreligione autonomia dello Stato, e :sostituisce la virtù morale della giustizia con l'appello demagogico a interessi trasfigurati :in miti, secondo il procedimento ormai classico del costume moderno: più grave certo quando simjli procedimenti vengono praticati da persone di pubblica professione cristiana perchè questo cor– rompe la vita· ecclesiastica come la vita civile e costituisce l'ultimo scandalo. Nel nost1·0 paese è venuta meno la coesione statale, è venuta meno la coscienza nazionale; è venuto meno ogni mo– tivo di unità. L'Italia si disfa. Ma noi non diremo con Prez– zolini: l'Italia è finita, ecco quel che resta. Diremo che l'I– talia, ancora una volta, ricomincia: non è questo il popolo che storicamente, per tutti, sa ricominciare? E' questo ricominciare è sempre in verità un tornare al– l'antico e dimostrare la sua perenne novità: è tornare alla tradizione classica e alla tradizione cristiana, racchiuse nel nome di Roma. E' tornare, per quella via, al vero ordine m rale e ad una convivenza civile fondata sull'ordine morale, respingendo l'errore dell'occidente come quello dell'orient~, difendendo con ciò l'universalità della verità per tulio il ge– nere umano. E' tornare a porre Dio come supremo fonda– mento, nelle coscienze e nelle leggi, della società umana. E a coloro, stranieri, che ci stimano ancora una volta la terra dei morti : a colo1·0, connazionali, che tutti occupati nel bene stare casareccio o nella faida di comune, ritengono queste parole esercitazione rettorica, fidando sicuri sulla po– chezza del proprio paese misurata sulla propria, diremo in– fine da c1·istiani che e< ogni cosa è possibile a chi crede )l e che il segno del Signore è e< la resurrezione e la vita ii: e per questo « anche chi è morto rivivrà ii.

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