Nuova Repubblica - anno III - n. 39 - 4 dicembre 1955

B1 8 (l'n .,·(•llimanale fa.~cisla ha accollo con entusiasmo la proposta di el'igere un mot111mc11to a Ua11le, 11lili::t111clo il complesso slttl11clt'io commesso da J->eron e, 1m artigiano di Carrara) f llis. di G~o) LA GUIDA: « Questo è Dante Alighieri. E questa è Evita, sua ispiratrice». A H I A D I MltANO DOMENICA ALNUOVO D OJ\I8KICA mattina al teatro '.'\uovo c'ern molta gente ad ascoltare Carandini e Villabruna, tanta quanta eta conY<-muta · alcune don,eniche prima ad ascoltare Patri e Codignula. C'er·Hno. si sa, i patiti della politica, un po' cli ogni pa:tito e Sl.:i.mpre_ le solite facce; c'erano, ben s'intende, gli affrionc,dos dt"i due oratori; c'etano n1alago~ diani inquieti che manifestavano' rumorosamente il loro ·dissenso; c'e'rano anche alcuni monarchici « libe,·al i > che stanno sulla soglia della sede cl, corso Venezia in attesa di a,·ere libei'o ingresso dopo l'uscita di questi matti della sinistra. ( « Viva il re» hanno subito gridato, naturalmente· a sproposito, quando Carandini ha ,-icordato, per invali– dare la . ovversiYa intel'l'ogazione di don Stu,·zo, che quan– do era ambasciatore veniva chiamato a riforire al luogo– tenente del re. A quel grido dalla folla si è levato un ru– more confuso, ma dal sigmficato inconfondibile). Ma il grosso del pubblico era formato proprio d« pub·– blico, voglio dire da gente della strada, del medio ceto mi– lanese che la politica t,e o quattro volte all'anno, e che gen.eralrnente non va ai comizi e legge il Corr·iere della s-era senza lasciarsi avvelenare. E1·a per lo più questa parte ciel pubblico che reagiva più vivacl)mente al vociare dei malagodiani, finalmente zittiti dalla esposizione di Villa– bruna, dalla requisitoria di Carandini. Ma continuarono a percorrere l'aria fremili di polemica, suscitati eia affer– mazioni degli oratori e serpeggianti tra il pubblico in n1or– ,norii per lo più di assenso, in ri atine e applausi che ,ottolineavano le allusioni più mo,·daci. « Oggi in via Frattina (la sede romana del PLI) si tucliano i problemi economici in funzione della difesa dei ,rivilegi della destra economica; e se rnsta tempo, si stu– lia~o 1 mezzi per moltiplicare le tessere alla vigilia dei aong1·essi », ha detto Villabruna, dopo aver ricordato gli insegnamenti e le opere cl, _Giolitti, di Croce, di Casati. 11 partito liberale è stato ricostituito çlagli anziani, ma so– prattutto dai giovani, forti dell'insegn11mento della lottii cli liberazione, con la prospettiva cli farne un partito mo– derno, di avanguardia democratica, di pl'Ogresso, non di conservazione. Siccome però in Italia non esiste un partito conservatore e nessnno ha il coraggio di proclamarsi tale, il partito liberale ha sovente subito l'assalto dei ceti privi– legiati che ne vogliono fare il loro usbergo; ed orn l'hanno conquistato, per meglio dire acquistato. Storia del quadripartito, lamentevole storia. Noi, di~e Villabruna, siamo stati i suoi [autori, e per questo abbiamo operato per la riunificazione liberale che a suo tempo ~pl'Ì le migliori prospettive per una più stretta intesa fra i tre partiti laici. Ora, se è vero che la funzione del qua– dripartito è intralciata dalle lotte intestine della democra– zia cristiana, è pur anche vero che l'insanabile dissenso tra liberali e socialdemocratici immobilizza e isterilisce ogni azione governativa. « L'atteggiamento del PLI sui patti agrari ha fatto cadere il governo Scelba >. « Meno male», si gridà nella sala. « Segni è assediato, e non riesce a fare un passo avanti», riprende l'oratore. Loda Tremel– loni, fra gli applausi del pubblico, e sottolinea che la sua estromissione, sbalorditivamente accettata dal suo partito, ha dato respiro agli evasori fiscali mentl'e il govemo ap– J2r9va nuove tasse sul caffè e sul sale. ìC 1>roblemi della libertà sono anco1·a più preoccupan~i \., di quelli economici. Si parla di stato di dirilto; ora lo stato di diritto è lo stato liberale, e il partito liberale lo consegna. alla democrazia cristiana perch~ lo tra1n11ti 111 uno stato conlessionale. « Sia1no 1n presen1.a di nna vera e propria crisi dei ceti medi, che ri111angono ancora oggi nell'area democl'8- tic mà ne sono sospinti al margine estremo dalla pres– sioh .~della destra economica e del confessionalismo. l I senso di sfiducia de, ceti medi può tramutarsi in rivolta: è questo ·che n.oi vogliarno evitare». Poi si alza la voce robusta di Carandini. « Da qllesto momento la polemica appartiene al passato. Ci distac– chiamo con freddezza dal partito di Malagodi perché, dopò la irruzione m esso della destra economica, il'l'esistibile irruzione che non ci consentiva più respiro, non è più il nostro partito, quello che abbiamo ricreato dopo la libe– razione. Noi appartenia1no a quel "pa1·tito ignoto" di cui pal'lava Garosci sul Mondo,,,partito della libertà, della de– mocrazia, partito di questa Repubblica e di questa Co– stituzione». « In ogni modo - dice Carandini - i conquistatori ci hanno sconfitto, ma hanno perduto anche loro, percl-fé oll'gi il PLI è 111capace di difendere anche i loro interessi >. « Nessuna solidarietà hanno espresso per noi i par– titi minori », clice anco1·a. Sta fresco. Forse che i repub– blicani hanno conoscmto, al momento della costituzione di questo governo, la solidarietà dei socialdemocratici e degli stessi liberali? O che· forse gli uomini di Unità Popolare hanno mai ·avuto la minima dimostrazione di simpatia da liberali miche di sinistra, da repubblicani, da social– de)uocratici r,nche di sinistr"r La ·«irruzione> di certe [orze è avvenuta in tutti i partiti, e le congiure del si– lenzio, gli ostracis1n1, le mortificazioni sono arrivate da ogni parte, anche da parte amica, amici del Mondo. · Carandini ha poi sveltamente delineato il programma di un nuo,·o partito, del partito radicale, sulla base di affermazioni prevalenten1ente negative: oggi abbia1no una fiacca democrazia, mtimidita e involuta, nella quale resi– -stenza e antifascismo sono appena tollerati, audaci infra- mettenze confessionali nello Stato avvengono ogni giorno. « Facciamo catena e resistia1no alla frana, ergendo frontiere invalicabili verso i totalitarismi di destra e cli si– nistra», conclude Carandini. « Non vorremo con noi gente che stia ai confini; vogliamo la unità ·degli italiani in un grande partito• della libe1-tà, vogliamo ridurre le cfo,tanze, vogliamo affezionare gli italiani a una giusta Repubblica >. Auspica rappo,-ti di carattere elastico con la socialdemo– crazia, un incontro con un dignitoso comprmneSso, per di– fendere il medio e piccolo contribuente dalla aggressione del fisco, sempre pilì favorevole al grosso evasore. Tutto considerato, giornata positiva sul piano della rivolta morale: troppo poco per gettare le basi di un par– tito. Non era pretendere troppo il chiedere minor dose polemica e maggiore preoccupazione per i problemi di fondo. Per finire:. una domanda cattiva agli amici socialde– mocratici: come vanno ora i rapporti col partito liberale? resterete al governo usque ad mortem con Malagodi? PIC (87) nuova repubblica 1 · PAESE CHE_VAI Vision·i I L SERVIZIO informazioni della città del Vaticano ha diramato. in _data 21 11. ·• il seguente-_comtmicato: « Que– sto ufficio servizio stampa è stato auto,·izzato a confer– mare quanto annunciato dal settimanale Oggi, nel suo nu– mero del 24 corrente, circa una visione avuta dal Santo Pa– dre nel corso della sna malattia del dicembre 1954 >. li comunicato, di cui non si è trovata traccia alcuna sull'Osservatore ,·omano, è stato poi ripreso ampiamente dai quotidiani d'informazione. Ma si capisce che Oggi re– sta' il meglio informato, 1I più attento e il più sensibile. Quale sia l'agenzia d'informazione che ha fornito al set– tin1ana1e questa prin1izia non è dato di 'sapere con sicu• re,.ia; $ilvio Neg1·0 sul Corriere del/" sera ciel 22 u.s. af– faccia l'ipotesi che sia stato padre Lombardi. Guarda chi si rivede! Da « rnicrofono di Dio~ a stilatore di note d'a– genzia il passo è un po' )ungo, per quanto, aggiungiaffio ~ubito, vi si possa riconoscere una coerenza ten1atica dav• vero notevole. Bottigliette I N SEC:U!TO ai noti fatti del Vomero, gli « organi com– petenti> hanno disposto che i revinditori di bibite negli stadi debbano scrnpolosamente attene1·si alle di– sposizioni emanate a suo tem·po, secondo le qt)ali « le be– vande devono essere on1n1inistrate in bicchieri di c::1rtoi.1e e ritirando al momento della vendila i recipienti di ,·etl'O:». 'I rivenditori che non vi si attenessero - inforn1ano i gior• nali - sarebbero immediatamente estromessi da·gfi stadi. Che esistessero tali severe disposizioni sul modo cli bel'e negli stadi non sapevan10, con1e non sapevamo c:he tutti gli sportivi indistintamente, ovvero i cittadini ita– liani in blocco, dovessero essere considerati alla stregua di bambini irresponsabili o, peggio, di bestie feroci. Nùi non ci facciamo soverchie illusioni circa il grado di ma– turità civile del nostro popolo; ma il mezzo scelto per aiu– tarlo a raggiungere in ogni circostanza e quindi anche nello sport un « modo di comportarsi> ispirato al rispetto di sé, delle cose, e degli altri (che è - se non andiamo errati - uno dei cardini del vivere democratico), ci ·sem– bra il peggiore: in nessun caso si può educare se non la– sciando integro il senso di responsabilità. Eleviamo perciò la nostra protesta contl'O chi ha ispi– rato quel provvedimento sulle bottigliette, offensivo per tutti, anche, e forse in maggior misura, per chi non fre– quenta gli stadi. Su questa strada, dovrebbero essere ema– nate disposizioni che contemplino per gli «sportivi» l'ob– bligo di speciali maschere atte ad impedire la fuoruscita dni rituali insulti all'indirizzo dell'arbitro. Pagliacci A NCORA sulle bottigliette ciel Vornero, ma stavolta con una interpretazioni> storico-filosofica-attivistica del · loro lancio. La leggiamo sul n. 46 de Il Borghese, in un fondo-lettera al direttore, di Corrado Pecci. « Quelle bottigliette, caro Longane.·i, contenevano in prin10 Juogo una protesta antica, una rivolta espressa -in proiettili di vetro per la costante "denegata giustizia" di cui Napoli è colpita. Vuole un esempio recentissimo?». E il Pecci lo fornisce subito, s1:>1egando che il sindaco Achille Lauro aveva dovuto intervenire « presso il prefetto perché venisse sospesa la proiezione di un immondo documento cinema– tografico, Voci di Napoli, promosso e fabbricato dai co– munisti. Perché imrilondo? Perché « una donna dinnanzi a un « basso> chiede il pronto intervento di una petti– natrice che la liberi dall'insoppo,-tabile fastidio dèi pi– docchi. Il resto seguiva su questo timbro». Eppure la pel– licola era stata autorizzata da Rom·a, e Lauro, che ba pl'Otestato con Segni, non è stato ancora ricevuto, a dif– ferenza di Pietro Ne11ni. « Altro ancora contenevano, cal'O Longanesi, le bottigliette vuote ... Per esempio il ricordo del pomeriggio del 12 giugno 1046. Quel giorno ... ». Dio mio che successe quel giorno? Successe che partigiani bolo– gnesi e modenesi /iwono condotti all'attacco dal .comunista Giorgio Amendola, all'attacco di « una piccola folla inerme di donne e ragazzi che manifestava a favore di Um– berto Il ». · Non è finita. « ... dentro le bottigliette lanciate al Vo– mero i napoletani hanno messo tutta la loro sacrosanta " antipatia" per ciò che oggi il nome di Bologna ( si tmt– t"va app"nto della partita Napoli-Bologna) ... significa ... E lei che è di quelle parti lo sa cosa signilìca oggi Bo– logna, CO!)- l'ambiguo comunismo teorico del cardinale Ler– caro, aspirante successore di Pio XII alla Cattedra di San Pietro e di Pietro Nenni, al Premio Stalin; con il gros– solano comunismo pratico del sindaco Dozza che proietta nn modello vivente di provincia sovietica, alle province non ancora sovietizzate del nostro povero paese». Il no– stro lettore penserà che la vacuità del longanesiano ab– bia toccato con queste lacrimose espressioni il suo punto pili solenne. Invece: « Eloquenti bottigliette ... qualcuna, ne sono sicuro, esalò in allegri « pernaccbi » il metafisico con– tenuto che ho cercato di chiarire più sopra ... Se fossi stato sul posto ne avrei tirata qualcuna anoh'io ». Probabilmente, se ci fosse stato, il Pecci non avrebbe lanciato un bel nulla. Questa canagliesca fauna intellet– tuale ha un cuor di coniglio, e ci vuole un esercito di SS per tranquillare la sua coscienza civile, il suo spirito pa– triottico. Un esercito di SS oppure, va. da sè, i reticolati ad alta tensione del nostro paradossalmente «liberale» re– gime democratico,

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