Nuova Repubblica - anno V - n. 22 - 2 giugno 1957

CALCIO ITALIANO - Presto sarò convocato l'fALIA POLITICA NON SI DOVEVA F RE S IAMO andati anche noi a «vedere» Zoli esporre al Senato H programma del nuovo governo. La televisione, nel fornirci questo gradito servizio, sottolineava che essa, ancora una volta, intendeva con– tribuire alla formàzione del ·costume democratico. Ap– profittandone, ci sentivamo piccoli piccoli, discepoli del– la democrazia. Poi, via via che il galantuomo Zoli par– lava, ci sentivamo meno picColi. Non perchè l'arguto oratore dicesse cose disdicevoli. Presè una per una, era– no suppergiù tutte promesse senza infamia; e taluna anche degna di lode. Ma non si riusciva, appunto, che a prenderle una per una: non si scopriva altro filo, altra comune ispirazione, che la vena di privata onestà dell'oratore. Non eravamo così ingenui da attenderci un « programmone »: credevamo tuttavia che un certo sforzo di grandezza, un certo slancio « indiscreto » (per usai·e epiteti che piacciono, o dispiacciono, a Fanfani) occorra ad un governo di minoranza, per travolgere, con la sua' volontà di credere, le resistenze o le opposi– zioni pregiudiziali che lo tengono (questa è la situazio– ne di Zoli) .al di qua della maggioranza: Si può dire a questo punto, ad onore di Zoli, che non ha mendicalo nulla; ma anche che non ha offerto nulla. Il fatto del quale si deve però tener conto è che, anche lo avesse voluto, con i suoi discorsi di Grosseto e di Arezzo Fanfani lo aveva preavvisato che tutto gli era concesso, fuorchè impegnare il suo _partito su un programma che qualificaSse il pa1;tito stesso dinanzi al paese. In conseguenza noi riconosciamo volentieri che Zoli, sin dalla sua presentazione alle Camere, ha mo– strato di portare molto bene la sua disgrazia: la disgra– zia di un governo di partito, che non ha il suo partito dietro di sè. I grandi parlamentari (il ricordo va natu– ralmente a quelli britannici: l'ultimo che lo ha detto è Churchill) hanno sempre pensato due cose: che in re– gime parlamentare i governi sono inevitabilmente, e debbono essere, governi di partito; e che la funzione dei governi è di essere essi stessi «guida» del Parlamento A Zoli sono state tagliate le gambe priffia che potesse camminare. Il suo partito gli- «fornisce» uomini. <( in– direttamente» impegnato; e gli promette appoggio. Sem– bra di trasecolare. Quando mai un partito che va al gov~rno ritiene di non essere impegnato e correspon– sabile? Quando mai c'è bisogno che dica che « offre il suo appoggio »? Non sappiamo se si siano comprese tutte le impli– cazioni di questo discorso. Sul piano umano, esso si– gnifica che il governo Zoli è per la Democrazia Cristia– na un governo tra parentesi, di pura ipotesi: la « tesi » è la conquista del potere, della maggioranza - del regi– me~.SJnonchè non solo in politica, ci troviamo in ogni momento insieme in ipotesi e in tesi. Non c'è motivo di credere che valga per un governo una' morale prov– vi~oria, per cui i suoi atti siano indifferenti, sotto il pretesto che, più innanzi nel tempo, vorremo cose mi– gliori, perfette; più avanti nel tempo, saremo ancora nel tempo: esattamente come ora. E- a non voler sollevare questioni morali: non è dif– ficile prevedere quali conseguenze possano derivare dal– la distinzione fanfaniana fra la DC di oggi e la DC di domani. Per lo meno questa::C:he tutti i partiti potranno offrire al governo Zoli lo stesso tipo di consenso che gli offre il suo partito. Si può appoggiarlo o non ap– poggiarlo indifferentemente, sapendo in anticipo che esso occupa, non riempie un vuoto. Da og~i è lecito lo– dare il governo Zoli e attaccare ferocemente la Demo– crazia Cristiana; accordarsi con la Democrazia Cristia– na, e abbattere con accanimento il governo Zoli. Nessun partito si sente impegnato dinanzi al Parlamento e al governo: tutti sono autorizzati al pJù fanatico tatticismo elettorale. Ma la fatuità del contegno parlamentare si riverbera fatalmente sulla presentazione 'elettorale: ad ogni partito sarà chiesto egualmente conto della sua approvazione o della sua sfiducia al governo, perchè (comunisti a parte, per la verità) qualunque atteggia– mento meriterà di essere demistificato, chiarito dagli elettOri. In questa condizione, Zoli è solo un poco più infelice di noi, perchè si abusa della sua lunga probità e lo si fa zimbello di apprezzamenti svalutati in anticipo, svuotati di verità dal suo partito, e dietro questo da. tutti. Noi ·che non abbiamo debolezze democristiane, saremo creduti se diciamo che proviamo per quest'uo– mo un malinconico affettuoso rispetto, se sentiamo che quasi quarant'anni di antifascismo non meritavano que– sta umiliazione, se diciamo che un solo, ma fondamen– tale oltraggio doveva essergli risparmiato, quello di mandarlo al traguardo dell'unico sostegno decisamente voluto e dichiarato, quello delle destre. Ma la morale della tesi e dell'ipotesi ignora nella- sua sostanza il senso della dignità umana; si riempie la bocca del va– lore immortale della persona, ma è indifferente a so– Spingerla all'ignominia. Questa azione, diciamolo chiaro, non si doveva fare. Ne siamo offesi tutti, e vediamo per la prima volta dall'inizio della Repubblica colpito in un ministro, l'uomo, e perciò compromessa la serietà intera dì una politica democratica e repubblicana. ALADINO (165\. nuova repubblica 1/ESrfRE ILLUSIO di MARCELLA OLSCHKI U K MESE fa, a Roma, è morto un mio co11osce11le, avvocato, partigiano, uomo intelligente e onesto, ngnostico. E' morto lentamente, dopo un'ormai. inut.ile operazione, di cancro al polmone. Era sereno, per quanto convinto di mo1·ire, e al suo ]etto si allcrnuvano i parenti pii:1 vicini e gli amici che lo hanno a,norevol– mente assistito fino all·ultimo. 1t·l"a vi erano delle o~·e, nella clinica, in cui rirnaneva solo con le· s1101·e cli ca1·itil. I parenti erano tranquilli: l'assistenza delle suore era perfetta. Pu solo nelle nltirne Ore di ·vita che il moribondo cominciò a lamenhusi. « Non lasciaterni solo 1>, mormorava, « "appena ve ne andate• mi .volano addosso gli avvoltoi.. vogliono elio rni p1·epnri al passo ... rni minacciano .. non mi lascia.lo! >. Le dòlcì suore di carità coi loro cuffioni bianclii, ap– pena sole col m·alato, si chinavano su di lui suss111Ta11do: « J>entiti, figliuolo, e avvicinati a Dio, o sarai dannato>, e ruomo morente che era tranquillo, perchè tranquilla e chianl era la sua coscienza, si sentiva soffocare, prima della sua ora, dal tnrbjnìo minaccioso delle grandi ali bianche, e gli sernbravano av,·oltoi quelli che gJ-i i1npe– divano 1111 sereno incontr-o con la morte. Quello che sa– rebbe stato un sereno trapas:m fu turbato fino all'ulti1110 clall'allucina,;to visione, dai sussurri minaccio~i rnolli– plicati dalla fantasia contorta che accompagna l'ugonia, fino a fai· sprofondai-e il mor-ente in una indicibile an– goscia. l\hdapm·te sta morendo. Du mesi lotta contro un male ihesor-abile. La pietà umana gli a_veva taciuto la oatura del male, gl.i aveva lascialo rult.irno grnnde bene elio r08ta al condannato a mode: la. spetanza. A questa l'uomo si era attaccato, solo per questa si difendeva an– cora, ave,·a ancor·a un"i\lusione di vita. « l 1 'ino a pochi giomi fa>, riporta un quotidiano, « pa1·1ava. spesso di andarsene a Capri, nella sua villa, ma poi soprRggiunse la visita di un dom.cnicano belga che gli disse: « Lei non ha la tubercolosi ma il cancro. Dovrebbe via.vvicinarsi a Dio>. l\Ialaparle è di religione protestante e non sernbrn disposto a rinunciare alle sue convinzioni: il colloquio non produs~e l'effetto speralo, ma per la p1·ima volta gli insinuò l'ombra del d11bbio. Dopo quel colloquio manifestò per la pi-ima ,·olta le suo p,·eoccupazioni agli amici che natiiralmente, si sono ado.– pe1·ati per rassicu.-ai-lo. Si el'a rasserenalo quando è so• praggiunto il collasso cardiaco. ;Non toglieteci la spel'8nza, lasciateci m·orire serena– mente: questa sareb.be carità ci-istian_a. E' vero: voi che vestite l'abito sacro, saresle pronti a fare il patto col diavolo per salvare un'anima: lecito dunque ogni mezzo per arrivare all'altissjmo scopo della · salvezza eterna. Ma come si giustifica allora il gesto ciel parroco Don Alfonso Manocchio che pochi mesi fa, nella chiesa panocchiale di Ricèia presso Campobasso, rifiuta il battesimo a un neonato perché accompagnato da un padrino a lui noto pér le sue idee di sinistra e per il suo ateismo? « Ritiratosi il prete :., dice il giomale che riporta l'episodio, « il padi-ino Bovio Fanelli si è accostato col neonato e con i genitori alla pila dell'acqua santa nel fondo della chiesa e ha impartito al neonato jl baUe– sirno pt·onnnciando le frasi sacramentali, secondo· la li– tu1·gia cattolica. La cedmonia fuori dell' ordinar.io è stata 1·ipresa da un fotografo del posto. Chieste spiegazioni a fonte competente ecclesiastica, è stato dichiarato che il battPsimo è· valido, se il padril''lo comunista ha p1·0- .1Ù111ciato con esattezza la formula "Io ti battezzo". ln– Iat.li, è stabilito che il ministro ord.inario del battesimo solenne è ogni sacerdote, ma \talidament.e può bat.lez– zare ogoi persona, purché esser,·i ciò che è prescritto cii-ca la debita materia, fornia e intenzione e lo raccia alla presenza di un testimone>. Ora, se il battesimo non fosse a.vvenuto secondo il desiderio ciel parroco, e la fragil.e creatmina appc11a nata non fosse vis~uta, il rifiuto del sacerdote ranebbe con• dannata ·per l'eternità a non varcare le soglie del Para– diso. ln qiiesto caso il parroco non se !"è se1;tita non dico di fa1·e il patto col diavolo, ma neanche di corn– piere il suo pili sacrosanto dovete, per la somp!icc pre– senza di pe1·sona pol.iticamente non g,·adita. Come la mettiamo, allora? Non dovremmo essere tutti t1guali cli fronte a Dio? O foJ'se si pensa che ancho lassù si giudichi secondo un criterio di valutazione es– senzialmente umano e chè ranima di un celebre scrit– tore e di un noto avvocato ·valgano di più che la can– dida animnccia innocente di un neonato qualu;iquc? Questo, veramente, sarebbe proprio il toglierci J'estre1na illu.Sione.

RkJQdWJsaXNoZXIy