Nuova Repubblica - anno V - n. 15 - 14 aprile 1957

8 DOVE VA LA G H I_JA SCADENZLl DI GIU_GNO di ANNA GAROFALO I L 5 GIUGNO 1957 verrà a scadere la triste– mente nota convenzione quinquennale stipula– ta dal commissario nazionale della Gioventù italiana Giovanni Elkan, del partito di maggioranza, e da Monsignor Ferdinando Baldelli, della Pontificia Com– m:ssione di Assistenza, per la cessione a quest'ultima di tutte le colonie temporanee e permanenti che face– vano parte del patrimonio GI e che il commissariato gestiva, anche per conto di altri enti. Poichè abbiamo deciso di non stancarci nella de– nunzia di quanto riguarda l'avventurosa storia dei beni della ex-GIL, affidati da ben tredici anni ad un· com:.. missari,_ato (< straordinario », che doveva tutelarne le sorti e che· li sta invece progressivamente alienando e per cattiva amministrazione e per favorire istituzioni cattoliche, riproponiamo alla pubblica opinione le « a– mare domande»: dove va la GI? Che cosa si intende di fare'! Si lascerà silenziosamente rinnovare la con– venzione che mette nelle mani di un' opera d1 diretta dipendenza dal Vaticano, quella che il Pontefice chiamò « l'opera a noi più di ogni altra cara»,· un patrimonio che - sia pure· molto assottigliato - è ingente e ap- · partiene. a tutta la gioventù italiana che ne ha bisogno e non intende rinunciarvi? Che cosa pensano di fare quei parlamentari che presentarono su questo tema numerosissime e vibrate interrogazioni, cui non fu dato alcun seguito ed alcuna risposta, come se si trattasse di interventi di seccatori, che vogliono mettere il naso in faccende che non li ri– guardano? 11 commissariato nazionale della Gioventù Italiana nacqùe, com'è noto, dalla ex,GIL, a seguito della legge Badoglio che disponeva la soppressione del PNF e del– le organizzazioni da esso dispendenti. Per l'ingente pa– trimonio di beni destinati ai giovani, si pensò di no– minare un commissario e nel maggio '44 fu scelto l'av– vocato Vincenzo de Palma. Egli. avrebbe dovuto restare in carica quel ·tanto che era necessario per riorganiz– zare l'ente in senso democratico e predisporre un piano per l'attività futura. Invece, all'avvocato de Palma suc– cessero, duragte tredici anni, ben altri quattro commis– sari e cioè il professor· Giorgio Candeloro, il professor Mario Tortonese, il professor Giovanni Elkan e l'avvo– cato Arrigo Paganelli, che tuttora regge l'ambita carica. In questi lunghi anni di gestione commissariale - e quindi di larghi poteri - l'ente è •venuto progressi 4 vamentè alienando buona parte di quei beni che erano stati valutati nel 1937 - cioè quando l'Opera Nazio- IL CASO 4GARTZ (continuaz. da pag. 5) tale ma ha~ .spiegato che si tratta cli abbonamenti ai ser 4 ,·izi dell'istituto diretto da Aga.rtz. Comunque sia è ancora da dimostrar~i che il fatto di ricevei-e soldi dall'estero, taTlto più quando 1'estero è raltra parte della Germania!, rappresenti di per sè tradimento della patl'ia. Giustamente un quotidiano assai critico nei confronti del governo di Bonn ha ricordato che nessuno scandalo sollevarono a suo tempo i milioni affiuiti dal Belgio a favore dei sindacalisti cristiani scissionisti o i dollari ricevuti per 1a campagna elettorale dal deputato di destra Martin Euler. ~la ve.ra o falsa che sia l'ìmputar.ione sollevata n·ei confronti dell'economista socialdemocratico, il caso Agartz, sul quale la s:PD ha. assunto nn atteggiamento di netto distacco 1 riservandosi di prnnunciaJ'si dopo il verdetto della . 111agistratura, che si farit attendere ovviamente, molti mesi, è estremamente sintomatico da un duplice punto di vista. Da una parte esso rientra in una· campagna di sospetto e· cli diffamazione ai danni dell'opposizione, che sortirà comunque qualche ris1iltato, come sempre succede i1l que 4 sti casi, anche ·se si dovesse dimostrare l'infondatezza di ogni accusa, dall'.altra è nna riprova della confusione ·e del disagio nel qtiale l'asslÌrda divisione cbntinua a mantenere IA Germania. In sostanza, nella Repubblica di Bonn !'avere contatti con altri tedeschi deila Germania Ol'ientale può costill'e l'accusa di alto tradimento, come del resto è acca• cluto l'Ccentemente anche a due giornalisti, che aveyano avvicinato esponenti politici tedesco-orienhtli per esigenze professionali. Tutto ciò ·non solo dimostra come è facile e comodo spaccial'e per h·aditol'i quanti abbiAno rapporti co.n l'altra Germania, ma fa presagire anche se si conti 4 nuen\ poi' questa strada, qnanfo sal'à difficile' domani pla·• care gli animi inaspriti dfl così stolte polemiche. Ma so4 prattutto, nnlla potrà fugare il sospetto che nel caso 'i\'eh– ner, come in quello di Agartz di ben altro si tratti che non di <'Olpire singole persone; l'obiettivo di questa campagna va assai oltre: essa mira a intimidire o a demolire gli av– VCl'~ari del go\(e1"!10,con manone elettorali indegne di un re,&une democra.tico. l''er questo appunto, dopo 1'episodi0 ,~ eliner, anche 11caso Agartz deve· suonal'C come un cam 4 panello d'allarme. MARTIN FISCHER nale Balilla, fondendosi con i Fasci Giovanili di Com– battimento, divenne la GIL - a più di centocinquanta miliardi, arrivando -oggi ad una situazione insosteni 4 bile. Il decreto Badoglio, tuttora valido, vieta espres– samente ogni alienazione di beni patrimoniali, ma chi ne tiene conto? Come in un'azienda privata, alla GI si affitta,. si Vende e si compra e tutto ciò per far fron– te alle ·spese della ordinaria amministrazione. Si cal– cola che finora siano stati ceduti immobili di cui il prezzo di realizzo è sui novecento milioni, ma il valore reale è di qualche miliardo, e affittati in blocco al CONI, per fare un esempio, tutti gli impianti del Foro italico: piscina, tennis, stadio, per due milioni l'anno,· somma che appare puramente simbolica. Nello stesso spirito fallimentare sono stati sven– duti gli Alberghi della Gioventù di San Candido, i campi di t~nnis, pallacanestro, pattinaggio di Beneven– to, le attrezzature sportive di Cosenza, Grosseto, Na– poli, Forlì. E - come se non bastasse - è stata dila– pidata la cifra di trecento milioni corrisposta dallo Sta– to a titolo risarcimento danni e i quattrocentoventicin 4 que milioni Concessi,· sèmpre dallo Stato, per contr'ibuti straordinari. Al personale della GI (circa 650 persone) gli sti 4 pendi vengono pagati con il ricavato, della vendita de– gli immobili, ma le trattenute per il fondo di quiescen– za, che vengono realmente effettuate, non vengono al– trettanto debitamente versate alla Previdenza Sociale. Come chiamare questo gioco di prestigio se non uno scandalo pubblico? E come giustificare che agli impie– gati dimessi dal servizio per « sfollamento volontario>> (subito sostituiti da altri, raccomandatissimi) è stata trattenuta, all'atto delle liquidazioni, una ingente som– ma per « regolarizzare la posizione assicurativa>>· che invece, malgrado le sollecitazioni della stessa pt'eviden– za sociale, non è stata mai regolarizzata? Questi sistemi dei commissariati a vita (la GI non è il solo) in cui, contro tutte le Jeggi, si rimane seduti nella poltrona conquistata, accumulando cariche a cariche, senza neppur preoccuparsi di amministrare bene il denaro dello Stato, è uno sconcio che dovrebbe finalmente cessare. In previsione di giugno proSsirrio, che vedrà scadere - non sappiamo con quale esito - la convenzione GI - PCA, è stata presentata al Se– nafo una ennesima interrogazio'ne (27 febbrajo '57) a firma dei senatori Salvatore Russo, Zanotti - Bianco, Condorelli, Cianca, Smith, Cerabona, Nasi, .Cermignani, Paolucci di Valmaggiore, AgoStino. In essa si chiede a quanto ammonta il passivo dell'Ente, per quanto tempo ancora si pensa di far durare il reginie commis– sariale, se allo scadere de1la convenzione con la PCA si pensa di rinnovarla e con quale giustificazione. Nella conclusione si domanda: « Se si attende, per di– chiarare liquidato l'Ente, la totale distruzione del pa– trimonio o se si pensa di farlo vivacchiare ancora con la vendita degli immobili e con iniziative di carattere comÌ)\e!ciale a beneficio della PCA e di una ri– stretta burocrazia centrale, col prop'Osito di trasferire in ultimo le pas~ività residue al bilancio dello Stato>>. La domanda - come si vede. - previene da par– lamentari di diverse. parti politiche e, dopo tredici anni di guai, merita finalmente una risposta. Speriamo sia la volta buona. I RICORSI DE.LL4 STORIA u .... e s1 m1z1a l:l seconda fase del governo comunale, detta "periodo podestarile" .... ,1 (Solmi, storia del diritto ituli:ino, p. !'i.'il), cc· Spesso egH è, nel linguaggio delle cro– nache e dei documenti "dominus civita– tis ", il signore, il reggitore della città 11 (l'olpe, Il Medioevo, p. 311). (158) nuova repubblica Il LETTERE AL DIRETTORE Il LIBERTA' DALLA TVTEL4 Pubblichiamo la lettera indiriuata dall'ami– co Roveri a « La voce di Ferrara)►, in risposi.ci a una critica che U direttore Don Zerbini avevlt rivoli.o alla notci dello stesso Roveri apparsa su N. R. del 3 febbraio. Tale lettera non è stata pubblicata 1a1 settimanale ferrarese, « per ra– gioni di spazio», nonostante che Don Zerbini ne criticasse il contenuto. FERRARA. 20 marzo 1957 Caro Don Zerbini. dal momento che Lei, bencbè in termini di cordiale educazione, ha condotto nel Suo settimanale tm attacco a fondo contro di me, mi vedo costretto a chicdel'Le un po' di spazio per la mia doverosa nutodifesa: a Lei natural– mente l'ultima parol~ sul Suo giornale, co,ne a rne sul mio. Anche Lei, Don Ze1·bini, ha la mia stima, per la ~in 4 ce1·i'l.saldezza. della sua fede e il coraggio co·n cui la di– fende; e neppure io intendo attaccare la Sua personn, f'he. no11 è in disc11S$iOne: dt.",:.idero soltanto pl'ecisare il mio p0nsiet·o. l) Lei dunque SCl'i\·o· che io dirnontico che « la let– hH·a clell'Arci,·escovo non afTronta çlireÙanwnle e in sè il problema clell'insegnmnento, ma il rapporto t;·a genitori e scuola. Ed è question~ diversa. Niente m0ra,·iglia. dun– quf', che vi si rivolga un appello alle famiglie e 1:1ll'Azione Cattolica, chiarnata in causa, quest'ultima, non in quanto appogg0rebbe l'« integralism9 fanfaniano, ma in quanto è strnniento scope1·to e legittimo Por attuare nelle famiglie la coscienza cattolica». Senonché, Don Zer·bini, non sono io a confondere i due (•ertamente distinti problemi del– rinsegnamento e del 1·appo1·to fra~ genitori e scuola: la contaminazione che Lei mi a{t-ribuisce lo rho t.ronita· bel 4 l'e « pel'petrata. » ad opera dell'Arcivesco,·o sle,:.so, eh(} infatti scrive,·a: « Può la famiglia cattolica, può 1'1\zione Cattolica restare indifferente alla sl,·age cli anime gion1- nili compiuta anche solo da qualche insegnante ateo, posi– ti,·ista o idealista, nuu·xisln, esistenzìalistft, laicista. stato– latra, sòstenitore .cli una morale della situazione, assertor·e cli un falso realismo, negato1·e della morale c1·isha11a? » Ma poi l'Al'civescovo non specifica « che cosa» debba fare !"Azione Catt0lica: di q11i è nato il mio articolo. Né mi pare che 4.A'.l.ione Cattolica sia stata chiamata in causa clall'Arcivesco,·o nC'I senso che Lei dice, cioè qua!c– strumento per attuare nelle famiglie la coscien'.l.a catto 4 lica, e ciò perchè, ogr1ettivrimente, l'AC non è soltanto questo strumento. Lei non doveva ospitare, Don Zerbini, pt'op1·io sullo stes:eso ntlffiero del suo giom.<tle, un articolo di fondo de.I professor Gedda, presidente dell'A'.l.ione cnt 4 • tolica italiana, l'uomo che, in occasione delle penultime ele'.1.ioni amministrative romane, ha cercato in tutti i modi di spingere la Democl'azia C1·istiana ad una alleanza con i fascisti ed i monarchici. Quanto poi a « insegnare agli insegnanti», come Lei mi fa dire, le chiarisco che ho semplicen1ente espresso il tirnore · di tutele giuridiche e Paternalistiche protezioni della « ve1·ità » cattolica nella scuola di stato, attraverso la solita concatenazione AC-Cornitati Civici·Democrazìa Cristiana•"Parlamento-Governo. 2) Pel' quel che rigua1·d11 il mio < ottirnisrno ,, non ho ~he da ripetere quanto ho già sc1·itto, pregandoLa <li leggere con maggiore attenzione: « ci sa ranno Anche inseA gnanti indegni ( lo ammetto, lo ammetto!) che, venendo meno al loro precipuo dovere (che è quello di educare O.Ila discussione e alla critica, e non di inculcare le 1lropl'ie pei·sonali convinzioni), trasformeranno la cattedra in tribuna politica. ed ideologica; ma bisogna confidare che i ragazzi, come accado selllpre, saranno i loro giudici pill severi e spietat_i, e che quegli P,CCcssie trayiamenti si condanneranno da. s~ alla sterilità più controproducente:,,. Quando poi afferma che « il dubbio sistematico nel– l'adulto è sempre scetticismo nel giovane e.... l'inquie 4 tudine dell'insegnante è negazione nell'alunno>, e che io non conosco « la verità iodivisibile cli cui si sostam1ia il carattere:., allora, prop,·io, non mi 1·iesce ·più di capire. 3) • Lei conclude così: « Quanto inutile scrupolo per la liUe1'tà da parte di chi ammette di non sapc1·e da clH~ parte si trova la Yerilit ! ,. Come sarebbe a dire? \ioler·e che tutti sianò libe1·i di affern~n re e diffondere verità anche diverse dnlla nostra non si~n.ifiça, affatto non avere una propria verità! · 4) Lei mi assicura che l'Arcive~covo non ha radicato nell'animo un ideale d_i scuòla qnale Si sal'Obbe sporimen4' tato durante il fascismo: ne prnndo aUo con vivo com· piacimento, perchè so ~he Lei co11osf'e assai I.iene il Suo Arcivescovo. ' ' 1 · · NtJn potrà però impedirmi, carìssinio Don Zerbini. di rammaticanni che le gerarchie eccle1,riastiche italiane non seguano resempio di q11elle fr:mce,si, lo quali, in occasione delle ultime elezioni politic•ho, hanno lasciato libero l'elet.-· tore cattolico di Votnl'c per ·cpil'llunque lista, cd an'.l.i hannn vietato a qmdunque CAnclicl;1to di J)resentarsi in veste cli cattolico, separando nettamente religione e politica. Qnanto poi ai nHci -nmici fiorentini Le dn·ò,.Don Zn– liini, che io milito eia anni in nna formazione· etico-poli– tica, quale il movimento di VniH~. Pdpolare, in sinto– matico accordo e significatiYa conwnanza •con un catt.olic·o come Ar·turo Ca..Jo Jomolo, che non credo Lei possa con– siderare «scomunicabile, perchè .non à inai uscito dalln 01·todossia. Non crede, clunq11e, non.11Zerbini, che, assai pili importante della trincea in cui ci si trova, sia il ·ber– saglio verso il qHale si indiriz1,a il pro.p1·io ti1·0? Grazie clclrospitalitù. St,10 Alessa.nd,ro Roveri

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