Nuova Repubblica - anno V - n. 9 - 3 marzo 1957

Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp. ), PIERO· CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI.Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. 0irez. e redaz. i Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza lr,dipendenza 29, te! 483·207 8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Print9q in lt.ily .. St. fip. de cla Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. 152 - ANNO V • N. 9 Un numero L. 40. Estero L. 50 Ur, numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo 1 per Italia e Francia l 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L 2000, 1100, -600, Sostenitore L. 10 000. CIC post. 5/6261, cla Nuova ltaliu, Firenze Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese Per pubblicità rlvotgersl all'Ammi– nistrazione. Tariffa I L. 15.000 per insehioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA TUTTO DASUPERARE di GIUSEPPE TAGLIAZUCCHI Caro Codi(JnOfo, i discorsi di Sanli e dì l-'oR al Congro,.iso del PSI con- 1f'11gono una valut.aziono di fondo dolla situazione sin– chic·ale che da tempo non udi_v~rno ci-:posta da dirigenti nazif)11ali. in modo così Ol'ganico e insieme così spregiu– dicatf). Si è finalmente detto che il dinamismo capitalista nt;n è soltanto un fenomeno predatorio; che esso può risolvere il problema cld rinnovamento delle strutture eco- 11on1ico-produttive, ma può anche provocare l'enucleazione cli arist.ocrn;-;ie operaie sostanzialrnente conservatrici i che t;;i corre il pel'icolo di. ar-rivarn ad una dittatura tecno– cratica; che, pur mante11endo11.e e sviluppandone l'elasti– cità, bisogna ricostruire l'unità della lotta operaia; che la Cl'i~i, prima di esser crisi di voti, è di slancio e di partecipazione operaia di base. Ma. .le valutazioni di fondo sono nna premessa, non u11a conclusione; ora, in queslo senso, San li e Foa hanno dello cose vitali ma insufficienti. Santi ha detto: « Nessun aincfocato, :nemmeno lei CGIL, che pure 1·imane la più nume,-osa, la più combattiva organizzazione, è in grado di affronl.are e di risolvere i problemi del mondo del lavoro da quelli tradizionc,li a q_uelli imposti dalle nuove f.ec11i– che JJrocliittive ::.. Amrnis:-:ione gravissin1a, che Foa ha francamente pun– lualizzal() dicendo: « B-isoo,ra restitufre il sindacato <&i /riuomtori affinchè vosMmo deciderne l'orgcmizzcizione, gli ol>ir~ttivi e le /onne cri. lot,fo, a.l d·i /11ori del/.e pl'essioni dei pal'tifi ». Q11e . .;te due frnsi sono finalmente qualcosa di pili delle a,rnfo~i pili o mon0 sprc-giudicate che,· cli questi tempi, fi()riscono sulla bocca dei dil'igenti nazionali, Jasciando il tç-111poche trovano. Sono due mom<.'nti dì trapas~~ d~lle gcnc-ndiuazioni alle puntualizzazioni. Ma, appunto per quc-:-it".e_j~e impegnano alla continuazidne del discorso;, ne Ctislilui ..;cono, anzi, so'lta11lo il tema. J cli~eOl'Si di Santi e cli Foa, in altl'e parola, hanno un ~('1180 solo se, in tm dibattito nel q1wle ai incontrino t11tti i /iveUi delforganiz::azione, essi vengono svolti sotto l'uspelto ideologico, tattico, organizzativo; o se questo di– hallito ~paz;,;on\ via le m('zze soluzioni e Je diplomazie f)l·r llOrre crudamente i tt>rmini dell'azione da intrapren– dl•re. Un diUc,ttito libero, non 7)reorclinalo. Qucr;to tipo di cli,.;corso non può infott! di:.;cendere per i mmi funziona– ria.li, dall'alto; deve salire dal basso. Un dibatti.lo aperto,· a.Ila diplomazia dei contatti tra vertici bi:sogna sostituire In discussione franca, anche se violenta, alla base. E, $.pecialmente, un dibattilo ch8 non voglia chiudersi nei tallici8rni e nei ripieghi. C'è infatti, nel cfo;corso cli Santi, un accenno al fatto che « il rinnovamento sindacale deve 1·accogliero ]a spint~ dl1i lavoratori che vogliono un sindacato unitario, ricon– dotto (illa su.a /-unzione tradiz.ionale di difesa degl-i inte– re.<n1i pl'o/essioiwli ed econornici dei lavornto1··i >. Che cosa ,.;ia qul'sta « funzione tradizionale> non è chiaro. E' però l<•gitlir11a l'interl?relazione che Santi pensi ad llll ritorno ullo funzioni puran"tento ("Conomico·coq;orttlin~ del sinda. cato: che cioè egli intenda l'apartiticità come apoliticitii e ritenga che la sola Uase unita,-ia possibile sia quella che, e,.;cludendo ogni interpretazione ideologica, si limita alln sfera i·ivendicativa ed econo,nicista. chieste che - come la 1·iduzione dell'orai-io - erano state avanzate in funziono di rottura, pur rinianendo qualila– livarne11te nell'ambito della vecchia politica rivendicativa. Su questo terreno, perciò, è a$snr·do chiodel'8 ai hworn– toi-i di battersi per ciò che e:::~i possono ott.enore altra– verso gli organismi palernali.-;tiei. La stC':-;:-;a. CJSI. è in crisi perchè 11Onriesce, ~u quf'sto piano, ad imporsi come organizzazione, coadiuvante sì, ma autonoma dulla poli– tica padrunale, e ne de"e subire in tr-op1)e occasioni il i·icatto. D'altra parte, quando si parla cli «politicizzazione» della lo.tta sindacale cl~lla CGIL bisogn;1 /;ual'clarsi dagli schend che combinano le parole. Non è che la CGlL abbia fo1·zato l'aspetto politico della propria azione; in tutti questi anni il fondo clcll'azir,ne sindacale della CGIL è stato quello di una. tranq\1ill.r, azione riformistica, che ha re!!Olal'mente mancllto le o<'çH:-;ionidi fa1·e del sinda– cato l'ol'ganismo d'ospl'e::::::ione e di pressione dt una nuova. classe dirigente. La «politicizzazione:» era ed è soltanto nella dipende,nza dal pt.u·Lilo - quella dipendenza che, affidando la~)1ida rivoluzionaria al par·tito, ha conclizio• nato e soffdcato continuamente l'azione sindaoale, nei ]i– rnili cli un «servizio,. l..,erciò non c'è niente da « ricon– durre,; c·è tutto da snpei-are. Ma, oll1·e a ciò, esiste il problema della pa1·tecipazione operaia, e su questo punto bisogna essere esplici~. L'azio– ne paclr·onale ha investito la massa orgnnizzata - che dtt tempo non partecipavn più alla vita sindacale -, ma non ha toecato appre:1,zabilrnenle le élites - non i fun– zionari, i ,nilitanti di base. Oggi, inve-.9e, l'Mpetto ac,lie~te della cri.'!i è lo sgretolamento e it d,i.,orientamento delle e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, -fotogr_afìe, dise§ni an-, che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi: il periodico viene inviato gratuitamente in saggio S chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. U. 5 MARZO. 1957 • L. 40 él-itea. E si fratta di disorientamento ideologico, poiché, nella élite, la distinzione tra momento J)olitico-ideologico o rnomenlo sindacale non esiste. Dopo il Direttivo del– rapl'ile J 955, e specialmente dopo il XX Congresso del ])CUS, si ei-a assistito, in piena crisi sindacale, ad una rip,.e.-1a di funzionamento o di funzionrditll della élite mi– litM1le a. tutti i livelli. Que:-;ta ripresa si inquadrava in un dinami:.;rno ideo– logico che avvicinava, per la. p1·irna volta in r111csto.dopo– guc-rra, intellettuali e rnilitanti politici e· sindacali in un coll~garnento funzionale, non prestabilito e predetcrmina.to. Essa pas~ava. attrave1·so le correnti, opponendo gruppi 11uovi a grnppi vecchi, idea ad idea; e implicava. un , la~roro di rinnovamento che non si arl'estava. al sindacato, rna puntava direttamente ai partiti. Per un breve periodo il sindacato non è staio nn grosso complesso burocratico, nrn un insif'me di militanti che collegavano direltamenl.e l'azi()ne sindacale alla 1·icerca ideologica; e in quel breve periodo ~i è detto tutto quanto di nuovo viene oggi agi– tato - t1·adotto in l)f'>Sanli termini· sloganistici dalla mac– chi11a burocratica. Ma i circoli Petoefì, caro Cod~gnola, hanno dirnoslrato dove 11.1Ti,·iJa Jol'o dinamica. Parve allora che sarebbe stato pos:::ibile avviare un processo di rinnovamento dal~ l'interno del le strutture, senza dil'Omperle subito; cl1e la Jogica del discorso avrebbe potuto s,·olgersi per conquiste e pas,.;i graduali e che il processo e\·olulivo avrebbe as– snl'bito la vecchia realtl~ senza scosse. Fu un'illusione; la logica militanle srnvaica. la burocràzia di partilo - e, perciò di sindacato - sin dal suo p1·imo aA'occiti.rsi, per– c!tè la dif'fèr•enza è di qualità. Non ~ono possibili le coabitazioni; non si vive nella stes~a casa ~e non per una formalità 0t:,ganizzativa. La tragedia ungherese si è incaricata· di di,nostrarcelo cla– mo1·osamente e da allorn, :-;parita l'illusione, si sono poste delle sceltt". li problema è dì chiarire queste scelte. Esse non sono Lrn pH rtito e partito, t1·a correnle e corrente. La distin– zione tr·a l'CI e PS[ è av·venuta sul filo delta tattica; il filo lh•lle distinzioni ideologiche passa attraverso di essi e, di consc-guenza, attraverso le rispetti\·e correnti nel sin– di-lcato. li PSI ha scopNto la dPrnOCl'azia parla.menta~ Se questa ·è l'intel'prelazibne (in via di ipotesi, per– cl1è non abbiamo elementi per affermarlo). l'enore è evi– dente per due ragioni. La crisi sind!lcale de,·i,·a dii.I (atto ·cho il grande padronato ha a.sso1·bito rwlle p,-oprie possi– bilità tutti_ i ten~i di una politica rivendicazionista, arri. vando persino a soddis(are, praticai-nente senza lotta, ri~ Chiarifie.azione al buio ( Vis. di Dino Hos"chi)

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