Nuova Repubblica - anno IV - n. 53 - 30 dicembre 1956

nuova NR/OM repuh1 CESACl.AUDIO 1st ftutQ• Magistrale Vfa Fratti Comitato direttiVoi TRISTANO CO0IGNOLA {d(rettore .resp.), PIERO CALEFFI, FE~RÙCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLi. Segr. ~i redazione: GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e ièdaz.: Firenze, Piazza · Libertà 15,, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, ·tel. 483-207;8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952, Printed in ltaly. St. fip. de cla Nazione», Firenze, Via Ricasoli a; · 145 -. ANNO IV • N. 55 U~ numero L. 40. Estero L. SO. Un numero arretrato L. 50. ~bf;:ionanìenti: ànnuo per Italia e Francia L. 150p, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post. 5/6261, e-La Nuova Italia•, Firenze-. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. Taiiffa I l. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonna, ESCE LA DOMENICA PROSPETTIVE · 1957 di PAOLO VITT'.ORELLI ·J A STASI dell'unificazione socialista e le posizioni _ij assunte dalla corrente democratica del PCI al.:. l'VIII congresso nazionale_ di questo partito apro– no nuove prospettive di politica interna alle quali an– che i gruppi com·e Unità popolare non si possono sot– t1,arr_e. La stasi dell'unificazione socialista ha ragioni pro– fonde, molte delle quali risalgono a un'epoca di gran lunga .anteriore all'incontro di Pralognan, il cui errore principale è consistito precisamente nel non avere chiarito i motivi di dubbio che hanno poi paralizzato il moto popolare verso l'unificazione. Ora che il PSI ha scelto senza possibilità d'invo– h.1.zione la via della democi-azia, che il PSDI ha de– ciso di attardarsi sulle posizioni centriste fino a dopo le prossime elezioni politiche, che in molti ambienti di centro, e non dei meno autorevoli, si vorrebbero an– ticipate, conviene prendere atto della situazione che si è venuta a creare e stabilire rapidamente i modi di su– perare la stasi che ne è risultata in campo socialista. Il PSI ha dato are½._hi se ni di _resW.fac~nza, sia nei suoi ue ultimi comitati centrali, sia in alcune po– lemiche dell'organo quotidiano del partito. E' vero· che molte delle critiche mosse all'unità socialista erano psicologicamente giustificate dalla ripresa offensiva del .PSDI e dal moltiplicarsi delle sue condizioni pregiudi– ziali, parecchie delle quali erano inaccettabili perchè poste non per difendere l'integrità dei principi ideolo– gici o politici del socialismo, ma per rafforzare la tattica presente .e passata di una particolare frazione della so– cialdemocrazia italiana. Ma non tutte Je reazioni degli avversari di Nenni nel comitato centrale socialista era- no politicamznte giustificabili. E soprattutto non con– tribuivano a chiarire le responsabilità della stasi del processo di unificazione, riuscendo così dannose alla stessa caratterizzazione democratica che il segretario del PSI è riuscito, superando tutti gli ostacoli-, esterni éd interni, a dare al suo partito. Il PSI ha tuttavia potuto superare queste remore e mantenere integra la linea po– litica di Nenni. Diversa è invece la posizione del PSDI, che, con la decisione della maggioranza direzionale di rinviare la convocazione del congresso socialdemocratico a dopo la conclusione del congresso del PSI, sI è assunto la re– sponsabHità di rinviare, alle calende greche l'inizio con,. creto del processo di unificazione. Infatti, a metà di febbraio sarà difficile convocaie un congresso socialde– mocratico, il quale incoraggerebbe la DC ad anticipare le elezioni alla prossima primavera per sfruttare il pe– riodo delle inevitabili trattative per l'unificazione o quello successivo, nel caso in cui il congresSo fosse og– getto di una convocazione fulminea e le trattative an– dassero in porto in pochi giorni, dell'assestamento e del– l'organizzazione del partito unificato. / ·ultime elezioni amministfative parziali. Così, dal mito degÙ « otto milioni di voti » alle liste del partito u'nifi._ cato, i socialisti potrebbero venirsi a trovare di fronte alla realtà dei cinque milioni di voti alle· liste divise dei vari partiti socialisti e dei dodici o tredici miHoni di voti alle liste <:].emocristiane. La mancata unificazione socialista è ~n tanto più gra– ve in quanto la crisi comunista conseguente agli avve– nimenti unghei;-esi viene così a trovarsi di fronte a un vuoto· di potenza nell'intero movimento operaio italiano. Gli operai che votavano comunista e che in misura as– sai estesa, a Trento, a Gorizia, hanno abbandonato il loro vecchi◊ partito, sono andati solo in minima parte a liste socialiste o socialdemocratiche. Molti non hanno più votato. Molti altri hanno fatto il salto della quaglia, oltre le liste di sinistra, verso· la DC o più a destra. In questo senso, conviene rilevare che le attestazioni di simpatia verso il PCI (e implicita1Tlente verso la 'sua attuale direzione) e verso 1:unità d'azione espresse a profusione nei due ultimi comitati centrali del PSI non sono affatto servite ad o~rj:~e un'alternativa valida ai comunisti scontenti, i quili haimo anzi temuto di trovarsi di fronte a un'alternativa di tipo comunista ma meno coer~te di quella del PCI; e non erano necessa-_ rie per iinpedire la « saragatizzazione » del PSI, che si può evitare solo sul terreno di una precisa piattaforma politica, la quale deve escludere, come ha giustamente detto Nenni, sia il frontismo che il centrismo. Quali che siano gli errori compiuti dal comitato cen– trale del PSI, quali che siano i dubbi" suscitati dalla · approvazione unanime della relazione della direzione peÌ' il prossimo congresso .del partito, quali che siano le lacune che ancora sussistono nello statuto del partito, il .complesso di posizioni politich!· e programmatiche Così come stanno le cose, l'unificazione a primavera appare dllnCJ.ue quasi impossibile, mentre appare assai probabile lo scioglimento delle Camere· (o una minaccia ~ di scioglimento destinata a mantenere in vita la coali– zione di centro fino alle elezioni).· E appare ancor più probabile, anche in seguito a una valutazione affrettat;;i. e superficiale dei ris1,1ltati elettorali. di Trento e di .GQ:– rizia, una decisione socialderùocratica di presentéire li– ste di partito alle prossime elezioni politiche, nella spe– ranZa di raggiungere da due milioni e mezzo a tre mi– lioni di voti e di trattare in condizioni di forza con il PSI dopo le elezioni. _T Il N I e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955, Manoscritti, fotografie, disegni an– che se nçp pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesia. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 50 DICEMBRE 1956 - L. 40 .presentate -al XXXII congresso nazionale del PSI rima– .ne l'unica piattaforma alla quale sia ancora possibile agganciare il ricupero del .moto popolare che fu suscita– to dalla prospettiva dell'unificazione socialista. La realtà entro la quale conviene muoversi oggi (e... _ se qualcuno dei suoi termini venisse a mutare in me– glio, non ci sarebbe che da compiacersene) è dunque contenuta entro questi tre dati di fatto: - l'unificazione socialista sembra per ora improba– bile, almeno entro la prossima primavera, e potrebbe .essere facilmente preceduta dalle elezioni politiche; - la crisi comunista è in pieno sviluppo e, in man– _canza di alternative concrete- e forti alla direzione co– munista del movimento operaio, essa si è estesa a tutto il movimento operaio e a tutta la sinistra democratica italiana; - la DC, che fa affidamento anche sulle scissioni in– terne del PNM e del MSI, ritiene venuto il momento ideale, gra.zie alla crisi comunista e al fallimento del– l'alternativa che sarebbe risultata dall'unificazione so– cialista, per ritentare un 18 aprile. Nessuno riuscirà a fermare lo sviluppo della crisi-: comunista, le cui cause superano i limiti del partito ita– liano e traggono origine dalla crisi più generale di tutto .il mondo comunista. E' difficile, d'altra parte, convin':' cere la DC a non imbarcarsi in un'avventura che po– trebbe costarle più cara ·del 7 giugno, ma che le offre come posta, sia pure più difficile da raggiungere per le mutate condizioni internazionali e interne, una ripeti- , zione del 18 aprile. Bisogna dunque agire nel settore che sta fra il PCI e la DC - in piena indipendenza da entrambe queste forze - allo scopo di inserire in una situazione che si muove - e il cui movimento è stato in parte notevole suscitato dalla speranza (o dal timore degli avversari) dell'unificazione socialista - un'alternativa che abbia la medesima validità politica dell'unificazione e che possa eventualmente riuscire a salvarla in extremis prima delle elezioni. La democrazia socialista non si difende certo oggi in Italia sulle posizioni frontiste, compromes– se in partenza; né su quelle centriste, le quali rischiano •di contribuire a un 18 aprile non solo clericale, ma an– che antisocialista (come quello del 1948 ebbe carattere clericale e anticomunista). Le un,iche posizioni di forza .(Dis. di Dino 1Josclli) Tutti questi calcolì di bottega partcino dal presuppo– sto - a nostro giudizio sbagliato - che gli elettori e le basi socialiste stiano ad aspettare i comodi dei diri– genti socialdem0cratici. Proprio perchè la speranza del--,. l'unificazione socialista aveva dato origine; nello scorso autunn_o, ad un grande moto popolare _(non si vedevano più riÙnion._l così affollate, in Italia, nemmeno in campo ~omu9~st~, ·ç1a.Parecchi anni, come quelle per l'unitàl•SO– cialista),'·1a delusione prodotta· dalle tergiversazioni· dei capi socialisti potrebbe determinare ùn riflusso assai più' grave di quello del quale si è avuta l'anticipazione nel~e ·v,,·or,elfo di l/Cll:iw:io11e da. sol– lopora .al Cu11ore,uo· de.l l'SUI) La lampadina deÌla Edis~n illu~ina il sole na.s.cenle

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