Nuova Repubblica - anno V - n. 13 - 31 marzo 1957

'71. u o Vlt ~~~~Di~ repuh/JL \:n~-0 ~omitato direttivo:' TRISTANO CODIGNOLA {direttor~ resp.), ?IERO CALEFF.I, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITT-ORELLI. Segr. di redazione 1 GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e .redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm. 1 Firenze, Piazza Indipendenza 29, t'3I. 483-207,8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Pi'lnted in ltaly. St. Tip. ~ «La Nazione., Firenze, Via Ricasoll 8. 156. · ANNO.V .• N. 15 Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per ltaÌia e Francia L. 1500, sem. l. 800, trim. L. 450. Estero: l. 2000, HOO, 600, Sostenitore L. 10.000. ·e/e post. 5/6261, «la Nuova Italia., Firenze Gli abbonamenti de. corrono daWinizio del mese. Per pubblièità rivolgersi all'Ammi• nistrazione Tariffa: l. 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA LA. VIA DELL'EUROPA ·di PAOLO VITTORELLI J :.TR"ATTATI. firffiati il~ 25 maTzo scorso, a Roma, in:~ •._ ··,\~ç!ampidoglio, fra i rappr~sentanti del Benelu.X .;,. 'S-..~1PniOti·e doganale fra il Belgio, il Lussemburgo e i '~3:~lj . .Bassi), della Francia, della Germania occidentale e dèll';t,tàlia, per la creazione di un mercato comune europeo ''è di":-uìÌ.aComunità. atomica europea possono diventare un pasS6 ~decisivO verso runificazione dell'Europa e costi– tuire i:osì una svolta radicale nella situazione politica del·~·nostro continente e nei suoi rapporti con i due grahdi blocchi di potenze. « Possono » diventare uno strumento di ciuesto genere, ma non lo diventeranno necessariamente, 3.nche Se creano condizioni favorevoli in questo senso. Possono diventare tali se, alla creazione delle nllove strutture europee, alla loro articolazione, all'elaborazione della loro politica, alla trasformazione dello spirito apparentemente apolitico e liberista çhe le ,impronta in partenza in uno spirito di riforma politica e sociale e di intervento collettivQ dei pubblici poteri· nell'economia europea, parteciperanno atti– vamente il moviffiento operaio e le forze democratiche avanzate dei ~a"ri-p3èsi àderenti. Se il movimento Operaio - una parte non indifferente del quale, specie in Francia e in Italia, ha già preso .una posizione pregiudizialmente ostile ai trattati del Cam– pidoglio, per ragioni connesse alla solidarietà con uno dei due blocchi di potenze, - dovesse rimanere estraneo, passivo, o, peggio, ostile, di fronte àlla lenta e fati'cosa créazione di un'Europa unita,, se il mercato comune do– ves&e fimanere quale è stato concepito dalla maggior parte dei suoi artefici, ossia un mercato il cui~ sviluppo si pretende affidare al libero giuoco delle fol'Ze econo– miche, allora sarebbe nata il 25 marzo una più forte Europa unita nel capitalismo. Ma il moviménto operaio non dovrebbe ricercarne la responsabilità in altri che in se stesso. Analogamente, un'Europa unita che si limitasse alla unificazione graduale del suo inercato e alla messà in comune dei suoi sforzi per impadronirsi dell'energia ato– mica e per utilizzarla a fini Pacifici, senza proceP.ere rapi– damente alla creazione di strutture politiche cOmuni, non avrebbe lo strumento indispensabile, - ossia il potere politico comune, - per svolgere una politica unitaria europea d'intervento pubblico, suscettibile di dominare il libero gioco dei grandi monopoli internazionali esi– stenti o suscitati dal mercato Comune, e di procedere alla trasformazione dei rapporti sociali in Europa nel mo– mento stesso in cui si accrescesse la prosperità del nostro continentJ. Da queste .due premesse nasce, per i socialisti e i democratici italiani, una conseguenza logica chE. impone loro di assumere senza tèrgiversare coscienza delle pro– prie responsabilità: non si può rimanere assenti da:lla costruzioùe dell'Europa, sia· 'pure sull_a base· monca e imperfetta· dei due· trattati firmàti il 25 marzo; e si deve Operare per determinare d'urgenza le condizioni neces• sarìe alla creazion~ di organism( politici capaci di essere, in mano alle .f'orze avanzate europee, lo struinento di conversion.~ d~ll'l!.~it_à liberiSta e ~aPitalista ~~ll'Europa in un'unità ~irigista e socialista. La partecipazione attiva ~u•aSsemL~a 'è alla commissione (munita di pÒteri ese– cutivi) del merCato comune e 'dell'Euratom Può essei-e un'utìle piattafofnia di lancio per farne degli 01;ganismi politici o Pef dar vita a organismi pOlitici unitari inte-: ramente nuovi. · · europeo, favorire la su3 ·divisione fra mo~i~eato o.peraid dei paesi. ricdÌi e movimento ·operaio dej paesi poveri, come il noStro; in qùestO seQso;vf°è da temere lo schiac~ ciamento ~elle ·aree depresse;· ·éorrie,11·,nostro Mezzogiorno, 3. .faV'ore delle aree avanzate; che S'àrebbero favorite, a danno delle pTime: dalla soppressione delle barriere do– ganali interne e da una politica doganale ,comune vetso i p3.esi esteri; ·infinè, l'estensione del mercato comune ai territori d'0ltremare· rischia di farci assumere le .'passi– vità degli altrui colonialisrrii. Tutte quesie obbiezioni ·sono serie: m;1 ~ croUano non appena si vada in cerca di un'alternativa allà creazione di istituzioni comuni europee. Il mercato comune e l'Eura– tom non sono la· CED. Di fronte alla CED era perfet– tamente giustificato l'atteggiamento di chi af'fèrmava: me– glio non cominciare a, fare l'Euiopa. che iJàI'tire dal– Paborto della -CED,- il q\lale ne vizierebbl interamente e in modo irreversibile lo spirito.,Chi, pur'..Volendo l'unità europea·, s1 è opl)osto àua CE ; tov,a oggi conforto in ·un'evoluzione della politica europea 'che non'ha• condotto alla guerra e Che ·non 'h:f chius·o - 8.nzi, ha- favorito - un'.ulterior~c.:,_voluzione u~itaria._ : . L'alternaUVa al mercato comune e all'Euratom non è dunque un'altra pausa ·nel processo di unificazione euro,. pea: è il mantenimento del cao!5 economico, abbandonato ad un _gioco anco:,; più sregolato., dei monopoli privati internazionali, controllabile. - 1 atldove veramente lo sia• - esclusiVamente .su scala nazir,nale, cioè inefficiente, e non su scala euroPè8; ma è anche la debolezza econo– mica e atomica permanente dei sei pàesi _aderenti, i quali sarebbero costretti a subire l'indirizzo imposto loro dalle potenze maggiori, che dirigono i blocchi e che sono le e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, regisHato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an• che se non pubbllcati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene Inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spedfz. in abbonàm. postalè Gr. Il. 51 MARZO 1057 • L, 40 uniche che controllino i sègreti atomici e i mezzi per sfruttarli politiçamente ed econoffiicamente. · Per sottràrsi al contrq,llo. dei blÒCchi, per ritrovare la loro autonOmia di decisioni, sul piano politico COI)'lesu quelÌo economièo, le nazioni della « piccola· Europa » debbono· spèz±are il circolo' vizioso che le condari:n.a all'asservimento e il cui capo parte dalla loro debOlezza come « piccole » nazioni di fronte allo strapotere delle grandi nazioni circondatesi. di una fortezza fatta· di pie:. cole. nazioni. ' Solo spezzando questo circolo vizioso con un inizio di unità fra le piccole .nazioni sarà possibile estendere questa « zona neutrale»: (ci si consenta l'espressione, an– cora arbitraria, che mira solo a distinguete una prospét– tiva europea indipendente. dai due blocchi, qualora alla sua creazione il movimento operaio si decida a contri1 buire 3itivamente); solo facendo una « picçola .F;,uropa » gradualmente emancipata dalla dominazione dei grandi monopoli e delle forze reazionarie europee e mondiali sarà possibile creare la piattaforma sulla qllale Potranno convergere le altr~. nazioni europeé, al fine di trasformare la « piccola » Europa in grande Europa libera dagli at- tuali blocchi imperialistici. · Ma per fare una politica estera della « picèola Eu– ropa», la quale crei le premesse della « grande Europa », bisoglla cominciare con l'accettare la sfida lanciata alle forze di progresso dalle forze conservatrici europeè - le quali si pongono esse stesse su una posizione ·obbiet– tiva di p~·ogresso economico, anche s~ -9.onryee:essa:l"famente politico e sociale - e assumere immediatamente, nel quadro ~elle is~~tuzioni eu1:opee create il ~5 marzo, senza esaurire. il potenzi_ale di azione del movim~nto operaio jn una steriÌe .lopp6siziorie pregiudiziale ai trattati del Cam– pidoglio, uila pÒsizione di lotta, per dà.re alle nuove strut– ture~ alla nuova politicit econoni.ici1, alla traduzione in atto dei princi.Pi · di libertà• di circ·olazione delle merci, degli uomini e dei e'apitali, l'impronta ·ai un movimento operaio vigoroso e attivo, di uno schieramento democratico pronto a partecipare alla costr.uzione dell'EUropa, per· farne un'Europa democratica e non un moderno ba– stione della reazione, edificato secondo una tecnica per– fezionata e audace. Il movimento operaio italiano dovrà compiere un (segue a pag, 8, 2.a coq Una serie di obbiezioni si affacciano immediatamente contro una conclusione simile: i trattati del Campidoglio comprendono solo. una parte limitata dell'EurÒpa, pos– sono. perciò dive.ntare uno strumento strategico .nell'am., bito di uno dei due blocchi contrastanti, legando ancor, più fortemente i singoli paesi aderenti alla politica di questo blocco; essi sono stati concepiti in uno spirito che non ha nulla a che vedere con il socialismo, da forze politiche disposte a fa.vorire il gioco dei grandi monopoli; possono, anzi, nell'ambito dello stesso movimento operaio MODULO VANONI - cc... Proprio in primavera, quando

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