Nuova Repubblica - anno IV - n. 30 - 22 luglio 1956

8 • lllBLIO'l'E(;A LIDICE " " • P AVEL Ondracek, l'eroe di Didice (Mila'no, Monda– dari, l!J55), è un giovane ~tudente céco" cbe h~ imparato ad imitare alla pedezione Heycli·ich, pro– toi't0l'e nazista. di Boemia e Moravia, tanto da pote1·glisi sostituii-e. Questa abilità porta •nel racconto, al di là di un fatale intreccio rii situazioni. create dai fre(]_Hentisca,nbi di persona, a ben più profonde conseguen:i:e pc>r lo spirito del protagonista. Non si giunge mai alla beffa troppo ~coperta, fil ti1·0 giocato nello ,stile di un Ulenspiegel, peL' intend<wci. Vi è costantemente, nel fondo di Pavcl, qual– co~a che gli irnpedi~ce di l.'fssumere questo tono. Lo chiarj– rnnno molti passaggi del libro, che ci diranno fin~ ~ ch_e puntQ la in1rnedesirnazione porti il giovane a sent11·s1 pr1- ofoni('!'O del suo st~sso terribile personaggib. Ileydrich ~ un personaggio storico, e la sua figu1·.a fornì a Fritz; Lnng il protagoni,.;ta di « Anche i boja muoiono>. Ma éli che tempi-a è l'eroe l\1ann ce lo dic(' e~plicitaniente alla fine, quando il problema ce-ntrale del libr·o (la legittl'l11itfl del– l'a:,:ione clandestina, la cni repressione p01·ta alla morte di tanti innocenti) ,.;i ,.;,·eia nelle parole di nna compagna. « trn essere clrn non è nato col coraggio o con l'energia, aniva a coff1.piere cose molto più grandl di lui col solo impulso dello spil'ito ». E Ja ResistPn'Z.a? («Ho condotto. cohtro la violen½a runica guerra che potevamo» ... e an– cora: « Tutto le co,.;e si chiai·iscono, ma bh;ogna vivere, mantenere In vita ... è l'importante »). Altri giudi,z.i affiorano frequenti: sono quelli sul Yi'n– ciiorn, per bocca dei protagonisti stessi (il capitano tede– sco: « 11 mio futuro ... è il futuro del più infelice paese» ... 4'. Tutto quello che j tedeschi sanno fare realmente è eR:-\ere ostinati nel falso» ... « Ogni tedesco crede a que1 t"lie deve c1'edere. Jler questo siamo il popolo dei pa– droni.» ... « Sono soltanto un Napoleone, non un Fii– tlcr » !... ). E c'è dell'altro, nel tono divel'tito di uno Shaw (gli inglesi che fanno scoppiare le rivolte alle cinque meno un minuto .. < Quel minuto yogliono sempl'e che si preghi pC'r il Re d'J 11ghilterrn »). . A che ef;empi riportare questo « Lic\i('e »? TI lega mo con gli altri libri di Mann è strettissimo (guardiamo spe– cialmente a Piccola. città: 1·ichiamo d'obbligo per innu– me1·evoli versi). Ma al teatro (più che al cinema) ci 1·.ipor– ternmo anche J(:>.gitlirnamente, o meglio ad un cel'tO genere di teatm filmato. ......_ La divisione in capitoletti b1·evi (cento più uno d'epi– logo), capitoletti in,.cl;1i,Je descrizioni, tutte a!Finjzio, hanno IR bre,·ità di appunti per una scenografia, l'andamento dei dialoghi, tutta l'a,z.ione e le figure ci riportano nettamente all'opera di un s~piente burattinaio (un Trnka rimasto sulln carta, ma p1·onto a essere realizzato visivamente, in una « nuova leggenda céca », coi suoi pupa,z.zi belli e fatti, tutti precisi: basti pen!';are alh1fficiale-auloma, che mesf(o in moto da uno spintone sembra non doversi fermare pili). ''è, ricordato Lang agli (nizi, non pef il solo gusto cli cilm·e. Uomo di cinema e scrittore si rifanno alla stessa rnatdce, di origine espres,.;ionfata. COrne leghino, fatti cul– tw·a li e politici, su questo piano, ricerchiamolo nel libro Da Calig~ri a Hitler. Heinrich Mann salda epico e grottesco con mano felice. La ricerca affannosa. del colpevole (chi, ha. gli abi– tnnti di Lidice, è il finto protettol'en, l'alibi collettivo, la presunta parola d'oJ'dine inventata dai tedeschi, il pazzo– spia stl'Urnento della azione risolutrice, già individuato agli inizi, la corl'lparsa di Pavel-T:leydrich a teatro, al ca– stello, in città, il sno discorso a oppressori e oppressi riuniti; ecco i n_odi della vicenda. Ma su un piano di rea– li, z.za, z.ionepiù alto ponei la. telefonata al Fiihrer del finto prntettore. Lo spostamento dal grottesco all'epico è segnato dai capitoli finali. L'azione si porta sulle montagne, la cospi- 1 iw,ione si la resistenza a·1·mata. Lassù giunge attraverso un le.conico comunicato di giornàle la notizia della distru– zione di Lidice, della morte deì suoi abitanti. La leggenda è nata, senza che nessuno la inventi, è ormai patrimonio di tutti gli uomini; e l'ha creata fo stesso . I nemico. Respinto da tllla azione riuscita. di guerriglia, esso ri– tornerà. « Per J)aurn. La sua paura crea la nostra logg€!nda ... Una attrazione e una consolazio1)e pe.r tutti i poveri sono· i vinti che ritorne1·anno ». CARLO ULCIGRAI ANGELO ANGELOPOULOS L'atomo unirà il mondo~ L'impiego dell'atomo come fonte di ener– gia ha già dato luogo alla . costruzione delle prime centrali termonucleari, dove l'energia atomica sostituisce i combusti– bili convenzionali o la forza idrica nella produzione di energia eletlrica a prezzi di mercato. Nel corso· dei prossimi de– cenni, l'atomo è destinato a soppiantare le fonti tradizionali di energia e a tra– sformare profondamente il quadro delle forze produttive. Angelos Angelopoulos, noto per i suoi studi sulla pianificazione, prospetta in queslo libro le conseguenze economiche e sociali dell'applicazione dell'energia atomica su larga scala e im– posta chiaramente ì problemi di fronte a cui l'umanità verrà a trovarsi nel pros- simo futuro EINAUDI (120) nuova repubblica (Dis. di Dino Boschi) L'assalto al Campidoglio e il silenzio delle oche u laiche 1> NOI E GLI ALTRI In tema di unificazione R I.LASC.IANDO 1.rn· in~e1·,·i~ta ~l Corrie~·e d.'lin/onnrizio-, ne del 5-G htgho, Riccardo Lombardi ha fotto alcune dichiara:;.ioni di grande ìnte1'(:'!';~e :rnlln questione della c. d. unifica:,:ione !';Ocialista. Allà domanda: « Ritiene clie la media dei militanti del - PS~ fu..pil'i alrunifìcazione con il PSDI? », egli ha co::;;ì l'isposto: . « L,a tosidetta "UnificHzione socialista", pei· l'im– mensa maggioranza del PSI, ha (o acquisterà) un senso solo se essa venà concepita in funzione di lotta contro il blocco proprietario e non già come uno strumento cli anticomunismo che, fra l'altl'O, sarebbe nilche fuol'i sta~ gione. Se, dal canto suo, il PSI com1Hende perfettamente la. necessità di frrobustfre o sempre meglio collaudare la sua autonomia. (che è scmpr; per noi, còme per chiun– que, e prima di tutto autonomia rispetto ai propri ajleat.i), il partito socialdemocratico deve abbandonare risoluta– mente la politica di copertnra a sinistra delle posizioni con!';er-vatrici. La democrn,z.ia, per j socialisti di qualsiasi osservan,z.a, non può limitarsi alla difesa e promozione del metodo democratico e parlamenta1·e, ma è tutt'una cosa con la rimozione doi privilegi che. ostacolano e fru– strnno l'esel'Cizio del metodo democrntico: perfino la Co– stituz;ione ce lo ricoi·da nel. suo fondamentale articolo tre. Ora, in Jtal~a (come del resto anche in Francia), la po– litica del "centrismo domocratico" ha avuto e ha la fun– zione d'impegnare tutte le sue componenti politiche nella difesa della legalità pat·lamentare fissando-le - chè altri– menti data Ja loro elerngenoitò. la convivenza sarebbe stata impossibile - sulla conservazione dell'ordine pro– prietario costituito. Finché la socialdemocrazia farà coin– cidere. la propria politica. con quella del "Centro de– mocratico·•, onnai del resto in liquidazione ovunque in Europa, non ci sarà materia su cui progettare una gl'Bnde operazione politica. Questa, infatti, per essere feconda, deve .tendere a una modificazione profonda delle strutture politiche, econorniche, amministrative, culturali del popolo italiano e a una incisione, ordinata ma riso– luta, nell'attuale ordine propl'ietario: cioè, appunto, alla rimozione, i~ tutti i co.mpi, delle posizioni di rendita e di monopolio». Il giornaliSta ha nggiunto: « Ritiene che tale ì.mifìca– zione sia desiderata ju misura maggfo1·e dagli iscritti al PSI o dagli elettori?». Al che Lombardi ha risposto: « Pel' quanto nes– suno possa sentirsi autorizzato a interp1~etare la volontà del corv.o elettorale, suppongo che gli elet– tori socialisti, nell'aumentare il snffrng_io e del PSI e del PSDI, abbiano voluto soprattntto incoraggiare l'unione di tutti i socialjsti per poHe fine al monopolio democristiano nel Governo e nel sottogoverno e per• battere in breccia la destra economica. Non certamente per sospingel'e anche il PSI nella palude centrista da cui il PSDI, faticosamente e timidamente, accenna a uscire. E, non certo per·caso, i successi pili note,·oli del PSD[ si sono avuti 1;~ do,·e i suoi oratori hanno detto pili' o meno: " Dateci più voti per metterci in gr·ndo cli cam– bial'c politica e alleanze" ... ». Ci sembra che questo sia un modo serio, l'unico modo possibile di porre il problema. Un giudizio su UP I N UN SAGGIO che R. Colapieti·a ha pubblica sul tema « Per una storia clej radicali italiani», sulla. l'ivistn Jti. nerm·i di Genova, si legge Cra l'altro il seguente giudizio su UP, che potrà interessare i nosfri lettori: « Unità Popolare J'icalca piuttosto da vicino, anche nel nome, lo schema rosselliano pet· una minoranza di pro– pulsione e di rannodamento nel seno del cartello delle sinistre. Esso vede in quest'ultimo la forma moderna– mente democratica del momento (la polemica anticomu– njsta1 mai dismessa, discende da nn. contingente motivo politico, e si indirizza, anche qui sulle orme rossolliane, soltanto verso la prassi totalitaria., e raramente, contro le impostazioni di fondo): vh-aciss-ime sono quindi le prese di posizione contro le reviviscemr,e di ·paternalismo fascista o integralista: ed è notevole che Jo sèhema.tismo classista sia pressoché del tutto abbandonato in pl'O di una collaborazione fra intellettuali, ceti medi e proleta– riato per una protesta etica e moralizzatrice. Qncsta soluziono rende 1·agione della persistenza del mito della Resistenza come momento di amalgama concreto intro– duttivo all'azione; ed il fenomeno è vislo natw·almcnte sotto una luce parziale, anche se in parte esatta, come esigenza di rinnovamento totale, ma in un determinato senso, popolare e socialista. Dunque lotta estrema, se– condo la formula rosselliana, contJ'o il fascismo, inteso come estrema degenerazione morale e grossolana tirannide politica, sulÌ'intéro scacc,hiere mondiale, ed accentua– zione maz;ziniana sia dei motivi etici di tale lotla sia della. solidarietà internazionale ·interpretata come fratellanza tra i popoli, a prescindere dalle forme poliliC'he, sulla via di un operoso progresso (si vedano specialmente, in merito, la tesi di Calamnndrei e quella, o,:iginalissima, di J'en:iolo). Accenti mazziniani,. e rndicali in gcnei·e, si .l'iscontrano anche nell'insistenza posta sulla politica sco– Jastica' (badiamo: si dice politica, e •non riforma) vista come introduzione ed educazione alla vita politica ed al rinnovàrnento morale dell'individuo. E la. stessa stmt– tura del movimento, infine,·· spiccatamente associativa, ricalca il tema rnsselliano di una spontanea, anche se passt:>ggera, concenti,azione di forze per nn fine deter– minato e circoscritto di profonda carica rivoluzionaria: ]'instaurazione di un moderno Stato socialista. < Unih\ Popolare> può considerarsi quindi la filiazione piil cli– .retta ed autentica del pensiero antifasci~ta demoet'atico ».

RkJQdWJsaXNoZXIy