Nuova Repubblica - anno IV - n. 13 - 25 marzo 1956

a· costante, un fiume che s'ingrossa di tutto il passato per~ corso, ma una serie di scelte più o meno diffuse ed efficaci, più o meno riprendibili o inservibili. A integrazione di quan.to si è già detto all'inizio, aggiungiamo che si pnò condividere in· linea cli massima « una forma nuova che esprir-na una società rinnovata,, rna bisogna evitare la contraddizione di una forma che diventi capacità formale di persuasione ( come vorrebbe il C.): la persuasività di un discorso non si risolve nella piacevolezza dei suoni o nell!l, disposizione visiva delle righe, ma anche e specialmente nel suo significato che po– fremrno chiamare, per intenderci, convenzionale: e così per la pittura, dove non esistono termini formali auto– persuasivi (e quando l_o pretendono denunciano, signi– ficano la precisa evasione del rapporto uomo-artista), ma . un inscindibile rapporto fra contenuti e schemi figurativi, rapporto che, se riconosciuto, viene responsabilmente di– retto e modificato, se ignorato o negato, viene incon– sciamente subito e casualmente mutato e disperso (con re– lativa dispersione del senso stesso dell'arte). Ma ciò pre– .messo, quel che più ci preme chiarii-e è quella « umanità più profonda e consapevole» e « quindi anche soc~al– rnente avvertita» che l'artista deve cercare di raggi'un– gere. Noi condividiamo evident!3mente il processo per cui ogni autentico approfondimento umano porta ad una sensibilizzazione sociale e cioè all'importanza dell'altro, e ad una successiva serie di scelte verso « alcuni» piut– tosto che « altri », ma non vediamo che questo sia acca– duto pet· gli artisti a cui il C. si riferisce; con le sue ~tesse parole: « un naturalismo pil1 prezioso ed in li mista t nell'accordo cromatico quasi tonale ... una completa padro– nirn,,;a dell'immaginazione nel rapporto struttura-colore», « le monumenta1i ·varia1.ioni di un llledesimo assunto fan– tastico, di Ordine strettamente psicologico ed intimistico», i totem di Mirko « perni spaziali, che s~mbrano preludere ad una ricerca di spazialità circolare», ecc. non ci pare attestino un approfondimento umano « che appunto quindi» sia socialmente impegnato. Non vonemmo che nei « pro– blemi dell'uomo contemporaneo> l'importanza di una scelta sociale venisse ridotta ad un pallido avvertimento, ad una eco confusa da risolversi in ultima analisi nell'in– trOspezione, Fau.sto Amodei - L11Òio Cabutti - Giorgio Colombo - Chicco Fubin~ • Paolo Levi SORRISI ALL'AEROPORTO A LL'AEROPORTO di Ciamp\n,o, mentre si attendeva l'arrivo· del presidente ,dell_l!,rep{1bblica e del mi– nistro degli esteri di ritorno dal loro viaggio in .. America, un collega diceva: « Io ero qui anche il gioriio Jn cni sono partiti. Granchi sorrideva, Martino, strano a dirsi. sorrideva anche lui. Vuol vedere che fra poco, quando- scenderanno· dall'aereo, Gronchi sorriderà e forse, eccezionalmente, sorriderà anche Martino?>. L'aereo arrivò, il presidente della repubb1ica e il mi– ni8tro degli esteri apparvero in cima alla scaletta, e nes– suno dei due sorrideva. « Come va questa faccenda?», chiedemmo al collega che aveva fatto la « facile previ– sione». Il collega rispose: « Be', posso anche spiegarlo. Ma allora è necessario un discorso lungo e serio>. Il lungo discorso prende il via, naturalmente, dai po– çhi mesì di attività del Presidente. Nel complesso e sotto il profilo costituzionale la valutaZione è positiva per "t:ro;nchi. Se anche non vi fossero altri argomenti baste– rebbe, per dimostrarlo, riflettere su questo punto: negli . a,m'bient~ parlamentari, pur nei momenti di ozio, si di- '·• sente intorno al problema se ci si avvii o meno verso 1'attuaziQne della Costituzione. Bisogna riconoscere che con Einaudi si' respirò sempre un clima ben diverso; e non.ostante le attese che la presidenza De Nicola aveva de– terminato nel paese. Elementi per la valutazione positiva sono indiscutibilmente da· considerarsi la Corte Costitu– zionale,· l'invito al governo per l'istituzione delle regioni e gli altri appena percettibili atti ché" hanno concorso alla sdrammatizzazione· dei rapporti civili. Inoltre, se anche di tutto questo non si volesse tener conto, resterebbe in ogni caso all'attivo il merito di adopera.rsi per la corretta esplicazione delle funzioni di presidente della repubblica. Il problema, a dire il vero, è stato posto dagli a.vver• sari politici dell'on. G1·onchi. Non si sarà dimenticata la ·« interrogazione» di don Sturzo al pÌ-esidente del consi– ·gJio in ordine ai discorsi che il .capo dello Stato aveva fa~to ai prefetti ed agli ambasciatori. · Principalmente non si sarà dimenticata un'a,ltra più clamorosa manife– stazione: quella, cioè, che mirava a limitare l'autorità di CJ'Onchi ag1i occhi dell'opinione pubblica americana e mondiale e la manovra po1itica che tende ora ad impe– dirgli di far conoscere al suo paese la po1·tata. effettiva della sua missione americana. Per un ben individuato settore politico, I& cosa parve ùrg8nte all'indomaòi 1 della pubblicazione in Italia del di– scorso al congresso americano che gli stessi giornali governativi, ciuasi colti di sorpresa, dovettero registrare ed interpretare come un1:t limitaZione del carattere mili– ta.re della NATO ed una sua graduale trasformazione sul piano economiC~ e soCiale. Alle due della notte di quel medesimo giornq eh!:' Granchi aveva parlato a Washin– g.ton, il presidente ,del consiglio (nessun rispetto per i so– gni di .Segni!) fu bruscamente svegliato da una telefonata del ministro. Taviani. Questi avrebbe minacciato di d&re I.e dimissioni dal Soverno lì per lì se Segni non avesse dato soddisf~zione ai « militari ~ dichiarando che il gover– no..int~!'pretay.a. il .discorso cli .Granchi solo com.e una ria.f- (A Napoli il MSI ha organizzato manijestazlo- 11i a11lii11ylC'si e di sMidariclà con la Grecia). (105) nuova repubblica (Vis. di Dino Boschi) o Non spezzeremo le reni aJla Grecia? >1. fennazione della fedeltà italiana all'alleanza militare atlantica. 'l'aviani srnentì poi la cosa, 1·endendo noto che · non vedeva Segni da riria settimana e mostrando così di non apprezzare al giusto valore l'invenzione e l'u,.tilizza– zione della radio e del telefono. La richiesta di Taviani fu -accolta dal presidente del consiglio; anche se è legittimo nutrire il dubbio che. nel dire quanto disse, abbia fatto l'occhioli:no per lasciare in– tendere che non dicev~ sul serio. Altrettanto legittima è l'ipotesi che G1·onchi non abbia gradito l'interpretazione atlantica del suo discorso. Ma con certezza si pnò solo dire che, nel giro di quei giorni, si diffuse in parlnmento .. ~~ voce che il presidente della repubblica:, al suo arrivo, •a:Vrebbe rimesso Je cose a posto. Puntualmente, i più quota.ti giornalisti atlantici sce– sero in campo, penna in resta, per dire che ciò era in• costituzionale e - come si lesse su La N(izione e sul Resto del Carlino - che c'era da augurarsi che « il pre– sidente Gi·onchi avesse per primo il buon senso (e il buon gusto) di respingere con orrore un'idea così baroc– ca». Per convincere si sostenne che egli « non torna.va da una guerra vittoriosa, non aveva conquistato nessun nuovo tenitorio all'Italia e non aveva sistemato alcun decisivo problema italiano »; ragione per cui, se avesse preso in considerazione l'idea di fare un discorso in parla– mento, oltre tutto avrebbe fatto la figura. di Volpi quando, a! ritorno da una mediocré sistemazione del debito pub– blico, fu accolto dal presidente fascista della camera, Ca– sertano, al grido di « Io triunphe » o quella. di Mussolini al quale, reduce dall'aver stretto la mano a•Hitler, furono eretti in Roma archi cli trionfo. « Vogliamo, in piena de• mocrazia - si chiesero quei giornalisti evidentemente ri• prendendo quanto scrissero allora - ispirarci a cosi scia– gurati esempi di infantilismo e provincialismo?». L'uni– co modo per far sapere ciò che è stato conéluso in America (asseriscono Successivamente i giornali fìloatlantici) è che il ministro Martino ne riferisca alla commissione este– ri della camera o del senato. Il che è un mezzo come un altro per far sapere solo quello che Gronchi « non ha fatto» e que,llo che « non ha concluso». Il capo dello Stato, è fuori dubbio, non ha bisogno di interpreti nè di suggeritori. Può dire~ quando vuole e come vuole ciò che ha fatto in America. La Costituzione non gli proiDisce alcuna tribuna: dal parlamento alla radio, dai giornali alla televisione e, se gli pungesse va– ghezza, potrebbe dire quel che desidera persino attra– verso le rime di Peppino Fiorelli ignOrato da Alberto Consiglio nella sua Antologia dei poet-i napoletani, ma non cert.o dai cultori della canzone partenopea. 'In quanto ca.po delle foFt:e armate potrebb~ fare un discorso ai «militari» il che, sia detto francamente, è forse proprio quello che ci vorrebbe. Del resto, le stesse argomenta– ::doni dei giornalisti atlantici italiani sono a suo favore, laddove affermano che Granchi non può parl~re alle camere in quanto « non ha sistemato alcun decisivo pro– blema italiano». Il che significa che se, a loro giudizio, ne avesse sistemati potrebbe farlo. Tutto sta, quindi, ad intendersi sulla natura dei « problemi decisivi », e tutto sta a vedere se - giomalisti atlantici permettendolo - non si poss~ dire che ne ha ;:v: 1 iato a soluzione qualcuno. Apparvero in· cima a11a scalètta appoggiata. al fia.nco dell'aereo. o·ronchi non sorrideva, ~Ia.rtino nemmeno. Qualche istante dopo un ambasciatore di Palazzo Chigi offrì al nostro ministro degli esteri una. sigaretta. M~rtino è una persona educata e gentile; ragione per cui rispose · con molto garbo: « No., grazie». E, finalmente, sorrise. GIULIO PANICIII I LETTERE AL .DIRETTORE ·11 IL CRITERIO DEL TESORO SIENA, 20 marzo 1956 Ca.ro Oodignola~ tu sai che pe.r lo sciope.r:o~ogl.Linsegna.u.t.Lmed· deJln-– primavern scor::,a in alcune province agli scioperanti fu– rono hattenute, sullo stipendio, le giornate in cni si erano astenuti dal lavoro, in altre no: secondo lo zelo dei vari uffici del Tesoro. Lasciamo stare se quelle ritenute sono o non sono legali (autorevoli amministrativisti sostengono che non). Il fatto che pil1 meravigliò e si deve mettere in rilievo è la diversità di trattamento da una zona all'altra.. Proprio come negli antichi regimi: province a stnto giuridico di– verso (ammesso che di stato giuridico sia lecito parlare quando il comportamento della amministrazione pubblica è regolato semplicemente dall'al'bitJ'io della burocrazia.). Ad ogni modo, di fronte a tanta enormità, in più luo– ghi ci si è decisi a richiedere il rimbor&o delle somme ri.. tenute. E sembrava che t'inizintiva dovesse avere successo, data Ja buona accoglienza trovata presso alcune tesorerie provinciali. Senonchè leggo sui giornali la, seguente no– tizia.: « In merito alle ritenute sugli stipen~Ii dei professo1·i in seguito agli scioperi ve,l'ificatisi nei mesi di marzo e api·ile 1'!)55, viene precisato che qualche ufficio provin– ciille del Tesoro effettuò le ritenute an·che dopo il tele .. gramma, sospensivo del 24 maggio 1955 da parte del mi– nistero della. P.I.; per conseguenza, soltanto queste somme potranno essere rimborsate, a do1nanda, mentre pe.r le somme trattenute anteriormente al telegramma tlel 24 maggio vale tuttora la circolare del giugno a firma del sottosegretario al tesoro :Mott, che ne vietò il rimborso >t Dal che si deduce che il molto on. sottosegretario :M:ott e la direzione generale del Tesoro hanno come cti• terio di giudizio il mero caso. Chi ha avuto la. tratttnnta e chi non la !:ia avuta, chi l'ha avuta prima di un tele– gramma e chi dopo, così secondo il caso ha voluto. E qne• sto criterio di fortuna lo Stato italiAno fa- suo, a conferma dell'eterna. verità che nella vita. tutto Sta a vedere come si nasce, se fra i destinati a piglia.re i calci negli stinchi o fra gli altri. Tante cordialità, tuo /Ilario Delle Piane Alla nostra collaboratrice Marcella Olschki, che ha vinto con "Terza Liceo" il _premio Bagutta, Opera prima, gli ajfettuo_si rallegramenti d( Nuova Repubblica

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