l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959

NOTE L'appello Feltin del Cardinal e Boegner del pastore Il Cardinale Arcivescovo di Parigi, S. E. Feltin, e Mare Boegner, presiden– te della federazione protestante di Francia, hanno reso pubblico un co– mune appello a favore dei milioni di ccmusulmani » Taggruppati in .Atgeria. Gli appelli congiunti del Cardinale di Parigi e del Presidente della federa– zione protestante di Francia sono piut– tosto rari: l'ultimo è del 1942 e riguar– da le deportazioni degli ebrei. Questo ricordo è estremamente signi– ficativo. Esso ci indica che la situazio– ne algerina ha raggiunto il punto in cui essa sconfina nell'illecito morale. Tor– neremo su questo punto. Se vi sono dei diritti naturali della persona umana, dei diritti fondati sulla legge di Dio creatore, allora non è lecito violarli. vio- larli è peccato. ' Noi ricordiamo una grande pagina di Péguy, che così ria-ssumeva il motivo profondo dei veri dreyfusardi, il vero e nascosto motivo, come egli lo ve– deva nella luce della fede: evitare che la Francia cadesse in peccato mortale condannando un innocente. Che abisso ci separa non diciamo dai secoli della .fede, ma dallo stesso secolo della ragione! Che cosa è mai il XX se– colo! Mai, mai la legge morale ha avuto meno valore agli occhi degli uomm1 : mai l'uomo rè stato meno cosa sacra al– l'uomo: mai il clamore dei principi astratti, il culto dei lumi, la diffusione delle ,cc idee >> 'ha rivelato i suoi limiti cmando il senso di Dio e il senso -del– l'uomo, diciamo umanamente l'amore e la sua sublimazione cristiana nella vita Divina, nella Carità, sembrano spente nei cuori. La libertà? Non è la Francia la pa– tria dei diritti dell'uomo? O solo del– l'uomo bianco, dell'uomo educato nel cruadro di una civiltà cristiana abban– donata? E' una ironia crudele che siano le denominazioni religiose ad esseTe strumentalizzate in denominazioni raz– ziali, sì che si l,!:iUnll;e a esprimere la di– stinzione tra colonizzatore ed indigeno come distinzione tra cccristiano » e ccmusulmano ». ·Possiamo da cruesto so– lo misurare in che modo si è fatto vio– lenza alla réliirione, in che modo si è strumentalizzato il cristianesimo. E vediamo ora a che ounto è ll;iunta, nel secolo dei mass media, l'impotenza della coscienza pubblica. Settant'anni fa un ,cc Je accuse» sconvolse la Francia. Ma oggi mille, un milione di cc J e ac• E COMMENTI cuse » si smarrirebbero nelle migliaia di notizie che stampa, radio e televisio– ne rovesciano sulle nostre ·teste. E' giunta per la Chiesa un'ora grave: è giunto il momento in cui essa sola può ripetere i-1 suo ccNon licet » che esalta sulla terra il Giudizio di Dio. Ricordiamo una grande pagina di Soloviov, in cui innanzi ad un ccContra– dicitur » del Vescovo di Roma si realiz– za il ritorno in seno all'Unico Ovile dei fratelli separati d'Oriente e d'Oc– cidente. ·E' in •questa luce che guardia– mo l'appello congiunto del Primate della Chiesa di Francia e del presiden– te della Federazione protestante. Il gen. De rGaulle ha espresso la rea– zione della coscienza poli tic a francese di fronte a uno stato mediocre e impo– tente ; ma quante volte il Presidente De Gaulle, in cui così spesso tutti coloro che credono, senza scopi di parte, nella imperiosa nè.cessità della pace con giu– stizia- in Algeria, ( con il vero e pieno riconoscimento degli uomini algerini a essere uomini, del popolo algerino a essere popolo), hanno guardato con .fì. ducia e speranza, non sembra anch'egli come impotente di fronte al peso delle passioni scatenate, alla folla cieca del Forum d'Algeri e dei suoi manipo– latori! Questo perchè c'è una questione po– litica e una questione mora-le. E la que– stione morale oggi non sembra quasi più esse·r,ci ,forza umana per porla se non la pone la Chiesa di Cristo, la cui parola muove i cieli e la terra. Quella parola di Péguy è vera nel– l'ordine della ragione e della Fe_de: anche i popoli possono peccare violan– do la legge di Dio : anche i popoli pos– sono commettere peccato mortale e at– tirarsi i fulmini della giustizia di Dio. Se pensiamo contro quale orrendo cri– mine era diretto l'ultimo appello con– ,riunto che il ,Primate di Francia abbia firmato con il ca·po dei 1protestanti fran– cesi, siamo costretti anche a riflettere con quale severa sanzione Dio colpisca chi versa su questa terra il sangue in– nocente. Veramente oggi il popolo francese ha dinanzi due vie: la via della verità e -della vita, la via dell'errore e della morte. O compiere, riportando in Algeria la pace con giustizia, un· atto che con– giunga a un tempo le due tradizioni a cui fu fedele Péguy, quella cristiana e quella repubblicana, in vera armonia e pace, ritrovando in •questo atto il bene della perduta unità, per sè e per irli altri: o mantenere vivo nel m~ndo lo spirito di guerra razziale del fosco dit– tatore tedesco, fin che mani più forti non stta 1 ppino dalle mani della Francia la fiaccola de.Ila • violenza e della tirannia. Questa è certo l'occasione storica del gen. De Gaulle : se egli non potrà co– gliere una dimensione di piena verità, di senso della ·Giustizia e della Legge di Dio, non riporterà la Francia dinan– zi alla sua anima. E l'att~ di giudizio della Chiesa, in una nazione scristianizzata sì, ma che credette pure un giorno di dove1· perde– re la Fede per salvare la libertà, sarà un atto che, esaltando l'unità e l'inte– grità del vero e del bene, si_ rivelerà atto cli pieno e autentico -apostolato gerarchico. L' ~ apertura a sinistra" Il congresso di Napoli del PSI ha inteso porre fine alla politica di ccaper– tura a sinistra », cioè alla poli tic a di accordo del PSI con la D.C.: e di fatto gli appeUi socialisti si sono da allora soprattutto rivolti a determinati uomi– ni e gruppi della D.-C., piuttosto che al– la D. 1 C. nel suo complesso. Tuttavia la politica dell'on. Nenni è rimasta anco– ra legata alla formula morandiana del– l'incontro deUa D.C. come partito con il PS-1 come partito. Lo ,è ancora tan– to, in sostanza, ehe l'on. Nenni vede in questa tesi -la -differenza tattica fonda– mentale tra BCI e ·PSI. •Cartina di tor– nasole di •questo atteggiamento del Se– gretario del P,SI -è stata, come per molti altri fatti e dimensioni della politica– nazionale, la situazione siciliana. Ora l'on. Nenni non ha mai veramente ac– cettata la politica svolta dai gruppi di sinistra, sotto la direzione comunista, all'assemblea regionale, che è andata sotto il nome di ,ccoperazione Milaz– zo». Non l'ha accettata perchè vedeva in essa una prova dell'estremo possibi– lismo comunista, una prova della ten– denza del ~CI a cogliere tutté le occa– sioni di potere, prescindendo dalla lo– ro motivazione e ·qualificazione politi– ca, una prova della sua indifferenza o peggio estraneità alle istituzioni e aUa logica delle istituzioni. Non che l'on. Nenni non desideri, a suo modo, u:iia certa scissione nella D.C.: ma egli la desidera· più apparente che reale, più di vertice che di base : in ultima anali– si, egli ritiene -che il peso ed il seguito degli on. Scelba e Pella sia nella D.C. piuttosto esiguo e ·che una lorQ amputa– zione non dovre·bbe comportare conse– guenze rilevanti per l'esistenza e la com– pattezza del partito cattolico. Non a ca– so è verso i notahili che egli indirizza tutte le sue riserve e le sue critiche. Non a caso, un esponente D.C., come l'on.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=