Nuova Repubblica - anno IV - n. 41 - 7 ottobre 1956

SAB01'A(W IO t.;OS'l'l'l'LJ ZIONALE F i\ RE~ LE REG.IONI di NICOLA VELLA .' L' A~1'0!"0l\H A r~gionale fu a~~olta nell~t nostra Co- 8t1tnzt0ne (clall a1·t. 114 ali art. l33) so.prattutto per volonlit- della DC e di altri j){lrliti politici mi- , nori, o tradizionalmente antonornisti (corno quello repnb– '.1licano storico) o di nuova formazione (corne il partito d'azione e la Dcmocra:r,ia del lavo.ro) . ' Il PCI ed il PSJ l'accettarono c ome una logica riven– clicitzione di libertà della maggior parte del nos.tro paese, ·1a quale 1c,irava, in sostanza, a liberarsi, attraverso l'or– dinamento regiomde, dall'oppressione del vecchio Stato AC~e;·,trato ed accentratore, burocratico e reazionario,. che l'eisJ)el'ienza fascistn a~•eva resa più intollerabile. Ma la DC, pu1· essendo stata messa, con' In Yittoria del l 8 aprile 1948, nolle condizioni rniglioti ·per attuare la Co– , st.il1.1zione e le ·aulonomie, nòn trovò la· convenienza di ·r~rlQ. Perché! Pet· rispondere a questa don;anda è ·neces– sario tenel'e Presente lo s~ato d'animo dei democristfani clÒJ?Ù _ il 2 giugno 194G.· I.a ·1oro c·o·stante l)reoccnpazione or_a, in quel periodo, quel1a di costituire,. attraverso le au– tonomie regionali, nna s.pecie di garanzia contro piOba– b.ili yolleità di conquista del potere statale da parte dei s.ocialcon;unisti, clei quali si· temeva una rapida avanzata. .. Dopo la_ vittorin del 18 npl'ile, avendo conquistata· la maggioranza assoluta, che le permise di impa'dronirs: dello Stato, la DC ·non nut,·ì più tale pl'Cocct1pnzione, ma il pro– _posito di crearo, invece, un proprio regime. E dato che all'a'vventJ di questo la ·eostituzi.ol1e rappresèntava un Qstacolo insol'montabile, fece di tntto per non al tuarla, ,anzi, pe~ smantellarla. E' noto l'anatema d; Scelba·, « Noi• non ci lasceremo intrappolare d8.l.la Costitt1zione >. ·,..• Per questa J"agion.e il go'verno dc ha serr,tpl'e esitato ed esita ancorn nel dare· esecu:t.ione alle disposiiioni del 1.'it.: V. L'esperienza. delle regioni speciali, soprnttl'lttq in ~icilia, anche quando il gQverno regionale .è sta~C' nelle mani dei• dc, ha tìlaggiom1ente inaspr·ito certi problemi della ·vita localo, che il potere centrale non può piì, tra• scurare come ha fatto l)OI .passato. Non è ·possibile, per e~mpio, ai rappresentant; regio- 1'lali~ dC della· Sicilia o della Sardegna essere solidftli con il, governo. centrale quando questo non rispetta i diritti (!elle popolazioni lor.ali sanciti c1H111' Costituzione i, dallo Statuto speciale. Soiidarizzando, in tal caso, col gove1·no di. ~orri::1., essi perderebbero terreno 1·n loco, e mettendosi .contro di esso romperebbero la solidal'ietà di partito. Lo stesc,o $i ve1•i. ficherebbe domani nei rapporti tra go,·erno ~ regi· 1 ni ad fl.Utonomia nol'lnnle. qualora queste cadesBero nell~ mani del partito governativo. A questa preoccupaz;il)11e si nggiunge quelln, a110rra più , . g,.ave, che non · poche l'Ogioni potrebbero cadP.re al con– trario 1wlle mani dei partiti di sinistra. C. OS.l' il governo_ ha trovato sempre _milio pret~sti .per . . non at~nare l suoi_ compiti. Per questo oggi, ~d otto ,• l.ll· ,,ii 1:1~\l'e,;trata in vigore della Costituzione, in ~111.<1.s1 tutti i settori della vita ituliana vigono ancora leggi anteriori, :>er lo più fasci~te, in contrasto stridente- con b! Cost!tu– ,~ione stessa. Questa, ,oorn'è noto, alla VH.l disposizi( ne transitoria, -11·escrive l'elezione dei Consigli 1·egion ali entl'O l'anno della H1a· entr_ata in vigore, cioè non oli.re i.l 31 dù:e1) 1 1J1·e 194S. ;raie di8posizione è stata continuamente ,violata. , · • Una~ legge del 1948 ed un'altra del ..194!> spo~tarono :il: ttrmine originariamente fissato dalla Costit ·11iv,ne,~ter– •11:iine, che in se guito è stato del tutto carìc~ ... IJat", Ciò è ·particolarmente grfl.ve, perché i 1(->gislatori non pdevano !\1-aJei;si 'di leggi ordinarje per modificare ·dis17osiz1oni trnn– .si.to1·ie,ma di efficacia costit.11zio11ale formale.· , In qnesta sua opera la DC ha t1·ovRto J:app..-:ggio di– .rettò dei gn1ppi poliLici di destra e quello ·in<liJ·"H<' degli '.altl'i partiti governatiYi che, por ragioni çli,., 0Pp••1·tunità, ,J'1a.'nnolasciato fare. I ptimi hanno comp1·~sO :Ch0 _in"éille~ 'stò campo, così come in tutti quelli: d1e ,i.J·1toressano. la ,,ind.tura dello Stato e della societ.\ economica italiana,' t~a DC- è nella fase d'im·oluzione conser,;,ntrice, ·e ,·ogliono · j1rofitt8.re dell'oacasione per co1ifermare· e con.soEdme 'in çmodo ·definitivo, 1·ordinamento accentrato,· QurD·cratico ed Opf,lJ."essivo. : 1 · Così essi hanno ripreso rorrensiva contro la Regione ·ria"ccéndendo le antiche diifidenz;e, e agitando ·il logor9 ·motivo del pericolo per l'unità naziohale. l\fis~_;ni, mo– narchici, liberali sono giunti persino a propoi·1·e, ~, modp pili o i:-i1on oapel'to, di rivede1'e la Costifo:,,iòn.:e ,fj canee!. ltll'é da es.sa le autonomie regionali. In rèaltil ·q·-1es~;g,n'fppi r Politici non Si preoccupano dell'trnità, ma .Solò della 'di– fesa c;Ieipropri interes8i. Es"si vogliono cons.er wne larstmt- "tn'ra dello Stato accentrato,. con la forza del CJ.rù \le,c1efla r.,nìa polizi8 e della sua burocrltzia, vOgliono risolvere ·i ''gr~vi problemi delle- popolazioni specie ·del M~zzogiorno. ,. Non vogliono le autonomie peréhé te.mo110 C'he le Re– gioni possano', per libera decisione, l'isolvei'e · esse i Iòro LprOblemi ·o almeno impostarli in senso democratico~ se• condo i propri interessi, laddove )a. soluzione è possibile. Non è l'unità nazi011ale, perciò, che difendono, ro-a l'aC- (Dis. di Gay) itEAL'fA' ~ICILIAN'A ·- Chi tocca i fili muore centramento statale per continuare la dominazione di cla,sse. BiSogna (ari~ fin'ita spazzando ogni loro illusione. ,La dostituzione non S,i pu~ ca1nbiare se non quando le condizioni storiche çhe Thannò prodotta siano mutate. Ri– vedere norme ed istitriti fondamentali senza che di e8si si sia fatta la più piccola esperienza, è pazzesco. Come stanno ora le cose? Lo scòrso marzo il Senato ha approvato il disègTl.o ~i legge Amadei, col quale vengo~o fissate le norme per l'elezione dei Con~dgli regionali. La Camera non lo ha ancora approvato, né si sà qua11do esso sarà' Portato al suo esame. Questo prog'.etto è µianifestamente antidemocratico. In– fatti prevede l'elezione dei detti Consigli non già da parte dei cittadini ohe hiinno diritto al· voto, ma da ·parte dei cg~jglieri provinciali. E' lo steSso sistemà di elezione pro– post"ò· dal MingheJetti nel suo famòso pr'ogetto di crea– zione c!ella Regione. Si tratta di nn·a vera e propria vio– lazione de] diritto di Yoto, cardine fondamentale della de– mocrazia. L'art. 40. della Costituzione riconosce a ttitti i cittadini il diritto di concorrere, con metodo de·m.ocratico, a determinare la politica nazionale. Questo dil'itto è sop– presso per le elezioni dei Consigli regionali, i quali hanno potere legislativo e, perciò, politico, mentre i consiglieri provinciali sono stati eletti per eSercitare soltanto poteri amministrativi. Ma perché, ai fini di una pili Jarga base elettorale, non è stato esteso il diritto di voto almeno ai consiglieri comunali? Dev'essere stato, evidentemente, il calcolo delle pro– babilità a non consigliarlo. ·La volontà dei cittadini, ai fini dei risultati elettorali, è ben diversa da quella dei consi– gl~eri provinciali. Questi agiscono dieh-o ordine dei partiti, si?chè il calcolo pnò essere fattO in antic·ipo per saf)ere quale sarù la composizione. dei Consigli regionali. I consiglieri comunali,. invece, sono solo iJJ parte legati ai partiti; ù1oltj cli essi sono liberi di votare secondo la propda co– scienza, ed il calcolo delle proOabilità sarebbe rinscito assai i>iù djfficilo. Còsì, alla consultazione ge;nerale di 27 milioni di .cittadini elettori, si è preferita quella di secondo grado, di 3QOOconsiglieri provinciali. ' ,:,. · Nonostant'e tutto, il progetto è stato apìJo'ggiato al Se– i1atQ anche dalle sinishc, al solo· scopo di· non ritardare·· ancora la formazione dei ·con~igli itégionali. Bisogna augu– rarsi chP, lo fJl.essp venga sottopos.to presto all'appro\,azione dellfl. C8rnera e che que8tn lo apprn,,i senza ·modifiéhe, onde évitare il ,·invio al Senato, ,il che fa.J"eb~e,'di ccinsegnenza, i·estal'e soSpesa chissit pet· guin'tò ·tempo _ancora l'attua- zione della Regione. . '.. . . 1 • • Quest.a, i•l verità, anche· d.o\Jo'J'elezione déi C011sigli re– gionali, avrà vita più apparente che ì-eale,. Infatti l'entrata in funzione della Regione, -~econdo la legge_ su.Ila « costi– tuzione e funz.ionamento degli ·orgé\ni ·regionali) _approvata ·dalla. Can,e1:a e dal Senato 1:i.spettivam~11fe 'i! 22 1:-iovem– 'bre 195_L ed il 22 gennaio 1953, è snbo1·dinata. alJa prepa– ·J·a~ione e. poi all'appcov8zione,· da parte del parlamento, ,degli statuti J'egionali e, infìne, alla pr~n·ent,i_vaemanazione, da parte de11o 8tesso, delle « leggi della Repubblica con– · tenen.ti, singolarmente per ciascuna· miteda, i principi fon– datnentali a cui deve attenersi la legislazione 1:ogionale ~– ; T-,,e, elette « leggi della Repubblica' sui principi fonda_- 1mental.i » mancano. . :· . ·. Le assemblee parlamentari continuano, a quanto pare, ~noi:ost~_nte le esorta~iOJ1i. d~l .p1:e~i ~ente déHa.· reJ)'ubblica, ,a trovare ogn~ i)ret4:'!st~,o per ritarda.re l'attuazione de11a Co– stituziOne. Disogna ..-sf)ingern .lè_ Ca.nferé a éo~npier0- il ·loro :do'Vere recla(l1ando a grari:_,rOçJ l'aÙuazio,,e delle· Regioni,- r .c01ivi1icendo i pilj, ·agit8néfo·, )q ~tjtieStio1ie n~ll~. -~sSemblee comunal_i e prov~nciali, e creando una Ja·rg'a corrente di cpinione pubblica. ~ (151) nuova repubblica LETiERE AL DIRETTORE - . . ~ LE CHIESE E I CHIERICI ROMA, 1 ot.tobre 1956 Coro Codignoha, ti ciliedo il favore di spfogarmi una oo8a. Dall'Avanti! del 28 sett. appa·endo che l'on. Lussu si preoccupa d'un af– flusso dei ceti medi nel 1:is:r, in quanto << potrebbe com– portare la costituzione da un portito d.i classe a un par. tito interclassista {sic]: la lotta di classe [nientedimeno.] potrebbe riprodursi all'interno del l?artito ». . A paÌ·te· il fatto· ché lo stesso on. Lnssu appartiene al ceto',nl13dio e con· ciò; g'iustalnente, ritl~ne di poter militare ill ·un partito s(!cialist~ eh.e afferm~ la.: lotta cli classe come lotta della classe lavoratrice nel suo complesso, e noh della sola-classe operaia nel sen~o ristretto del proletariato (di– versamente, quel libro, nel simbolo, che ci starebbe a fare! e che ci starnbbe a farè la .mozione del 1 92, sulla qua.le poggia il PSI e che pari chiaramente di clssso lavora– trice - compreso quindi il ceto medio - in contrappo- · ' sizio·na· alla _clàsse dei « capitalisti detentori ç: monopoliz– zato_l'i ·c1e·11e. ricchezze socia.fii:.?); a n~rte questo, in che 'modo; l'on. Lllssn, che giustamente sostiene la• democrazia parlamentare;,·vorrebbe raggiungere la maggioranza se - sulla-,base d·1.~n S\Jj,.)ernto concetto di'.borghèsftt (chi sono i bo·rghesi,,, Og'g'i? i pi·ofes~mi?) -. ritiene che 1sia da re– spingere· la maggioranza del popolo italiano? · Se 8iomo ancora. a questo punto Enwnuele Ca-storlna Caro Castorina, tu vuoi proprio mettermi neU'imbarazzo! ... Che VUQi, già mi' considerano un « eretieo »: se poi. mi fai passate =anche per un « anticlassista », sono proprio .fritto. · Ma •ti rispon·derò uguq.lmente, per oSservare. che Ya J)arola · « 'Classismo » è diventata, come la parola « ciemocrazià », una . specie di trippa: buo_1iaper tutti gii Ùsi. L'altra sera sentivo dissertare al •cònsigliO ' cOmunate· •·di·· Firenze un missino: esordiva in modo accddemico e cur-iaie. con ricerca d·i bello sfile e di accurata ·paro'la: e anché lui:, vivaddio, parlava di ·a_efnoCTazia, e si associava a tra richiesta d-i · maggior.e sensi– bilità democratica fatta da altri settori aU'on. La Pira. La parot·a « classismo » è qualche cosa di siffl~te: è .adatta per evocare un tabù: e• guai a chi Io tocca. Ma che diamine si vuol intendere. con quella parola? Si dice: tutto bene per l'unificazione, alla còndizione ch·e il nuovo partito I'e'sti un partito classist.a. Clìe si{inifièa? Se· per partito classista vuol intendersi un partito che r appresenti le esigenze, le lott~, le sofferenze de!la « geri.te che lavora », deUa gente che iiott è legata atte conCentrazioni di ricchezza _e di• potere, siamo piìi che d'accordo. Ma quanta è, numericamente, quest.a. gente? Pensiamo: contadini, operai, impiegati, artigiani, pic– cati commercianti, inteUettuati ... ~a stragrande maggioranza ~umerica del popolo italiano. E allora? AUora vuol dire che un partito H quale si proponga' di rappresentare, e por– tare ad una certa unità, interessi cosi. ifflponenti (e anche contraddittori), dovrà pfoporsi ovviamente una politica ido-– ,nea. Dovr'à cioè sfoTzarsi di determinare quali siano gli interessi comuni intorno ai quali costituire una unità pot~ tica quanto più vasta possibile, e per questi interessi dare la propria battaglia. Si porranno allora tutti i grossi pro-– blemi connessi appunto alla questione di determinare quali siano questi interessi com.uni, e come isolarli: che è al}punto it problema di fondo di una efficace potitica socialista nel nostro paese. _ Ma i « classisti)) veri, quelli eh.e ci guardano con un ceTto cipiglio, non · sono contenti quando ci sentono impostare le cose cos.ì. No no, questa non è la «classe», quella vera; però, la classe « .vera )) non sono neanche i soli operai. Che dia• mine, mica operaisti essi sono ·( e poi, lo sanno anche loro. spesso son proprio gli operai che persegtiono oggi una poli– tica di sempti_ce «protezione» del lavoro). Essi sono per la «classe»: per un ente immobile e ast.ratto, di cui hanno sentito parlare, e che immag-inano tutt'uno col marxismo. Quasi che it problema che si presentava agli occhi di Marx ci metà deH'BOO,con l'industria manifatturi.era in pieno svi– luppo e H pauperismo operaio determinato dall'introdttzione della macchina, abbia ancora moUo a che vedere con la realtrì di oggi! Ma eh.e vuoi? nessuna chiesa è senza chierici. Ed è per questo che neUa lotta politica facciamo volentieri a meno di tutte le ch·iese! Tuo Tristano Codignola NOVITÀ, Italia e Stati Uniti di H. S TU A·R T H U G H ES Lo Hughes vede l'Italia con occhio di politico. con animo di amico, con mente di storico. I suoi giudizi e le sue osservazioni sono giudi– zi e osservazi·oni validi per qualsiasi italiano. Di particolare interesse la diffusa trattazione degli elementi geografici come fattori di limi– tazione dello sviluppo del paese; l'analisi re– trospettiva del fascismo e dell'antifascismo in Italia e in esilio; la trattazione della teoria e della prassi del corporativ.ismo; lo studio della seconda guerra mondiale non dal pun– to di vista consueto della strategia alleata. ma piuttosto sotto l'aspetto dei suoi effetti sul po– polo italiano; la dettagliata disamina del pro– blema delle relazioni fra Chiesa e Stato e della posizi.one della Chiesa cattolica nella vita italiana, con particolare riguardo all'in– flusso economico, sociale e intellettuale di più di dieci anni di governo ·democristiano. * Pagg. VIIÌ-256., con 12 tavole f. t. - Lire 1500 FIRENZE ,_ ____ LA NÒOVA l'rALIA E~l'rRICE

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