Nuova Repubblica - anno III - n.29 - 25 settembre 1955

B 8 Notturno abruzzese ( Dis. di l)i110 Bostlii) CHE VAI Scontrino · di . . v1agg10 D UE CAR.ò-BJNlERI bussano austeri alla porta cli un modestissimo appartamento di P~•. « Chi è S. T.? > chiedono a mia moglie circondata da 4 o 5 mocciosi. « Sono io>, e mi fo avanti. « Domani lei deve presentarsi a1l'ospeclale militare cli Livorno per una visita>. « !Ila io non sono militare. Sono vecchio, sono padre cli sei figli, non si fanno niente neppure dei miei capelli perché non ne ho più, sono clisoccL1pato.E' sicuro che sia proprio io? ». l\la quelli insistono. Mi presento al comando dei Carabinieri per chiecle1·e uno scontrino cli viaggio onde raggiungere Livorno. Mi dicnno che non mi possono concedere il viaggio gratuito ma· possono darmi solo uno scontt·in·o al 70 per cento di riduzione. Reclamo, dicendo che non solo non posso sob– barcarmi la spesa di quel 30 per cento residuo, ma che i10n ho neppure i denari per pagarmi il pasto dmante la mia assenza da casa. Niente da forn. Parto e ra.ggiungo Livoi·no pagando di tasca mia. All'ospedale passo va,·ie visite, testa, cuore, torace e dopo il consueto beverone di bario mi sottopongo alla ra– diografia allo stomaco. A me, che da sette anni soffro cli ulcera duodenale, l'ulcera non l'hanno trovata. Strano: a P*. l'avevo, a Livorno non ce l'ho piÌI. P.oichè sono necessal'i ulteriori accertan1enti, viene deciso di inviarmi ail'ospedale milital'e cli Fit-enze per un esame oftalmico. A questo punto mi si presenta lo stesso problem_a: quello del viaggio e ciel vitto. Chiedo perciò all'ufficio nel quale mi trovo uno scontl'Ìno cli viaggio. Mi si dice: « Lei non ò un militare, è un civile. Non possiamo darle lo scon– trino perché questo spetta soltanto ai militari di "bassa forza". C'è una esplicita circola1·e in proposito». « 111a allora - faccio io - perché mi avete chiamato a un ospe– dale militare? Sono militare o sono civile?». « Vede - mi spiegano - prima lei era militare, ora è civile, ma in questo momento lo prendiamo in forza a questo ospedale ·per delega del Comando Marina di La Spezia, poi sta– remo a vedere ». « Il fatto è - replico - che io ho solo 70 lire in tasca e con queste non posso né anelare a Firénze, né mangiare stasera· e domani, né dormire stn• notte, né, anche se lo volessi, tornare a casa. In qual– che modo dovete pnre.sistemarmi >. Vengo accompagnato all'ufficio viaggi, ma anche lì, ciroolare alla mano, niente da fare. Mi accompagnano a un altro ufficio. Stessa ri– chiesta, stessa risposta., stesi,% circolft.l'e. « Ma insomma - e qui con1incio a .riscaldarmi - a }?irenze devo un• darci a piedi?». Mi fa un capitano: « Non faccia tanto il logico! ». « !Ifa allora scusi - replico - se io sono lo. gico vuol dire che è illogica la circolare! ». Segni di pro– fonda costernazione fra gli ufficiali e i sottufficiali pre– senti, per l'ardire dimostrato. Un capit11no prende a brac– cetto un maresciallo, e se ne vanno parlottando. · Dopo varie ·ore di in-utile attesa e cli inutili discorsi in una decina di uffici, che tutti mi presentano la mede– sima circolare, i due trovano « il sistema·» cli spedi1:rni a Firenze. « Guardi - fa il maresciallo ..:.. i soldi pel' il viaggio glieli presto io!». « No, no, impossibile questo - intenompe il capitano - facciamo piuttosto così» e si avvia alla cassaforte: « Io le clò i denari per andare a Firenze, cioè, è l'ospedale militare cli Livorno che glieli dà, anzi che glieli presta, perché quando le,i sarà a Fi– renzà dovrà farsi a sua volta •rimborsar~ da quell'ospedale . ' . ;·. militare e restituirmeli. Ma non· se li spen'éla tutti per il n1angiare, se no va a finire che lei non ritorna! ». Parto; e menti·e me ne vado mi vien fatto di pen– sare: « Una circolare che permettes e· il rimborso delle spese di viaggio anche ai militari, che non sono militari, ma che si suppone 'lo possano diventare, rovinerebbe dav– vero il bilancio ciel lllinistero della Difesa!». (s. t.) Primo, non nuocere P ÒX':O DOPO la mezzanotte del G settembre, presso i ' bastioni del forte Begato vicino a Genova, la sentinella cli guardia sulle mura sparava tre. colpi di fucile in direzione di una « topolino>, riuscendo a colpire gli occupanti: l'uomo decedeva poche ore dopo, la donna re– stava ferita alle gambe. I giornali dicono che quella zona, particolarmente buia e silenziosa, è ricercata meta di COJ)'• pie d'innamorati: lungo la strada che sale al fo1-te c'è infutti un unico piccolo cartello così concepito: « Zona mi– litare. Vietato fare fotografie», ma a chi già non ne sup• pone l'esistenza, il cartello, data l'oscmitù, resta in.visi– bile." Avventurntisi sotto le mura dunque, i due si aggi– ravano lentamente nella zona, ce1·canclo la via del ritorno. Disg,·azia volle cbe i fari della macchina, gli abbaglianti, anelassero a colpire d'infilata la sentinella, una recluta di 22 anni, che, dopo avere invano intiniato il « Chi va là», Ieee fuoco. E, corno si vede, la mira fu esalta. La domanda che viene spontanea è questa: perché la sentinella ha sparato? è stata la pama, detemùnatà so– prattutto dai fari che lo accieeavano, o aveva ricevuto ordini in tal senso? c'era veramente da parto dei due occupanti della «topolino» intenzione cli entrnre nel forte o comunque di danneggiare il soldato? I p1·imi risultati dell'inchiesta condotta dalla Magi– strntura sembra vano escludere ogni responsabilità della sentinella. Ora si viene a sapere che, stanle l'inchiesta con– dotta dal comando militare e testé consegnata alla Magi– stratura medesima, tali responsabilitì, esisterebbero, perché le disposizioni del comando escludono l'uso delle armi in tc,li circostanze. Gli accertamenti sono tuttora in corso ed è prevedibile che la cosa non 1 si concluder,, in poco tempo. Ma non si può non rilevare: 1) che « l'eccesso di zelo» di– mostrato dalla giovane recluta deve pur trovare la sua otrgme in una o.tn1osfera, in uno spirito nel quale avviene la sua istruzione rriilitare, e se nnche ciò non fosse, gnai a chi non h,-Ì provveduto a frenarlo; 2) che, cli con– seguenza, sarebbe mn,mamente riprovevole addossare al soldato ogni responsabiliti,; 3) che il divieto di fare foto– grafie, scritto sul cartello, non può costituire sufficiente garanzia contro il pericolo di esser p1·esi a foci late; 4) che il cartello stesso, anche così concepito, non serve a niente perché invisibile (ergo responsabilità cli chi lo ha predisposto); 5) ma primo, che i fucili sono giocat– toli pericolosi e che il loro uso dovrebbe essere assoluta• mente controllato in tempo cli pace. Cof senno del po-i, che ·è del prima per chi àbbia imparato sovrattutto il rispetto della persona umana, vor– remmo chiederci ancora: perché la sentinella, invece· di sparare all'impazzata, non ha dato l'allarine all'intèmo del fo.rte, richiamando contemporaneamente l'attenzione della «topolino, con un colpo in aria? Ci dorrebbe troppo che la risposta do,·esse trovarsi al punto pl'imo. (77) nuova repubblica ARIA DI lUILANO CAMBIA E POLITICA P ASSAVO per la Galleria rinfrescata e 1·imessa a n11ovo, tntta inverosimilmente bianca, cli nn bianco quasi lattiginoso, da vestito della festa. Nonostante che i n1ilanesi, autentici o «-ariosi», vi bazzichino poco ( vi convengono solo 'qnelli dei sobborghi, la domenica,· pe~ ascoltare gratis le orchestrine dei cariè, e i forestieri cli passaggio), vi ho incontrato Goffredo, con un'aria cupa o irritata, il viso fisso nella vetrina della libreria Rizzoli. « Che libro cerchi? », gli chiesi. Sobbalzò come colto cli sorpresa. « Nessun libro - disse - sta,·o pensando». Vole,·o ben dire. Goffredo non è uomo cli libl'i. Tutt'al piì, qualche «giallo» e qualche pamphlet porno– grafico. E' un uomo cli soldi, G0ffreclo, con il solido buon senso del ~clf-made-mcm milanesone, « se11za tanti .ball »; e· solitamente è di ottimo umore perch6 gli affari gli Yan bene. « Sono impres. ionato - disse Goffredo; - cloHebbero stare attenti quelli del governo alle pubblicazioni stati, stiche, v<?gliono far venire il mal di fegato. Io vendo molto a rate, lo sai. Da qualche tempo mi l'itomano nn mucchio di cambial.ette protestate. Non è che ci faccia gran caso, sai, c'è il riservato dmninio, c'è il n1arginc sta• bilito sul prezzo e tutto quanto; ma è un grosso fastidio. Quello che però mi impensierisce è il fenomeno generale dei protesti. Adesso mi viene sottomano la statistica del 1()54. Sai quanti protesti sono stati "ele,·ati" l'anno scor– so? ». Goffredo si frugò nelle tasche e ne estrasse un fo. glietto. « Piìi di sette milioni, e il settanta per cento è costituito da cambiali di vendite a mte. Nel 1953 erano stati cinque milioni e mezzo. E sai quanti sono stati i fa[. liruenti? qL1asi seimila>. Ci avviammo al Biffi per prendere il caffè. C'era, come sempre in Galleria, una leggera aria cli festa, con tutto quel biancore e gli svizzeri ancora in calzoncini o cretonne. « Capisci? Fino a che uno è chiuso nel suo traffico non vede la questione generale. Ma se si trova di fronte a certe cifre non può non impressionarsi. E' segùo che la moralità è in ribasso, se più cli sette milio.ni cli italiani non fanno onore alla loro firma». « A me pare - notai - che si tratti di bolletta, non· cli morale. Sai anche tu che il circolante è scarso, che la' disoccupazione, nonché diminufre, aumenta. Che vuoi! Una famigliola, appena mette su casa, deve pur com– pra.re quanto le occorre, e la macchina per cucire e una' radio e n1agari il motorino. Due sposi novelli sono sempre ottimisti, specialmente se lni ha lavoro. Poi la fabbrica si chiude, viene il primo figlio, viene la necessità di tirare la cinghia; e non si trovano nemmeno le cinquemila lite pe1· pagare la cambialetta di fine mese. Hai mai p1·ovato la bolletta? o non te ne ricordi pii,? >. « Come non ricordo? ma erano altri te'!1pi; allora la gente pagava, aveva il senso dell'onore. Adesso è diven– tato tr0ppo facile non pagare i debiti. I tuoi proletari, nna volta, prima cli metter su casa, ci pensavano dieci volte. Adesso lo fanno a spese dei commercianti>. « Animale che non sei altro - esplosi - bai pure fatto i soldi proprio con le vendite rateali e qnoi tnoi orri– bili apparecchi elettrici che funzionano per un mese. E hai ammesso anche tu che i protesti non ti preoccupano perché sui prezzi fai la frangia ». « Con te non s.i ·può ragionare». Goffredo era pro– p.1-iofnor dei ganghei·i. « Intanto non è vero che i miei apparecchi funzionino solo per un mese. E poi se venis– sero almeno ad avvertire che non possono pagare ... :.. « Cosa cambierebbe? E' quasi sempre certo che i po– vei·i diaYoli sperano fino all'ultimo momento cli poter pa– gare. Poi...>. « Pare impossibile che tu li difenda sempre. 111a, acles• so hai sviato l'argomento. Io dicevo che il governo fa male a mettere Ìn agitazione il mondo degli affari con le statistiche. Che razza di mania è mai questa. E poi cosa diranno all'estero? che siamo un paese cli straccioni. Non bastano i film di De Sica a portare in giro questa nostra fama? >. · « Allora tu preferisci che si viva all'orba, senza sa– pere come stanno le cose per poter· stncliare i rimedi». « Il rimedio è uno solo - replicò aggressivamente Gof• freclo; - far prazza pulita cli tutti qnesti politici del ca• volo e mettere a clii-igere·Jo'Stato (disse proprio 'lo Stato) dei bravi dfrigenti d'azienda che abbiano i... a posto». Due signore :molto per bene, che camminavano da• vanti a noi, si voltarono cli scatto fulminando Goffredo con un'occl,i!\ta collettiva indignatissima, · PIC

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