Nuova Repubblica - anno IV - n. 8 - 19 febbraio 1956

8 Note ro,nane D A UN ANGOLO visuale·, per così dire, solamente este– tico, la situazione quale si p,:ese?ta a!l'uom? del_la strada può ben sembrare dt tipo r1voluz1onar10. Ci sono quasi tutti gli ingredienti classici: dalla crisi _del– l'economia nazionale alla confusione~ pplitica ed il mal:•· tempo di questi giorni offre a!'che quell'elemento acci– dentale che - come la mela di 'Newton o l'ignoto fran– cese dei Vespri siciliani che «pizzicò» la procace paler– mitana - si ritiene, forse non del tutto ·erroneamente, una componente tradizionale dei « gra.ndi avvenimenti» dellà storia. - SaremmÒ, ·dunque, 'alla Vigilia del° gr_ande salto: ed ~l nostro uomo qualsiasi, l'anonimo• elettore, il poJitico in pantofole si fa prendere dalla «paura.» e mette in moto quel meccanismo psicologico che lo trasforma nel noto cocciuto irraziona1e che se non ci sbatte col naso, nel muro non ci crede. I discorsi di Pella, di Cava e dei giorlla1i 'tfconomici corifindustriali gridano all'allarme e h1i si con– vince che i suoi risparmi o la sua attività siano in pe– r.icolo. Scelba,. Fanfani, Rumor 1 Malagodi, Saragat e tanti altri ben noti personaggi gridano al « lupo comunista»; :ù_ clero gli inculca da dietro il confessionale la tremarella ~per i moti' inc.onsulti delle masse e lui, pover'uomo, sia p~rè Con _qualche riserva sull'attèndibilità delle vocife– , razioni che ha intesci in giro, immagina comunisti e socia– listi Come tanti « mangia-Pambini », si fa tornare in , mente le balÒrde irrimagini ,della propaganda fascista, pensa alla casa, ai figli, ·alla'rrìiinllccia insomma con~ro il focolare domestico. , . . Di quéste c0sè, .~già da alcune settimane, si va pa.r– ·lando- nei circ'Qfr i-omani.·-I ·discorsi ·si ·sono infittiti da quando ·si cOminciò a parla.re concr"etamente di elezioni. Un'e'éo - 1ÙoltO atÌutita, in v'erità - se né è avuta anche negli ~mbienti P,arlaìnentàri di Montecitorio che però sono ·COSÌ sca.rsanlente, attrezzati-~per, problemi. di~questa· naturà. che l'hanno iasciatà ·disperdere senza n·emmeno prenderla in Cofisidérazione, preférendo-inseguire Segni a "Sassari e Fanfani. in !svizzera, ricamando per di più sui loro veri o 1 prètési ripic~hi. .Qùeffeco, invece 1 meritava di essere ri– presà, àmpliflCata, popolarizzata e,--soprattutto, o~cofreva ;piegarne le ragioni, il significato e le possibili conseguenze. A quest9,~ fo:rtunatamente, hanno prpvved-uto taluqi sma• )izi 1 ati persi11aggi c,-ie UsanO L spesso riup.irsi a tavOla in Trastevere. o « fuori porta > e che, tra un boccone ed un 1 soi-So, di « !r8.séati », buttano .fuori idee e congetture in '.4u8.Iche cfrcoStanz_a, cOme quest~, veramente apprezzabili. · · lndiscuiibilmen•te -=--- à lOro ·p~rére' - una crisi è in ·atto ~el 1 )8.ès' "e, ma Ìlen è ,poi c'osì. gr~_ye 13 definitiva come !:de,Ilocrfstìani;;., confi~du~triali(. .ed···« americani»' vorrebbero )~r' _ç~éd~~e: ~ Non 'è. neppur6· \n?ltq_ c9TnPlicato metterla_ a , ·_fu·oc.o :~per capirne qualche .cosa basta fare un .passo m• die\fo,-ri"perisare .... al fallimento dell8.' «'legge trq.ff3: » e sta– _bilire· coine >,ésS~ ,segnò, ad un terrÌpo, aÌlche il fallimento della cOsid.dettl\i. <s·vecchia· generazi?nè » dei De Gasperi, :deSti .Einau1i,, ~et Co~ta ..e dei _'Ru~ni. Costoro :·ave:7ano •avu_to in mano tutte le carte buone per la· conqmsta. mte• ira.le de1 A pote1ie, ma lé Siuoéaròno così .malaménte ché ;si-"féè~rQ hàtte~e da avversari i. quali, . per quanto: forti ~$?i'~l~_~ti;. cfi hieqt'altro dispon~vano .se non "7"" per dirla \~9i: "giuoe8.tq) 'i-di ,tress_ette - di un « re <iuarto >, · I'n questQ senso, il « 7 giugno> segnò il crollo, politico ·di una 'generazione .. ,Jl. congresso democristiano di Napoli, con la fredda, spietata ..e sistematica eliminazione dei « vecéhi popolari> ··n·on si presta ad equivoci di sort~ e la .mort~ di D_e Q-asperi ·Pose. proprio una pietra tombale . aH~ ~$pi{·~~iq'Ili,di ._c_J.Ùel gruppo dirigente. Venne alla··ri– balf8; così, la. « generazione di mezzo»., quella: che nel 1945 si ti-ovaVa «· tfii i 28 e il 38 » e che ora, con dieci anni di ·pi& ··Sulle sp.iillè, ·_'<;;ed,e ·gi~nto il suo momento di prendere in· mai-i'O te·· reclini '•Politiche del paese e dello Stato. CiÒ Pten;ie('.11'.l◊, noll parà difficile conv-enire che q'!,lello di '?ggi :f-'ull .·_molqènto: rivoluziona.rio da ridere, che non ·pl'elud8 :a~fatt~. ·~ffàbbattimento di un ·regime politico- . sociale_ per .sfJSt~tUir161~6rt un altro totalmente differente. ·se il ·l}liadfo· 'che si può ricostruire attraverso la pubbli– .cazione dei" giornali,. le vociferazioni interessate, le chiac– chiere cl~' mercatino rionale presenta, in . superficie, q·ua~che _Sspetto, àppunto, ·rivoluzionario, gua~dando un 'po' più' in profondità e con un metro un po' più valido, potrebbe dii-Si, ·a.1 massimo; che si è in presenza di una 'éi'isi di trapasso, crisi che preluderebbe· solo al passaggio delle leve del- potere da un settore all'altro dèllo stesso· grupI)o politico dirigente. Se l'uomo deHa strada potesse avere a disposizione un ,archivio di politica· interna o, magari, potesse liberamente .consultare· la collezione di un· giornale qualsiasi vedrebbe .chiarO senza alcun aiuto. Quando Fanfani, due anni fa •circa, indirizzava il suo partito verso un secondo 18 aprile non era mica una burla né le sue parole riproducevano ·soltanto il sogno.di un megalomane. L'obiettivo, nonostantè .tutto, restava e resta lo stato confessionale e questo anche se -. sarebbe forse meglio dire proprio perché (come osserva giustamente Jemolo ·nella « riduzione e continua– zione:.: del suo Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cent~ .anni offertaci recentemente dall'editore Einaudi nella « Pie-. co.Ia biblioteca scientifico-letteraria), i cosiddetti grandi .giornali. indipendenti, ché . rappresentano la voce della .grande industria 'e dèlla banca e che sono ancora per gran parte diretti e redatti da_i giornalisti formatisi ·nel periodo .fascista; -tendonò · a ·inette"re ·la sordina ·ad ogni manife– stazione confessionale·.~. Così chiàrita la ·posta in giuoco nelle prossime elezioni, -la scelta· che testa:,.a.a ~fa•re rimane, ancora ··una volta, ·la scélta tra «·libertà» è ·«non-libertà», tra stato costitu– zionale e stato cdnfessionale. Il problema di una radicale trasformazione del regime politico che fa ·balenare la pro– p-agarida cattolica, quello del preteso « salto nel vuoto», non~·si pone per nessun verso, * nùova repnbb'ic11 ,,; (Vis. lli l)i110 Boschi) I GIUOCHI INNOCENTI • Ovvero: rapporti _fraterni ~elle correnti d. c. SIGNIFICATO DI -UN CONVEGNO I L .CONVEGNO per il decennale della Costituzione te– nuto a Roma il 12 febbraio merita· qualche commento. .,- E' ~tato oçcasione di una battaglia ·politica, ha rive– lato forze _vive e interessanti, ·può essere origine e piat~ taforma, di un'a.zione feçond~, ha dato indicazioni preziose per l'avvenire. - Ha avuto valore politicd il siw stesso successi? formai.e .. Il Convegno era stato convocato dal Comitato n.!,lzionale della Resistenza cost.ituitosi a Roma a seguito del Con– veg~enuto · a Torino il 16 aprile 1955, a •celebrazione del l:lecennale della Liberazione, dagli uomini dei CLN e del CVL. Esclusa la designazione da parte sia' delle orga– nizzazioni combattentistiche, per l'oppesizione. della FIVL di sffilia:(;ione democristiana, sia dei partiti,' per la· diffi– denza delle, formazioni goverllativ"e, questo Comitato si el'a· costituito Per cooptazione prudente del gruppo·. pro• motore, raggruppando, Su una base pressoché paritetica, alcune -decine dì esp6nenti che pur a· titolo personale ave– vano una· rappresentatività sufficiente di tutti i partiti e correnti del vecchio' CLN. I Comunisti vedono in quesfe creazioni strumenti per il .dialogo e ,l'apertura sulla sin~stra.- I socialisti s·eguono a rimorchio, purtroppo con' un: certo disinteresse di par– .tito. -Esclusa la sincera· e convinta partecipazione di alcuni amici,· i· minoritari del quadripartito ed• i democristiani ci -stanno perché l'assenza è_.più dannosa che la presenza e la Resistenzà non si può e non si osa sconfessarla. Ma in ~tutti;·'anche i più restii e partitanti, gioca il ricordo ed il •vincolo sentimentale clella battaglia per la Liberazione . Ma quando questo Comitato, dopò aver atteso nel se~ condo semestre del 1955 ad alcune ·modeste attività istitu– .zionali, per non condannarsi alla semi-clandestinità, ha ritenuto necessaria una presentazione pubblica, non ceri– monialistica e commemorativa ma di valore politico, a:llora si è scatenata fu-ribondt\ la battaglia 'este·rna e si sono -inasprite e molt1plfoate le difficoltà intern·e. ' Sostiene Cadorna, prebidente della FIVL, che rifiuta perciò da quàlche anno ogni mànifestazione · comune èon l'ANPI; che il senso e valore' ·nnitai'io ·della Liberazione . è una ·bugia ed· ipocrisia a comodo e profitto dei comu– nisti. In realtà ogni partito ha comba.ttutò per ·obiettivi propri, anche se la. comunanza del bersaglio obbligava sino al 25 aprile a spai-are insieme. Finita la f.està ognuno riprènda la propria strada: i subi democristiani ed ,aggregati non· vogliono aver niente. da· spartire con i totalitari. La tesi di Parri è nota. Egli sa bene che non la giu– stapposizione, ma l'impegno a fondo di forze ideali morali. e materiali diverse dai corhunisti è stàta - l'origine pti• .maria' (cioè· prima ohe la presenza degli alleati) · di quel– .l'equilibrio che ha assicurato all'insurrezione il suo duplice 'connotato, popolàre ·e nazionale. Il puntò d'incontro do– veva essere, ·nticessa-ria·mente, ima costituzione democra: tica: ·1e formulazioni centrali di questa hanno quella ori• gine. Il ·comproniesso o, meglio, l'incontro che hà generato la Cost~tuzione conserva in principio la sua validità. L'urto, chiuso a possibilità -dialettiche, giova alle soluzioni comu– niste" o reazionarie, còrrode dèmocrazia e CoStitùzione, som– merge l'eredità della Liberazione. L'opera incol'.D.piutÌl del -1945· può esser ripresa solo su qu"el terreno d'incontro. E così quando· gli attivisti della FIVL, ·attivizzando con evidente· eccesso d'imprudenz·a la diffidenza fanfa– ·niaùa, si sono lanciati all'attaçco délle insidie totalitarie e delle complici debolezze degli altri, hanno aVuto la sod- disfazione, fatale nella loro posir.ione iSolazionista, di aver man forte dai fascisti che- la rievoca.zione del _CLN rende furiosi. ··.-1·1 Ogni ma'novra ed ogni pressione è• -stata ~posta· in ·'attO per sabotare e silurare il Convegno. Comunica.ti di stile macca1·tista, Sut piano di·« Pace e Libertit ». •Alla vigilia del Con:vegno 10.000. manifesti mettevano' in guardia <gli ,. ing!3nui e· gli ignari. Molti denari, come si vede. ,, Che cosa hanno ottenuto? Qualcho prudente assem:~, la mancata. adesione del governo è. delle presidenze delle assemblee. Una circolare incallta di diffida .dèl •partito repubblicano. . . . ., . · · E' stato motivo di. rammadco sincero che sia mancata l'adesione del presidente·della Repubblica, ·mal consigliat~, quando la garanzia d'una impostazione sup~riore ai par– titi era ampia·· ed evideì1te, ed il Convegno ·_prendeva il suo dichiarato avvio dal messaggio presidehziale al par• lamento. · · ' . Il successo mate;iale è stato g1•a.nde, trionfale dato il maltempo e' l'influenza. Nella stip·ata foll~ del .mattino, la. distribuzione dell'applauso rivelava la larghissima · pre• ..,. senza dei non comunisti. Numerose le deleg'azìOni ,giunte da varie decine di città, soprattutto dell'Italia settentrioriale. C IO' RICHI~MA -il secondo e"lemento degn~ di ~e1~0• 'ria. La vivacità di presa che a.ncora esercita -l'appelto alla -Resistenza. Ora forse più chiaramente, pili serena– mente che negli anni passati. '11 tono e la temperatura •del Convegno, nell'una e neH'altra se·duta, avrebbe pel'suaso l'osservatore più diffidente. E' un valore positivo perché tocca non solo i -mili• tanti dei partiti di sin.istra, ma larghe zone della stessa DC, come quella ste·ssà giornata ha :i:ivelato. Ed è una forza non solo di salvaguardia, ma appare valida conie forza di mediazione; utile se nella stessa DC lascia gene 4 ralmente fuori. l'integralismo fanfan,iano. Ed è· interessante. la, partecipazione. sempre pjll larga– dei•·giovani. · Il meditato intervento dei loro rapp.resentant-i, • · . G. Fel'l'ara e P. Ungad, ha rivelato -come s)a ormai acqui– sita nella coscienza di tutti i gruppi di avanguardia una giusta •valutazione del nostro recente ·passato,- essenziale per il loro orientamento avvenire. !t'la la ragione più sos_tanziale di successo, _per la quale questo Convegno ha- segnato· im inQubbio p·asso..avanti su ·quello di Torino, .sta nella volontà:.netta. di_ sup.€!rare .il .piano della esaltazione agiografica, •dèlla, rievocazione ge• .nerica. Il Comitato poteva esser utile al. progresso politico del paese, nello spirito della Liberazione, Se serviva. _a tener vivi gli impegni" concreti e definiti nei quali si dev,e .realizzare la promessa della Costituzione; in quanto ancor vivi ed accèttati ·da tutte ·1e parti- chi vi hanno concorso . Questi impegni sono essenzialmente di dué ordini; ·co– stituzionali e sociali. Farri ha impostato al mattino' q·ue– .sto tema centrale del Convegno,· aiutato dai discorsi ch'e .lo avevano preceduto; in particolare·da quello di Giw:,eppe Rapelli., Leopoldo Piccardi, RiMardo Lomba~·di. e, chiq.• ,dendo, ·Piero Calamandrei hanno aggiunto nel pbmeriggio le necessarie puntualizzazioni.· Si tratta di un puntO di partenza, non di .una con– clusione. Nei ·limiti imposti _dalle ·difficoltà del di~corso co 4 nume, si possono sperare ·frutti positivi. E' un'opera che merita la collaborazione .intelligente ed efficace di tutti i cOmpagni. · · DONATO

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