Nuova Repubblica - anno IV - n. 44 - 28 ottobre 1956

2 ITALIA POLITICA L'UNIFICAZIONE DOPO TR NTO N ON C'E' DUBBIO che il « momento lidco » del– l'unificazione, che _si p~1ò ideptifìcare con_ l'incon– tro di Pralognan, e oggt superato, e che siamo en– trati in una fase .di costruzione politica dell'opel'azione, di cui non conviene nascondersi le difficoltà. Le polemi– che, blande maga.ri, ma quotidiane, fra. i due partiti, so– cialista e socialclemocrat.ico, lo dimostrano; bastano a palesare i punti deboli cli un progetto, che rischia, pro– lungandosene i tempi, di deteriornrsi in modo incon– cludente. [ Che cosa è mancato sinora all'unificazione socialista? La forza .di divenire una di quelfe alter_native n~oral~, che si propongono ad un popolo quando s1 vuole imprimere alla sua pÒ'litica, e ai suoi CITdinamenti economico-sociali,, una trasformazione irrinunciabile. La storia europea de– gli ultimi dieci anni ne ha conosciute almeno due: 1'espe- 1·ienza labmi~ta in Gran Bretagna, il mendesismo in Franc.ia.. Come tu.tte ]e esperienze democratiche, sono state di una durata relativamente bre.ve; ma. abbastanza profonde, tuttavia., da costituire un metro sul quale mi– surare le alt.re politiche. Per l'unifica.zione socialista si sono invece avanzate tre giustificazioni, una ideologica, ma negativa; e due pratiche, ma svuotate di quella ne– cessità morale che caratterizza i profondi rovesciamenti di prospettiva. Il dato ideologico, era costituito dal dis– senso del PSI dal PCI nel giudizio sullo stalinismo e la destalinizzazione; poteva essere importante, radicale, anzi, se il PSI avesse avuto la forza di presentarsi subito come una forza popolare ed operaia in schietta concone.nza, non diciamo in frattura, rispetto ai comunisti. Ma questa po– sitiva costruttività è sinora mancata. I due fattori pra– tici, sono: Ja speranza di un grosso successo elettorale, e quella di una. adeguata partecipazione al govùno con i cattoljci. Che questi siano o possano essere fattori im– portanti, in quanto offrono taluni strumenti pratici del potere, non c'è dubbio. Ma i voti e il potere si debbono chiedere per dei fini espliciti e profondi; pe.r se stessi, non valgono ancora nulla. L'esempio del governo MoHet in Francia; e quello st8sso della vittoria belga che ha, sì, dato la prevalenza ai socialisti sui cattolici, ma affidato i ministeri economici ai liberali, provano come Je carte del socialismo, malgrado i successi elettorali, possano essere giocate male. Il socialismo europeo ha bisogno di un nuovo slancio, al fQpet·azione it.àliana potrebbe .dar– glielo: ma è sperabile, alle condizioni di. oggi? Non si creda che intendiamo freoraggia.re l'unifica– zione socialista. Sappiamo perfettamente che perdura in– torno ad essa una vasta attesa della coscienza pubblica. Un po' pe1· quell'amore di novità, che caratterizza la de– lusa inquietudine italiana di questo dopognerra; un po' perchè si sente e si comprende che gli stessi piani di svi– luppo offerti dalla parte migliore deJ!a DC si accompa– gnano ad una concezione della libedà e della democrazia politica indubbiamente paternalistica, e si punta, d'altra parte, non solo nei circoli degl'intellettuali, ma nella parte pill consapevole del movimento opera.io 1 su riforrne che, assolvendo al fine irnprescindibile di affrontare· finalmente la disoccupazione e la sottoccupazione italiana 1 diano au– tentico incremento alla corresponsabilità politica. di nuovi strati popolari, che hanno bisogno di essere liberati dal– findifferentismo e dalla mortificazione politica propri di una secolare esperienza di sottoproletariato. Tuttavia, se questo è lo scopo dell'nnificazione, se in essa si incon– t1·ano il radicalismo classista del PSI e la sollecitudine democratica del PSDI, che cosa occorre oggi pe1·cbè la unifìcn.zione non si risolva in un semplice espediente elet– to.raie? 1) In primo luogo, che essa non sia Ja « sa.raga– tizza:cione:, dell'intero movimento so.cialista. italiano. La temuta vfrulenza comunista della guerra fredda va esau– rendosi pel' ragioni internazionali; e ]a cura di tenei· lon– tana la DC da diversioni a destra, non può costituire la rngion d'esse1·e di un partito che intenda presentarsi come un'alternativa nazionale alla democrazia cristiana. Per contro, il pericoJo di uno slegato e mediocre riformismo, come que1lo sinora esercitato dal PSDI, insidierebbe un partito unificato ancorato a timide posizioni ministeriali. 2) In secondo luogo, che essa non sia una pa.ra– frasi del' frontismo, dovuta alla sfiducia del socia lismo unificato di poter esso tentare in modo intrepido il con– fronto e la concorrenza nei riguardi della rappresentanza comunista del movimento operaio. Ma per affrontare que– sta concorrenza, bisogn·a che sia finalmente espresso che cosa aistingue i socialisti doi comunisti. Questi principi distintivi non dovrebbero orrnai essere indecifrabili. I par– titi socialisti possono in tutta tranquillih\ prendere posi– zjone contro qualsiasi persistente manomissione sovietica dei regimi e dei pa'rtiti eh~ ·si ispirano al socialismo; pos– sono distfoguersi in modo nettissimo dal comun.ismo at– tra\,e.rso la garantita democraticità delJe strutture interne di partito; possono ~scindere in linea di principio ogni esperimento di dittatura del proletariato, avveratasi si– nora, anche se drasticamente efficiente nelle trasforma– zioni economico-sociali, come pura e semplice dittatura; ma soprattutto debbono prendere su di sè ]a responsabilità di quelle poche, ma profonde trnsformazioni di struttura,. che guidate da comunisti non sarebbero mai accette ad una maggioranza italiana, per il solo fatto che negli espe– rimenti comunisti non è mai esistita sino ad osgi una ca- pacità di pone limiti al pntcre politico, che garantiscano l'organizzq':"ione delle 1iberh\ democratiche. 3) E' necessario cho l'unificazione si presenti al paese come un'alternativa .morale; a che cosa? a) al cà- 1·attere statico del comun~110 e della demoorazia cri– stiana; b) alla pe1"Sisten:;,;Ìl., insoluta, dt'llle sperequazioni econom.iche italiane, e deH'a.vvilimento democratico in– sito nella mortificazione sociale di un terzo della nostra pf)polazione. Che significa « alternativa morale:,? Significa coscienza che un paese e un pat·tito socialista sono squa– lifìcà.ti se non risolvono i brucianti problemi di giustizia e di sofferenza; che le loro, soluzioni per essere eff1eienti debbono avere scadenze e..:limiti precisi; che su queste scadenze e su questi limiti "si è disposti a giocarsi una in– tera posizione elettorale e ministeriale. Si ann\mzia come ini.minente la pubblicazione .di due • documeuti socialisti: la relazione programmatica di Lom– bardi, quella ideologica cli Basso, per il prossimo con– gresso del l)SI. Attendiamo di sapere se sono in gl'ado cli assolvere a queste condizioni. Questi rilievi, che si potevAno scrivere senza esitazioni già prima del congresso di Trnnto, divengono palmari dopo l'ultima assise democl'istiana. E' risultato da questa. che c'è ampia materia per dare un significato politico, e non solo approssimativo e giomalistiéo, al concetto di alter– nativa socialista. Si è infatti accertato a Trento che Ja DC ha una sua strnttura. di partito, nella quale prevale il congegno della. « delega a11a dirigenza», non deJla rap– presentanza e del mandato. Il fatto che la classe dirigente democristiana sia cli tale formazione da non far temere violente dittattue, non toglie, che jl peric0l0 dell'autocra- IN RICORDO DI RITAFASOLO - - _., DER IMPROVVISO malore si spengev« gi,n;edi 18 r.;):,'?ttobre, all'età di 51 anni, la compagna prof. Mar– • 'gherita Fasolo, membro del consiglio direttivo d.zHa federazione fiorentina di Unità popolare. La noti.zia, comunicata ad alcuni intimi nelle prime ore deL pomeriggio, fu accolta con senso di desolato stu– pore e di incT"edibile angoscia: era venu.ta a mancare, an– cora nel suo pieno rigoglio, una persona che alle doti non comuni di intelligenza e di 1cuore univa quelle di una attività instancabire, di una immensa capacità di iniziativa, di una totale decisione alla causa dell'-educa• zione intesa nel senso più ampio e più vero. Ciò che colpiva di più in Rita Fasolo, infatti, era quel suo esser sempre «.dentro» alle cos-e, alle opinioni, alle situazioni, senza con questo perdere mai la possibilità di ve..,derle in prospzttiva, di valutm·e in ogni momento i loro pregi e i loro difztti, di prevederne le possibili ri– percussioni. Partecipando appieno alla vita e alla bat– taglia politica, Rita sapeva trovare, nella sua professione di educatrice, nei suoi rapporti con gli altri, llnche con gli. avversari politici, una non comune obiettività di giudizio, .una comprensiva -e sempre affettuosa apertura. E questo era pm·te del suo carattere e della sua ricchis– sima personalità: chiunque l'avvicinasse, si sentiva a suo agio fin daH'inizio, riceveva da lei una tale carica di fiducia e di ottimismo da conservar1112 L'effetto per sempre. Cominciò ad accuparsi attivamente di politica ancora durante il ventennio e fin da allora la spinta oltre che intellettuale era morale. La sua ribellione al fascismo, il parPecipare all'attività clandestina del gruppo· liberal• socialista, che C()'l1itribuì a fondare e col quale conflui poi nel partito d'azione all'atto della sua ~ascita, ben si in– nestava con la sua opera di insegnante e proprio di una disciplina (pedagogia) che rn.aggiormente si legava a una visione moral•e della vita, ad un impegno d'ordine squisitamente spirituale. Dopo l'8 settembre fece parte deUa commissione per l'assistenza ai prigionieri aUeati evasi e, dopo l'arresto d-el suo capo, ne assunse la direzione prodigandosi fino all'e.ttremo. Si occupò poi della connessione della propa– ganda clandestina con razione dette bande partigiane, e si spinse con ta-nto disinteresse in quest'opera, cM! nei dicembre 1943 cadde nelie mani detla banda Carità. Fu in carcere fino al febbraio del '44, quindi fu deferita al tribunale militaT"z. Con abile strattagemma riuscì a con– quistarsi la libertà provvisoria, per tornare immediata– mente al proprio rischioso lavoro che la vide successiva– mente impegna,ta nell'attiW:tà di. « Radio Cora » e delle bande armate d•zl partito d'azione, in cui ricoprì incari– chi di primo piano. Quand~ 1'11 agosto del '44 Firenze riebbe, anche per suo merito, l'a libertà, fu tra gli esponenti deHa fed"e,ra– zione fiorentina del Pd' A e successivamente continuò la cua civile battaglia per la giustizia e la libertà nelle (154)' nuova repubblica zia, sotto forme diverse, sia oggi molto serio, data la. conce~ione « apparatistica > del segretario del partito, date le sue mire di maggioranza assoluta, dato il tramonto del cattolicesimo libet·ale degasperiano, dato infine che solo clue fo1·ze (ma una. negativa, quella di Anclreotti) entro la DC, la destra e lo « sinistre di base:.,. si propongono di delimjtare dall'interno lo strapotere di una maggio– rànza, che non ha, nel suo seno, capacità di impostare al– ternative al fanfanismo. Il fatto che la mozione finale, fir– mata da ir·e minist1·i, sia stata emendata senza la parteci– pazione dei suoi firma.tA1·i, e votata poi senza che questi sentissero il bisogno di spiegarsi al congresso, dice troppo chi,J1·amcnte che esiste materia, in Italia, per produrre un'alternativa alla DC pa1·tendo dalla base di un grande ·partito di dernocra,-,ia socialista - ni fini della libertà politica, come dovrebbe volere Saragat, e a quelli di uno sviluppo sociale, che l'interclassismo democristiano può delineare sulla, carta, non può paralizzarf', sia per il dis– senso di una. pa1-te delle sue fort:e, sia per la mancanza di un appoggio effettivo delle classi inte ..essate, di cui il PSI è oggi uno dei naturali esponenti. :Ma oggi, dopo Trento, c'è di pili: la pili ottimistica in~ tcrp1·etazione ch·e si possa dare all'apertura n. sinistra della DC consiste nel vrogetto cli integrare le vropr·ie forze, ma alle proznie condizioni, con que11e socialiste, il giorno jn cui nuove elezioni politiche smentissero 111 speranza della maggion1!1za assoluta. A queste condi:tioni, il « diaJogo » con i cattolici ha senso solo per ap1·ire gli occhi ai catto– lici sinceramente riformisti, ai qDali 1 1 « apparatismo » della DC impedisce o.rmai di esercitare un'azione di peso entro H pal'tito di maggiol'anza; m11. non ha più senso che si svolga ai fini cli una ministeriale unione sacra del ri– formismo italiano. Da questo punto cli vista, anche il « mito dell'opposizione» può essere uno strun1ento suf– ficiente dell'unificazione. I socialisti debbono porlo ormai ai socialdemocratici come pregiudiziale, offrendo neJlo stesso tempo la garanzia che la « consultnzione > con i comunisti non è che un aspetto di una politica di concor– renza con iI PCI : quel.lo , episodico ed occasiona.le , di co– rnun i cause periferiche, o di saltuarie convel'genze parla– mentnri. Al ·di fuori di questo spirito, l'trnifìcazione 1·i– schia di estenuarsi nel tempo e nel bi:-:antinismo, e di contribuire al discredito del socialismo ·ilaliano. ALADINO varie formazioni socialiste che contribuirono poi alla cos'tiituzìone del PSDI. Uscita da questo partito insieme a Calamandrei e Codignola, militò fozdelmente e attiva• mente in Unitcì popolare. Le sue doti intellettuali, la sua costante dirittura, la sua d•edizione alla causa del pro-– gresso sociale e deUa libertà la fecero S>Zmpre presce– gliere dai compagni come candidata per le consultazioni eZ.2ttorali: cosi rappresentò il Pd'A nel 194.6 alle elezioni per la Costi.tuente e a quelle amm.inistrative per Firenze, Unità ,socialista nelle izlezioni politiche del 1948, il par– tito socialista unitario nelle elezioni amministrative de{ 1951, Unità popolare nella consultazione politica del 1953 e in quella amministrativa dell'anno in corso. Tempra indiscussa e stimata di educatrioz (insegnava pedagogia all'Istituto Mag. Capponi di Firenze ed era assistente alla cattedra di pedc;gogia del locale Magistero); lavorava da anni con iniziative anche assunte in prima parsona per il rinnovamento dei me·todi educativi, per l'attuazione nella scuola di un sostanziale rispetto della personalità dei fanciulU e degli adolescenti, per la tra– sformazione di essa in ambiente di vita serena 12 impe– gnata. Oltre a suoi pregevoli scritti in volumi e riviste pedagogiche, re.,tano il suo insegnamento fatto di grande comprensione e di granch2 comunicativa e il suo esempio di una vita interamente dedicata ai pi:ù nobili ideali. li, r.

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