Nuova Repubblica - anno V - n. 27 - 7 luglio 1957

8 Il LETTERE AL DIHETTOHE Sardegna senza Vundea CAGLIAR!, 24 ghigno 1957 Caro Codignola., a qualche· giorno di di:-:tanzi1. dal rf'sponso d"lle urne ei 1-embrn possibile lraccia,•p un p1·irno bilanr·io cif·lle e-lozioni regionali sarde. lnt-anto la consultazioni:' f'IE'tlornlf> di Sar·df•gna registr:, un m•Uo successo delle li~le del PSI con 11n aun1C'nlo cli ben 9000 voti e cli 1 seg~io ri~pel lo alle -p1·0cc-dent i elezioni. Questo successo, raffron\Alo alle pt·ove sfo,-tunate sostenute dal l'~r nelle consultazioni n1nn1inislrativf' pHt·ziali di questi ult.imi mesi, è motivo di socldisfa,-;ione e ~li fiducia su.lla asce!"-fl de-Ile forze socittli:4<' i1l Stnck•gna,- r-ontinuata inin– tel'rottan1ente clnl 19GI. t·n :-;cnsibile 1·C:'gre:-,:so ha dovulo accu:-;a1·einvece jl PCI. I 21.000 voti pe1·dut"i di:d l'CJ non sono ~ufficionle111enle comp<·n.-;1di diii suffrngi acqui,,tati dai socialisti e dai pat·· tit,i di e-entro. I comuni!sli, cosa incl'edibile, hanno pe-1·– duto voti a fa,·ore dei mom11·chici e, fatto ancon, più grave, que:-:to fc-n~meno ha inlel'es:-:alo anche la zona. minerarie\, politic;o111(-lnle evolutn e tn1dizion,,cdinent.e guiclat11 dal I'Q.I. Ric11n1nicnte questa crisi elci PCr si ricollega l;'I ragioni politir·he e non S!Hebbe du e.,.;cludl•rc il fatto1·e psicologico delle l'Cccnli dimissioni da por-te cli nn gruppo di in– fluenti pe1·sonalità del mondo intellettufll<..• sJi Nuoro e di C\1g:lia1·i,allontanatesi dal p,ntito in SC',f.Wito alr.insul'• roziorw 1nugia1·a cl1ottobrt-'I. E. la pi-ima volti\ comunque che il PCI è coslTetto a segnan"' il pa:-so. Ciò, se da un lato può rius.ci, ·e doloroso spl:'cie se interpretalo corno f.:confìttu c~ella classe lavora• tl'ice, craltm pn1·te clov1·c-bbe ins0gru-u·e agli amici comuni– sti e co;-;ì pure a tutti i' facili p1·ofeti 'inler·e,s.s.ali ni fune– rali delrunitù soc-iali:-;ta, una 1naggiOl'C ca11lc-la nel 11·a1TC, in conl1·asto con le pili ele111~11tal'il'egole cli ~tatisticn, giudizi definitivi da situazioni nonlingenti. Il leggero migliorn111en.to dei partili di Cf'nlro e in 7Jrimi.:s della DC, ·01L1:e che con 'ruunrnnto cle!Felclloruto, può essei· mN;1-:oin rapporto con 111 rigida organiz-.qp;ionc clienteli– stica J)l'Opria cli questi pa,·titi e con il mas.:,;iccio inter– vento delle orgimfazaz.ioni clNicali. li co~iddett~ « fenomc110 l,au1·0 », che doven:t cò~tituire la noyif;1 di queste elezioni, pul' nC'lla $illll in11eg;1:bilegru– vitù, ci la;-;(•ia, in confra~to con nlt,·i commentatoti {si è ~ pal'lato flcldir·illut·a ci'i. « trH,·olgf'nle aYanznla »), nlq11ant0 ti·anquilli. · 11 l'.M.P. ha· totalizz1.1to nc11··1~olat·il'cn <i0.000 voli sn GG0.000 ,·lllidi ed ihl conq11i!,:tHlo G S:iC'ggi sn 70 (In propo,•. zio ne è di 1/JI). 'l'cnc-ndo conto che olt ..c 30.000 di questi ,·oti s0no stati sotl1·atti nl PXl1J ed al l\lSr chP escono let. lonilnwnle sconfitti dalla pro,·a olellol'fde, non H·embn1 difficile 1·inlracci,He l'origine degli altri 30.000 now•lli fan• lori d<"'lla 111onal'chia popolar<"' cli Lauro. J,a R1Hdegna è· una dPllf' regioni più nnctrate o ab– bttndnnate del I\l'ezzogiorno o non è quindi difficile hovare :J0.000 per:,;one, appil.d.en( 'nli pN lo più al sotloproleb1riato, lotteralniente sbandotc, :':('I\Zn un i1vvenire, ~enza 1111 lavoro, clif-lp<..1:,;!e a w_,_•ndere la. pl'(1pt·ia clignit:'1 al miglioi-c offe1·ente o maf!iHi pan1dossalmenle p11-:sare da unfl organizzazione marxisb1: ni gruppi di estrc•111a destrn. Que:-to è d'altronde l'aspello più increscioso e più umiliante del fC'nomeno lau1·il10. T\w il J"e:~to p< 1 nf-li11rnoche i ri.-;ultuti elettorali siano ~lati in complesso :-:ft1vo1·evolial JlM P e comunque ben al di sotto delle aspC'ltali\·e d0I comandante. Re t0ninmo p1·esente l'f':nOl'nie sforzo finfl.nziario soste~ nulo dai ltuu·ini in questa competizione eJ,-.ttorale (le indi. SCl'e:r,ioni pmlano di olil'<' J rnilia .. do di sper-;e), abbiamo buoni 0l('111<'nti pet· crecle1·P che ognj suffrngio alln lista dei « Leoni> sia cor-;tato sulnto ai finanziatori del Pi\1P. ln conclusione l'obbietti,·o di Lauro dì potei· condizio– nare cvn i suoi voti un Pvc•ntualo governo 1·Pgionalc cl. c. è ormai s.f111nato. Gli elC'tt_oris111·cli hanno c1~1t:o ui1~ solida mnggfornnza al contr•ù: :{I DC, 5 al P. SAl'do d'a,,;ionC', J socialcleniocrntico, I Jilwr·ale; in tuUo 38 seggi su ';O, Cib, ~e signifìca irnmobilismo o, nella migliore delle jpote:--i, avam:ata a singhiozzo nel campo ckl!c riforme per la rina~c·itn dell"Jsola, i-:congiura d'altro ·canto il peri– colo di una ,·andea in SnrclC'gna. Non 1·P,.;la quindi che stimolal'c, con un pm::ientf' la\·oro pre~r,;o le masse lavoratl'.iri, una ullel'io1·e twanzala della fol'ze sociHli.:-te, c,he possn !-postare l'asso della politica re– gio,rnle n:•1·:,;o fonne pili mock·rno e adeguate di inizintiva sociale. Cordiali !-aiuti C:i<m/mnco Contu UECO DELLA STAMPA . UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto 1' ... rugiuelc l\Jilano, Via G. Compigr.ont 28 Corrisp. Casella Postale 3549 TeJegr. Ecostarnpa (170) nuòva repubblica (Dis. di Dino Boschi) - Agosto, paUi agrari non vi conosco I' 11.'ALIA POLITICA j CONFUSIONE PERMAN C I DOMANDAVAMO la settimana sèorsa se la vita politica italiana, in qllesto "Scorcio di legi.Slatura, os– . servì non tanto le forme. ma le strutture sostan– zia}i. di: un regime di democrazia. Gli eventi di questi giorni non ci hanno aiutato a sgombrarci l'animo da ques~dubbio. Caso Sturzo; intervento di Fanfani; chia– rificazione presunta del Consiglio dei ministri; nuove insistenze di Sturzo; insolubilità di una qualificazione go– vernativa sulla priorità dei compiti programmatici. Que– sto rapido sommario della cronaca della settimana con– ferma la crisi ormai clamorosa della democrazia cri– stiana. Il fatto è di estrema gravità, perché si tratta della crisi del partito di maggioranza relativa, del partito di governo, e dietro a sè esso trascina alla demagogia o alla irresponsabilità più di uno tra gli altri partili, ed offre a qualunque di essi, appena lo voglia, la possibilità dj assumere atteggiamen li che ......... on gli sono propri, così come accade, ad esempio, quando si vede il partito co– munista premettere alla questione urgente e trattabile dei patti agrari, quella propagandi.sticamente più sonora, ma meno qualificante e in complesso meno trattabile, delle regioni. Nella serie degli avvenimenti che abbiamo ricordato, il riscontro più agevole è quello della doppiezza. In tutta la faccenda Sturzo, c'è un solo atteggiamento genuino, quello di Sturzo stesso. Granchi è certamente per lui il nemico pubblico. Granchi signifiea l'impulso presiden– ziale ad un allargamento di maggioranza verso il PSI: attaccare Gronchi per questo, tuttavia, non è possibile, perché in nessun momento risulterà che una simile scelta eventuale abbia a dipendere da lui: apparirebbe sempre una scelta governativa, non presidenziale. Non resta al– lora che aggredire Granchi non in quanto da presidente della Repubblica possa fornire indicazioni ideali e morali per una operazione politica; ma semplicemente in quanto cago dello Stato che e< tende» a sorpassare i propri poteri costituzionali. Ovviamente, l'operazione non diventa, mal– grado la semplicità del prnposito, agevole; e infatti Sturzo l'ha condotta con una tal quale ingenuità, ricor– rendo a mormorazioni e insinuazioni avvilenti. Tuttavia, nel fatto che Sturzo non voglia l'apertura a sinistra, e per questo attacchi Granchi, c'è un dato sincero: Sturzo è convinto dell'attualità degli schemi manchesteriani, è un sos.tenitore senza esitazione dei progetti e degl'indi– rizzi della destra economica. Sono cose che non ha mai nascosto. Diamo atto ad un'azione che disapproviamo con fqrza della sua astuta innocenza. Tutto si aggrava quando si pas.sa alle reazioni uffi– ciali della democràzia cristiana. Lasciamo da parte il caso Merzagora: il solo torto di Merzagora, veniale in confronto alla gravità della cosa, è stato di non aver <<sentito» che cosa c'era nelle parole di Sturzo, quando - come ha perfettamente osservato Gorresio sulla Stampa - era nei suoi poteri togliergli la parola appena questa incominciava ad esulare dal tema « dichiarazioni del governo». Si può dire di Merzagora che è stato debole o insensibile. Tuttavia, anche qui non è il torto grave. Non pensiamo cioè che il vizio del « caso Sturzo» si ri- duca a vizi di forma. Il caso diventa grave dal momento in cui la democrazia cristiana deve decidere che cosa fare dinanzi al vecchio bambino terribile. Allora si lascia passare una settimana senza fiatare. Confusione estrema. Infine si decide: Sturzo è stato un imprudente. E' stato anche scorretto, perché ha attaccato un uomo, il capo dello Stato, che non ha una tribuna da cui difendersi. Non una parola decisi~a per bollare tuttavia, senza esita– zioni, 1o scopo politico dell'operazione Sturzo, l'aggres– sione da destra del riformismo democristiano. Questo è Fanfani. E tuttavia, tanta è la miseria del partito. che Fanfani pur sempre giganteggia.: è il solo che chiede al governo di intervenire; che gli ricorda un suo élementare dovere costituzionale. Quello che segue è pietoso. ma rivelatore. Anche il governo non ha il coraggio di an– dare sino in fondo. Non che la sua dichiarazione sia ignobile: in essa almeno si assume la responsabilità di dire che Granchi non è né un intrigante né un prevari– catore. Ma il coraggio di andare in fÒndo, di dire queste cose, là dove solo hanno il loro peso e la Joro perti– nenza, è mancato. Così Sturzo ha attaccato e riattac– cherà m parlamento e sulla stampa; il governo non può rispondere, non vuole rispondere che attraverso l'Ansa. Colpa di Zoli? A questo punto giova relativamente cercare le responsabilità di singoli. E' la situazione che si squaderna dinanzi a noi. Sappiamo che Zoli e qualche ministro avrebbero voluto una responsabile risposta par– lamentare; ma che la maggioranza dei minisÙ·i, Pella in testa, si è opposta. Il ((collegio» governativo rispec– chia bene la DC. La sua maggioranza è quella di un partito di destra, pronto appena ad una demagogia di sinistra. Chi ha detto che i missini,non sono la sua mag– gioranza? Zoli, se non erriamo; ma la situazione ob– biettiva se ne ride delle buone intenzioni. Un governo che 'non assume la difesa parlamentcire dei capo dello Sta.to dinanzi ad un attacco deHa destra, è un governo di destra. Del resto, chi voleva la riprova, l'ha avuta. Ancora -una volta Zoli nutriva l'intenzione di dare il volo al dibattito sui patti agrari; quegli stessi ministri che hanno impedito la piena difesa di Gronchi hanno inibito a Zoli una scelta in materia di priorità. I patti agrari, ci sembra certo, vanno alla prossima legislatura. Malagod· ha vinto senza doversi battere. Ora si dirà che in tutto questo non c'è alcuna con– fusione; che tutto è chiaro come il sole. Lo crediamo anche noi. Vorremmo tuttavia che non si continuasse all'infinito un equivoco: quello di credere che la DC possa essere un partito di apertur'a a sinistra. Non ci sembra lecito concedere questi avalli, neppure con una benevola attesa. La DC ha una sola virtù, quella della coerenza con se stessa: un partito che non può decidere la sua politica, e che ieri come oggi non la decide. Ieri in quadripartitO, oggi da sola. Oggi le cose sono so1o più patenti."Ma fino a quando non si penserà a rompere que– sto equivoco, e non si agirà per farlo, sino a quando ci si baloccherà con l'attesa di un'apertura a sinistra che non verrà mai, non si avrà diritto di lamentarsene. ALADINO

RkJQdWJsaXNoZXIy