Nuova Repubblica - anno V - n. 25 - 23 giugno 1957

8 (168) nuova rer, ubblir.:i L'INCREDIBILE STORIA DIFIREN I itruppi di opposizione d · z · b d ·· L '---' enunciano g i ar ìtrì i a, Pira Puùbli<·hiwno il lesto del documento concordato .fra i qiiattro gruppi di OJJJJosi?fone del Consigl·io coniunale di Piren;;e e illustra.lo nel corso di una. conferenza slmnpa tenti/a lunedì 17 (liugno u. s. I L GIORNO 2G apr·.il0 alle ore 21, j\ Consiglio comunale . di Firenze. vonne l'iunito per clis_cutere in mel'ilo alle dimissioni degli assessori. Non l'icordererno qui le ra– gioni di tali dimissioni; ci limite1·emo a ricordare che esse fu1·0110 fom1ahnenle accolte, a grande mnggioranza, dal C\)n51iglio, persuaso che o si doYessero cercal'e nuo,·e for– mule politiche P"r reiezione cli una nuova amministra– ;.,,ione o, riconoscendone l'impossibilitù, si dovesse affret– laro l'instaurazione di una amministrazione str-ao1·dina1·ia j11 vista di nuove elc,-;ioni. Quella seduta fu ci-natleri,-;zata da nna serie di inter– vi-·nti politici, che in.<:;el"ivano il problema dell'amrnini– slrn;,;ione fiorentina in una pii.i largtl prnspeltiva na-;,;io– ·,ale. L'on. La Pirn. la definì « una seduta di altissimo livello civile e politico, degna di essere registrnta. accanto ni pili alti documenti politici della civilli't fìorentina ». Alla fine di quella seduta, l'on. J,a Pira annunciò um– cialrnente la sua vo!ontii di solidat·iz-;,;ar-e con la giunta e di prnsentare anche le propl'ie dimissioni da sindaco. Ma lu stesso La Pira aveva convocato quella seduta per discu– tere delle « dimissioni degli assessori:.. La rnàggioranza del Consiglio ritenne perciò di non essere st_ata convo– cala. per deliberare sulle dimissioni del sindaco: si con– q,nne pertanto che un'altra seduta sarebbe stata dedicata a queste ultime e si fissò, all'unanimità, che questa seduta avl"Obbe dovuto aver l11ogo il 6 maggio. La Nazione del '27 npr·ile, annunciando le dimissioni di La Pil'a da. sindaco di Fir·ern-;e, precisava che nella successiva seduta « si vrocedenì alla nomina del nuovo sindaCo e della nllova. giunta:.. A norma di legge, infatti, caduta una amn1i11i– st.-azione, era obbligo del Consiglio tentare ~!tre inteso politiche per una nuova amministra:.done, prima di con– siderare ingovernAbilo la cittù; tanto pi1't che la stessa :unrni11istra-;,;ione La l')ia-a non si fondava su una sicura maggioranza di voti. C'on meraviglill., i consiglieri pevò non si videl'O perve~ 11ire fr1 tempo utile l'avviso di convoca,-;i011e per la seduta giil slitbilita del giorno G maggio. Invece, il prof. La Pir·a i11dirizzava, in data 4 maggio, una lettera al prefetto di Fi~ renze per informarlo che, per evilal'e « la incrinatura che inevitabilmente avve1·1·ebbe se mi 1·ipresentassi al Consi– glio p<'t' i-ipropone ·il problema. del nuovo sindaco e della nuova giunta:., egli si era deciso a rimettere nelle mani del pl'Cfetto stesso il mandato. di consigliere cornunale: « persuaso - aggiungeva - della organica .impossibjJ.ifa ù1 cui si trova oggi il Consiglio a costitui1·e una maggio– ranza stabile, dive1·sa dalla precedente, capace di govet~– rp,re effìcacement:e la città». Qnesta lettera veniva por– lata a conoscenza dei consiglieri dopo che la notizia era apparsa sulla stampn, il giorno 5; nel cla.rne comnnica– ,-;ione il prof. La ]:iira non faceva alcun rifer.irnento alla ~eduta cons.iliare, giit indetta per volont1\ delrintero- Con– ~iglio per il giorno G: di questa seduta non si parlerù pili. J I gn1ppo consiliare dcrnocl"istia110 infaUi, presurnen{lo di ~ostituii·si alla volonUt generale ·dell'organo rappresenta– tivo,' seguiva il gf'slo del sindaco proprio in quella data: facendo perven.irn al prefetto le dii:nissioni singole di tntti i cor1siglieri democristiani (25 complessivamente). li giorno G maggio il PCI ed il giorno 8 maggio il PSI e UP davano mandato ai rispettivi cap.i•grnppo di chie– dere la convocazione del Consiglio; conformemente alJa precedente• delibera. Ma intanto i due consiglieri liberali, 1·itenendo utHe affrettar·e il ricorso ad una nuova consnl– ta,1,ione popolare, pr-esentavano anche loro le proprie di- 111i.-;:;;ioni dal Consig\jo, indirizzandole peraltro non al pre– fetto ma al Consiglio stesso, e per esso al consigliere an. ziano, date le precedenti dimissioni del sindaco. « Le di– missioni sono state indirizzate al Consiglio comunale - aff(•rmava un cOmmenlo ufficioso - che è l'unico organo elle ne deve prendere atto, secondo quanto stabilisce la legge comunale. 'oltanto se il Consiglio comunale inten– clo~se respingel'e le dimissioni, queste pofrebbern essere presentate alla G:PA per la sanzione definitiva». Finalmente il 15 maggio, anche i ire consigliei-i del l\:IS[ presentavano le proprie dimissioni nelle mani del con1m. Nocentini, vico-sindaco uscente: col quale atto, si raggiungeva il numero di 30 consigljeri dimissionari su GO. Era questa la condizione per un eventuale inte1'vento pre– felti-;,;io, di.retto alla nomina di un commissario straordi– nario, non potendosi applical'e « nel caso della nostra am– rninistrnzione - è ancora La Nazione del lG maggio che· pal'la. - la disposi,-;ione di legge per la quale l'ordinaria arnministrazione continuerebbe ad essel'e affidata al sin– daco e alla giunta, poichè gli assessori hanno presentato lo dimissioni, che sono state regolarmente accettate dal C'onsiglio ... Prima però di giungere alla nomina del com– missario prefettizio, il Consiglio comunale dovrebbe es– sr,re convocato almeno una volta per prendere atto delle dimissioni dei trenta consjglie1·i ». Questa convocazio11e non venne. Il ]8 maggio, il par– tilo Rocialdemocrntico dava mandato al suo capogrnppo con~iliare di promuoverla con urgenza.. Ma nella stessa data., .il prof. La Pira trasmetteva a tutti i consiglieri nna. comu11icazio11e nella quale, preso· atto delle dimissioni di 30 consiglieri, dichiarava. essere enirnto in applicazione ra1-t. 8 eh-•!TU 5 aprile U)51 n. 203, modifìcato dall'art. 2 della legge 23 ma1·zo 1V5G n. 136, in forza del q11ale il Cons-iglio era da ritenersi sciolto di di,·ilto, e il sindaco e lei giunta sarebbero ri.m.asli i:n carica fino a m1ove elezion-i. A quest'ultirno atto rispondevano i capigrnppo del PSJ, del PSDI, del PCI e di UP contestando la legilt.i- 111itì~della procedura, ed invitando il prefetto, con Jet– tera fìrrnat.a da 24 consigliel'i in data 21 maggio, a di– spo1Te, con proprio commissario, la convocn,-;ione del Con– siglio, unico organo rappi-esentativo investito dell'anto– i-ità di discute1·e dimissioni di consiglie1·i. Nel silenzio dell'autorib\ tuto1·ia, nuovi passi, ufficiosi ed ufficiali, ven– nero compiuti prnsso di essa, affinchò venisse g:uantito di fr-onte alla cit.tadin1-rn:.'..A intera jl 1·ispetto drlla Legge. Fi1rnlmcnte, i 30 consiglier·i non dimi~RionAri decisero di 1·iunir$i nella sede comunA.le la sera dP.I J i giugno per di– scutere intorno alla ~itu azione: chiedendo alla segrel(:>ria del Comune cli dispo1Te il locale a tale scopo. L'on .. La 'Pil'a li informava pèrò di 11011 a11t.01·izzare la concessione di una. sala comunal0 cow;iderando decadut.i dalla carica di consiglieri i 30 richiedenti. l\Jenti·e i 30 consiglieri si apprcsLavano a rìuni1·si C'gnalmentc nrilla sede comunale per discutOl"e dPl\a sitnazioné, l'autorità tutoria," ricono– sciuta la obiettiva impos~ibiliUt di diia'.l.iionar-e ulterior~ mente il suo intervento, co1woca\·a lil GI'A, la quale pren– de,·a atto delle dimì~sioni di 30 con~igliel"l. Per quanto discutibile possa appai-i.-c la procedura adottata, la deli– bern della OPA ha con1unq11e consentito al prefetto di metter fine i1d mia silua-;,;ione evident.enwnte Arbitraria che egli ha ritenuto di ri,,o\vere con In nomina di un com- n I issa 1·io prefetl.i½io. · Questa è la fede!o crotHlCA cli una storia, una incl'cdi~ bile storia, che non fil CN!o onore alla nostrn c·itt.\ - che è sempre stilta nna delle più sensibili i:ti valori della de– mocrazia - : una stol'ÌH. < che non san\ Cel"to registrata diti più alti documenti politici della civili.~ fìnrentin::i :.. UnA giunta dimissiona1•ifl. e formalmente inesistenle (per• chè le sue dimissioni sono stAte regolar-mente accolte) si anoga dunque il dir·itto cli 1·estare in carica, apr·endo la slnlda ad una inevilabilQ seri'e di contestazioni snlln vali– ditù. gi111·idica dei propri alti; un sindaco dit.:hiarn ufficial– mente le proprie dimis~ioni ma si sollrne nlla delibe,·a.– ziol°ft':eonsilìare di discuterle in Consiglio; presi'nta le pro– prie dimissioni da .con~iglicre non al Consiglio ::.t~sso ma ....:... con un atto di ostentalo dispregio verso le istituzioni rnppresentative - al pr·efetto· incompetente ad accof;lie!·le; un gn1ppo consiliarn - quello democristian.J - segue la medesima illecita proce,;Jura. Non essendo tutto questo sufficiente ad instaurnre nella nosha cilh'L dll purn e sem- (Dis, rli Di110 1Jo.~chi) DOPO IL PROCESSO JVJONTESI - Sogno di mezza estate per Ja libertà di stampa plice go\·erno personale, lo stesso sindaco - intcl'pretando i11 modo palesemente arbitrario un disposto di legge - risponde alla richiesta di convocazione w·gente del Con– siglio per discute1·e appunto delle dimissioni di alcuni con– siglieri, con lo scioglimento « motu p.-op1·10 » del Coosiglio, 1·esta11do però egli slesso in cal'ica, calp,~stonclo ancora unn volta la legge, detemiinanclo una situazione caotica ed assurda: per la quale i consiglieri .in carica, non dimis– sjonari, vengono da lui dimissionati d'autoritiì; i consi– glieri democristiani dimissjonai-i si al'!'ogano ancora il di• ritto di esprimere una giunta ed nn sindaco che restano in cai-ica, nonostante che la giunta stessa abbia J'inun~ ciato alla propria funzione davanti al Co•·1~iglio e questa rinuncia sia stata convalidata dal Consiglio stesso. Como t1ltimo HUo, il sinclHco nt>gH.- con trnH decisione inaridita e sen:.'..a p1·ecedenti negli annali della democrnzia - a lre11ta consiglie1·i l'egohnmeule eletti e non dimiss.ionari, . la facoltù. di accesso ,dia sede comunale. la quale ,è occu– pata im·ece, senza più alcun titolo di leg·ttimilù, da lui stesso, e dai membri della giunta in preceder.za i.;aduta Ovviamente, nella carnnza di i-egohi-e f11n,,;;on!lmento d<·I Con~iglio e nel difetto di legittimiLù della ginntfl, tutti gli atti arnminist1·ativi compiuti dall'~1mmirii:::ilra:,ione ~L-no impugnHhili: come imp11gnabile è l'intol'o pi·o(;ed;rnento, giuridicamente e. n1oralmenle inarnmiss:bile, sef_uito rlal– l'0norcvole .La PitH.· Ma oggi, pi-imil che ~·ul pi:tno giuri– dico, una denuncia pubblicH, collettiva e sol~nn~ deve essere fatta davanti alla cittadinanza fiorcr,tin·1 dei me– todi :nbitra,·i, a11lo1·ita1·i e profondame•.te le~ivi della di– gnit,'i degli oJ'gani rapp1·esentativi, seguiti chl!'on. L.1 Pìrn. Questi nietodi avevano giil potuto manife-..•11rsi in ;:,assato nell'atqività amministrnliva cli La Pirn, mn si so:,o ora espressi jn via. definitivft i11una fonr,a die colpi~ce , p,·in– cipi slessì di una. convivenza democratica. ll prof. La Pil'8. ha governato dal (i mur;gio t:d Jgg; la ciltù. di Firenze completamente spron·isto di ,1gni titolo gimidico, ilolitico e mornle. Egli l'ha ~overnnta da po– destù, non da sindaco liberamente eletto. EgF ha e:>pres,-.o con ciò un costume politico, che era da riienerst d<~finiti– varnente bandito dal nosl1·0 paese. Indubbiamente il lungo silenzio del:'at:to1·itii t11toria, la quale ha il compito di far rispettare la IC'gge nei co11- frunti di chinnqne, ha clctenninato nei cjttndir~– fuso stato di disagio cd ha aggravato i da:mi 1 1110Yenientì alla collettivit.:t., dalla ca1·e11za degli ol'gani amministrativi. E' da rilevare però, che sia pur~ con ritnrdo l'auloritù tu. tor·in ha. final,nente riconosciuto da. che porte stesse. il di• 1·ifto e lei giustizia? con/ernia.ndo l'arbitrarietà ripettlla– mente. denwiciata degli att.eggfrirnenti del vro/. La. Pira. Da. questi episodi una le,-;ione può es<sor ti-atta per \'av– venire, e il popolo fiorentino, che ha dietrn di sè una fuJ. gida tradizione democratica, non l.-1.dimentichenì: col– pendo i diritti e le pre1·ogat ive dei suoi rapprest=1ntant.i, si colpisce la sua digniUt, si danneggia110 gL ~nteressi della cittù, si mette in pe,·icolo il suo av\·eni.-e. .ll yru7)J)O con.'Jiliare di UP ('1'1·istil110 Codignola) 1l grup7Jo consif-i.ore social·ista ( RA.ffaello Rarnat) Il ynippo consiliare del PCf (C'arlo · C:alluzzi) lt gruppo consiliare del PSDI (.Ricciotti l:fondi). I/on. La Pira ha così ri~poslo, illustrando la posizio– ne dei sit nominati. gruppi consiliari: .A) E' un fronte che si trastulla con cose ti-oppo serie e li-oppo impegnati,·e per esser·e trattate con tanta superfi– ciale e colpevole legger·ezza (diritto, democrnzfa: da quale pulpito viene la. prndica !). B) E' un frnnle che ha, in questo· anno, operato su Fir-enze come opera wùdluvione: abbattendo le case (im– pedendo cioè la costn1zione dei tremila alloggi di Sor– gano); sr-adicando gli albei-i (cioè impedendo le occasioni. di la.vo1·0 come ha fatto e fa, tentando di impedire la espansione industriale del\'E~I e della STOl); spezzando gli acquedotti {impedendo· J'jmpostazione effettiva del lo– tale prnblema idrico cittadino: problema per il quale si· el'a già trnvata la sohrnione tecnica e finanzial"ta); irnpe– dendo altre jniziati,·e di grnnde 1·.ilievo (l'ael'oporto) e impedendo, così, investimenti e redditi di Alto livello (in– vestimento per almeno venti miliardi); facendo mettere sotto il moggio la lampada preziosa dei convegni inter– nazionali per la paco e la ·ci\·i1t;1 cristiana e dei Rindaci cl('!le capitali. C) E' un fronte che è privo di ogni soslanziale coe– sione politica, sociale ed ideologica ll1terna (si pensi che va d11i comunisti ngli ~zionisti). Esso è c0mentalo - corno rivela il recente convf'gno fiorentino degli "A,~ici del Mondo" - da un solo cemento: l'ini,nicizia cli Cristo (" così Emde e Pilalo, che fìno n quel momento crAno stati nt"mici fra di loro in quel giorno cli,·ennero amici'' - S,!ln L11ca XXllI, 12-). D) Ma per "fronti" uniti da siffatto cemento val– gonO le p:uole severe ed ammonitrici della Sacra Scrit– tura: - "conf1·ingam eos ... et delebo eos (Ps. 17) ". Ci 1 iservia.mo di commenta-re questa stupefacente d·i– chia,razione nel prossimo numero.

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