Nuova Repubblica - anno IV - n. 15 - 8 aprile 1956

· (Fro le 11umerou rlabflitaziÒni .çeguitt o/ p,·Oce.~soa Sfo.liii figura que_ll~,._delln .~cie,t.; io.to l\'ifm– lai Tvanovic Wavllòv morto oscuramente in Siberia, nel 1942, dopo che Lysenko aveva otte'. nuto fìmpOsizione delle. Sue · teofit· genetiche. e la liquidazione. della scuola avversaria.) J Dis. di Dino Boschi) , · -Esa~i ·di riparazione In biolog-ia MODERNITA DIDEPISIS . . .,,....-:, ·.. ·;,·_" •' ' ' di N 0:-.1' C'E'- stato d,lVvero bisogno di attenderne la morte - del resto immatllra. ·- perché. fosse_,ricO~ nosduto a De l'isis nn posto eminente nella -stol'Ì{l– della pittura italiana di quosto secolo. Benché ah!-}oi·a negli ultimi anni, tormentati dal male, egli ci' abbia dato, à traiti, prove ulterjori di una. jst\ntiva felicità d'i:;;pira– :, ;j9.ne, la sua pittura si era già· defini_ta. i:i,el_venteri"f~· fra le due guerre, I"aggiungendo il suo culmi_ne _attorno RJ '40.. E gioverà prernettern Che quel peri6do,. inve;1·0 .note– y.çil;i~tdmo·,deWarte nost1·a, non fo~; se non assaj mi;trgi– nalrnente sfiorato e corrotto dal faseismo. Il qw{1e~ si sa, non ;·iuscì ,mai, _per no~tra ,fortuna, a crea~·~.. <u~'a'1:t~ di Stato. Il « Nov.ecènto » stesso, la ct~i prima .~anifestii:"– zione .Pubbl_ica fu tenuta a batt~simo _da 1'.i1,J"Ssolit]'i, si còntaminò dell'equivoco' nazion'alfascista soltflllto in al– éune sue· espréssioni esteriori e in alc'nne suè-· manifesta. zioni progi:~rnmatiche. Se tra• i minori del ,gn~ppo poté tah•_olta all~gnaie quel classicismo di manie'ra che suol prospe.rare _n~i ç.ij. ,ni cesarei ~ dittatoriali, ben altra. fu ,la 5:0stanza.-..dèi suoi maggiori artisti. Sfrondato di alcune concessioni - dòvute che fossero a sincero equivoco o a. consapevole piagge1·ia - alla retorica. del tempo, il progr_amrna stesso del movimento propugnava soltanto un dtoroo alla. tr ·P.di: ,;ione come reazione all'avanguardia cu– histica e futuristica., un ritorno alla liatura sentita nei suoi a.spetti plastici come. reazione al dissolvimento im- .., Òl·éSsfonistico: un'arte insomma che senza nulla conce– dere al verismo ottocentesco riconquistasse la natura or 4 gani"'.-,rn.ndola in salde composizioni plastiche. E l'arte del «Novecento> porta i nomi di Tosi, Ca.rrà, Sironi, Caso rati, Rosai. De. Pisis non rientra in questo gruppo, -· anche se nel 1926 partecipò ad una mostra· dèl « Nove– cento>. La sua· pittura rappresenta anzi, in certo senso, Jlant.inovecento. Se Carrà· si richiamava a Cézanne, De Pisis guardava ad Utrillo, se il Novecento condannavà l'impressiònismo e i suoi derivati pei· aver dissolto le forme delta natura nel brillìo della luce e deB'aria, De Pisis ammirava. Manet e Bonnard, se per i novecentisti lfl. tradizione si inc8.rnava in Giotto e Masaccio, De Pisis la. ricercav"a caso mai nel .Guardi e nel Magnasco. Pure, . Ja modernità di De Pisis, la sua partecipazione profonda a qnel clima di «classicità> - quasi di giusto mezzo ft·a le rivoluzioni del primo anteguerl-a e le avventure (ast,·attiste ·o neorealiste ·che siano) di questo· secondo dopoguerra -, che caratterizza l'arte italiana di quel ven~ ·tennio, è indubitabile. L'esigenza di un atteggiamento di ape1·ta co1·dialità e di fiducia verso le apparenze del n10ndo visibile, dopo la ribellione iconoclastica dei movi– rnentì d'avanguardia attorno al 1910, è comune al « no– vece11t.o » di un Ca.1Tà o di un Tosi come all'antinove– cent.o di De Pisis. Cile poi questa 1·ìcostruzione del visibile si '-sia conlì~ gurata in De Pisis in un modo così diverso da quello perseguito dai suoi compagni di sfrada del «Novecento:., in un linguaggio cioè così labilmente pittorico, fatto di illurninazioni improvvise, di segni vibranti e fuggevoli, e co~ì ripugnante da ogni sintesi plastica o tonale, si può_ in parte spiegare con l'esperienza. letteraria, vivace e profonda, del pittore. Nato a Ferrara nel 1806, De Pisis aveva sì ricevuto peI" tempo una prima educazione al d_isegno da probi maestri locali, ma aveva frequentato le scnole classiche e doveva poco più tat·di laurearsi in lettern a Bologna, e Insegna.re italiano nell'Istituto Magi– strale di Assisi. Parve anzi che il suo cammino pili vero dovesse essere quello delle lettern e della poesia: una pol.:lsia non mediocre, sulla scia di Pascoli e di .Covoni, <li un ·delicato timbro crepuscolare. Il suo primo quadro SALVINI è del L!JI G (anche se, si· sospetta, sia stato rito,ccato qual. che 'anno più tardi), mà la Slla vocazione alla pittura è Sporadica e intermittente fino a.I '23. 'E soprattutto si m~nifesta in t\na serie di tentativi irl'~quieti,' più che di ricerche sistematiche. Parecchi altri fra i pittori che do– veva'ho attingeÌ·e la prima ni"aturità dopo il '20 passa• ron_o attrave_1'so esperienze d'avanguardia, ma si __ trattò di una Successione logica di rice,·che: priina il Futurismo, poi la. I'ittura Metafisica, quindi i « Valori Plastici»: un passo dietro l'altro, dopo la prima. fase anarchica, ~ verso la restàurazlonO novecentistica. Per De Pisis fu 4 f'ono un tentativo dì « pittura mefa!'isica », iÌl contatto assai .s.ti 'etto· con De Òhj,·ico, ma cÒ.i( llno spil'ito svagato, C?Ort \lll ·linguaggio non ~·vrivo certo-. 'di qualità p~ttoriche, ma impigliato in schemi letlerari - dove le composi– zioni fatte di strani accostamenti d'pgg_etti non riusci– vano a sprigionare né l'ironia sottil6 né la muta solen• nità, né. l'astrazione sublime l'ispettiva mente dei· De Chi• .iic"o, dei Carrà, dei ... ~Iorandi -, e una snccessi,va ade– sione a Dada, che fruttò lo s.che~zo di qnalche « c9llage_>. M_ A QUESTA è preistoria. La. stori~ di De Pisis ha ifli- .zio dal '23 in poi, col soggiorno romano, ricco di studi di· mnseo e dell'esperienza della. pittura. di. Spadini. E' necessario, anChe se può rius'cire ostico, riConoscere che l'avvio all'orientamento impressionistico di De Pisis - già implicito certo l'lella. sua produzione di poeta ere• pnscolare, ma ancora privo di concr.eti strumenti lingui– stici nella pittura - fu dato ·dall'incontro con Spadini. Quèsti non era. più che un or~cchiante dell'impressio• nismo e di Renoir, ma era dota.lo di un senso istintivo della bellii materia pittorica. Cogliere quel palpito sen– sllale che, _gli spiegati colori di Spad.ini racchiudevano e liricamente purificarlo fu subito l'impegno di De Pisis, La partenza. per Pa.rigi, nel !25, e il suo soggiorno di molti anni nella patria dell'impressionismo, deriva.rono da una intima necessità di approfondire quella. cultura., di impadronirsi di quel ltng\1aggio. Non avrebbe senso soffermarsi qui in un'analisi degli apporti, numerosi e svariati, da Degas e Manet a Bonnard ed Q"trillo fìno a Soutine. Ormai il linguaggio del pittoi·e è sempre pili indi 4 ':'iduale, sempre più riuscitO l'impegno di gettare il po.nte fra l'lm'pressionismo francese e la ma.cchia settecentesca italiana, e segnatamente veneta. Una pennellata legge– r"issima, quasi disintegrata, risolve ormai il colore in un brillìo di preziosissimi toni: fulgidi talvolta e dissonanti fino a sfiornre accenti drammatici di timbro espreSsioni– stico, esplodenti in una drammatica alleg1·ia,. anche, o accordati invece su toni grigi e perlacei, in una sinfonia di colori appena percettibile su una stesura tendente al monocromo. Si tratti cli un ritratto o .di un can1:1le di Venezia, l'immagine si dissolve semprn in una balenante apparizione, nella qnale vibra la poe:;ia della mutevolezza incessante e tutta fremiti delle cose. Un ritratto: e san\ la cornnwzione sottile e ineffabile del fissare un istante gj vita. Un mazzo di fiori: e sorà l'illuminarsi cli una serie_ di punti, di svirgolature rapidissime, con l'intensità e l'istantaneità di un lampo, sullo sfondo nubiloso di un 'interno percorso da ombre vellutàte. Un paesaggio: e sarà la vita che palpita, 1·ide e trascolora nell'inseguirsi degli attimi. Ma nei momenti di ispirazione più pro– fonda, qualcosa intervjene a frenare la. forza centrifuga e dispersiva di queste visioni: un velo che attutisce le dissonam~e più aspre, che unifica i toni disgregati: qnasi c.he fra l'occhio del pittore e questa visione fulminea clel'– l'oggetto, questo bmlictl.r0 sfrem~to della vita si frappo– nesse- il diaframma di una insopprimibile melanconia. (105) nuova reµubblir.a B'lHLIO'l'EVA * ANTOLOGIA POETICA DELLA RESISTENZA ITALIANA e ADENDO il decenna.le della. Liberazione, l'editore, toscano Luciano Landi ha dato allo stampe una. p.-eziosa Antologia J)oet·icn della Resistenza ita.lùma., compilata da due giovani scrittori, Elio Filippo Accrocca. e Valerio Volpini, i quali hanno raccolto un cospicuo oian~--– nello di testi qua.si tutti pubblicati negli anni l 943-4G Sll fogli clandestini o su· riviste di quegli a_nni angosciosi e tormentati. Aì-ricèhiscoriO que11e pàgine di fede e cli pas 4 sione, alcune illnshaziqni ·dovu.te a Renato Birolli, Aldo Borgonzoni, Renato Ol1ttuso, I.epncillo Loonardi, Ma~io Mafai, <.)iuseppe Afazzullo, Mario renelope., Giovanni Stra– done e Renzo Vesj)ignani. La raccolta non na.sce - avvel'tono i due compilato1·i - « da un impulso ·di schietta natura lettenrfa., ... come tentativo di provare Ja. validità stilistica di uno specifico aspetto, ed anzi escludo deliberatamente ogni riferimento alle polemiche sulla poesia e sui tentativi di rinnova: mento fatti da\ giovani pOeti usciti dalla Resistenza con un8 carica emotiva .assai forte»: anche se, a nostro avvifiO, j testi di alcu~i degli autori ·con~presi in questa antologia denunciano chiaramente una posizione cli « rottura» (cl1e non è - ·si badi bene ,-- eversione} con gli schemi di 1ina poesia' che per· l'addietro 's'era v.~nuta conrigurando còme solipsisticà, ·com·e rifiutò· alla partecipazione. Per. ché, sebbene la « p◊e-sia dellà. Resi[;,lenza » non abbia as– sunto in Italia l'aspetto di un capitolo definitivo corno ..:.__ tanto per propç,ne un esempio probante - è accaduto in FranGia, tuttavìa. la. pnesia ,:,.italiana nata dal,l'espe– r.ienza della gu.erra· e della lotta clandestina non ha man .. cato di imprimere un suo non labile segno nella nostra .civiltà lirica.: il 1945, secondo noi, segna - oltre che una data· storica - una data letieraria. Indubbiamente, però, c'è del vero nelle $.ffermaziçmi dei due curatori del 4 l'Antòlogia quando essi sostengono. cJ1e in Ita..lia. « non c'è stata una. "poesia della Res'istenz~" nel s.enso co,11une cl~o si attribuisce alla definizione.. anche perché, dato il h 4 mite temporale, la cre'azioriè pOetica, nata nei momenti vivi della ·lotta, ha a.t.teso i giomi della libertà per ma• nifestarsi largamente (salvo rare ecce2.io11i) e spesso .la stesura medesima è stata occasionata-da un ripensamento maturato nei giorni liberi ». · i . Quale è stato du.nque l'a$Slm,to cli Accrocca e Volf)ini nell'accingersi a. c◊-sì nobil6 e merit,oria fatica? Porsi, sem– plicemente, « a mezza s·trada- frn la' stol'ia civile e la sto1'ia letteraria», esprimere « nn 'gesto· 'di solida.1·ietù fra let– tere e storia p1·imn an<'ora èhe di documentazione per quanto i -...poeti hanno detto in tutte le par-ticolRri situa– zioni». - Tjllché l'a.ntologia -va accolta nel sno valo1·e dl « memo1·in storica», va. intesa nel suo preciso significa.lo di « po1·tare il pe~o di quei ~.niesi, il calore di una vita e di una .tensione ci,'.ilo, interni ed esterni di un popolo, emozioni di anime e di coseienze che debbono restare an .. che nel fi:,turo ». AcGettando.la come tale, e non 1imitnn• done dunque Ja prospettiva nell'unica direzione c}ella. poesia, l'antologia. ha pienamente raggiunto il suo scopo, ponendo il lettore dinanzi a quella piuttosto rara dimen– sione che è la dimensi·ono «civile». Certo, ci ,sarà chi opporrà non gratuiti argomenti in difesa d'un'antologia intesa in senso esclusivamente poetico, dissentendo ,dalla posizione dei due compilatori; ma, a conti fatti, vagliati il pi-o e il contrp suggeriti da Accrocca e Volpini, saÌ':Ì doveroso dire che meglio era difficile fare: a meno di rinunciare aWS:ntologia. La quale, inve~e, ha una sua ot– tima ragion d'ess~re, anche a volerne restringere artata– mente il valore ad una. mera documentazione d·elle vòci poetiche che in Italia testimoniarono gli orrori, i sacri– fici, e la riconquistata pienezza d 1 nn .sentimento c·he SO• pr~vvive nello spirito dell'uomo. . Trenta.s~tte sono i poeti (fra anziani, giovani e giova• nissimi, si può affem1are. ch'essi costituiscano· il pano..: rama pr-essoçhé completo della Jirica italianp. contempo– ranea, e più di centoventi i componenti ospitati da.11\m– tologia; delle liriche, notissime alcutle, ed altre affatto sconosciute anche al più avveduti e agg.iomati lettori di poeSia dei nostri giorni: il· che sta a dire l'esfrema atten– ~ione e la rara. competenza. doi due colTlpilatori (si pensi, del resto, che .Elio Filippo Accrocca s'è la..11reato con una. tesi sulla. « I 1 oesia. italiana della Resistenza» e che a Va• Jerio Volpini si debbono dne puntualissimi stndi sull"i,rgo 4 mento - .rispettivamente del 1052 e del J 955 - in sede di preparazione dell'antologia odiCrna}. Non si rileggono questi componimenti, o non ci si accosta ad essi per la prima volta, senza una profonda emozione: sia che i loro versi ci ripetano la desolazione d'una città devastata dalla furia d'un bomba1·damento aereo, o il silenzio che .colpisce l'uomo dinanzi al com• I}agno caduto all'improvvi5io - senza un gesto, senza tma (?8rola cli est.remo commiato - al suo fianco·;· sia che esp1·i- . mano l'orrore e la depreci'lzione per tanto sangue versato, o la speranza della 1·esurrezione ·e l'ansia della libertà. Anche le lir·iche pil1 shetta.niente motivnte dall'occasione. anche i versi più intimamente a.ppartenenti olla· sto1·ia._ - « pl'ivab1 » dei poeti hànnn, nelle pagine ·di questa antolo- gia, un lol'O inconfondibile ~~po1·e d~ ,~ 1 ~riti1, $1 fanno ango- scia e sgomento, fede e sperum¼l di tntti. La morsa del dolore che nttanag.lia ii' prigioniero e l'esule; l'attesa 111 armi, o nel scg1·efo del pÌ'opri"o .·c·uoi-e,d'un ~domo che con l_a sua luce infranga il buio d'ei giorni patiti; la parola d'odio o di pietil che nasce di fronte all'invasore: sono il documento cruna presenza « 11mana » dei nostri poeti: e ciascuno dei lettori s.i riconoScerù. - con il cuore e con i sentirnenti di -quegli· flnni - ne·Ha voce di uno di loro, nella passione di tutti. loro. DINO MENICHINI

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