Nuova Repubblica - anno IV - n. 53 - 30 dicembre 1956

8 DOLCI E LA MAFIA MORTE DELLA SPERANZA di DOMENICO NOVACCO L EGGO su un quotidiano milanese (I! Giorno del 18 dièembre) una notizia che mi riporta al senso della realtà siciliana. Narra il cronista malizioso che una povera popolana di Palermo osservava stupita Danilo il giorno stesso in cui lo scrittore e i suoi _amici iniziavano, nel lurido cortile Cascino, il recente digiuno. La donna non affer– rava il senso di un gesto ai suoi occhi .inutile o insen– sato. Qualcuno si preoccupava allora di farle notare che quell'uomò era disinteressato, che egli perciò digiunava, sì, per protesta, ma non per ottenere un· vantaggio per– sònale, bensì condizioni più umane di vita per gli altri, e quindi anche per lei. Al che, per una improvvisa luce apparsa nella sua torpida coscienza, quella donna espri– meva il seguente testuale commento: « Speriamo che dia a noi i soldi che risparmierà digiunando ». , (145) nuova repubblica Ora, a parte l'ironia del giornalista, l'episodio ha .tutti i numeri per essere vero. Io non vorrei che lo zelo missionario inducesse Danilo e i ·suoi amici a nas.con– dersi il valore profondo di ·quelle parole. Non vorrei che la fiducia ,nella elevazione interiore operata dall'esempio e dal sacrificio impedisse a Danilo di volgere lo sguardo, oltre la miseria evidente e tangibile, fino al secolare co– stume di cui quella miseria è insieme ·il frutto e l'em- (Dis. di n·ino Boschi) CENTRISMO MORENTE _ « Lascio la Cassa Conguaglio ai grandi gruppi elettrici » blema. no) ripiegò su una realistica convergenza di interessi Anche se Danilo conduce, contro la ..miseria. degra- con i gruppi della destra economica e politica loèale. dante, una lotta tenace intessuta non di massicce of- Ma frattanto la mafia tentava di riprendere direttamen– fensive ma solo di bene assestati colpi da franco ti- te il controllo della situazione (eliminazione di Giulia- ratore, la sua è una azione sociale e politica oltre che no), o, almeno, di certe situazioni; si inseriva nei na- morale e pedagogica. Il suo . cammino è seminato di scenti rapporti di forza tra gruppi industriali di capitale morte e di morti. I nomi dei sindacalisti che negli ul- indigeno o importato, e nel frattempo usava con infles– timi decenni, da Panepiuto a Carnevale, hanno- dato sibile fermezz::i la classica lupara contro chiunque ten- l'avvio alla organizzazione del movimento contadino tasse di mettere in moto le masse contadine. Cosi sono nell'isola, aprono l'elenco . delle vittime. Con singolare morti oltre trenta sindacalisti socialisti, cattolici e co- coraggio ed originalità di vedute Danilo Dolci ha voluto munisti. testimoniare il proprio amore all'uomo e alla verità pa- In atto la ·situazione è fluida e aperta, e peITiò la ganda di persona, proponendo la propria iniziativa· co- presenza di Danilo cade in una trama compllcata di in- me forza d'urto capace di mettere in moto, o meglio, teressi. Danilo parla ad un sottoproletariato di brac- fiducioso di mettere. in moto, una gigantesca energia di cianti disoccupati, e non · parla di· classi ma di uma- riserva: il senso di giustizia delle masse popolari. Egli- nità. Questo· linguaggio diversò lo rende meno vulnera– ha trovato, in Sicilia, una aspettativa diffusa ma latente - bile dalla mafia. Ma se le leggi fasciste ancora in vigoré e perciò restia a manifestarsi. C'è bisogno di un mira- no riusciranno a far 'tacere quest'uomo noioso e pe- colo per rigenerare l'ambiente, perchè la ragione uon danl~' se non riuscirannò a farlo partire, bisognerà che parla più a chi è abituato alla monotona storia del so- le cosche si consultino. E' vero: i commissari di p. s., fino ad oggi, hanno servito bene allo scopo. Ma Danilo non si arrende, ha la testa dura. Perché la mafia µon lo attacca?· C'è chi sostiene che ciò sia dovuto al peso dei fattori morali, al rispetto che Danilo incute agli stessi avversari. Ma non è una spiegazione soddisfacente. Che ancora 1a mafia possa contare su una vasta riserva di consensi e. di silenzi lo dimostrano le .cronache. La po– polana di Pa1ermo non crede se non alla miseria in cui è nata e vissuta: di tutto il- resto, ciò che non t'appar– tierve, né maie né beùe. Qu~sta muta assenza ha sempre fatto il gioco della mafia. pruso. Nulla è così dissolvente (e così formidabile alleato della stirpe celeste dei padroni) quanto la morte della sper:anza. Eppure questa è ·la nuda verità, di cui la po– polazione di Palermo è l'inconsapevole portavoce. Ogni speranza è morta nel cortile Cascino e- nei dintorni. Sull'altra sponda Danilo si è trovato contro, l'osti– lità ;perta del conservatorismo agrario locale, sostenuto dalle ·autorità politiche e religiose. Neutrale, almeno apparentemente, e fino ad oggi, la mafia. Eppure, se la mafia tace, ci sarà bene un motivo. Fino a quando du– rerà il silenzio degli «amici»? Qual'è la situazione dei rapporti tra Danilo e la mafia, oggi? La mafia ha svolto sempre una chiara e consape– vole politica antipopolare. Il campiere o il guardiano, il vàècaro o il carrettiere mafioso, hanno operato, sotto l'egida di una guida sagace nel mascherare i veri fini, in difesa dei grossi agrari, e in genere, in difesa dei grossi interessi ·contro i piccoli. Fungendo da interme– diaria t~à fa classe dei padroni e la· massa contadina, la mafia hà impedito la maturazione di un concetto mo– derno dr stato, di società èivile 'e di diritto pubblico, ma ha rìello stesso tempo :ritardato la formazione· di una cosciem;a ~i classe,· e di lotta di classe. Essa ha per– petu_àto, nei confronti del ceto possidente, una forma ibricta di tutela e di sfruttamento, mentre ha impedlto con tutte le sue forze che lo svòlgirnento democratico delle istituzion{, civili dello stato nioder'no potesse de– terminare· nell'isola nuove forme,· o anche solo nuove esigenze, nei rapporti sociali. La màfia insor·se nel '66 contro· lo stato italiano in ·difesa dei :beni di manomorta; si appoggiò alla polizia di Crispi ·contro .i fas.ci contadini; appoggiò, alle origini, il fascismo apprezzandone gli indirizzi antiscicialistici, ma ne ·deprecò· .più tardi la pretesa di interferenza sinda- cale (Carta del lavoro). . . . La représsione' fascista della mafia, _che inférsé agli amici u_n durissimo colpo, non si sollevò oltre il ,·pro– blema della pubblica sicurezza e, conservando gli anti– chi rapporti sociali nell'isola, ottenne sòlo ·un periodo di tregua e di attesa. Con l'arrivo degli- alleati, con la resurrezione degli istituti parlamentari, la mafia riprese la sua cauta posizione, ritornando ai ·vècchi àmori. Certo, però,. qualcosà di nùovo era accaduto. Le nuove generazioni apparivano· più restie a subire il fascino della onorata società; i contadini, soprattutto, pareva fossero agitati da una nuova· febbre. La. mafia tentò la intimidazione (attentato a Li Cau– s[}; tentò- di spingere sul terr'eno della lc:>tta (lj:vis) un movimento politico reazionario :(il separatismo); · di fronte aUa prevalenza del banditismo militante (Giulia- li'-'.':''-;,,;,",• ,, . , lii' A DANILO rion disarm·a:- 1 .·1':gH rappresenta agli occhi · 1'.J. dei magnati della mafia una forza anomala, impre- .vedibile, perché appartiene ad un otdine di grandezza in– commensurabile con le forze positive e concrete degli amici. Se oggi dunquè l'influenza immediata di Danilo non è ancora pericolosa, nel .senso· che le forze materiali di cui egli dispòne non minacciano il controllo secolar~ della situazione, ciò -non toglie che un giorno o l'altro lo scontro da po.t_1;mzialesi traduca in_ effettivo. Scontro _che interessa tutti gli italiani. Fino a quando le popo– lan~ reagiranno nel modo riferito d·al giornalista del quo– tidiano milanese, .Danilo, malgrado le speranze sue e degli amici che io sostengono da varie città italiane, non sarà ancora il p~ù. forte. Perchè la lotta, per la r_i- . generazione umana dèlle zone depresse non può essere .vin.ta dall'esterno:· non dal riformismo paternalistico del . governo, non dall'astrattismo dottrinario degli intellet- tuali, e neppure dall';;tpostolato di Danilo. La mafia non si muove oggi perchè, insensibile e sorda ai discorsi complicati e 'spirituali, giudica a. mente fredda · il rap– ·porto _delle forze. Sa che le carte del suo gioco sono, almeno in" una certa misura, le carte della clas.se di– . rigente della vita nazionale, sa· che Panilo parla agli uo~ini•di doro.ani più che a quelli di oggi ~ perciò tace, · convinta che si fratta di un fenomeno transitorio, di. cui non Si conserverà tra q·ualche tempo che un vago ri- cord9; . . , Ma se Danilo troverà ascolto e appoggi, se il suo esempio· trascinerà· a"ltri più" numerosi ·seguaci, sé· sve– "glierà gli assenti, allora la lotta si chfarirà nei suoi ter– __ mini politici, oggi ancora equivoci e .nebulosi. Nell'attesa di .quel momento, dunque,· prepariamo, . sì, le forze _di rincalzo per Danilo e per gli uomin( di . Danilo, ma non ci, illudiamo, come troppi fanno tra noi, che virtù contro furore prenderà i'arme, e fia il com– batter C01'to: perchè invece si tratterà di lotta lunga, ac~ canita e difficile. Non si trasformano" i costumi ,secolari . di un .p-opolo. còn un discorso, con una predica, o con . una -pur nòbile dichiarazione di principi. · · p AESE CHE VAI I L'accelerato Padova-Ca/alzo ·s UL TRENO che dal .mio paese mi porta all'università - e corre quarantàcinque chilometri attraverso la campagna veneta -:-, i contadini s_ono viaggiatori oc– casionali: prendono il treno qualche mattina per recarsi in ~ittà, ma più spesso per spostarsi da un paese 'all'altro per qualche fiera o mercato o per altri affarucci personali. . Altri viaggiatori ocèasionali, nei treni che vanno in sù, sono gli emigranti che tornano dal Belgio, dalla Syiz– zera, dalla Francia, dall'Inghilterra, dall'America. .Ar– rivando qui ver:Ì,; sera da Milano stanchi del viaggio, trovano, a portarli nell'Alto Veneto e nel Cadore,· l' acce– lerato delle diciannove che, oltre ad andar· piano, si ferma, come usa dire, ad ogni pisciata di cane. I vestiti degli emigranti sono di tipo foresto ed an– che il parlare, perduto l'accento nostrano, è un_ misto di dialetto, di italiano, e della lingùa del paese dove hanno lavorato. Così le loro canzoni: canti popolari appresi. al paese natale assieme a canti di altre regioni imparati da 'altri emigrati i.taliani, canzoni in voga oggi in Italia portate dalla radio nei paesi di emigrazione, assieme a canzoni di questi paesi e a canzoni in voga in Italia prima che essi partissero. Così le, idee: non più qu~lle 'con cui sono partiti, nè quelle trovate nei paesi di emigrazione, ma un miscuglio contraddittorio caratterizzato tuttavia da una maggiore indipendenza di giudizio, una maggiore fiducia nelle forze loro e umane, una maggiore ·libe_,:_tàdai vecchi tabù, una maggiore solidarietà reciproca·. Altri frutti del lavoro in terra straniera stanno sopra di loro, in scatoloni di cartone, pacchi, valigie e altri bagagli. Gli emigranti di ritorno cantano, gridano e si apostrofano da lontano ad alta voce. E bevono· come coscritti. . , Altri (e passiamo dai viaggiatori occasionali ai viag– giatori giornalieri), andando a lavorare in città c<'lme ·muratori od operai, si sono staccati in modo assai più provvisorio dalla terra; alla quale, quasi cordone om– belic'ale, li tiene attaccati la· ferrovia. Essi infatti si por- . tano dietro la cassetta degli attrezzi e la borsa di cuoio da scolari con dentro il pranzo e la. bottiglia che sporge fuori il collo. A volte viaggiano con· la sporta; e la bot– tiglia è tappata, invece che con un sughero, con un tutolo che il vino arrossa sull'orlo della bottiglia, ·.segno che vanno a. prendere il vino in barba al dazio dai vicini -con– tadini, o che sono· figli di contadini, . o contadini essi· · stessi. Il contadino infatti sa fare . molte cose, e quando gli si prospetta la conven'ienza di lavorare .come operaio sa già i rudimenti del' mestiere e subito ci si adatta. La sera,' smontato dal treno, .prima di ritornare in cinto modo contadino ha ancora·. qualche chilometro da fare. Assieme a questi.vari operai, e come essi «abbonati», viaggiano gli studenti universitari (quelli medi tornano– col treno ·delle -treçlici), ma con i primi in rapporto di recipr?ca sopp9rtazione,. sebbene gli argomenti delle loro . conver;,aziimi siano, in forido; com.uni: televisione, calcio . e ·altri sport; donne è altre avventure; e comuni ·le abi– --tudini.: di viaggio•: gioco ·à ·carte quando· il controllore chiude un oèchio, altrimenti parQle _incrociate. E tuttavia questi .studenti :che; v:anno 'su e giù col . treno, figli in gran parte· di piccola borghesia di ·provincia, . sono per condizione i m_eno lontani dagli operai .. Mentre ..i figli _dei nobili cqe .abìta,nò le ._ville sparse per la cam– _pa.gµ_e,.,. o,.dei più benést,anti _in ge}!~re, rnatm:ati col tempo .e con )a ,paglia. nèi collegi e. nelle scuçile private, si- sta– . biliscono in città con o senza familiari appresso, quando · non vanno alla oaitolica tout droit... .CC.arlo.Pincin;(

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