Nuova Repubblica - anno V - n. 9 - 3 marzo 1957

8 l'l'ALIA POLITICA I SULL'ORLO· DELLA ·CRISI A NCORA una volta un partito minore può essere de– terminante di grandi avvenimenti. Il 7 giugno è :- stato fatto da piccole « firme >l politiche, come la ,;nostra; era, già allora, la condanna del centrismo: un giudizio elettorale, se non parlamentare. Per Ql,lésta ra– gione, la fo·rmula conservatrice della (< solidarietà demo- . cratica » ha potutO avere un suo lungo resPiro. Oggi è un .altro partito di seguito non imponente, a dare la diagnosi del decesso quadripartito: il Repubblicano. Si può com· mentare in vario modo• il processo con il quale il PRI è · giunto alla sua decisione. Si può trovare l'apporto di Pacciardi alla tesi di La Malfa a mezzo .tra la furberia e il dispetto; ma era ad ogni modo il consenso di un .animo, che non suole rimangiarsi le decisioni. c:omunque · · vi pervenga. Il migliore aspetto, invece, della decisione · repubblicana, sta nella sua motivazione, che rivela una analisi approfondita della situazione: quella della con– clusione di un ciclo, lungo il quale la democrazia repub– ' blicana era stata minacciata da gravi opposizioni d.i re– ' 'gime, oggi sminuite e fortunatamente svelenite sia da ·dest,~a che da sinistra. Si dica pure che i repubblicani vedono dappertutto minacce alle istituzioni; è d·altronde, , questa vigilanza, la loro prerogativa. Espresso tuttavi2 in quel inodo, il loro giudizio politico acquista uno sfondo , più ampio della consueta polemica anticentrista. Si vuole, infine, essere maliziosi? Si vuol cercare, in ·questo atto di coraggio del PRI, un suo rilancio nazio– nare, una riproposta dei suoì leaders al paese, su1la cresta, appena visibile tuttavia, dell'onda di un fronte repubblicano? Sarebbe umano persino un interesse elet- ..torale di questo genere: umano, non nel senso che esso appaia condonabile, ma in quello più serio: che è nella logica delle cose, a non lunga, ormai, distanza di tempo. Ai repubblicani si deve dunque, ci sembra; un ricono– scimento senza riserve di un loro preveggente coraggio. La discussione più immediata richiede però che a SCA.llCJ~OLI Gli occhi dei siciliani S C LLA terza pagina de ll 'l'irreno, q1·1oti<liano « indi– pendente:$ di Livorno, si leggono molte amenitù che ~arebbe ingiusto sottrarre alla conoscenza dei nostri letlori. Soprattutto quando confribuiscono ad illuminare la condizione delle aree depl'es~e, la psicologin di quegli abi– tanti, i modi del loro riscatto. Oe'o si OJJJJl'esta al r11·nn debutto, avverte tal Roberto C:aggini, in una corri.~pondenza dalla Sicilia, pubblicata il 2fi febbraio u.s. Intanto « nella pr·imaver-a tutte 1e crona– che l'ites"seranno la ~ua stol'ia antiC'a, durnnte lo svolgi- 1111."nto di una assise internazionale cli arclwologi ». Questo l'Hlto suggerisce delle divagazioni: « I molti che vivono di pe.sca e i molti che vivono dediti all'ag ..icollurn hanno irnparato, da alcuni anni, l'archeologia. Anche i poveri 1·1tanno jmparata ,. E bt·a,·i i po,·e .. i, che poi, evidente. mente, nrnno. distinti da còloro che vivono cli pesca e cli attìvitù agricole. Brnvi in particolar modo « gli scavjni. tntti del posto, che noi1 8ono stati soltanto degli uon-,ini gcnitdi. l)iuttosto qualcosa cli più» { !) . . Quan_to agli avvenimenti culturali, essi si 1·ipe1·cuotono in fun11e inc!'edibilmente clas,;;iche nella vita delle donne isol;ine: « Esse con fervore 1·ipetono spe.'-SO la fra~e: 'A Eschilo la gloria!'>. Se il C:Rggini è così attento osscrva– tor(' clelle 1·ipercus.sioni cli manifestazioni clnssiche sul CO· ,•t11me. lo è un po' iTl€'no in fatto cli regoll' grarnmaticAli: « Dn ciò ne sono cle1·ivali benefici turistici e ne sono stA1i ::;critli rnnrnnzi ·ufficiali e ufficiosi ... » (?). ]nfine. riassumendo IR psicologia della gente cli SiciliR, !'alHt•1e Caggirii ·ci offre un in.'-egna,rn•nto pro,-;ioso: « Ab· hi?rl10 letto negli océhi cli questi siciliani <'he il loro orgo– gl 10 f>ra dovuto al po$ses..,;o. non solo di clocumen1 i dellH C'ivìltù ellenica e r·omanA, ma ~;.che dalla (sic) recente ~~-o!ierl<~, df.l JJel_rolio ,. [ Sl'nza cosciC'rÌza I N DATA 18 gennaio l!JGi ]/azione cli Novara se hi. . ..prende ~on gli ..obbietto,·i di cof:lcicnza: « Se ne parla . perché finiscono in tribunalé; scontan·o la'pcna inflitta' ·e quindi s·ono da capo :..,f'ssi continuàno ad e.:-sere obbict• 'tori di coscienza>. . Tanta perfida ostinazione va jJtmita con .un provYccli~ .:nent?: rnclicale:, « propone .. cli adibi,·e gli obbietto1·i cli eoscie_nza (per dai· loro ragione) a sel'vÌY,i, Ria pme fati– cosi e pericolosi,· ma jn cui "si e\"iti. l'uso cielte. armi•: è ;rn cl_i.s:co1:so cl~ Q~mbini. Sarebbe assai più scl'io tor/iere loro la cittad·inanza o. mi nppartengonO ed e;vpellerli daf/a. loro patria ». Siarno ansiosi di sapP1·e dai reclattor·i .delrAzione come intendono perfezionare questo pl'ogetto. Nel momento in cui l'emigrazione è sempre più cliflfr·ìtc, bisognerebbe tro– vare qualche paes~ compiacente (.Madagascar?) disposto a o.spitare i reietti. Forse si potrebbe proporre uno scambio aglt Stati Uniti: Jol'O ci mandano i gangster e noi gli manderemmo gli obbiettori di. coscienza .. questo punto si esaminino altri aspeiti della loro ini– ziativa., Venendo a coincidere con il dibattito ~ui patti agrari, il ritiro repubblicano dalla maggioranza avrebbe comul1que costretto il governo a smetterla di giocare all'~ssenza del numèro legale, dina'nzi alla richiesta di . chiùsura avanzata da comunisti e socialisti. Si profi-lava, come è' accaduto, l'inevitabilità, per il pt'esidente Segni, di verificare la sua maggioranza. Segni è uomo che vuole cadere in piedi, con una crisi parlam.entare. Il problema che pertanto si apriva era ora quello: crisi o nQn crisi; monocolore o no; elezioni anticipate, o attesa del tra– guardo costituzionale del '58. Probabilmente i repubblicani hanno avuto ragione a·d arrischiare qualche cosa. Per la tranquillità di tutti, avrebbero forse meglio atteso qualche mese ancora, po– chissimo intendiamoci, quanto bastasse a garantirci da elezjoni anticipate. Ma ritenendo probabilmente che que– sto pericolo sia già stornato, non hanno forse sbagliato nel conteggio. Per questa primavera, non sono pronti i democristiani; lo sarebbero forse, a rigore, nell'autunno: ma in Italia elezioni d'autunno non se ne sono fatte mai:. si va dunque probabilmente a marzo venturo, e l'azione del ·PRI potrà aver servito 8 decidere con quali - netti - Schiarimenti elettorali Ma ormai tutti vedono che, perché questo fine s·ia raggiunto, occorre che finalmente i socialdemocratici si muovano. Lo schieramento di alternativa democratica può avere un suo significato anche senza di loro, è vero; ma è anche vero, che, a queste condizioni, è la loro posi– zione dinanzi al paese che risulterebbe incomprensibile. Che vogliono.,,, infine? Nessuno li forza a far lista unica con i socialisti (l'esempio di Lecco, allo stato delle cose, è venuto anzi a più decisamente sconsigliarla). Ma ciò che l'eletto"rato non comprenderebbe, è un loro ministe– rialismo ad oltranza, al di là eventualmente• di una crisi Segni, attraverso un compromesso, oggi, con i liberali, domani forse a più alto prezzo, verso la destra. Né ci sembra che i socialdemocratici possano illudersi che si possa ora impiantare un governo di centro sinistra (DC più PSDI e PRI), con il tacito avallo dei socialisti. Ai socialisti conviene in questo momento la politica del– l'onestà, e questa consiste in una battaglia d'opposizione, su ragioni socialiste, 1a sola che ii definisca, oltre il loro congresso, dinanzi ai comunisti e dinanzi alla maggio– ranza dei democristiani. L'apertura a sinistra, cioè i voti s~:~gatori alla DC, poteva avere un senso nel periodo di "longa preparazione a Venezia, non ne ha più dopo questa svolta. Perciò i socialdemocratici possono sin d'ora persuadersi che il PSI non offrirà loro, per amore di unificazione, la gentilezza di appoggiarli al governo, quando tutto, nei loro interessi e nei loro impegni, li obbliga all'opposizione. E allora, dinanzi a quali alter– native ci troviamo? Prima: Segni resiste qualche tempo ancor.a, con epi– sodici, ma insostituibili voti aggiunti di monarchici. I socialdemocratici, vogliamo crederlo, in questo caso non avranno fatto che rinviare-Ja crisi: ma non acoetteranno a lungo questa protezionè. Non· vi salverebbero nem– meno la faccia, dal momento che sarebbe venuto meno il pretesto della loro lunga collaborazione con la DC, quello di preservarla dalla iattura c1el sostegno della h.52) nuova repubblica destra più conservatrice. Ma accadesse anche il più disd.i– cevole, cioè una ..qualche persistenza socialdemocratica in siffatto governo: quali problemi effettivi del paese si potrebbero risolvere, acutizzandosi anche più profonda– mente il dissidio tra il PSDI e una dest1:·a, non più solo liberale, ma monarchica? · La seconda ipotesi, soppesata ed esclusa quella del governo di centro sinistra con astensione perpetua dei socialisti, resta quella del monocolore. Non la vediamo avanzare a cuor leggero. Temiamo che, per essa, il costo della fine del centrismo sarebbe purtroppo assai alto, in quanto la DC dovrebbe r·eggersi su quelle- prestazioni pendolari, che impediscono di condurre innanzi qualsiasi . coerente. azione di governo. Certo, difficilmente si po– trebbe dare una sanzione più umiliante della volontà egemonica del 7 giugno: il partito ambizioso ·della. mag– gioranza assoluta, che viene sorretto, per irrisione, da questo o d,a quello, perché nOn faccia nulla, al solo fine che ·non cada, e non si determinino per forza; con anticipi fuori stagione e fuori opportunità, le condizioni della consultazione popolare. Ma noi non ci rallegreremmo di questa sanzione: a farnè le spese sarebbe il paese, com'è evidente, soprattutto in considerazione della jncapacità siri,ora dimostrata dai democristiani di conciliare le loro contraddizioni, se non con l'appoggio di éoalizzati laiti. Si dirà, che m questo caso, i laici si' presterebbero egual– .mente, sebbene non· coalizzati: ma, mentre malgrado tutto la DC può governare quando quel soccorso inte– grativo dai laici viene loro offerto sotto vincolo di una partecipazione governativa, ridotto esso al puro caso. si genererebbe H più convulso immobilismo democi-istiano c·he si sia mai dato sinor~. S EMBRA, a vedere così le cose, che le conseguenze della franchezza repubblicana non si annunzino troppo· felici; e così è Veramente. Nel tempo stessO in cui è giust.o compiacersi della esattezza deJle loro conclusioni, non bisogna nascondersi il passivo, il rischio che ne derivano. Il centrismo 'non è mai ..stato una Cosa illlegra in vita; e non lo è in morte Questo significa che, se non avremo elezioni antici– pate, se saremo retti dal governo pendolare democri– stiano, si richiede da tutti i partiti un enorme senso di responsabilità. Il governo poggerà su una sorta di tacito fair play con il parlamento, che deve altneno prevenirne l'impotenza nella ordinaria amministrazione Questa la prima cosa. La seconda è che non c'è un minuto da pe1·– dere, per l'intera sinistra democratica. La sua campagna dinanzi al paese deve assumere forme visibili, chiare, deve esprimersi, con priorità che una fatale inattività governativa renderebbe òra anche più urgenti, in un programma impegnativo. Nello stesso tempo, una piat– taforma con un minimo di persuasiva affinità per i yari partiti e movimenti che la compongono, non deve irri– gidirsi al punto da non lasciare a ciascuno la propria libertà di movimento. I repubblicani e i radicali ·sorìo gli alleati vfrtuali dei socialisti, ma la misura, ad esempio, dei loro vincoli futuri con questi deve essere decisa da un giudizio dell'elettorato, che graduando e scegliendo i consensi, apprezzi nel socialismo il socialismo, negli altri le loro specifiche caratteristiche. E i comunisti? E i democristiani stessi? Quanto ai comunisti, è probabile che non verrà da loro, ansiosi di non essere ancora giu– dicati sulla Polonia e l'Ungheria, una pressione per ele– zioni anticipate, o per l'intemPestiva rovina di un go– verno democristiano; da quest'ultimo è da sper~re, che per i suoi stessi interessi elettorali, non abbia a soggia– cere pericolosamente ai propri contrasti interni Entriamo dunque in una stagione agitata e confusa. Se deve essere il J>Onte, per il quale si possano rap:da– mente delineare le alternative più irriportanti per l'avve– nire del paese, la si affronti serenamente ALADINO {Dis. di DiHo /Josclli)

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