Nuova Repubblica - anno V - n. 11 - 17 marzo 1957

8 {r, C.orrie1·e della Ser_a bandisce la cacc(a ai fr!f'i nelle bw·acche provvisorie di Milano} . (Dis. '1i Dino Bosclri) I RACCONTI DELLA NONNA - e< Quando nonno venne ad abitare qui aveva dieci anni,. PAESE CHE.VAI Ore ventiquattro A LL'ASSEMBLEA della Confìr1dustria, il ministro (( òel\'jndustria, on. Cortese, non ha deluso. La siia -- appassionata difesa del mercato comune e le sue valide argomentazioni per dissipare i dubbi ancor molto r-1umerosi in taluni ambienti industriali, è stata quanto rnai opportllna ,. Così 24 ore nel suo editoriale del 27 feb~ braio u. s. Fin qui nulla di notevole. Il bello però viene dopo; quando cioè si leggono cose da lascial'e esterrefatti: .,Noi non possiamo condividere il_ compiacimento del– Ì'on. Co,:tese per la nuova legge petrolifera»; e più oltre: « r:ioi non possiamo condividere 1e autofelicitazioni che l'on. Cortese si è rivolto per la pretesa soluzione data al problema delle tariffe elettriche>; ed infine: « la difesa fatta.' dal mini.stro Cortese del progetto di legge sull:enet·– gia nucleare ..., nonchè del carrozzone internazionale noto col nòme di Euratom ci ha la.sciato molto scettici,. L'at– tuàle ministro dell'industria sarebbe reo di « aver attuato una politica economica statalizzatrice ed una serie ininte1·– ~otta di misure _governative e disposizioni legislative che giustamente Joo"no'stRte battezzate di 'ai1ertnrà economica a 'Sinistra' ». La cosa ci lascia allibiti. L'estensore della nota dice sul serio Oppure fa il finto tonto? Sar~hbe bene che g'H 1 industriali suggerissero esplicitamente il nome del Tn!.nistro dell'industria che gli va a pennello; ma du– bttiafno. assai che, in questo momento, si trovi sulla pii{:1za uno .Più _adatto ai loro interessi dell'on. Guido C<!r't.e'se. Il Tog11Lio fatti è già stato impegnato nel di-· m<,>Str~reagli~ ita1iani che le « partecipaiioni » sono una co~'a; sefì~ è ch.. e quindi conyenà usarle con la maggior dis-crezione possibile. ,'"· . t~ colonia delle peri~_ S JAMO andati a spigolare in un sussidiario di scuola· elernentare, dal titolo (/erchiamo insieme, Editricè , La Scuola di Brescia, 1955; autori Gesualdo No- 8engv (religio,1e), Camillo Tarnborlini ·(educazione morale e civile), Armando Arri1ando (storia e gQografìa). Il titolo· 0 il nome degli autori _hanno jncitato noi maligni a ··cer...., èaié ~le Ile pirle; che fan colonia.· Per esérnpio; eccone un3: p·icèola picèolii.: « Dio ave:ra cori.1andato "a Mosè che i · bOSterllmiatori fossero subito lapidati. dggi non veng~no lapidati (gUarda che peccato!), ma presto o ·ta.rdi sar.inno tutti ugualmente puniti» (Voi. IV, p. 14). Pl:obabih{iente è in vista di una indagine statistici\, ~. come ·surrogato del referendum sulla fede religiosa degli italiani, che si rivolge agli scolari questo dolce itlterrogatìv'ò: « Le per– sone che voi conoscete che,. coSa dicono dei sl\cerdoti? ». E subi\v dopo: « Se venissero a maricare i sacerdoti cat– tolici, che cosa accadrebbe ai cristiani?°;~ (Voi. Y, p. 2G). Inutile profetare, perché non c'è pericolo che" i sacerdoti cattolici vengano a mancarci. Qualora tuttavia volessimo dilettarci in questi giochi innocenti, osererrùno antivederè la scomparsa fulminea di milioni di gerarchi, gerarchetti,· gerarchini ~ impiegati ministeriali al seguito della demo– L"."azia crhtiana, ma in cuor loro ferocemerite miscredenti. S:ono oosì attaccati ai beni terreni che non c'è veri:JO di fargli credere nel Paradiso. Le · migliori perle si, ~escano tH.tU'analisi, at.oriCO'-edu .... cativa.. < In una loU.a tra nazionalisti e socjalisti - avrà forse pensato il re Vittorio Emanuele III - nofl avrebbe potuto portare l'ordine e la pace un capo che era.statò socialista~ che era poi diventato nazionalista?») (Voi. V, p. 159). Donde il sospetto che il re si"dilettasse, oltre che di· numismatica, di sciarade incatenate. Certo è che « Mus~olini" era nn uomo intelligentissimo; amava il popolo, amava l'Italia» (Vol. V, p. lGO). Pur– troppo « rambi~ione condusse MussoliÌ1i a guerre in parte n°'t"";_.giuste, forse, ma soprattutto non preparate a suffi– cienza». Nuovo sospetto: guerre par✓.ialmente non giuste, ma fol'se giusle del tutto ... Il duello ci divide! L A RIVJSTA mensile Aagfornamenti socfali 6 - come spiega la manchette - « emanazione diretta ed esclu– siva del Centro Studi Sociali, ossia di un gruppo cli _Padri Gesuiti specificamen~ _preparati per lo studio dei problemi speciali. GIi articoli dei singoli redattori, ben– ché"·fim1ati, rispecchiano il pensiero e ~oinvolgono la re– Spònsabilità di tutto .il· gruppo ». Il cl'iterio su cui è co– struita la rivista 'è quello di schede, scrqpolosamentè cu– ~·ate, su tutti i problemi della socieHl contemporanea. Non esitiamo a consigliarne la lettura, dacchb si sa bene che i Gesuiti sanno fare le cose sul sei·io. Nel numero deÌ gennaio l 957 trovla.mo una scheda dedicata al V Congresso del MSI. Le posizioni dei neo– fascisti sono raccolte in capitolçtti e paragrafi, corredati da poche righe di cauto commento. Interessante ripoi:– tare quanto si scrive a chiosa dell'ossequio esternato da– gli ·on. Michelin.i e De Mftrsanich alla S. Sede. « E' dove– roSo Prendere atto di questa profession·e di fede cattolica è di rispettoso omaggio alla Chiesa dei due massirl'li espo– nenti del MSI, com.e è doveroso riconoscere l'integriUl mo- 1·a1e e la rettitudine delle intenzioni di parecchi tra i di– rigenti, gli isc'ritti e simpatizzanti del partito missino. Dobbiamo tutta\,ia - si prosegue _.:...osservare che t.utto tjliesto non· basta per rassicurare ]a Chiesa nei cÒnfronti del MSI, soprattutto perché ... ~. Le riserve sono suddivise ~n tre punti. Al puì1to e) si dice che su _p!l,recchi particolari di diritto naturale il MSI « si trova su vosiziqni teoriche notevofniente diffe·rerlti da qu~ile insegn'ate ~alla dottrina SOci"alècriBtialla'».- Al punto'b) 'Si-·ossérva ;che il MSI ha - «·elementi è c6frenti·di ,lendènZe:apèi·tarnènte a?it-ic-ristiane cOme· quelle che· fannO ca.po ' al.la .,.jvista Ordine. nuovo». Al ptcnfo il) si .critiqa il fatt_o çhe il :M$I 1";.t:ollera,tra i suoi massimi esponenti, individui come Almirante- e Teo– dorani, i quaii non hanno esita"to a battersi in dHello, no- 1~ostante 1€! gravi censure eccle~iastiche contrq questa pi:atica ». _ . ,Fa un certo effetto leggere, come p1·ima riserva della Chiesa 11ei riguardi del MSI, il richiamo a un particolare minimo dèlla vita dei neofascisti quale appunto la que– stio1_1celladel duello fra Almirante e Teodorani. Il nuovo 1_11ottoche .ne· scaturisce sarebbe: la fede ci unisce, il duello ci divide! Abbiano almeno l'accortezza, certi di- 1:jgenti f~scis~i, di rispettare la circolare staraciana. Vi sarà allora un fronte unico e unito - dai laici ai padri Gesuiti ai missini - nel valutare il cavallo di battaglia del buon Cavallotti né più né meno che una fesse1·ia. Nan•v&le-le pena, per,,, questa fesseria, •di. compromette.tte i sa.cri. de– stini• dell& Patria. (f.54) ""eva repubblica MA1 1 ERIALISMO E CRITICA - D'ART (continuaz. da pag. 7) va fra « astrattismo » e «neorealismo», giaCché ambedue i linguaggi possono essere giustificati tla una loro even– tuale aderenza alla contradittorietà o, singolarmente, alla struttura sociale, non meno che contradittorietà cultu– rali e figurative. Del resto rimane anche aperto il dubbio se si possa efI~ttivamente assimilare sic et simp1-icvter il «neorealismo» nostrano al « realismo socia1ista » sovie– tico, benché sia chiaro che, se quest'ultimo non esprime nulla dell'URSS, nemmeno il primo è effettivamente «realismo»: la sconfessione, per ostentato silenzio, del Guttuso recente non può "lasciare dubbi in proposito. Mi sembra che là confusione a·i vedute sia assai ~-no– tevc;;le, ma soprattuttO preme avvertire quanto sia peri– colosa questa posizione, apparentemente di lealissimo fenomenologismo, che supinamente accetta i fatti più con– traddittori soltanto perchè presumibilmente corrispçm– -dono ad effettive contraddizioni sociali, mentre occorre indagare l'origine e la reale entità di quei fatti, stabi– lirne la discendenza, la funzione, le possibilità di svi– lùpI)o. Questo il limite dell'azione critica def Malteie, dei suoi interessi; una critica, la sua, paga di « indagare e collegare nel suo lavoro gli elemènti della struttw·a so– ciale che, pur non essendo di pertinenza stretta del pro– cesso artistico, servono ad muminarlo » (p. 14). E' quanto di più si possà veramente pretenderè da una critica «realista», anziché formalistica? J L PROBLEMA evidentemente va posto e risolto in ben altro modo: se, nelle arti figurative, il formalismo ha torto, è certo per fermarsi ai valori purovisibilistici, di v·alutare l'opera d'arte quale fatto estetico, distinto per la sua purezza ed idealità dalla prassi della vita. L'a·rte non può servire alla vita, non può intervenirvi, peq::hé serve soltanto a se stessa, non vale the in quanto arte. Così l'interesse pratico dell'artista, come il suo eVe'n– tuale appéllarsi nel linguaggio espressivo ad un oggetto empirico, subirà inevitabilmente una radicale catarsi estetica nell'opera di vera «poesia». La bottigl~a _as– sunta da Morandi diverrà un pretesto fantastico per. un puro gioco cromatico-luministico, al quale soltanto sìirà affidata l'espressione della moralità dell'artista, .e nçm sarà quindi più comparabile alla bottig1ia empirica; il volto di una Vergine di Piero della Francesca varrà sol– tanto· nella sua qualità di· ideale purezza geometl'ica, nella sua entità ovoidale, non più nella sua qualità es– senziale. La critica d'arte italiana, non credo si avrà difficoltà a riconoscerlo, muove tuttora i suoi passi, salvo ben rare eccezioni, in quest'ambito di pensiero. Reagirvi implica necessariamente rompere la con– suetudine di interessi a quello propri, considerare quindi il rapporto fra l'oggetto figurato e· quello esistenziale., riconoscere la funzione espressiva che l'artista ha affi– dato all'oggetto figurato (quindi perché lo figura, e per– ché, figurandolo, lo rispetta o invece lo deforma), o perché altrimenti ne ha fatto· completaménte a llleno; decomporre nell'indagine la struttura dell'opera per co– glierne gli elementi espressamente preminenti (inte.n– dendone il significato) di contro ai secondari e subordi– nati; chiarire il rapporto ed il significato di questa su– bordinazione semantica e simili. Rompere cioé il circolo degli interessi purovisibilistici ed estetizzanti, ammette– re che l'opera d'arte, permanendovi intatto, ed anzi aé– cresciuto dall'efficacia della suasività formale l'impegno concettuale o sentimentale che l'ha determinata, è desti– nata ad intervenire anche petèntoriamente nell'ambitO. della prassi, a farsi manifesto e tramite ideologico e con– cettuale, a divenire insomma esPressione diretta; in fi– gura anziché in parola, di pensiero. Si renderà coSì pos– sibile valutare la posizione storica di un artista dall'in– serimento della sua problematica nel. più vasto ambHo della problematica del suo tempo e del suo ambien_te culturale. Resterà chiarita la storicità del diverso atteg– giarsi della fenomenologia formale -ed ideologica di un dato momento storico, la necessaria precedenza od ulte– riorità di questa a quella problematica, i limiti dell'una e le possibilità di apertura dell'altra. Sarà riconoscere come un linguaggio storicamente affermatosi nell'ambito di una problematica abbia diverse· possibilità di comu– nicazione ideologica di un altro altrove affermato. Si renderà insomma avvertibile la necessità di riconoscere ia progressione ai' questo a quel problema, di questo a Quel linguaggio, contro qualsiasi tendenza ad ipostatiz– zare (come pretenderebbero ingenuamente i seguaci ·del del « neorealiSmo » figurativo nOstrano, le cui anguste origini del resto sono storicamente assai evidenti), con– tro qualsiasi quietismo in base a presunte storicità di contradittorie presenze, come nel caso delle attuali- cor– renti nelle arti figurative USA. Mi sembra che ciò sfugga completamente al Maltese, del resto ancora del tutto legato nella pra.ssi critica alla metodologia d'indagine della- critica « fofmalistica 1t,' combinata poi del tutto esternamente, nel contesto, con elenchi ed indagini tipicamente sociologiche. L'utilità del suo volunie è cOmunque nel ribadire, sia pure così gene– ricamente, l'istanza di una critica realistica, conie nel– l'affermare che «realismo>> non- è necessariàmente-got– tusismo (anzi che il guttLtsismo non è il vero realismo), né ripetizione dell'aècademia naturalistica fine. '800, e nello stesso tempo nel mostrarci ancora come da studiosi di stretta osservanza marxista in Italia non sia mai giunta una voce effettivamente valida a proporre· i foò.– d3.menti nuovi di una moderna critica d'arte, come di– mostr,a del resto, con sconcertallte evidenza, anche il recel1te ·volÙmettO ·di Ranuccio Bianchi Bandinelli, edito dal FeltrinelH, Orga:-nicità, ~èd i.\s-trazion.e. · ENRICQ CRISPOLTl

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