Nuova Repubblica - anno V - n. 5 - 3 febbraio 1957

8 Sopraelevazione (Dis. di Dino BQschi} P·AESE CHE VAI La legge della TIMO nel l\lolise I L D.M. 30 giugno 1055 (G.U. 4 agoslo 1955 n. 178) prevede a.gli effetti delle tariffe 1a diviaione delle reti telefoniche in quattro gruppi, cli cui il secondo com– prende le reti fra i 2000 e i 10.000 ~bbonati. · La TIMO al I" gennaio presume di avet· superato in C~mpobasso città i 2000 abbonati attivi, e perciò da tale da~a ha applicato la tariffa previs~a per la rete di secon– .do gruppo. Il provvedimento sarebbe ineccepibile se con– temporaneamente avesse dimostrato che si sono oltrepas– ;sati i 2000 abbonati af.tivi, e .avèsse provveduto alla di– ·.stribuzione del supplemento telefonico con l'elenco dei ·nuovi abbonati attivi al 31 dicembre 1956. Infatti l'elenco ufficiale in distribuzione per l'annata 195G-l957, a pag. 3, a".'verte che gli abbonati ivi elencati sono qu~lli attivi al 13 'agosto 1956. ,Sè la TIMO avesse stampato il supplemento, come per legge, avrebbe effettivamente dato I~ po!3sibilità agli attua– li a~bonati, che devono pagare di pili, di ,comunicare con . i millantati 2000 abbonati. attivi. Inoltre avrebbe stronéa– ,tO ia diffiden:Ga degli abbonati mettendoli in condizione ·,:on ai creder.e· sempli~emente alla parola della TIMO, -b~nsi ·di contiollare che l'asserto è vero. La logica •si rifiuta. di accettare la· maggiore tariffa quando no'n si può telefonare ad oltre 2000 abbonati attivi. :} ~ L'~lenéo ~fficiale, registra per la rete tìrbana dì Cam- _pobasso citbì: . · - ·. QBasso città e Fer~'az~allo - .. i1:i-azione S. Ste~a,;o Ripalirnosani ··Oratino. •Mìrabelfo. C.ildone l\Jontag;no -. 'J.•OTÀLE 'iibbonatt· altivf al·· "'13 agoslQ. '195G · r0~sibili abbonati che hanno chiesto ·di no,1· figur;re· nel-. _ ~ ì'·elenco. · · ftbbÙnati n. 1532 . > 6. 4 > 15 · 2. -. 8- 1567 5 1572 Può la T~M(? 8.ss- icur~è ohe ali.a data odierna, 25 gen– naio 1957, nessuno ha cfisdetto l'abbonamento? . i! diritto, e con lui qua 0 lsiasi cittadino, di contestare l'as– serzione rilasciata con lettera. n. 831.1/GGS/BR del 19 gen– naio 1957 dalla direzione TIMO di Pescara. Contestazio– ne messa per iscritto eon raccomandata del 23 gennaio l 957 n. 1467 dallo scrivente alla direzione di Pescara, e le cui copie sono state inviate per conoscenza pure al mi– nist_r~elle PT e al prefetto di Campobasso. Non è ecces– sivo• .Pensare che la TIMO, sollecitata con altra precedente raccomandata, avrebbe fatto meglio a dare, magari in co– pia dattilosCritta, l'elenco nominativo dei nuovi abbonati attivi. . Può darsi che nei cassetti dell'agenzia TIMO di Cam– pobasso giacciano ~ltre domande (sono disposto a con– cederne quante se ne vogliono) che sommate agli abbo– nati attivi facciano salire gli abbonamenti ad oltre 2000: ma è appunto questo che va dimostrato. Semp,re nella lettera raccomandata a cui ha risposto la direzione di Pescara, chiedevo di precisare, voce per voce, la composizione della somma L. 7907 richiesta qua– le canone primo trimestre c. 1957~ E' stato risposto--co-– mun{cando soltanto che in essa è compreso pure il 10% di sopraprezzo automatizzazione in base al D.M. 20 giu– gno 1928. Dunque la TIMO ritiene di poter annullare arbiÌraria– mente l'art. 12 del D.M. 30 giugno 1955 il quale esplicita– mente pi"·escrive: « Le tariffe stabilite nel presente decreto assorbono_ gli aumenti applicati in virtù· del D.M. 20 giu– .gno 1928 dalle società "Stipel ", "Telve" e "Teti" per diritti di automatizzazione per le reti delle rispettive zo– ne, nonchè tÌueUi già cOncordati t)e·r le reti in trasforma– zione»; e il 2• comma dell'art. 16 dello stef:!S0 D.M·. che clic~: « Dal I" lug°Jio 1955 sono abrogate Ìe disposizioni del ,D.M. 20 gennaio 1953 nonchè ogni altra disposizione con– tral'ia o incompatibile con qùelle previst~ dal pr~seqte de– creto »: Précisa.to quànto sopra, domando alla spett. TIMO se è ~satto (e in caso contrario, precisare perché no) il con– .teggio Per ci.li l'abbonato di" seconda categoria deve, sem– .pre in base al D.M. 30 giug.no 1955: Tariffa trimestrale eh~ assorb0 l'au– ,men_to per I' _automaLizzazione' (DM 30 giugno 1955) Supp_letivo· ca_1~01_1e. trin~estrale l'osta mobile t1)mestrf\Je (per cl)i ne, .à. fornito) L. 6438 > 140 ' Indubbiàménte l'atti,ùh\ della. I0cale _agenzia TIMO dal · 13 agosto· I95çj ·1;_a:il1c~·ementito gli abbèfnarne;1ti. Ma ha ' , realn~ente ~,nsta.l~l:j.tO ~Itri . 4t9_ app~recchi attivi fino al 31 d1cembre 1956? Se è vèro, non abbia ctiffìcoltà a darG Tassa seg1;eteria "Tf!\-.fO-ci1iesta •non sG in base a cÌ1e 50 L: 6839 ~i cittadini la i,oSsibilitÀ ,d( cò.nt" .rollàre quanto· è impossi .. .bile affermare. E' l'unicq modo legale di ·giustificare. la ri– chiesta di maggiore tariffa. · ., Altrimenti_ ~hi scrive, che-non.vuol sta.re al mist~ro, ·ha IGE 3% 206 TOTALE L. 7045 E allora, P4'rch6 chie<.\ore L. 7997 ! cioè ben L. ·8G2 tri~ (148) nuova repubblica mestrali in pi1"'.l!Non ritiene la Spett. TIMO di dover rim– borsare, per diritti di automatizzazione non dovuti e fatti. pagare, dal r luglio 1955, come da_D.M. 30 giugno I 956, il 10% pel'cepito 1 in più d~ ogni singolo abbonato? Non sarebbe preferibile che la TIMO, invece di doman– dare solo maggiori tariffe~ cercasse di ovviare a tutte le de– ficienze delle quali può dare testimçmianza qua.lsiasi ab– bonato? Non sarebbe urgente elfminare gli incoiwenienti tecnici che spesso dànno la sgradita sorpresa di ricevere èonti appesaì1titi da intemrbane mai fatte, con relativE) lunghe noie per arrivare al rimborso? Quando si deciderà il governo a statizzare servizi pub– blici di tale importanza? Il turbamento del Presulè P ENS.À.VO al nostro Salvemini, poco fa, leggendo, nell'ultimo numero della Voce di Ferrar<l, settim&– nale della nostra Arcidiocesi, l'articolo di fondo del– l'Arcivescovo Natale, Mosconi, dedicato al tema della campagna annuale 1957 dell'Azione CattoEca, che è: « L'educazione cri$tiana e la scuola ». Pensavo con cupa malinconia alla sua avanzata età, alla necessità più che mai attuale di serrare le file e di continuare, come potremo, Ja sua battaglia per la tolleranza, 1a·libertà, la verità. Ma. se è vero, come è vero, che Deus amentnt <J.UOS vult per– dere, non voglio fal'gli ·mancare, attraverso Nuova Repub– blica, il conro1-to an1a1·0, sì, ma in fondo corroborante, di una lettura che dimostra ancora una volta l'anacronismo e l'antistoricismo dei cattolici « integrali », la sostari'zialo vacuità e inefficienza della loro « cUltnra >. Sul settimanale della Curia, che è al suo quarto anno, ma che da qualche mese ha cospiéuamente dilatato la pro: pria diffusione ed energia, scrive dunque l'Arcivescovo Mo– sconi, che già. a suo tempo ebbe a deplorare vivamente lo sciopero dei professori, che gravi peric9li minacciano I& educazione cristiana nelle scuole, ed esorta l'Azione Cat– tolica a stare in guardia e a reagire. In quali forme que– Sta rea~.one debba manifestarsi non è detto, né la cosa. preoccuperebbe se non vivessimo in· un'atmosfera g.ià B!l-– tura dì ~lericalismo, e se non incomOesse'su tutta la demo– crazia italiana l'ipoteca dell'integdrliSlno fanfaniano. Ma vediamo testualmente ciò che pensa ]'Arcivescovo. Eg_li parte da una doma;nda che, entro ben definiti limiti, può anche essere considerata legi_ttima ( « Possiamo pro~ prio affermare che nella. scoola nessun insegnante turba– la fede del fanciullo o dell'adolese:ente cristiano?>), qua– lora questo lamentato e turbamento> investa le innocenti. e caste basi dell'onestà e della moralità. Ma non è di ciò che si pr6occupa l'Arcivescovo, che evidentemente consi– dera turbamento al).che la rice-rca non dogmatica della ve– rità, quella libera educazion~ critica che è proprio il com– pito della scuola. e C'è - scrive egli infatti - una indub– bia, enorme influenza delle correnti ideologiche sulla scuola. Teol'ie filosofiche, sociali, politiche, morali si avvicendano con una vertiginosità che ha. uh solo elemento costante: la negazione della rivelazione e della mo.raie cristi~-na. e l'ostilità a.Ila Chiesa Cattolica. Può la famiglia cattolica, può l'Azione Cattolica restare indifferente all8ì strag0 _di anime giovanili (sic!) compiuta .anche solo da qualche– insegnante ateo, positivista o idealista, marxista, esisten– zialista, laicista, statolatra, sostenitore di una morale della situazione ( !) , assertore di un falso realismo, negatore della morale cristiana! ,:---,,. Ricorre alla memoria una. famosa novella del Boc– caccio, in cui si dice che la religione cristiana è quella vera, non in virtù, ma malgrado la condotta. dei suoi am– ministratori. Qual'è, infatti, il tipo ideale di scuola radi– cato nella coscienza dell'Arcivescovo, se non quello in– fausto, profondamente diseducativo, da noi esperimentato sottò il regime fascista? Allora non c'era certo, nella scuola., l'influenza delle correnti ideologiche (come mai l'Arcive– scovo non ha fatto menziqne alcuna degli insegnanti fa– scisti, che pur ci sono?), perché il Concordato ne aveva. fissato pef sempre i caratteri inalienabili. C'è da chiedersi quale fiducia abbia helle proprie idee, nella ]oro forza & nella loro comunicativa, chi invoca una loro giuridica tu– tela, una "loro paternalistica protezione. La democrazia è il regime della libertà indivisibile, à )a vita stessa nelle sue luci e anche, necessariamente, nelle sue ombre. Certo, l'uomo non è perfetto, e ci saranno an– che insegnanti indegni che, venendo meno al loro precipuo dovere (che è quello di educare alla discussione e alla cri– tica, e non di inculcare le proprie personali convin?..ioni), tra8formeranno · la cattedn in tribuna politica ed ideolo– gica (come vi sono dei sacerdoti settari e meschini che ab– bf1:SSanoCristo a.l lì,;ell? della democrazia cristiana) ; m& bisogna confidare che i ragazzi, come accade sempre, sa- / ranno i loro giudici più severi e spietati, e che quegli eccessi e traviamenti si condanneranno da sé a.Ila sterilità ·più conti-oproducente. « La democra~ia ha i suoi pericoli: è la libertil, mem– vigliosa e pe1·icolosa >: cer·to, ma non c'è neppure bisogno di dirlo, come non sentia,no il bisogno di dirlo quando parliamo della vita, che ha ogni giorno i ~uoi pericol.i e le sue pene. Ci si dica, invece, chiaramente ed esplici– tamente, se ci si vuol lasciar vivere, o invece se e quali protezioni e schermi si interide in~erporre tra noi e lt\ vi"ta.. .CAJessa.ndroRoveri)-

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