Nuova Repubblica - anno V - n. 3 - 20 gennaio 1957

8 CÀPISALDI PROGRAMMATICI (continuaz. da pag. 2) tuibile strumento di politica sociale per ripian_are i vuoti della rriiseri'a. E perciò il maggior prodotto annuo deve servire: - a migliorare le condizioni di vita aella massa, an– che perché non manchi l'incentivo al lavoro; - ad accrescere gli investimenti nei settori produt:– ii.vi' più redditizi; - a mantenere in condizioni competitive settori oc– cupazionali di interesse nazionale; -- a sviluppare i servizi civili; - a pagare un'organica politica assistenziale. M·ancano, cioè, in Italia le condizioni per una politica s'ocialista in senso proprio, cioé collettivizzatrice delle forme di attività economica. Ed è per contro improrogabile in Italia l'avvento di una chiara e programmata politica sociale, a realizzazioni definite, che porranno la •premessa di possibili future trasformazioni socialiste. Questa politica sociale si esprime in un diverso re– parto del prodotto nazionale, del quale è per costituzione incapace il conglomerato sociale e politico che fa da sup– porto ai governi attuali, e può essere capace solo una politica che abbia il consenso, il sostegno e la garanzia delle classi lavoratrici. E' condizione pregiudiziale di partenza Perché questa garanzia possa essere data che queste cfassi stes~é di– spongano di uno strumento di difesa e di lotta di piena efficacia. Sonò condizioni di questa efficacia: - un regime di lavoro libero da costrizion'i e ricatti; - un'azione sindacale non deformata da ~servitù di partito, capa.ce quindi di assicurare alle rivendicazioni cli fondo il sostegno· di un fronte sindacale u~ico; - - la validità legale univeFsale·' della. contrattazione collettiva; · ~ la osservanza effettiva delle pattuizioni di lavoro, di previdenza e di prevenzione. Ma questo reparto del prodotto nazionale è ancora le– gato_ ad una impostazione conservatrice od agnostica se non assicura a tutti i lavoratori, anzi a tutti i cittadini italiani, un livello minimo di vita. Lo stato di diritto assicura ad ogni cittadino la eguale · tutela giuridica dei diritti" della persona. Lo stato di giustizia aggiunge la sicurezza di un mi– nimo comune status economico. Nessuna politica si può chiamare seriamente socialista se non premette all'opera di trasformazione questa ga- ranzia basilare. . .Finché manca, i regimi comunisti hanno un punto di vantaggio; ·quando è realizzata, la libertà dalla fame dà senso 1t valore anche alla libertà politica. Le classi lavoratrici, le loro organizzazioni sindacali •~d i loro partiti sono facilmente indotti a posporre alle proprie particolari conquiste la preoccupazione della ·massa indistinta e indifesa del sottoproletariato. Devono essere convinte che socialismo non può es.,sere che giustizia, e che i primi. postulati posti da una politica che non voglia limitarsi a predicare ma voglia realizzare la giustizia sociaie devono rivendicare: - un salario minirn,o nazionabe valido per ogni for– ma di prestazione d'opera; -,nn reddito familiàre minimo, assicurato attraver– so assegni familiari e prestazioni assistenziali; - un'abitazione decente ad ogni convivenza fami– liare. FERRUCCIO PARRI STRUTTURA DELPARTl11O (continuaz. da pag. 3) può che essere verso il basso (si vedano i casi tipici dell'art. 7 ult. comma, art. 21 ult. comma, art. 28 2.o comma) Nè il principio della cooptazione, anche se ora se ne riduce l'ambito, è comunque conforme .ad un fun– ,-iionamenfo democratico. 9. I gruppi parlamentari devono essere dotati di I'Fn-pria piena autonomia interna sia agli effetti della di..sciplina, sia •a quelli della interpretazione della linea ·politica: solo in caso di contrasto, ha da prevalere l'in– {erpretazione congres_suale autentica che è affidata non alla Direzione ma al Comitato Centrale. Un rappresen– tante di esso faccia parte, a titolo di collegamen~o, del Direttivo de-i Gruppi. La stessa norma deve valere per gli altri corpi rappresentativi. Il Partito è presente nel Sindacato non meccanica– mente, ma perché le volontà politiche ch'esso incarna vi sono rappresentate dai propri militanti. Ma la dimen– sione sindacale è tutt'affatto diversa da quella partitica, e gli sc_hieramenti interni intorno ai pn,blemi concreti della lotta sindacale non possono e non debbono n"eces~ sariamente coincidere con gli schieramenti politici. Ne consegue che anche la disciplina dei militanti nell'am– bito del sindacato sfugge di necessità agli orgarii parti– t_ici, e risponde ad una propria legge interna. 10. Al di fuori del sindarato, gli altri cosiddetti or– ganbni di massa sono dei residuati d'una fase politica d'iniziativa autoritaria, estranei alle esigenze permanenti delle masse proletari~ italiane. Le organizzazioni del tipo ]?artigiani della Pace, ANPI, UDI, e - nel Me~zogiorno - iq particolare misura il movimento di Rinascita, masche- (146) rruovarepu~blira (l.'011. Messe ha, fatto diclli(11'<1?io- 11i <li ampia lealtà. dellVJCrl!lica) Destra· alla Fregoli (Dis. cli. Dino Boschi) ra'no, sQtto la specie di una fittizia unità per « l'indipen– deri_za, la democrazia. il socialismo », un sostanziale pre– dominio d'iniziativa politica comunista sull'insieme della sinistra itahana. Non soltanto questa fase sta per essere supe.rat?, ma proprio perchè 11 socialismo postula solu– zioni sostanzialmente diverse da quelle .comuniste non si· può neppure çadere nell'errore di mantenere questi strumenti rovesciandoli a beneficio- proprio. L' ,unico modo serio di porre il Partito Socialista al centro di ogni iniziativa per una alternativa democratica di sini– stra è renderlo uno strumento insieme efficiente -ed aperto, al servizio di una politica capace di raccogliere intorno a sé il massimo di c6nsellsi. Le forme attraverso di cui le masse si organizzano per, l'esecuzione di questa politica riguardano la loro propria iniziativa e non pos– sono essere imposte dal di fuori secondo schemi pre– fabbricati-. Questi schemi mantengono le masse in istato gregale, non concorrono a farle soggetto di storia. Né può porsi su questo metro il problema della .or– ga,r'l:tz~azione delle donne e dei giovani. Problema che può essere semplicemente di penetrazione propagandi– stica (e quindi puramente strumentale); o vuol proporsi al contrario la ricerca della politica più idonea ad af– frontare e risolvere i problemi della parità dei sessi e dell'intervento nella società delle nuove generazioni. In quest'ultimo caso; l'unica ricetta possibile è quella di stimolare l'iniziativa propria ed autonoma delle donne e dei giovani, favorendo negli ambiti determinati (p. es. nella organizzazione studentesca) quello stesso tipo •di responsabilità e di autogoverno ai quali ci si deve sfor– zare di giungere nel sinçlàcato. Affermare p. es. che « l'attività femminile trova la sua guida politica negli orgam direttivi del Partito » significa affermare non un principio innovatore di parità dei sessi, ma al contrario ribadire una sostanziale posizione di sudditanza e di « non responsabilità », che è palesemente in contrasto con la natura e la tradizione di un partito socialista. · 11. Da diverse parti, m diverse formazioni, da ctiyerse origini siamo oggi impegnati alla costruzione (più che alla ricostruzione) di uno strumento idoneo a consentire al proletariato italiano (nel più largo senso che questa parola ha assunto nel mondo moderno) una battaglia offensiva, non meno rivoluzionaria per il fatto di valersi di strumenti democratici. E' dunque un compito comU:ne quell"O di contribuire affinchè la ca"sa comune di domani sia degna di essere difesa con accanimento, e sia aperta alle nuove generazioni in cammino. TRISTANO CODIGNOLA ORIENTAMENTI INTERNAZIONALI (continuaz. da pag. 3) ne socialista internazionale il peso delle masse lavora– trici italiane. 16. Mentre il mito della sÙlidarietà interna:Zionale di classe, utilizzato per giustificare la politica di potenza dell'Unione Sovietica, si è infranto sÙgli scogli degl'in– teressi di" potenza della stessa Unione Sovietica, lo spi– rito autentica!l)ente internazionàlista che anima la lotta per il disarmo e per la neutralità di un'Europa unita deve riuscire a dimostrare la sua. solidarietà verso tutti i popoli che aspirano all'indipendenza dalla pol_itica so– vietica di potenza o che lottano per impedire il ripri– stino di fatto del dominio imperialistico di .alcune gran– di potenze. 17. L'isolamento nel quale sono venuti a trovarsi i popoli polacco e ungherese in lotta per la loro indipen- <lenza e la delusione provata dalle potenze neutrali– stiche· asiatiche vèrso l'Europa dopo avere :conseguito la loro emancipaziorie derivano essenzialmente dalla ca– reIJ,za dell'azione· internazionale socialista, che ha la– sciato le nazioni dell'Europa orientale in balia della 'pq– litica sovietica di potenza e quelle dell'Oriente afro– asiatico in balìa della politica di potenza di' entrambi i due grandi blocchi L'Europa neutrale potrà diventare un punto d'incontro fra queste nazioni, che aSpirano tutte alla ...pace e all'indipendenza. 18. La forma concreta che può assumere oggi una solid'arietà internazionale di classe del movimento ope– raio europeo è dunque quella della solidarietà verso tutti i popoli che lottano per le loro libertà contro il totali– tarismo comunista e di tutti i popoli che lottano -per– la giustizia contro l' imperialismo dei due blocchi. Una politica di effetfiva solidarietà internazionale non-può, senza ricadere in un paternalismo che può costituire l'an– ticamera delrimperialismo, essere il fruito dell'assistenza economica unilaterale di una qualunque delle grandi po– te"nze. Il socialismo deve lottare al contrario per fare rientrare ogni forma di assistenza internazionale nel° quadro dell'ONU e per sviluppare al massimo gli obbie':– tivi e i mezzi di quest:'l politica di solidarietà umana e di progresso civile e internazionale. 19; Sul piano immediato della politica estera italiana, il movimento socialista deve adeguare la sua politica ai mezzi di cui dispone alle condizioni nelle quali è• chia– mato inizialmente ad operare. Ma anche una politica rea– listica non può prescindere dalla necessità di una lotta senza quartiere contro il provincialismo governativo e il paternalismo comunista della politica estera condotta in questi dieci anni dalle classi dirigenti del nostro paese. Questo provincialismo dei governi italiani si è concre– tato in un ins..uperabile complesso d'ir.i.feriorità, che ha fatto costantemente dell'Italia il fanalino di coda della "politica di qualche grande potenza o di qualche blocco di potenze, mentre, d'altra parte, il paternalismo dei co– munisti ha fatto dipendere il superamento di questa dal– l'adesion·e alla politica del blocco avverso, ricadendo così jn una forma oppost~ di provincialismo. 20. Partendo dalle alleanze che vincolano attualmente l'Italia, il movimento socialista deve proporsi, non solo di mantenerle entro limiti rigidamente difensivi, ma an– che di operare attivamente, congiuntamente agh altri . movimenti democratici di sinistra che si pongono sullo _stesso piano, al fine di favorire lo sviluppo degli elementi di una politica· di disarmo universale, di neutralità eu– ropea e di solidarietà dell'Europa unita per le zorte eco– nomicamente poco sviluppate nel quadro dell'ONU-. 21. Di fronte all'uso fattone dalle grandi" potenze im– perialiste e comuniste, spetta al socialismo democratico riprendere in mano con tutte le sue energie la difesa di alcuni valori democratici internazionali, quali: il rispetto della legge internazionale, l'arbitrato obbligatorio, la so– luzione pacifica di tutte le verten.Ze internaz10nali, il po– tenziamento dell'ONU e di tutte le organizzazioni spe– cializzate, il ricorso obbligafoI"io agli organismi di giu– stizia internazionale, una polibca interriazionale d'inter– vento pubblico per risolvere progressivamente la que– stione delle zone depresse. L'internazionalismo socialista non· può più rimanere confinato nel limbo delle mitolo– gie proletarie, che serve solo a giustificare ogni tanto i Soprusi delle grandi potenze che si richiarriano al socia– lismo: deve scendere nella ,realtà còncreta, Che è fatta cli uomini che soffrono e che lottano e di istituzioni nelle C}uali essi attuano collettivamente questa solidarietà. PAOLO VITTORELLI

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