Nuova Repubblica - anno IV - n. 13 - 25 marzo 1956

2 L'IMPER O IN PROVINCIA T Ol~NA frnpr·ovvistm1ente alla memoria qu~s~o titolo dol compianto Jovine, pensando alla dec1s1one che è stata presa dall'assemblea regionalo sicj\iana, che J,--.o-iferain materia elettorale amministrativa, di. la– SCÌflt'e imrnutato il sistema maggioritario per la prnssnna con:mltazione elettorale. Tale decisione servo solo _n p~1·– petuare un equivoco, a confutare quella volontà d1 c~1a– rezzu che il governo Alessi, succeduto a quello Res~1vo, a,·eva se non altro promesso. Non solo, ma. la Regione 8iciliana rest.erà moralmente umiliata da. questo tratta– niento diverso rispetto a tutte le altre regioni d'Italia. Cosi che mentre la situazione politica si evolve al di là dello slrct.to di Messina, Alessi apre il dialogo con le forte 1nona rehiche. )l yoto del 5 giugno '55 era stato - ci sernbra -:- 1·i- 11rovu. di un certo grado di ·1.naturità politica, ragg1uria dal popolo siciliano. Le sinistre, malgrado_ tu~te le pres– sioni e cliscriminazioni scelbiane, erano r1usc1te a man– tonel'C le Joro posizioni; all'interno del1e 9uali, anzi, il PSI i:ii portava in vantaggio di oltre 50 mila voti rispetto al 7 giugno di due anni prima. La DC aveva: gun?a?"nato ben 7 seggi, presi oltre che ai minori anche a1 fascisti, ma alla. maggioranza « restiviana » in seno, al ~ruppo parla– menhre era venuta a succedere una maggioranza favo- 1·evole all'attuale presidente, orientata nel complesso verso il centro-sinistra. Che i monarchici riuscissero a conser– vare te loro posizioni, lo si può spiegare col fatto della loro presenza. al goyerno nelJa legislatura prece– dente ma uncbe per i forti vincoli mafiosi e clientelistici, che pur avendo accusato dei colpi anche in Sicilia, per– durano tuttavia in pH1 luoghi ancora saldamente. Al yoto del 5 giugno, riproYa di maturitù, come ab– biamo già detto, succedeYa il governo Alessi, di . f?1·ma– ;-,iono diversa: DC più liberali più socialdemoc1·atJc1, che sembl'ava promettere un programma meno conservatore, 11ill sensibile ai problemi sociali dell'isola, pi~ ,toJleran~e dello spfrito della democrazia e della compe~1z1one poh– tici1., intesa come battaglia di idee e di opinioni costrut– tive e non come guerra fra bande mafiose. Bono o male il governo regionale ò giit vissuto otto me8i ed altri vivd1. non ignominiosamente, anche se ha d~luso :,lcune, am-.i p8reèchie delle speranze che aveva in un primo rno1nento destato. Ma la. decisione testé adottata, di misconoscere la vo– lont ì.1. dol purlnrnento nazionale e del go,·erno centl'ale, di Note ro,nane N EL GlRO di quattro giorni, da giovedì a domenica dellit seo,·sa settimana, sono stati tenuti in Italia ben 12 trn congressi 1 consigli n~zionali e convegni vsHÌ. 011:ro al congresso l'epubblicano e al consiglio na– :r,ionalo liboru.Le, si sono riuniti il congresso dei laureati scientifici il congresso dei commercianti in cine•ottica, j! congr<"';so ciel Vangelo, il convegno dei gio~an_i dem~– ci·istiani allievi dell'istituto Alcide De Gaspor1, 11 cons1- glìo nazionale dei dirigenti d'azien_da 1 il. co~gres~o cl~i }Hesicli e professori, l'assemblea dei congmnti .dei e di– spersi in guerra> e il congresso dei piloti civili. A Na– J_>olisi è tenuto il convegno degli al~in.i; a Tri~ste qu~II~ dei, bersagliel'i. Altri se ne annunciano per 1 prossmu giorni; ultri ancora erano stati tenuti in precede~za .. Dalle cronache dei giornali si è appreso che 11 leit– motiv cli tutte lo riunioni è stato unico: -difendete i vostri jntereS!'-l-ipo1·ché 1 come vedete, siete una vera e propria comunitù.; fate valere lo spll·ito di coq>0; siete credi– tori dello Stato e della società ed avete diritto alla tn~ tola del vosho settoré da ogni interferenza estranea, sia politica che, pel' così dire, professionale. Per I~ 1·iunioni a cM·aUe1·0 politico o religioso c'è stata una vanante, mn Je decisioni che sono state. adottate non contrastano con quollo delle alti·e nssemblee. ln 111·esenza della spesa finanziaria che i convegni _. ·nol'll1ttln1cnte richiedono, del mir.nero delle riunioni e del– )'ident.ili'.l cli direttive, negli ambienti giornalfatici parla– muntari di Montecitorio· ci si è chiesti la ragione di tanta impl'esa e a chi giovassero quelle assemblee. La prima spontt1nea risposta è stata che si trattasse di ma– uifestazioni pre-clettorali. un·inchjesta che poi. è stata fotta con molta diligenza ed altrettanta rapidità ha po1-tato ad escludere che gli organizzatori fossero i par– titi. La mano che tira i fili è qneUa padronale, quella, por osse1·0 pili precisi, dell'c: intesa padronale>· cui hanno d1\tO vita 1'ece11temente le « tre grandi > confederazioni dolrindustria, del commercio e dell'agricoltura. La tecnica operativa non è· ,italiana.; essa l'icalca ta– luni ci·ite1·i cli propaganda elettorale in voga negli Stati Unii i, "( finanziatori dei diversi parUti politici interven– gono di rettamente nella competizione elettom)e e solle– citiino, nel senso che gli fa' comodo, gli interessi dei set– to1·i cli attività da essi controlla.ti . Nel corso delle riu– nioni gli intervenllti si sfogano, criticano tutti, dicono h1ale del govel·no e dei partiti finanziati dagli stessi or– ganizzatori della loro assemblea. Poi, senza che neppure se ne rendano conto, si trovano ad aver approvato un documento in cui nulla delle loro critiche compare e che si prnoccnpa soltanto di impostare talune no1mali Tivendicazi<'lni d'OJ'dine, per così dire, di lavoro. E' come una sorta cli elettJ'ochok che dovrebbe ùal'e per resultato · impedire ai siciliani il diritto di votare secondo un si: stoma che garantisca Ja scrupolosa rappresentanza dt 1utte le forw1.ed opinioni espresse dn. molti o da pochi in ogni singolo comune, è stata. un colpo gravissimo. Questa classe dirigente del!' Isola ha paura. Ha paura che i notabili, insediati noi nostri comuni, deb– bano cedere e soccombere dinanzi all'accusa dell'eletto– rato, che gruppi nuovi di umministratol'i possano tron– care ad un tratto le malversazioni, il sotto gove1·no, la trncotania di chi, sfornito quasi :-.enipre di doti polit!: che e qualche volta magm·i dei pii'1 elementari requisiti rnorali, è salito ad un. posto, ad una responsabilità che o,·a non vuol pill passfil'e ad altri, misconoscendo in que– sto le regole elementari della dernocnu-.ia. In Sicilia si vuol lascial'e il potere· nelle amministra– zioni a coloro che dovevano la lol'O riuscita ad un trucco matematico, che moltiplica t>Or 10, per 50, per 100 un certo numero di voti, mentre cho con un nu mero p ari o poco inferiore di voti gli oppositori possono copri.re solo un ter.w o ùn quarto di tutti i seggi. I L SJSTEMA elettorale maggiori~ario costringerà .i mi: nori a. stringersi nuovamente mlomo alla DC ed 1 comunisti e i socialisti a scendere in campo insieme. Si è quindi annullata, con un tratto di penn~, tutta l'evo– luzione politica degli ultimi due o tre anm. Eppure era stata notevole! Gruppi come i nostri di UP (per non par– lare dei l'adicali o dei comunitari) resteranno violente– mente estromessi ché confluendo in un blocco perdereb– bero il loro valor; e la fisionorni1, di gl'llppi d'avanguardia, rappresentanti di un'esigenza di chiarezza, di onestà~ di buon costume politico. Così dovremo costJ·ingere i nostri giovani, pur pieni come sono di fervore Cattivo, a restar formi, a guardarsi intorno, a sperare nelle cose che accadranno doma~i, ~at~ che quelle accadute oggi frustrano le loro aspiraZI~m ideali la loro bella e nobile onestà. Avremmo prefel'lto non dover scrivere tutto questo, non dire che Ja Sicrna del 1956 è ancora come quella del '52, ferrria su posizioni preconcette, ad una visione ormai antiquata delle cose _e per niente valida a risolvere i gravi problemi de11e amm1- nistrazionj e delle autonomie locali. Ma. era nostro dovere levare cÌuest'accorata accusa. Sono inutili le riforme, le concessioni, le opere grandiose se al momento de~la res_a dei conti si dà ai cittadini un'arma spuntata, se s1 suddi– vidono al momento dello spoglio, alcuni elettori nella catego1'.ia dei buoni nitri in quella dei cattivi. I siciliani hanno dimostrato di aver 1·agglunto una certa chiarezza d'idee, quella maturiti\ che prevarrà alla fin~, anche_ se Danilo Dolci è chiuso all'Ucciardone e se 11 prossimo maggio vote1:erbo col sistema maggioritario. E' un pec: cato, on. Alessi, che il suo nome resti legato ad-entrambi questi infausti avvenimenti. ENZO SIPIONE quello di inununi;-;znre rclettore dalla influenza dei par– titi)QQncorrenti. •Nò""'n si tratta, come si vede, di una novità; sì tratta però di una tecnica che sperirnentata in Italia non si sa ancora quali resultan;-,e possa dare. In America le centrali [inanziarie sono in genero due, tre ed anche quattro: hanno interessi ccinconcnti, postulano criteri politici di– seguali e danno vita a partiti l'un con l'aJtrn concreta• rnontO avversari. Qui da noi la cent.rnle invece è unica ed una sola li– nea di politica conservatrice viene sostenuta. Il « fronte padronale» già l'ha detto: farà votare per tutte indi– stintamente le liste del settore governativo, ma le prefe– renzè saranno date soltanto agli uomini del monopolio, indipendentemente dal ratto che siano socialdemocratici o cattolici, liberali o monarchici. L'obiettivo è ben pre• ciso. Si vogliono consigli comunali e provinciali tutti d'un pezzo ed un parlamento - quando sarà il momento delle 1>0litiche - che non presenti il quadro attuale, ricco di falle per la penetrazione degli avversari dei monopoli. L'operazione è già stata eseguita nel partito liberale, ma non può essere ripetuta., cosi allo scoperto, dall'alto, negli altri partiti governativi. La si farà allora indiret-. tamente, dal di fuori, attraverso il meccanismo dei voti prnferenziali. Da questi propositi padronali scaturì il tentativo degli oppositori internì dell'on. Fanfani di far votare dalle Camere l'abolizione del sistema delle pre– ferenze nella legge elettorale. Do Martino, Caronia ed alt1·i tentarono, insomma, di salvHro il proprio seggio elet– torale; la maggioranza « ini'l.intivista > glielo impedì ri– gettando la lol'O proposta e cosl, assicurandosi un buon terreno per il proprio giuoco politico, le forze monopo-. listiche contano di riuscire là dovo fallì Fanfani: estro– mettere cioè dal partito chi non gli piacesse. Esaminata sotto questo profilo, la prossima battaglia elettorale, pur trattandosi di battaglia e amministrativa>, presenta un carattero politico di pl'Ìma1·ia importanza. I democratici presenti nelle liste saranno messi in mi– noranza ed estromessi, ,11algrado il favore degli elet– tori, dalle Camere e dai con$.igli comunali o provinciali; tutte le leve del potere politico ed amministrativo passe- 1·1tnno - sempre che il giuoco l'iesca - nelle mani degli uomini del monopolio, Jogati ad 1111 unico credo. Queste essendo le prospettive cho deriverebbero dalla rinscita del giuoco politico padronale, il tentativo com– piuto dall'on. La Mulfa. al congl'Osso repubblicano è parso meritevole di lode. Le conclusioni dol congresso, però, non sono state qnelle che si spernva e non stupisce quindi che siano tornate a circolare le voci di un'uscita dell'on. I.a Malfa dal PRI. Non stupi,·ebbe nemmeno ~e prima o poi prendessero la stradn. della porta i democratici che militano nel PSDI e quelli che, militando nella DC. ma– turassero la decisione di non condividere fino alla fine Ja propria sorte con gli interessi del n'!onopolio e dei monopolisti italiani. * (105) nuova rep~bblica I l1'ALIA. POL-l'l'lUA I KRUSCEV E NEN ·, E H,IY.E:!~A~lONI. ~li ]{ruscev sulle __ r~cc_apriccianli ~ pot·seeuzwni staJm1ane, e la dem1t1ficaz_LOne del · « grnnde > teorico, del « gra!1de » .n1ares?1ttllo, d_el « gl'8ncle > economista., sono giunte rn .Ltalta al Livello spic– ciolo della. polilica interna. Prendendo la pal'Ola a Roma per aprire la campagna .elettora_le'. l'or~.. Fanfani ne ha fatto principale materia d1 polenuca pohlrca. 1.1suo .sco~o è quello di utilizzare la bagattellizzazione d~ St~lm, __ in occasione delle amministratiYe, •come il 18 aprile s1 uhl1z– zarono, a suscitare orrore al comunismo, i fatti cli Praga. A nostro avviso, l"on. Fanfani, e chiunque alt~'O, .avrebb,e ragione di ritenere che anche nelle nostre. el~z,ont amm1: ni:slrative il fnmqso discorso notturno eh l\ruscev avr(\ le sue inevitabili ripercussioni. ì\Ia questo, in 11n senso ben delimitato e preciso: che le rivelazioni di Kruscev sono tali da scuotel'e la. fiducia di nna parte dell'eletto• rato comunista nelle , ·ersio.ni , dogmaticamente p1·esentate dal PCI, del comunismo· sovietico, e dei suoi capi. Tutta– via va subito agginnto, che, se il colpo. cli Prnga e1:a sfruttabile per gettare infamia sui metodi clel!a ege_moni?' ~ovietica u scapito della autonomia degli stati confinanti, le dichiarozioni segrete, e non più segrete, di Kruscev, non sono facilmente spendibili ai danni dell' URSS. . Unn. rit>•·ova cli ciò si ha, ci sembra, appunto dal di– scorso di J'anfani. In fondo, questo contiene un ele_ment.o incontestabile, quando il segretario della domoc1:az1a. cn– stiana avverte che la e: libera!izzazi'one > comunista sarà completa solo quando, alle masse so,·ietiche, s~1·1'\-concesso di espri,nere le loJ'O scelte, non semplicemente. 1_ntorno alla programmazione produttiva di un cer~~ stnb~mento, ma intorno alle grandi direttive della politica naz10n_ale, o le loro inclinazioni personali in rapporto a matene cult_u– rali, morali, religiose. Ma questa Yeritil, che sem!>_raovvia, manca di concretezza. Essa non tiene conto che m URS~ non esistono sinora i presupposti di siffa~ta, tota.le. 1~– beralizzav.ione, ben1~ì quelli di una. nuova ricerca d1 1 st1- tuti di libertà nell'ambito di un regime collettivistico. Il discorso di Kn1scov 11011 è che un pl'imo passo, così c?m.e il governo collegiale non è che una. yrima fo1·ma 1st1- tuzionale di qnesto pt·ocesso. Invece c~o che ,vone?be, ed immagina, l'on. Fanfani, sarebbe un URSS m _cl~l, a un dipresso, si verificasse la conversione dallo stalm1smo ad \1118. democrazia cristiana. avanzata. La proposta, lo sap– piamo, così ritradotta, suona gro~tesca, ! noi, cons~po• volmente la «carichiamo>. Ma ct smenhsca 1on. Fa~~ fani,, se essa non è, _ç_onqualche adattamento, nella di- rezione giusta - la sua. . Ciò che vorremmo che si e,·it11sse, nelle p1·oss1me amministmtive è l'eterno modulo degasperiano, di ro• vesciare in pl'~pagnnda di politica internazionale la po .. Jemica politica italiana. Se è Yero, ed è ~nevita~il1:'ente vero, che le nostre amministrative sono già olez10111po– litiche i temi a cui esse vanno soggette debbono essere temi : 1 a,-,ionali, molto espliciti. I democristiani possono sfidare le sinistre ad appoggiare - o a contrastare - i loro impegni di una economia di sviluppo; possono sfidare lo sinistre ad impegnarsi in una procedura dem~ .. crntica in seno ai loro partiti; ma la solita replica, pl'l– ma in attacco a Stalin, ed oggi, inspiegabilmente, ~ Kru– scev non conta nulla; non ha efficacia presso gh elet– tori,' e soprattutto non serve ad im~egnare la stessa. deniocl'al',ia cristiana sui suoi programrru. Questo è, ci sembra, l'autentico pericolo della specu– lazione sovietica in campo elettorale italiano. Detto que– sto siamo i primi a riconoscere che anche la nuova po– liti~a sovietica avrà le sue ripercussioni. Ed esse dovreb– bero giocnre particolarmente a- vat~taggio del PSI, sempre che questo miri diritto alla prop1·1a coerenza. . La coel'enza socialista, in tale malel'ia, ci pare conS1- sta in questo. Il PSI ha avuto sinora molte giustificazioni di esist·enza, e la prima e fondamentale rest.a. quel.la. ?ella. complessiti\ delle soprastrutture etiche e poht1 che .1t nliane, che non ammettevano e non ammettono nna nmca rap– pl'esentnnzn clRssisto, quella del PCI. Ma in pa1·ticolarn, la pl'incipule giustificazione d'esi$temrn del ~SI ~ce ne s,.u·à testimone Rei esempio Lelio Ba~so), consiste in una sua maggiore ngilità di costurne_ e di ideolo~ia (_al prezzo, Si int<'nde, di una molto rnaggiol'e 8f!'pross1maz1one), per. Ja quale la clistl'llzione del settarismo comunista, e della sua p1·esunzione cli 01·todossia dogmatica ad un verbo u!– ficiale del socialismo, quello di Mosca, ha sempre co~b· tuito una base cli persuasione popolare, cui le •:n?sse 1ta: liane, forse anche per un loro salutare scett1c1sm?, SL trovano facilmente inclinate. Questa è senza dubbio la ragione, per la quale Nenni 11a prns~ la pall_a al balz~, quando si è presentata a Mo~ca l'esigen_:r.a.d1 una_ rev1: sione della storiografia sovietica, per l'1chiedere cho s1 cei·casse ora cli veder chiaro nel periodo staliniono, senza p1·egiucliziali nè dissimulazioni. . Nenni si tenà. fermo a questa lmea,. In quale no!' è dotto debba suo1i'a1·e iniqua verso Stalt~, e debba. di: menticill'e onche i meriti autentici del .cl1ttato~e (q~1ell1 cioè elle riguardano la. sua imposizione eh tllla l'lv_o~u'l.1,on~ 'industriale, la qua'le ha proprio prndolto ..le concliz1?m d1 civiltà che oggi pe!'mettoho Kntscev e M1koyan)? Lo. at• tendiamo a questa prova. E n.on per il calcolo 11.ieschmo, di un Nenni che strappa voti ai comunisti, in un~ an– gusta concezione di concorrenza el~ttorale i ~na dt un Nenni che fa il dm 1 cr suo, che ·contmua e sviluppa, an– che su questo episodio, la distinzione legittima del·la_sua posiziono cli\ quella delle responsabili{.;'.~ del dogmatismo comunir;hL ALADINO

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