Nuova Repubblica - anno III - n. 36 - 13 novembre 1955

Bit 8 telluto di dovere, non solo stroncare con una ,·irulenza dc• gna di miglior causa il libro, ma anche pubblica1·e una p,·e– cisazione che non pote\"a non riferii' ·i ad alC'une aHc,·ma– zioni del Peyrefitte, senza però smenfirle interamente. Ma la trama del libro, che ha sollevato le maggiori l'i– sern•, non è prin, d'interesse. Il Peyi·elìtte è sempre stato uno scrittore pqco scorrevole, pietlo di alti e bassi. ango– sciato e disordinato nella successione cl~gli episodi, affa– scinato dall'orcaBione di un ragionarYlento, di n11'annlis.i cli sentimenti, cli una clescr(zione; e questi suoi difetti tipici non n1Ancano nemmeno in questa sua ultirna opc1'a. Anzi, jn alcune sue parti essi appaiono ancor più esagc-1 ·A.ti d al– l'intenso interesse clell'A. a non trascurare nulla cli ciò che ha potuto apprendere nel corso delta sua inchiesta o delle sue indagini sui vecchi testi. Discepolo cli· Cide e di- Proust; e meno forse cli quanto egli non pensi di Anatole France, concittadino anche let– teral'Ìo cli Stendhal, Roger· Peyrefitte non si preoccupa cli dare un equilibrio classico alle sue opere, e ancor n1eno a quest'ultima che alle altre. Ciò nonostante, il dran,ma del giovane sen1inarista, che sfugge ai rigori e alle incompren– sioni della disciplina ecclesiastica france e, nella speranza cli rigenerarsi all'aria cli Roma, e che ottiene di assistere in alcuni lavol'i nn certo cardinale Belloro (l'unico prnlato fittizio dell'opera, che pe,·ò è forse anche il più vero), è un drnmma sentito, profondo, comunicato al lettore. Cli occhi con i quali l'abate Vieto,· Mas ,·ecle le cose romane - ossia un certo buon gusto raffinato simboleg– giato dalla figura del suo prntettorn porporato commisto a n,olti intrighi e a n,olte credenze supe1·stiziose - sono occhi autentici, sono gli ·occhi della giovane Chiesa cli Francia che si affaccia sull'antica Chiesa romana, sono gli occhi cli quella Chiesa che ba prodotto l'apostolato mis– sionario in seno alla classe operaia. L'ambiente fonnato dai familiari del ca1·clinale Belloro è nn ambiente anch'esso vero, e vora è la vicenda sentimentale dell'abntino con Paola. Si possono forse fare n,olteplici riser\"e su un certo buon gusto n1oralistico, sebbene meno su quello lettel'ario i l.,es clé, de Saint-T'ierre è tuttavia un libro che rnlen, la pena fosse stalo sc,·itto e che vale la pena cli leggN~. PIETRO MONTI l~ ET TE RE AL LA CAROTA Al PlV' GIOVANI C.\l\lPOD1\Sr:iO, 11ovembre ll/11stre direUore, nell'articolo « La cal'Ota a·i più giO\·ani » apparso sul nn– mero del 30 ottobrn del suo autorevole settim11nale si af– ferma che « con improv,·isa delìberaz.ione > il i 1 cgl'ctariato nazionale della Cionntù avrebbe deciso cli con,·ocal'e a Roma un convegno della stampa studentesca. Devo ·pre– cisare al riguardo che, sin da quando nell'apl'ile sr·orso fwnmo i,nvitati a partecipare al Premio stiunpa, ci ru co– municato che, abbinato alla cerìmonia del.la pTemiazione, avrebbe avuto luogo un convegno dellft stampn studente– sca. Né mi parP esatto parlare cli « strana pl'ocecllll'a » per– ché al convegno, almeno per quanto mi risulta, sono stati invitati giornali cli tutte le tendenze: se gli elenchi in pos– sesso del segretariato siano aggiornati o incon,pleti, io non so: so solo che tra gli invitati c·è il mio gio1·nale, noto, al– n1eno nel rv.Cezzogiol'no,per la sua intrnnsigente po~izionP .anticlericale. Entriamo 01·a nel vivo della questione. 1 n uno elci piè, l'ecenti not.iziari del Seg,·etariato nazionale è scritto quanto segue: « Il convegno della stampa studentesca ,•i,ole essere, nelle intenzioni del Segretariato, la rassegna clcll'espe1·ienza di un anno e l'occasione di conoscenza tl·a quei giovani che hanno cercato cli esprimere le esigenze proprie e della pro– pria generazione». In altra circolare del 22 ottobre è sc1·itto ancora: « L'ente promotore clesidem avere clnl dibattito delle indicazioni sulla possibilit,ì cli pl'Ornuovere 1111 effet– tivo a.iuto per le attività studentesche, senza rischio di com– primere o di sottovalutare e~igenze ed esporionze dei di– rntti interessati ». O1·a sia chiaro anzitutto che non è miu intenzione aval– lare la buona fede del Segreta,·iato della gioventù, né spez– zare una lancia a pro della condotta, in com·egno; degli organi ufficiali; ma non n,i sento di condivicle1•f' versioni pessimistiche o prnvisioni catastrofiche per quel che ri– guarda il futuro della stampa studentesca. Il tentativo cli imbriglial'e la pili genuina espressione di democrazia nata nella scuola dal travaglio delle giovani genel'8zioni è opera per lo meno difficile per qualsiasi ministro preposto alla pubblica istruzione; si correrebbe il rischio cioè cli sovven– zionare la stampa studentesca per poi restare col prover– biale pugno cli mosche, ogni qualvolta i redattori elci pe– riodici studenteschi venissero ad assumere qtJelle posizioni di critica serena, n,a intransigente, che fino ad oggi hanno caratterizzato il meglio cli questo fenomeno democratico. Ma. se vero e fondato pnò essere il pericolo su cui ha insi– stito il suo collaboratore, sebbene nessuna espressione delle circolari ufficiali renda legittime tali preoccupazioni, è p.iù vem e piò fondato il pericolo che si presenta nel voler insi'. stere nella posizione cli « splendido isolamento> di quei colleghi del Nord che, avendo raggiunto una organizzazione. efficiente ed essendo continuamente informati eia nssocia– zioni giornalistiche giovanili, hanno in non cale j colleghi del Mezzogiorno la cui opera, per il terreno stesso in cui sono costretti a muoversi e per la mancanza qnasi assoluta f Dis. di Dino Boschi) DOMENICA SPORTIVA - Com'è finita la partita·? - 3 a 3. DIRETTORE di contattì con I.e altrui e:;peri0nze, rischia. di isterilirsi io una inutile e pericolosa snggistica . .Il giornale :tuclcntesco elci Mezzogiorno tende a trasfor– marsi in elemento cli folklore scolastico, non solo per la im– precisione dei temi trnttali, ma anche per la loro imposta– zione sbagliata. Yi è quindi, per i giornali del itezzogiorno una prnfonda esige11za di «collegamento» da attuarsi pe,· rTlf.!:.zodi un organo studentesco centrale o, 1neglio, per n'è"t7,zÒ di un servizio stampa aggiornato ed efficiente. Solo dalla trattazione di problemi immediati il giornalismo stu– dentesco cli tutta ltalia potrù tra,Tc nuovo impulso ed im– porsi all'attenzione della pubblica opinione e degli stessi organi r·esponsabili. Solo così poh;t scornparire quella nota di « generale Htanchezzn » che Ja cornrnissione esaminatrice del .P1·en1io naz.ionale ha riscontrato perfino nei giornali p.ill quotati. Al convegno di Roma quindi, signor direttore, saremo vigili ed at.tenti pe1· respingere ogni disonesto allettamento: rifiuteremo la «carota» cli Rossi così corne abbiamo spez~ 7.a.to il «bastone» di E1·mini 1 ma non potremo non pren– dere in considerazione ogni offc,·ta on~ -La e clisinternssata che ci provenga dagli .ste~si organi responsabili. E ciò per– ché la « genuinitit » e la « ~po11tancitù » dei giornali stn– clenteschi vanno difese anzitutto nel nhiuso delle nostre co~cienzc-. , Con 1 i sen~i delln mia stin1a sentitarrlente la ringrazio Annibale Orlando direttore de « .La ,·oce dello stnclente » . Nel pubblicare l'~nestR lettera cli Annibale Orlando, che 1·ingl'aziamo, ci corl'e l'obbligo di pl'ec.:isare a nostra volta: a) eravàmo giù a conoscenza che al convegno.di Ron,a erano invitati tutti i giornali «premiati» (a questo in\'it.o era infatti impossibile sl'uggire), l\.la ernvarno anche a co– no8cCn'l.a che 1'inYito non era stato esteso a tutti i « non prem.iati »: cli'qui, il nostro allarme (tanto meglio-se in- giustificato, come Orlando ritiene); · b) Orlando ci creda, perché siamo più \'ecchi cli lui: le « posizioni di critiea serena, n1a intransigente» dìfficil. mente coesistono con le sovvenzioni, quando quel!~ critiche sono dirette appunto a chi le sovrnnzioni elargisce. Ha mai riflettuto Orlando sulla situazione della stampa in Italia? e) esattissima l'esigenza cli contatti cool'clinati fra i gi0Yanissim1, e co111prensibilissimo che questa es.igenza sia soprattutto sentita dai meridionali: vorren1mo però sugge• rire a tutti gli interessati uno sforzo per creare da soli, con una libera scelta, e non pe1· elargizione paternalis~ica (e necessaria.mente interessata) gli organi necessari. 11 costu– n1e democratico comincia .in queste prin,e esperienze; d) infine, la «carola» cli cui parlava il nostro colla– bÒratore non. ern oifeJ"ta clall'on. Rossi (cli cui non cono– scia1no l'opinione in proposito, che tuttavia riteniamo non lontana dalla nostra) ma da un organo, come il Sottose– gretariato a.Ila p.rcsiclem,a del consiglio che, ·almeno fino ad un recentissimo passato, non lia dato pro,·a cli grande aperturn liberale. · T. C. rn_4-) nuova repubblica fL DRA DEL CASTELLO N 0:--1 SIAl\.lO frn coloro che considel'8no la \'icencla l\.largaret-To\\'nsencl come un .:tpp0titoso l'umetto, de• lizia e [orluna elci rotocalchi, né che clrplorano lo spazio e l'interesse che la stam12a e il pubblico del mondo intel'O hanno dedicato alle ,·icencle sentimentali della so– rella minore cli Elisabetta Jl. Tali ,·icendc sorpassano cli gran lunga i limiti di una questione pri,·ata, per din~·nit·e simbolo· e specchio cli una strenua lotta dell'incli,·icl110 in difesa della sua liberti, pe,·sonale .e sintomo evidente di quanto siano stridenti e superate certe pur dignitose h'a– dizioni e istitu'l.io_ni ,:he chiedono all"uomo di contpol'tnrsi, nell"èr~ aton1ica, con,e ai te,mpi in cui si oon,battcva. con elmo, scucio e· ~cimibnra. Pretendel'e chè nna ragazza abituala a bnllare il 1narn– bo nPi nUit-c't-ubs e a ft'lmal'e sigarette in un lungo boc– chino, i:-;truita corne si conYiene 11elle discipline stol'iche, lettennie o politiche, Ol'atrice, sportì\·a, \'ÌaGgiatrice i11fa– tii·abil~, dotata -- C)CC01Te dirlo_'.- cli"nna ,·iva p_o;·so.nalitit. si comporli, a un ~certo mome'nto, co111e i'e i1npone una legge del Ii72 ( p.1;omulgata - ·come Hrgutan1C"nle scri\·e 8acehi ne /,o. Sta,1n7Ja - da un 'So,-rano, Giorgio ]11, clini– cAmente chchiarato pazzo e al s◊-lo fine di giocare un brutto til'O u un figlio pazzo quanto lui) significa ,·eran,ente cltie– dere t,·oppo Kon entreremmo 1i:i una \·icenda delicata cli un all.ro paer,;e so la stessa stan,pa inglese, quR~i unanime, dando un belll'esempio di libei-ali_smo, non aYe~se di gi;t I)l'CSO po– sizione e, n,algraclo l"amore e il rispetto per la sua Casa. Reale, non avesse chiarMnente deplorato il gac1·ificio di ll1argaret, mostrando di non credere affatto alla « sponta– neitit » del suo n1e~saggio di rinunzja che, in effetti, altro non è che il risultato delle pressioni rnorali cl11>essa ha subito. All'ultimo atto, quando occor,·c,·a stringern pugni e denti per lo strappo nnale, Margaret è st11ta Yitlima cli ventjcinque unni di rigida, forn1ale edu('azione, volta a fare di lei non s0·10 una donna completa ma un·a « principe8~a reale inglese», persuasa di stare ·al mondo per diritto cli– \·ino e di es~ere investita dì nna sacra missione. La per• dita di lutto un pai$ato, di tutto un mondo protetto e si– cu,·o le ha fatto paura cd ha scelto la schia,·itù. La sconfitta cli lei - anche ammantata dall'alone cli virtù - ha duramente colpito tutti coloro - uoniini e donne - che da lei aspettaYano una pro\"a di coraggio portata alle estre1ne conseguenze, nna scelta che, pl'ivan– dola cli castelli, onori e prerogatirn reali, le a,·esse offerto l'ocra~ione unica di af[enuare, innanzi tutto, i suoi diritti cli persona umana. Questi diritti, inviolabili e inalienabili, Ma,·garet cont.i1111e1·il a sentirli dentro cli sé, per nulla scal– fiti dal'la violenza che es8a ha dovuto fal'e ai suoi senti• t11enti, e si può esse1·e ce.rti the se pul'e es.c;.;a continnerù, come un sorridente automa, a tagliare nastri e a battezzare navj, qtrnlche cosa, in lei, sarù n1orta per 8empre. Il prezzo che Pssa ha dovuto· pagare per « gli interessi del Common– ,rnal\ h > è stato troppo ·alto, ,rnche perché essa a,·e,·a sen– tito intorno a sè il consenso popolare al s110 amore ed ern certa che, segnendo la strada del cuore, anziché quella della ragione dinastica, essa non recava offesa ai milioni . cli 110,nini e donne comuni che pensnxano a lei e applau• clirnno al SL(O passaggio, gridandole, come a t1n campione spol'li\'o: « Tieni duro, bfargaret > Purtl'Oppo, essa non ha tenuto duro e, cedendo all'ul– timo momento, all',uci,·escovo di CantNbmy, al duca cli Edimburgo, al 'l'imes, ha clelu.-o la semplice gente che le avc,·a offe,·to il sno appoggio sincero. Ha deluso le ra– gazze cli tutto il mondo, eh~ sempre più vanno.ripudiando i matrimoni cli calcolo e di com·enienza pe1· seguire le na– turali inclinazionì, e i giovani che si fanno st1·ada per Yi1·tll di ing1?gno e di coragg'.io e non si sentono indegni di una compagna che sia nata nobile e ricca, se pul'O essi non lo sono. Forse ha deluso anche /":ie stessa, che ~i e1·a creduta più forte, nei lunghi anni cli fecleltit all'uomo amato, leale e generosa nel sostenerlo, contro l'osti Iità della Corte e del clero. La « soddisfazione ciel clO\·ere compiuto» non le ba– steri, cli fronte alla felicità perduta e, anche giungendo le mani nella preghiera, le Ye1-rilfatto cli domandarsi pet– ché, sposando Townsencl, ella avrebbe offeso un Dio tuttn pieti, e mi.-erico,·clia che solo alcuni cattivi servito,·i. conti– nuano a presentare con1e un drago dalla spada fiAn1n1eg– giantc, dispensatore di castighi e di rnndette. ANNA GAROFALO LI'BHIE RIVlSTE NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO MENSILE Sotto gli auspici dei servizi Spettacolo · Informazioni e Proprietà Intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Direzione: Roma Casella Postale 247

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