Nuova Repubblica - anno V - n. 27 - 7 luglio 1957

(170)· nuova repubblica I, SE'l'TE GIORNI NEL MONDO I UN- 'SEGGIO DI CARTAPESTA I L CONGRESSO dell'Internazionale socialista, che '!..i svolge in questi giorni a Vienna e il cui esito sa1:à noto dopo l'uscita di questo settimanale, contiene per i socialisti italiani due avvertimenti importanti. . Il primo è questo: a poco a poco i partiti aderenti all'Internazionale socialista si vanno persuadendo del– l'inte1:esse di una forma qualunque di solidarietà socia– lista internazionale e cominciano a mandare ai congressi non più delegazioni composte di soli funzionari di par– tito, come una volta, ma delegazioni composte dei loro principali capi politici. A Vienna presenziano, per esem– pio, uomini come G8.itskell, Bevan, Ollenhauer, Guy Moilet. Le questioni delle quali si discute sono fra ]e più importanti per l'orientamento. internazionale dei vari partiti socialisti: rapporti con l'Oriente, istituzioni co– muni europee, unità tedesca, disarmo, paesi sottos,vi– Juppati, ecc. Si trattq quindi di convegni -deglI uomini più rappresentativi del socialismo occidentale, che di– scutono delle questioni più importanti per il socialismo occidentale. Il secondo avvertimento è il seguente: il movimento socialista italiano non è rappresentato se non da un embrione di forza socialista, il PSDI, che ha scarsi vin– coli con il movimento operaio, è, frutto della divisione del socialismo italiano ed ha avuto negli ultimi anni atteggiamenti trasformistici od oscillanti che hanno get– tato un alone di discredito su tutto il socialismo demo– cratico in Italia. Il movimento socialista italiano, che ha quindi un ·grande interesse ad essere rappresentato all'Internazionale, non vi è effettìvameqte, rappresen– tato, perchè i1 suò posto è occupato dal PSDI. Se l'azione iniziata nell'estate scorsa per l'unificazione socialista si fosse conclusa, se fossero ~merse più chiaramente, an– che in sede internazionale, le responsabilità del PSDI, per la mancata unificazione dopo il Congresso socialista di Venezia, per la iniziativa socialdemocratica di riman~ dare ogni cosa a dopo le elezioni' politiche, il movimento socialista italiano non si troverebbe ora nella situazione jncresciosa di dovere essere ancora rappresentato a Vienria dal PSDI e dal solo PSDI. ·Il Congresso di Vienna avrebbe dovuto discutere della questione dell'unificazione socia11sta italiana. Dopo Venezia, Saragat si era impegnàtO còn Bevan a indire il Congresso socialdemocratico entro maggio; rsuccessi– vamente, con Gaitskell, che era meno insistente, Saragat si impegnò a indirlo entro giugno, in modo da dare una,., risposta ai socialisti e da mettere l'Internazionale in grado di completare la sua azione per dare al movi– mento socialista it~liano una più adeguata rappre– sentanza. Tutti sanno perchè il Congresso socialdemocratico non c'è stato: per timore di perdere il CongressO o di dovere dafe una risposta positiva al PSI, per timore di fare l'unificazione socialista prima delle elezioni e di mettere in Pericolo i seggi che, con due liste divise, alcuni membri dell'apparato socialdemécratico sperano ancora di ottenere al prossimo parlamento, Saragat e la destra socialdemocratica hanno scoperto improvvisa– .mente, dopo dieci anni, le magagne del quadripartito. e, grazie alla crisi di governo da loro ape~ta, sono riu– sciti a rimandare il Congresso socialdemocratico al– l'autunno. In questo modo, l'Internazionale socialista si riu– nisce a Vienna senza avere tutti gli elemehti necessari per proseguire la sua azione a favore dell'unificazione socialista e si trova bloccata a causa dei pasticci deter– minati in Italia da Saragat e dai suoi amici. In questo .modo, essi hanno conseguito lo scopo che· si propone– vano in questa sede: di" non subire ulteriori pressiort'f internazionali a favore di una scelta socialista, dalla quale sarebbe conseguita l'unificazione col PSI. Il PSI non pOteva fare molto di più che segnalare ai numerosi partiti socialisti aderenti all'Internazionale la situazione Incresciosa che si era venuta a determi– nare; difJicilmente gli si sarebbe potuto chiedere, in mancanza di una sollecitazione almeno indiretta a farlo e di una assicurazione esplicita che tale candidatura non sarebbe stata respin'ta,, di presentare la propria can– didatura, essendo stato ripetutamente informato che l'In– ternazionale non ammette che un partito per ogni paese. Il risultato di questa azione di sabotaggio effettuata dalla destra socialdemocratica è che, accanto ai rappre~ sentanti autorevòli dei vari partiti socialisti, accanto ai Gaitskell, agli Ollenhauer, ai Mollet, siedono, in rappre– sentanza· del movimento socialista italiano, gli autore– voli rappresentanti di quella che l'on. Simonini ha una volta ~argutamente battezzato la « banda del buco»; e che il meglio che l'Interna~ionale possa ancora fare è di seguire il consiglio datole dalla sinistra del PSDI di non occuparsi per ora della questione italiana, ma di demandarne l'esame al prossimo Consiglio, in ottobre. In altri 'termini, il meglio che l'Internazionale pqssa fare è di considerare anch'essa, come Metternich a suo tempo, chè l'Italia è solo un'esPressione geografica. - E' chiaro però che queste manovre tattiche non pos– sono avere una_ efficacia perJ11.anente: il seggio di car– tapesta che il PSDI occupa a Vienna non trasforma Ja ,realtà di cartapesta della sua consistenza in Italia. rAOLO VlTTORELLI 5 Il galoppo della libertà (Di'.s. di Di110 Bo-~chi) I LE1_HfERA DA NEW YOHI{ ILCONTROLLO DEIM NO di MINO - ., J,... J D UE SETTIMANE fa la Corte Suprema degli Stati Uniti ha preso una di quelle decisioni, che nella ,. stori~y_engono poi chiamate «basilari». Di H a pochi giornf. ~ essa doveva rincuorare tutti coloro che ormai disperavano delle sorti della democrazia ameri– cana, mettendo fine con ·un'altra memorabile decisione al maccartismo che ha dominato la vita pubblica ame– ricana nell'ultimo lustro. Riservandomi di parlare altrove di quest'ultima, de– sidero qui esaminare brevemente la prima decisione, che non ha sollevato troppo rumore attorno a sé, pur essendo capace di influenzare direttamente la vita quo– tidiana degli affari. Indubbiamente, la posizione assù'nta dalla Corte Su– prema nei confronti delle grandi SJéietà è cambiata dal 1900 ad oggi: al principio del secolo, infatti, gli uomini d'affari non si preoccupavano affatto dei verdetti della Corte Suprema, essendo la filosofia sociale allora accet– tata il laissez-faire, cioé il éonservatorismo. La prima reazione a tale stato di cose fu originata dal rapporto parlamentare del La Follette, in cui si mostravano, tra l'altro, i soprusi commessi dalla grande industria contro il principio della libera concorrenza, valendosi spesso dell'opera dei giudici. Si trattava, naturalmente, di un inizio. di reazione, che trovò il suo comp.imento soltanto 40 anni più tardi, nel New Deal di Roosevelt, ma che già aveva trov.ato un'eco in ·a1cuni membri della Corte Suprema, quali H. F. Stone, L. D. Brandeis e Cardozo. Il proposito di Roosevelt di controllare la vita eco– nomica del paese, avviandola verso una forma di piani– ficazione, fu violentemente attaccato dagli elerr:ienti con– servatori come sovversivo. La Corte Suprema sostenne fino al 1937 questo punto di vista, sj.a pure con scarsa maggforanza, e di dieci casi riguardanti il New Deai ne bocciò otto. Ma dal 1937 in Poi un mutamento radicale sopravvenne nell'orientamento della Corte Suprema, do– vuto al passaggio alla parte progressista dei giudici C. E. Hughes e O. J. Roberts. Tra il 1938 è il 1946 la Corte sostenne la validità del– la legge che mettev:;a tutti i servizi pubblici sotto con– trollo governativo; riconobbe il diritto ·.del governo di regolare gli affari delle società di assicurazione, sulla base deUa ·clausola che esso ha il diritto di regolare il commercio; mise la navigazione interna sotto il suo con– trollo; allargò i poteri del governo federale in materia di commercio, riconoscendogli il diritto di intervenire nella legislazione fiscale degli stati; e infine sostenne perfino che il XIV emendamento non può essere sempre invocato, perché la proprietà privata non deve essere protetta contro l'azione sociale del governo. Oggi, di questi giudici progressisti ne sono rimasti tre. Nel caso in questione, due di essi Si sono associati al presidente Earl Warren, nominato da Eisenhower, per dichiarare illegale la relazione esistente tra Du Font De Nemours e la General Motors, il colosso dell'automobile, il cui reddito ammontava l'anno scorso a i3 miliardi di dollari, pari a ottomiladuecentosessanta m.iliardi' di 'lire VIA NELLO circa. Precisiamo di che si tratta. Du Pont sotto forma di società per azioni, comprò circa quara~ta anni fa il ventitre per cento delle azioni della General Motors. Poiché la sua società produce co– lori per automobili e tappezzerie, è ovvio che egli impo– neva alla Generai Motors l'acquisto dei suoi prodotti, violando così il Clayton Act, il quale è diretto a impe– dire la formazione di trusts e di qualsiasi altra manovra diretta a restringere il commercio o a creare delle condi– zioni di monopolio. L'azione, promossa dal governo, è stata accolta dalla Corte Suprema, che ha condannato H Du Pont. • Che cosa questi debba fare delle azioni della Generai Motors, ammontanti a circa millesettecento miliardi dì lire, la Corte non l'ha ancora stabilito. Ma sta di fatto che essa ha messo fine a una situazione di privilegio e ha abbassato le ali della grande industria, dando un'arma al governo nella sua lotta per impedire l'eccessiva con– centrazione di ricchezza, diretta alla creazione dei mo– nopoli, alla diminuzione della concorrenza' o alla restri– zione del traffico. N EL FUTURO, il governo dovrà, naturalmente, essere in grado di provare che tali· appunto sono i risulta– ti di negoziazioni azionarie, che esso intende attaccare . Ma la Corte Suprema gli ha fornito degli strumenti po– derosi con questa decisione, che gli saranno di grande utilità in avvenire. Essa, infatti, ha disposto che è possi– bile constatare retroattivamente se l'itcquisto di azioni d'una compagnia da parte di un'altra sia stato diretto. al monopolio, ·prendendo in esame a qualche anno di distan– za i risultati •dell'operazione. Questo è un capovolgimen– to della procedura finora seguita, che si Jimitava a pren– dere in considerazione preventiva soltanto l'operazione finanziaria: e significa che il governo è ora in grado di esaminare. la politica economica di qualsiasi società, ri– salendo tanto indietro nel tempo quanto vuole, fino al 1914 (CLayton Act). Inoltre la nuova decisione estende il Clayton Act alle combinazioni verticali, in cui - cioè - una società compra le azioni di un'altra società, cliente dei suoi p1:odotti, contrariamente a quanto si riteneva precedentemente, e cioé che illegale fosse ll solo acquisto di azioni di una società concorrente. I funzionari governativi della Fedèral Trade Com– mission hanno accolto -con evidente soddisfazione que– sta interpretazione della legge data dalla Corte Suprema, e sono fiduciosi dì futuri successi, anche se. per il mo– mento non prevedano d'andare oltre i casi di pateq_te violazione. Ma ancora più soddisfazione essa ha portato nella maggioranza del popolo americano, che ha visto in que– sta decisione come in quell'altra contro le inquisizioni antì-comuniste, il riaffermarsi della furizione della Corte Suprema, custode della Costituzione, l'impossibilità per la grande industria di asservirsi la macchina dello stato, e soprattutto la rinasGita dello spirito rooseveltiano, che ha iinprontato di sé questi decenni di vita americana.

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