Nuova Repubblica - anno IV - n. 8 - 19 febbraio 1956

Comitato cf.irettivo: TRISTANO CODIGr,JOl~ .( direttore resp.}, .PIERO· CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VIJTORELLI. Seg,. d; red.azione1. "GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz•.._: Firenze, ·Piezza. Libertà 15, ·tel. 50-998. Amm.: 'Firenze, Piazza Indipendenza 29, "t.?!., 483-207./8. AutÒriz. Trib. Firenze .del 30 dicembre ·1952. ·Pri_n.ted,·1n 1tà'iy. '.s.t Tip. de «la Nazione», Firenze, Via Ricasoti B. · 98 ·ANNO IV • N. 8 Un numero L. 40. Estero t. 50. Un numero arretrato L. 50, Abbonamenti": annuo pèr Italia e Francia l. 1500, ·sem. L. 800, trim. 'l. .if.50~ Estero·: L.. 2000, 1100, 600,' Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261,·cLa Nuçva ltaliu, Firen2:e. Gli abbonamenti de– corrono ·dall'inizio del· mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nfstrazlone. Tariffa: l. 15.000 per lnserziot"li-dimm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA IMPEGNO C LLETTIVO di ALDO V.ISA L BER G H I ·IN ARTICOLI precongressualj, e poi a l\filano davanti · ai delegati del suo partito, Saragat ha indicato in « una grandiosa 1·ifonna che adegui le scuole alle esigenze del mondo nuovo> uno degli obiettivi più impor– .tanti ed urgenti della politica socialdemocratica. Facile, mft gratuito, sarebbe ironh-:zare sulla frase altisonante. 'E' a tutti evidente che il PSDI, anche se detiene, e degna– mente, il ministero dell'istrnzione, non può fare da solo ·nesslma riforma, né grandiosa né modesta. Ma ò bene che il problema sia stato riproposto, in forma impegnativa, da una formazione laica che ha responsabilità govemativé, e ·r~sponsabilità specifiche in campo scolastico. Ne_$1>'lmpartito singolo, né grande rnf piccolo, può · condurre in porto una coraggiosa riforma della scuola; nori può farlo neppure la maggiora.nza governativa, non può fai-lo i'opÌ_)osizione socialcomunista: La scuola è un bene · co1nuri.è, la Cui struttura ò indice essenziaJe della maturità civile e sociale di un paese. Occorre che una larga maggio- .r&nza del paese (e della classe insegnante) concorra almeno mo'l'almente a rinnovarla, se rinnovamento reale ha da ·es~ere, ·e'non solo un insieme di rappezzi, con rivernic_iatura 1 della 'facciaia. Alla for·mazione ed all 1 orientamènto di una tal ,1na'ggiorallz~· i socialdem_ocratici possono c0~tribuir~ in · lTI.odòspecialmente efficacè, come 'cei-cherò di mostrare. ~Ma pe"r ì ~dfvidua.re 1e ·condizioiii e i limiti cli una tale efficacia · è • neceSsadò u n breve esame della~ situazione. Non mi soffermerò a dUnostrare che la struttura della · sctiola italiana è socialmente arretrata. Scuole classiche · ed u'niversità · s0no in gran preva:lenza appa_nna"ggio aella 'borghesia· grossa,e media, la picçol~ bot·gliesia e frazioiÌi ·del pròletal'iato industriale prèferisc0no in genere gli · istituti tecnici e magistrali (cioè corsi di° studi professio– nali che implicano scelte precoci,- solo in minima !)arte dettàte da vocazioni ed attitudini effettive), la gran massa · del pro'leta.riato urbano e rurale, quando non deve -accon• -tentafs{ per i suoi -figli del solo corso· elementare (tal\•ol~a , neppure completo), usufrnisce di scuole di « avviamento professionale», raramente integrate da scuole « iecniche > _bjenna,li, più rarament~ da « Istituti, professionali :.. - L'arretratezza sociale del nostro sistema scolastico è la causa pril )cipa.le della ~µa arretratezza pedagogica e de.llo . scadimento progra"s.sivo persino delle scuole di più solida tracli:,;ione, come i licei classici. Un tempo i licei classici erano bensì scuola dei ricchi più ancora che non .oggi, ma etano anche, pii, che non oggi 1 scuola di élite intel~ Jett11ale 1 la dorpanda di istruzione essendo assai meno gene• r~lizzata nelle. stesse cl~ssi agiate. Oggi i licei mal confi• danp nella spietata solezione (che poi in pratica pochi hanno cuore di operal'e drasticamente, e che cofl)unque lezioni private ed istituti privati aggirano allegramente) per n_onfarsi s~mmergere dalla marea incalzante di quanti sanno o solo vagamente sperano di poter frequentare la università. · · Le scuole medie superiori a carattere professionale {istituti tecnici e magistrali) risentono gravemente, oltre che della' corsa al pezzo di càrta, del.fatto già notato che la scelta· dell'indirizzo raramente viene effettu'ata in baSe a reali aitituçlini •(ch9_Ja miglior. ·psicologia coritemporanea nega sia.no utilmente discernibili prima dei 15~1G anni), ed ancor'meno in base a vocazioni" maturate. Questo feno– meno assume spesso dolorosi, quasi ,tragici aspetti negli • istituti niagistrali: _ si vedano Jé ossei:Vaz!oni ch_efa !n pro– . po$ito Giorgio Spini, sul numero di _gennaio del Ponte. , l.. 'istruzione profess.ionale, che dovrebbe formare gli · operai .sPecializiati, è anch~essa .oltremodo insufficiente CJl\apt"ifativàmellte 6 qualifativà.m"etlt~. _'e con;nmque noll ovyia. pe_r nt.J.Ua a,l rigido cletertl}.inismo econ_omico nell'a sce'ta cl.elle professioni. Ne viene che il si8tema scolastico italiano, ·pur essendo simile a molti altri sistemi europei e presentando problemi analoghi, è obiettivamenfe il peggiore di tutti, se solo Si escludono la Grecia e la penisola iberica: infatti non vi ha luo$o nessuna seria ed organica azione di orientamento. seconrlo le attitudini e secondo il naturale e progressivo maturare degli interessi, tutto vi è affidato alla semplice sèlozione negativa, che -t_utto, in: effetti, riesce ad avvele– nare. Le critiche e larnentele che si sentono di solito - quelle giustificate e serie almeno - vanno inserite in questo quadl'O perché ne sia chiara la reale portata: riguardino il latino, le lezioni private, il sovraccarico di lavoro, il manualismo o il mnemonismo, additano sempre inconve– nienti che scaturiscono, in primo luogo 1 dall'assurda e trì– stissima situazione per cui iii media può dirsi che. solo una mino1·anza degl-i allievi delle nostre scuole secondarie è veramente tagliata per il genere di studi che. ha int-ra– vreso. Un pedagogista cattolico molto in vista 1 riferendosi ad un mio articolo, uscito su di una rivista educativa., nel quale prospettavo ed anal 1 izzavo più in dettagli~ questa stessa. situazione, mi scriveva cli recente: « Temo che pro– posiZioni cosi chiare e sens8te.e oggi ormai ovvie per chi 11011 è cieco, siano poco popolari in un mon'do scolastico che ha le cateratte della cultura secondo formule supe– rate da decennj :t. Egli mi scuserà se ]o cito senza nomi– . narlo: non si tratta qui di sfrutta1·e 1a sua autorità, ma di intet'pretare queste sue affermazioni recise come un segno che fra i cattolici 1 come fra i laici, vi Sono i pro– gressiVi, i meno progressivi e i 1-eazionari (magari incon– sape_voli, come fra i comunisti ro è-sfato l'ottimo Concetto Marchesi, quando si batteva per il latino nella scuola media · unica: ma ora ne ha fatt.o pubblica ammenda). Ora qui · 1 -Et°;:.dettoa tutte lettere: o la riforma della scuola si fa con i cattoUCf, o non la si fa, per molto tempo almeno. Con i cattolici non_ vuol dire con tutti i cattolici (neanche il governo Segni è il governo di tutti i cattoHci), ma con quel vasto settore di cattolici che hanno coscienza aperta ai problemi sociali e vanno acquistando quel « senso dello Stato> che li vaccinerà sempre meglio - è da sperare - contro il confessionalismo rinunciatario ,e l'abdicazione di fronte alle scuole -private ed alle altre ini– ziative del clero (che posson essere anche degnissime, ma in tal caso non hanno nulla da temere dalla « concorrenza privilegiata> dello Stato). Dir questiYiion significa-auspi– care sci-ssioni nelPinterno della democ·razia cristiana. Circa -i problerpi di convivenza· ihterna nel ]oro partito, -i demo-· ci-istiani se la vedano fra ·]oro. A noi interessa sapere quanti democratici cristianì sono d'accordo, ad esempio, sui punti seguenti: ·- Riconoscimento dei diritti del bambino alla sicu-· rezza in· tutte le suè forme ed al libero e completo sviluppo della sua personalità. · - Funzione culturale dello Stato orientata verso un .sistema di educazione che dia a. tutti gli individui ]a piena capacità di partecipare alla vita di una società democratica. - Riconoscimento che 1a scuo1a unica e a orientamento .progressivo è da considet·arsi come il mezzo per éccellenza atto a realizzare questo scopo. Questi punti ·sono tolti· quasi di pes9 dalla mozione optata all'unanimità .il 13 novembre scorso ·dal congresso degli < insegnanti socialisti> belgi. Il riferì-mento non suoni · ironico per quanto èoncerne le p·ossibilità di ,intesa coi cat– tolici, ma piuttosto vi si veda un mònito: per fortuna in Italia noti. s'è giunti ancoi·a a realizzare quella mala~– .gurata sovven~ione· governativa. alle scuole private per ..cui . nel Belgio. cattolici e socialisti si affro.ntano sulle piazze proprio per questioni scolastiche. I tre punti elencati costi– tuiscono sommarie direttive d'azione, direttìve per un'a• zion~ socialista in campo scolastico. Per quanto sommari, .non lasciano dubbi,." almenQ per ciò che concerne la radi– cale condanna di sistemi e metodi scolastici quali il nostro e quelli di altri paesi, latini e non. S.arebbe frivolo che la piccola frazione ·dei socialisti italiani· che partecipa al governo e ha, in particolare, la responsabilità del mini• stero· dell'istruzione, si desse senz'altro a trasfo1·mare" in prQciso programma posHivo queste ·o consimili direttive. Ma essa può Iare due cose: 1) assieme a tutti i socialisti di buona volontà (e al di fuori, perciò, di diffidenze e settarismi sorpa-ssa:ti) può i,upegnarsi a fondo perchè tali direttive diventino la base di quegli ampi dibattiti da cui soltanto potrà venirci, se non mi programma preciso, almeno una più chiara, co– scienza delta sua necessitù. ed urgenza; 2) far co.rilpiere al dicastero della PI alcun"i passi preli• - minari e indispensabili rispetto a qualunque riforma seria. La difficoltà della prima azione sta nel fatto clie S I E N A e Nuova Repubblica » è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale niurale, registrato presso ,Trib. di Firenze con decreto n. lb27 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti I Paesi. li -periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. ti. 19. FEBBRAIO 1956 - L. 40 di i>i110·Busclii) (S·i torna a parlare della rico.ftiilt- ··1· ·· zio11e dell'.-t.ccademia d'ltaUaJ Opere pubbliche uri-enti non solo in eSsa dovrebbero convergere i socialisti e i 1aici · pt'ogressivi di ogni tendenza, ma-che d<:1vreb~ !\nch~ venir , condotta in modo da trarne la misura prèciS"a ·d81 reale impegno cattolico in senso pr0gressi'\ 1 0 :e ,ti~_nq~atore. · Questa mia illsiStenza sulla necessità tjel d_ialogo _coi cat~ tolici non significa già che non ci si debba muovè'f8· senza « licenza dei supèriori >, ina solo ch6' non si devono tra• mlltare in manifestazioni accademièhe ~H:laicismo astratto le molte e important-i riunionf"l8.iche jn' ProS"ram'ma per i prossimi mesi, che vanno da quella èleg1i ·'a"mici del M-ondo a Roma a quella dei giovani del PSI a Firenze, dedicate genericamente ai problemi scolastici, ·.·da quella -della NEF, FNISM e Cooperazione Educativa, dedicata é.i -problemi della scuola media, ancora a Roma, al congresso fiorentino della FNISM 1 che affronterà, a fondo, fra. l'altro, -la q_uestiçne dell'esame di -Stato. Ci auguriamo èhe in tutte queste ·riunioni· non si perda mai · la visione d'assieme, non si dimentichi -la rilevariza sociale dei problemi e la urgenza di una loro soluzione effettiva. In particolare vor• remmo che i socialdemocratici, -ora che sono impegnati per bocca del loro leader allo studio di una « grandiosa > , riforma, non fossero assenti là. dove le forze più vive della .scuola mettono a fuoco le conclusioni tratte dall'esperienza . Quanto all'azione concreta che il ministro Rossi· po– trebbe svolgere fin d'ora, mi pare che essa dovrebbe attuarsi -principalmente in due direzioni: quella di ampio rileva• .zioni circa la strutturazione e la --funzione sociale delle nostre scqole ·così come sono, e quella di almeno prevedere e legittit~are in anticipo larghe sperimentazioni di scuole di tipo nuovo. Qualunque riforma scolastica non preceduta da un'effettiva esperienza del nuovo non può non riu– .scire sostanzialrriente consCrvati:ice, cioè un mero riordi• rnamento del già esistente. Di altri ·ed a~che piir urgenti . còm.piti che il ministro alla Pr deve assolvere, qui non diremo, giacchè ·ci· siamo limitati all'analisi• di quel che i sociallsti, e particolarmente i socialdem'ocratici, possono fare in vista di una « giandiosa, riforma. L'abbiamo con– dotta ·senza pregiudizi e senza ironia, come··s'è visto: all'iro– nia più amara i socialdemocratici ·Si esporranno se, dopo così impegnativa affermazione del. lord leader, è.nziché •almeno partecipare attivamente aU'intensa fioritura di ini– ziative di clii s'è detto, e mettere democraticamente a frutto la loro permanènza allu. Minerva, lasceranno passare i~ tempo cacciando farfaUe.

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