Nuova Repubblica - anno V - n. 13 - 31 marzo 1957

8 Il caso De Nicola 11011 è finito A CCETTATE dalla Corte Costituzionale le dimissioni di De Nicola, incomincia propriamente ii « caso » De Nicola. O meglio, si apre la questione, irrin– ·viabil•2, della piena pubblicità dei motivi che vi hanno condotto. Si avanzano, com'è noto, più ipotesi: quella del contrasito sulla OTganizzazione del lavoro della COrte, fra il Presidente ed alcuni giudici; quella di un profondo dis– senso di visione giuridica del lavoro; quella di una sfi– ducia, determinata da un delicato ,e non documentabile, forse, attrito fra la·sovrana laicità deUa Corte, e l'inter– ferenza, costituita più da atteggiamenti di persone che non da espressi abti politi.ci, deUa Chiesa. Raccogliamo d•2He voci, s'intende, non diamo delle notizie; non siamo semi– natori di scandali, e non desideriamo la chiassata dopo l'incidente. Tuttavia, al punto in cui son giunte le cose, ci. domandiamo se non sia gra1t tempo che in parlamento si abbia quella spiegazione, che sinora né il Qui~inale né la Corte hanno ritenuto di non poter propalare. - Noi ci rendiamo perfettamente conto della delicatezza delta questione. L.,esistenza di una Corte ~9stituzionale, non solo in una fase di trasformazione del regime poli– tico italiano, da formalmente liberale a sostanziazrr.,znte democratico, ma· di concorso e di compromesso tra forze politiche laiche e clericali, costituisce un'occaSione, in cui diventà rigidamente, palesemente <espressa, i~ sen– tenze e formule giuridiche, tutta una materia che infiniti opportunisti. preferirebbero veder sistemata nelia· prassi politica quotidiana. Probabilmente le· dimissioni di De Nicola si iscTivono nella complessità di questo processo, e sono suscettibili di una dup! i.ce interpretazione: s-znso di gratitudine e di riconoscimento per il giurista che vuol dare, a quel processo, la formulazione più sic'tL– rcimente libera .ed ogg,zttiva; senso di perplessità, di– nanzi ad una ri'nunzia, che indebolisce la funzione della Corte, e lascia allarmati per il suo avvenire. I· cauti, diMnzi a qùeste prospettive, pref.zrirebbero forse che si lasciasse la situazione impregiudicata, che il pubblico potesse continuare a confondere il piano obbiettivo di rag-ioni che possono aver ispirato il gestb di De Nicola, con qwzUo soggettivo della sua offibrosa soUecitudine di unanimità. ' La Corte sola poteva, se·• voleva, lasciare eh~ conti– . nuasse questa çonfu.sione: lq poteva, d0:11-dq. a De· Nicola . , le garanzie da lui• richieste per pater -creden aUa una– nimità della sua fiducia. Nel momento, però, in -cui la Corte ha invece accettato le ~ue dimissioni, il « caso per– sonabz » di De Nicola è conchiuso, e incomincia quello pubblico. Si tratta di saper~ che cosa c'è dietro: di sapere se non esistano sulta Corte influenze inammis– sibili, e, al suo 1:nterno, tensioni ·inconfessate; si tratta di sapere se gli ambi•znti gopernativi ne abbiano in ogni momento favorito l'autonomia e garantito l'osser– vanza. IL paese h.a diritto infine di giudicare se « singo-– lare» sia il ~1nperamento del Presidente, o il· funzio– namento della Corte; se siamo di frorrte alla stanchezza di un vecchio, o, piuttosto alla prima, davvero grave crisi dello Stato repubblicano. ' ** Difendere la Corte Giove-dì 21 c. m., si sono ritiniti presso la sede del MovimentQ_ « Unità povolar~ > e per iniziativa di questo, i,. dirigenti delle leder.azioni provinciali di: Comunità, P. Radicale, P. Repubblicano /tal., P. Socialist(, Italiano, P. Soci.alista Democr,atico Italiano, Unione SociaUsti Indip., per· esamin~re la crisi apertasi 1ièlla Corte Costi~uzfonale con tè dimissioni di De Nicofo. Sulle cause e sulle re– sponsabilità d·i tale crisi si è riscontrato fra tutti i pre– ,senti una sostanziale identità di vedute. Unica voce di– scordante quella dei socialdemocratici, c}ie hanno mini– mizzato il grave fatto oggi all'attenzion~ del paese. Da questo atteg{/iamento, · che ha destato vivo stupore nei rappresentanti ·de{}li altri partiti, i dirigenti del PSDI hanno poi esvresso pare1:e contrario pe'r una presa di po– sizione_ in comune di tutti i Partiti e Movi?TI,enìi Presenti alla riunione a diiesa della Corte Costituziofl,ale e per so: lidarietà con il sen. De Nicola .. Nella successiva riunione d·i venerdì 2?, è stato quindi /orniulato il seguente o.d.g.: « I sotto~critti P(irtiti e Movimerti politici (Jederazion-i l)iemontesi), denunc·iano l'ostnizionismo governativo, le resistenze della buiocrazia, e le pressioni clericali, che hanno de.terrninato l'attuale cr-isi della Corte CostitH.zio– nale repubblicana; sottolineano la gravità di una situa– ;:;;ioneche. p~trà essere superata soltanto con una più at– tiva partecipazione della pi1bblica opinione alla vita po– 'itica, al fine di evi.tarè che ancora una vo.lta s·i imponga in Italia un 1·egime · aitidemocratico ::.. · Per il 31 _ marzo è prevista una vubblica manifesta– zioni al Teatro Carignano, nel corso deÌla qu~le ·pa~le– ranno, so.tto la presidenza di Riccardo Peretti-Griva, l'on. ?'ar{!ettf,_il prof. J.'ramarollo e l'on. Villabruna. (1 'i6) nnova repubblica DINO BOSCHI RIFORMA ECONTRORI LAVIA DEU/ EUROPA . . (continuaz. da pag. 1) grande sforzo per non lasciarsi tagliare fuori dal grosso del movimento operaio• europeo, il quale opera in con– dizioni economiche molto più favorevoli delle nostre, e Per assicurare alle zone depresse del nostro paese un ritmo di sviluppo superiore alla media. Non è ammis– sibile, infatti, una politica d'investimenti nei paesi co– loniali, il Cui principale movente rischia di essere il per– petuarsi di situazioni colçmiali sempre più passive, al costo di un ampliamento de1le distanze fra le zone più_ avan– zate e quelle più arretrate del continente europeo. Ma, anche per assicurare il successo di queste rivendicazioni, per non subire passivamente l'iniziativa delle forze eco– nomiche più_ audaci e più spregiudicate, il movimento operaio deve porsi in posizione di lotta, di riveD.dica– zione; di partecipazione attiva· alla costruzione delle strutture e all'elaboraZione degl'indirizzi di politica ·eco– nomica, e non in posizione di sterile protesta. Con 1a protesta non si cava un ragno dal buco; con la lotta, forse inizialmente non molto, .ma almeno qualche cosa, che, col tempo, può diventare moltissimo. Si deve deplorare che i trattati del Campidoglio siano stati opera della diplomazia segreta, senza che· i parla– menti e l'opinione potessero rrìai esèrcitare ·il loro con– trollo sulla loro elaborazione, ma le difficoltà e i pre– giudizi ·della diplomazia tradizionale che si dovevano superare erano notevolissimi. Ora, comunque, ci si trova davanti a testi che, pur non essendo _immutabili, por– ranno quasi certamente i parlamenti di fronte a una sola alternativa: ratificare o non ratificare. La battaglia per gli emendamenti rischia quindi di avere una portata· piuttosto limitata. Quale che sia la posizione da assumere di fronte al problema della ratifica, che, contrariamente al caso della CED, appare abbastanza probabile in ognuno dei sei parlamenti interessati (compreso quello francese), si apre fin d'ora il problema della politica da seguire nelle istituzioni comuni. E' un compito seriò .per la sinistra democratica italiana, al quale essa si dovrebbe accin– gere con senso di ..responsabilità, con spirito d'iniziativa, con prontezza e con audacia. rAOLO VITTORELLI

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