Nuova Repubblica - anno III - n. 12 - 29 maggio 1955

' - 8 TERZO TEMPO SOCIALE - La fase degli investimenti LE'fTERE Jlittorie travolgenti MILANO, maggio GMo dii·ettore, ci sono episodi che semb1·ano il paradigma cli nna situazione. Il giorno 3 maggio Mario Pirola, segretario della commissione interna della Pirelli, si reca al re– parto sessantatre della fabbrica per prendere contatto con quegli oper'lci, da tempo· in agitazione. Elgli ha co– municato la sua intenzione alla direzione, ma non ne ha ricevlita l'autorizzazione prevista dall'art. IO dell'accordo , 8 maggio 1951 sui compiti ed il funzionamento delle com– missioni interne. Il giorno stesso la direzione .fa pervenire a Mario Pi,:ola una lettera cli licenziamento a seguito del sno vivace scontro col capo del repa.rto, che in assenza dell'autorizzazione voleva impedirgli l'ingresso. E' da no– ta,·e che secondo l'interpretazione degli accordi vigenti da parte della CGIL l'autorizzazione non è necessaria perchè è •sufficiente· preavvertire la direzione, mentre da parte industriale si è sempi·e contestato questo punto di vista. Pirola è .molto popolare, e la notizia del suo ,licenzia– mento suscita viva indignazione fra le maestranze. La CGIL indice un'assemblea sindacale per mercoledì 4 mag– gio, ~d invece delle solite 50 - 60 persone che frequentano normalmente tale assemblea, sono presenti diverse cen– tinaia di operai, che manifestano la loro intenzione di · replicare all'iniziativa direzionale con un'azione massiccia. C'è chi pensa addirittura di far rientrare in fabbrica Pi– rola ad ogni costo, di ripo1·tarlo al suo posto anche se i gnardiani gli impedissero l'ingresso. I funzionari della Camera del lavoro chiariscono che questo non si può fare. Si invoca allora uno sciopero generale imrne.diato. I funzionari della Camera del Lavo.1·0 a.ssicurano che lo sciopero si farà, ·ma non subito. Si propone di approvare e lanciare un manifesto. I funzionari della Carnera del - Lavoro sono d'accordo, soltanto il manifesto lo _prepare- - ranno loro, con calma, e non l'assemblea che è tanto agitata. Lo · sciopero di protesta viene indetto per sabato 7 maggio. Sarà di protesta per il licenziamento di Pirola ed anche per il mancato inizio delle trattative per un au– mento del _premio di produzione, solletitate dalla CGIL che attende una risposta ormai da quara.nta giorni. A que– sto punto la manovra della direzione diventa chiara. La- . sciamo la parola all'Avanti!: « Sebbene il supersfrutta– . mento atroce al reparto 63... e l'aperto attentato contro · la C.I. .abbiano suscitato indignazione fra i lavoratori di tutti gli stabilimenti Pirelli d'Italia, il tentativo di co– stringere il sindacato a battersi non per l'obbiettivo vero, cioè il premio di produzione, ma per altri obbiettivi creati ad arte dal padrone, non è stato raggiunto ». Dunque, li– cenziando Pirola la direzione voleva distoglière le mae– strarJze dalla lotta per questioni retrib_utive per costrin• gerle a lotta1·e su un. terreno diverso. « Non è stato rag– giunto», dice l'Avanti! Ma nei due giorni intercorrenti fra la proclamazione dello sciopero e .Ja sua effettuazione Bib 1oteca 1no 1anco DIRETTOHE la direzione porta a.vanti la sua manovra: non è vero che non vuol trattarè per l'aumento del .premio; non sole, vuol tratta.re , ma comincerà a. tratta.re subito, lunedì 9 maggio. Soltanto, ha deiiso di trattare non con la CGIL, che è sleale ed. antidemocratica, ma con là OISL e con la UIL. E' inutile dunque ·che le maestranze scioperino . per Pi– rola, perchè tanto la sua ve1·tenza riguarda un collegio arbitra.l_e esistente in base all'accordo 8 maggio 1953; · è inutile che scioperino per il premio, perchè le trattative stanno per avere inizio. Nonostante che lo slancio iniziale degli operai si fosse, come è ovvio, attenuato nei giorni intercorsi, nonostante non vi fosse speranze di far revocare il provvedimento, nonostante il promesso ini?.io delle. trattative e la intensa propaganda nel senso suddetto, lo sciopero ottenne un · certo successo, facendo registrare astensioni dal lavoro in una misnra variabile, secondo calcoli attendibili, dal 50 al 55 per cerito. Ma, come è ovvio, non conseguì alcun 1·ii;ultato tangibile e venne inutilmente gonfiato da l'Unità, che parlò di sciopero « travolgente », come se i nuovi aggettivi creassero nuove situazioni, di astensioni dell' 80 per cento che avevano fatto tremare « il re della gomma», e di un'azione che sarebbe continuata nel fu– turo. La situazione reale è ben diversa: un abile e sti– mato sindacalista come Pirola è stato allontanato, il « re della gomma» tratta tranquillamente all' Assolornbarcla con la CISL e con la UIL, lo sciopero di saba.to 7 maggio, è rimasto un'azione dimostrativa e sporadica senza alcun effetto pratico. · A qnesto punto il ciclo si può considerare chiuso: un membro di commissione interna che viene licenziato, nel momento scelto dalla direzione e secondo i suoi piani, in base alle norme di un accordo a suo tempo sottoscritto dalla CGIL e ·presentato come una gra.nde vittoria; la CGIL tagliata fuori da trattative in atto che considera .U fatto che la direzione tratti con le organizzazioni conc·or– renti come un'altra grande vittoria imposta dalla lotta delle ,.;,aestranze. E se gli operai dimostrano di propen– dere per dive1:si metodi di lotta, i funzionari della Camera del Lavoro si affrettano a suggerire la stessa tattica buro– cratica e passiva tanto felicemente sperimentata per anni ed anni. Tra un paio di mesi ci saranno alla Pirelli le elezioni. per il rinnovo della commissione- interna. La CGIL do-. vrà condurle senza la guida del suo più sperimentato qua– dro di fabbrica, e probabilmente sul tema di un accordo per il premio. di produzione èoi1eluso o in via di con– clusione tra la direzione e le organizzazioni concorrenti. In una situazione cioè nella quale è chiaro come l'inizia– tiva., il dinanùsrnò, la prontezza di riflessi non sono dalla partè dell' organizzazione dell'on. Di Vittorio, · e questo per le « grandi vittoi·ié > del maggio I 953 non meno che per quelle del maggio '1955. Finchè l'autocritica dei di– rettivi della CGÌL noh- si soffermerà su questi fatti pre– ms1, a poco valgonò le' generiche dènuncie contro « il fa. scismo nelle fabbriche ». Giorgio Galli Guido Tassinar, nuova repubblica -Suamaestà a colori ·IL N. H. E·, MOLTO NOTO, nell'ambiente fine. Ha var– cato la settantina da un pezzo ma veste giovanil– mente con buoni « cachemirs » e « tweeds ». Odia gli . inglesi, ma trova che i loro prodotti sono gli unici che si possano ancora usare. Perciò sa di Atkinson e di Capstan, e accende la sua Dnnhill con un Dunhill. Porta cravatte di lana a piccoli disegni di toni tenosi, caldi ed evita ' accuratamente il rosso. Il N. H. è un « mio caro», a volte un « nostro carissimo> delle signore chic. Vive in campagna, e per quanto lonta,– nissimo dalle zone inorirninate, scaglia fulmini contro l'Ente Maremma, il che fa credere, naturalmente, che egli possegga assai più -poderi di quanti non ne abbia. Il N. H. ha al dito un anello d'oro con lo stemma che non esce più per via dell'arteriosclerosi. Si porterà nella tomba cinque palle. Per tutta la vita ha cercato di aumenta.rie a sette, ma non c'è riuscito. Sperava molto nel fascismo e nell'influenza di \ma vecchia zia da nove palle, accre– ditata a Corte. Non è andata ( « Ora poi, con qnesta ver– gogna di repubblica! »). Il N. H. è a Roma da una setti– mana: ha fatto il giro dei circoli n<Jbiliari, ha raccattato e distribuito broccoli a volontà, ha raccontato per .cinquanta volte la stessa cosa spiritosa ridendoci lui stesso per cin– quanta volte e poi ha fatto sapere a _-tutti che aveva anche lui la sua piccola bomba a.tomica da far esplodere. « Roba che neanche potréste immaginare ... ! ». Ha tenuto. tutti col .fiato sospeso per una settimana (« Mio caro ... nosti'o carissimo .... ci dica .... cLfa morii iire di curiosità! »): Ha serbato la bomba come un atomico zuccherino finale, felice d_i poter _tenere app_esi al filo della curiosità tutte ·1e sue gelatinose baronesse, i suÒi amici alti, magri e distinti col deli,-iim, fremens. Si è crogiolato nei « su, ·ci: dica, ~i fa mo, ·i.re .» ;come in un. tepido bagno di moncl~na importanza. · Poi qualcosa è trapelato. « Bo11accorso », si è sussur– rato,. !f. BonaccÒÌ·so.... » (ah quel nome! In fondo, chiamarsi così, è èome avere due palle di più!). « Bonaccorso ha una sorpresa da farci... una magnifica sorpresa.... ce la dirà prima di partire .... poi darà un party per l'arrivo di sno figlio.... una. sorpresa magnifica .... ». Il figlio del N. I-I. è· un alto funzionario italiano in Portogallo: Non è potuto interven{re a:11enozze· auguste per via della repubblica, èhe sec.catura. AÌl'a1·;·ivo del padre hanno pianto insieme. (Ai N. H., poi, è venuta la febb.r.e_ per l'emozione). Ma - ha! ha! - alla repubblica-la si fa: l'alto funzionario, mediante l'esborso di una cifra pari a circa sessantamila lire (un affarone, se si pensa ai baga– rinaggio delle finestre all'ultima ora), ·ha potuto godere _ tutto. ( « Ma vi dice; TUTTO I Come se fossi lì, in mezzo a. loro! ». E il gran cuore monarchico batte forte sotto -il por– tafoglio gon_fio · di alti stipendi repubblicani). Poi il N. H. l'ha finalmente fatta scoppiare, la sua bomba. Ha riunito tutti da Rosati per un cocktail d'ad– dio. Era quasi bello ( « Ancora bello, mio caro... ancora bello!>>), in un vestito. bleu scuro a righina· bianca. La pelata mandava bagliori di distinzione. Strette intorno a lui, le marchese ·masticavano impunemente fondants color pastello con denti di bianchissima materia plastica: Virgi– nia e Capstan si fondevano per aria in graziose volute azzurrine. Piano piano, con mano .leggera, il N. H. fece scivolare il discorso su Cascais. Si fece silenzio. Sospiri gonfiarono penduli seni, ne sgonfiarono i pesanti._ « Ah, la deliziosa creatma .... » disse qualcuno, e gli occhi· si rove– sciarono in su per la troppa, strnggente nostalgia. Segui– rono gli « aLhh » e i « mahhh » ·sospira.ti, e volarono lon– tano, LA', i pensieri. Si strinsero i cuori. Il N. H. aveva calcolato tutto: apri le braccia in un grn.n gesto ad accogliervi gli amici, affettuosamente ne riunì le teste vicine, attese un attimo. Poi, incurante del– l'alito cattivo, bisbigliò in un soffio: « HO IL FILM A . COLORI! ». Si rialzarono le teste e subito ricaddero all'in– dietro, e ·le bocche femminili disegnarono piccoli « O » rughetta.ti . « Bonaccorso ... ! », emise una « O». E in quel nome c'era un affetto tremante· di lacrime, caldo di gra– titudine .. « A colori! A colori! », e improvvisamente fu tutta una festa, e cominciò la grande attesa. Il N. H. si e1·esse · in tutta la. sua. altezza: scricchiolò la spina dorsale, ma egli non se ne dette per inteso. Fece cenno di tacere, poi · disse, con· orgoglio: « Mio figlio! ». A qualcuno serpeggiò un brivido per la schiena. Che audacia per un· funzio– nario della Repubblica italiana! Ma snbito il pensiero volò · ancora, tutto caldo· di tenerezza, verso la deliziosa crea– tura. «Pensate! », dissero, « a colori a.ll' uscita ·dalla 'chiesa!». · « E Sua Maestà a colori·! ». Il N. H. sor~·i<leva f~lice ·e fiero, e int~nto rimuginava nel suo cervello. che con· ·quel filr,:; avrebbe potuto fare i . milioni. « ·Dopo tutto», ·pe,nsò « o ·non l'hanno fatto, quello . dell'Ìncoronazione? ·E allora?». ,E del resto, suo figlio non è un àlto funzionario della repubblica ita.li_ana? Dopo tutto, con 1~-- sue conoscell~e,. ... ; «. A noi! » disse a se stesso. « A noi! ». CORNELIA

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