Nuova Repubblica - anno III - n. 4 - 25 febbraio 1955

8 PLAUSI e botte ,S Leggi eccezionali per limitare le libertà del cittadino? Ohibò! N es– suno dei nostri uomini di governo ha intenzione di proporne. Perché af– fro'ntare discussioni, polemiche, dibat– titi e voti parlamentari, quando c'è la «prassi:.? Essa consente, ogni vol– ta che occorra, di attingere all'ine– sauribile riserva di leggi, di solito del tempo fascista. Vi sono Congres– si nazionali t internazionali che si desidera impedire? Basta una « Cir– colare ministeriale > e siamo a posto. Eccone una, ad esempio della Presi– denza del Consiglio (vicepresidente Saragat) col N. 5212 di protocollo: « Secondo la prassi finora seguita, che trova fondamento nella norma pre– vista dall'art. 15 del Regio Decreto I 7 ottobre 1935, n. 2082, per lo svolgimento in Italia cli Congressi internazionali e nazionali è necessa– ria la preventiva autorizzazione di questa Presidenza. In particolare que– sta Presidenza desidera che le do– mande intese ad ottenere l'autoriz– zazione per lo svolgimento di Con– gressi nazionali e internazionali le pervengano almeno sci mesi (diconsi sei mesi!) prima della data fissata per la manifestazione e che esse con– tengano i seguenti dati: Ente orga– nizzatore; problemi trattati dal Con– gresso; data di inizio del Congresso e sua durata; località di svolgimento. Per i Congressi internazionali do– vranno anche essere indicati i Paesi che saranno invitati a partecipare >. E l'art. 17 della Costituzione, che riconosce ai cittadini la più ampia libertà di riunione, me lo saluta lei? I" Credo che non sia provato che la nostra burocrazia non sbaglia mai. Provatissimo è, invece, che la mede– sima nostra burocrazia , non ammette neppure che il comune mortale pen– si per un momento che essa possa avere sbagliato. Se codesto co·mune mortale si permetterà, infatti, il lusso di un simile sacrilego sospetto, la Divina Burocrazia non tarderà a far– gli calare tra capo e collo un tal fendente, da ridurlo, il tapino, a pronto e rispettoso silenzio. Leggete qui il- testo della Determinazione n. 271342 in data settembre 1954 del– la Direzione Ge11erale dei Danni di Guerra (Divisione I li). circa L'inter– pretazione dell'art. 13 della Legge 27 dicembre 1953, n. 968 - e diteci poi se non abbiamo ragione. Occorre premettere che l'art, 13 ,uddetto suo– na precisamente cosi: «Nessun in– dennizzo o contributo è corrisposto in caso di denuncie o dichiarazioni false o scientemente inesatte, o di omissione delle dichiarazioni previ– ste dall'art. 11 >. Ed ecco il testo della Determinazione: « La sanzione contenuta nell'art. 13 della legge 27 dicembre n. 968, deve ritenersi operante solo per le istanze di risarcimento per le quali non sia stata già effettuata La liqui– dazione e non siano stati comunque corrisposti acconti. Infatti, qual.ora non si attribuisca al detto articolo I3 un valore retroattivo - il che implicherebbe rn sede di Liquidazio– ne definitiva il recupero di tutte le somme corrispçste, a titolo di ac– conto, ai sensi della circolare mini– steriale 23 febbraio 1949 N. 13854 (terz'ultimo capoverso) che dispone– va il riesame delle istanze ritenute infedeli accantonate in un primo tempo a norma dell'art. 4 della leg– ge 26 ottobre 1940, "· 1543 - l'art. 35 deve entrare ugualme11te in fun– zione. t ovvio, tuttavia, che in caso di reclamo da parte del danne ggiato e di riesame delle istanze ai sen.si dell'art. 25 della legge sopra citata, l'Amministrazione si riserva la facol• tà di applicare l'art. 13 in parola, e di procedere al recupero delle som– me indebitamente corrisposte>. Ciò significa, in poche e semplici parole, che bisogna rimettersi cieca• mente all'operato dell'Amministra– zione, a questo moderno Minosse che, al modo di quello dantesco, « giudica e manda secondo ch'av– vinghia >. • Chiedere, divulgare, commentare notizie e dati sull'edilizia scolastica, sul numero degli studenti, sulle loro Bio 1oie o NUOVA REPUBBLICA N emo loc11t11sest 111 ho- « ,;Ìo hic ». Sottilizzava l' hic. L' « Homo » era Mussolini non Cristo, come taluni potrebbe– ro pen~are rievocando il Vangelo di Giovanni. Il profanatore? Un Preside del Liceo Scientifico di Bari, protetto e protettore da e di somari fasci– sti, il quale nel ventennio delle Sagre e delle prolificazioni a pa– gamento si dilettò a latinizzare i rapporti del Fascista Primo, il Pre– side, ai fascisti minori, scolari e professori. Il parossismo siculo-umanista, che lo invase, lo portò a ripu– diare l'idioma corrente per una lingua più dignitosa e meno vol– gare, il latino dell'Impero. « Fasmli 111asc11/i et fasmlae f oe– minae », cominciava. « Nobis », borbottava di riman– do un vecchio e simpatico anti– fascista pugliese, il Prof. G. Pa– nunzio, il cui ventennale esauri– mento da emorroidi, fece testo in materia di esenzione dal confino. Voleva difendersi il Primo « 1m– g11ib11s et rostrib11s »; « Roslris, mi pare », azzardava l'esaurito. « Lo ha detto Lui », urlava il latinista. L'uditorio allibiva. Erano tem– pi di paranoia intellettuale. Chi assistesse oggi, anno di gra– zia '5 5, ad un qualsiasi consiglio di docenti in un Istituto Medio Statale Italiano, avvertirebbe una anacronistica condizion~ di rappor– ti, tale da rendere ancora tollerabile un « roslri~11s » presidenziale o un promozioni e bocciature o che so io, è cosa sommamente pericolosa per la sicurezza del regime. IL nemico ti ascolta! Ecco qui una circolare (N. 4543) del Ministro Ermini, tan– to importante che il « Notiziario del– la Scu9la >, che si stampa a cura del– l'Ufficio Stampa del Ministero, l'ha pubblicata per due numeri consecu– tivi: < P. giunta notizia a questo Mi– nistero che talvolta pervengono ai Presidi degli Istituti Secondari d'i– struzione, da parte dei privati, di enti editoriali e di associazioni, ri• chieste di informazioni e di dati sul– la vita amministrativa e didattica delle Scuole. Risulta ad esempio che dati di tal genere sono stati richie– sti, ,proprio in questi ultimi giorni, da un periodico. Tali informazioni, indubbiamente concesse in buona fe– de, vengono poi elaborate e, spesso, o per scarsa cognizione di ogni op– portuno elemento di giudizio o per deliberata volontà, vengono travisate a scopi tendenziosi di parte. t ne– cessario, pertanto, che i Provveditori agli Studi richiamino subito la più viva attenzione dei Presidi sulla ne~ ccssità di evitare che siano fornite le informazioni e i dati di cui sopra a chi non ha alcuna autorità uffi– ciale per chiederle, ricordando che compete soltanto a questo Ministero, a mezzo dei propri organi, ogni rile• vazionc in merito>. · fi1l8 Da fonte di solito bene informata apprendiamo che, non appena sarà stato eletto il nuovo Presidente della Repubblica Italiana del Sacro Cuore e conseguenlemenle consolidalo l'on. ErmÌlli alla Minerva, sul palazzone del Viale Trastevere (già del Re) ver– rà murata una lapide che porterà scolpito il sonetto di Gioacchino Bel– li: S.P.Q.R., poco ,wto, purtroppo, e che pertanto noi qui anticipiamo: « Quell'esse, pe, cu, erre, inarberale I Sur portone de quasi ogni palazzo, I Quelle so' quattro lettere der c..., / Che non vonno di 'gne'nte, compi. tate. I M'aricordo però che da ra– gazzo I Quanno leggevo a forza de frustate, I Me le trovavo sempre ap– piccicate I Drent'in dell'abbecci tut– te in 1f71 mazzo. I Un giorno arfine me te ven11e l'estro I De dimannan• ne un po' la spiegazzione I A don Furgenzio, ch'era er mi' maestro. I Ecco che m'arispose do11 Furgenzio: I Ste lettre vonno di', sor somarone, I Soli Preti Qui Regnano: e si– lenzio!>. OGNUNO 1anco FINESTRA SULMEZZOGIORNO Il mercato dei • sornari Gliuomm, dellascuola seguaci di DonPallino « cheali' educazione d i giovani danno conamore nobili fatiche >> accettano di popolare di fantasmi e di miti il cuoree l'animadi unagenerazione, cheba invece la disperatanecessità di farsimatura, spoglia di miti e di fantasmi, persopravvivere. « f asmli » del Don Pinco Pallino o del Don Caio, docenti di reli– gione. E, se il « rostribm » presiden– ziale è condizionato allo stato po– litico e morale - in chiave peg– giorativa - del soggetto, il «fa– scrdi >~ del Don Pallino non subi– sce condizioni restrittive, benefi– ciato com'è da una autonomia as– soluta, autorevolmente protetta. Ogni controllo sull'insegnamento scolastico del don Pallino - già nominato nell'incarico, al di fuo– ri di ogni interferenza burocrati– ca governativa, direttamente dal suo Monsignor Vescovo - è sta– to infatti, •sin dal '52, dalle LL. EE. i Ministri della P .I. affidato, in ciascuna provincia, ad altro Rev. Sac. Don Sempronio. I Don Sempronio hanno J:uf– ficio « di assicurare l'applicazione delle norme relative ali' insegna– mento religioso nelle scuole e ne– gli Istituti d'istruzione elementare, media, classica, scienti.fica, magi– strale, tecnica ed artistica ». Essi saranno accolti dalle SS. LL. i Ca– pi d'lstituto col dovuto riguardo, « qualora si presentassero per as– solvere l'incarico conferito da S.E. il Ministro». Uno stato di grazia, dunque. Ma il nostro Don Pallino non abuserà di questo suo privilegio in Consiglio; ne userà con discre– zione. Vi parteciperà in silenzio, affidando magari alla sua mimica facciale gli umori ed i disappunti. Ad intervalli provvederanno, in ·necessità, la « bianca figlia di Ma– ria», docente di francese, Q il Pre– sidente dei Laureati Cattolici, mae– stro di ginnastica. E, ove le « non bianche figlie » o i « non Presi– denti » sollevassero obiezioni, ci sarà sempre un « Rostribus », ex– funzionario di Salò o Presidente Regionale, che taciterà la cosa corr austera soddisfazione del « Fa– sculi ». . Don Pallino, invece, opererà fuori del Consiglio, nelle aule. Convincerà i più piccoli che bi– sog11a credere ;11 Dio come si crede i11 Giulio Cesare, perché a11cheq11est'11/timo non si vede, prometterà ai più grandi gite ro– mane dal Santo Padre, con un piz– zico di protezione terrena presso il docente d'italiano, rammenterà il vellutato piano dei bigliardi par– rocchiali, concederà l'aiuto bene– volo durante l'assistenza a prove scritte. S'industrierà di riportare negli orti suoi la gioventà tentata. Nella quiete dcli' Asci, della Giac, della Fuci - è noto infatti - v'è la luce del Signore. La sua capacità di persuasione 6arà integrata. L'aiuteranno le ca– ste Figlie di San Paolo, autorizza– te benignamente a visitare le clas– si per l'eventuale. acquisto o la prenotazione di libri da parte de– gli allievi, che naturalmente :lo desiderino, libri editi dall'Istituto Missionario Pia Scuola, figlio an– che questo di San Paolo. « Libri e giornali di lettura amena e di cultura generale », presentati in edizioni economiche. E certamente le SS. LL., i Capi d'Istituto non vorranno mostrarsi ingenerosi verso Figlie tanto pie e apriranno i cordoni della Cassa Scolastica ( il che equivale alle ta– sche degli alunni) per l'acquisto di congrui stock « di lettura ame– na e di cultura generale », che nel tempo qualificheranno le do– tazioni delle Biblioteche degli Isti– tuti, accanto alle massicce pubbli– cazioni sul Vittoriale degli Italia– ni, sulle Celebrazioni Francesca– ne, sugli Anni Santi e sulle· Me– daglie d'Oro della prima, della seconda, delle future guerre mon– diali. M A le vie aperte a Don Palli– no· sono infinite come le vie del Signore e sono nient'altro che le vibrazioni periferiche, nella Scuola, della clericalizzazione cen– trale. Quando Andreotti cede ad Er– mini lo Spettacolo e Segni cede a Tosato l'Istruzione, l' « Azione Mo– rale» della Unione Donne di Azione Cattolica (sic) ottiene di poter affiggere negli atrii e nelle Scuole appositi notiziari, circa i films in visione o in péogram– mazione nei cinema dei diversi comuni, « al fine di orientare i giovani verso quegli spettacoli che non operino negativamente sulla loro educazione o formazione spi– rituale». Detti notiziari conterranno sem– pliceme11/e l'indicazione dei vari films « con le seguenti diverse an– notazioni, per ciascuno di essi : Vietato ai mii1ori, visibile da /11/– I i, 11011 ronsigliabile. L'Azione Cattolica Italiana - i Segretari Comunali per la Mo– ralità - « facendo propria detta iniziativa » si accingono dai Se– minari Vescovili all'invio presso gli Istituti scoJastici statali « vol– ta per volta» degli elenchi dei films, più la dizione, ecc. ecc. « con la pçeghiera di voler di– sporre per l'affissione degli stessi all'albo e sicuri di una benevola accoglienza ». Così « gli uomini della Scuo– la, che all'educazione dei giovani danno con amore nobili fatiche » accettano di popolare di fantasmi e di miti il cuore e l'anima di una generazione, che ha invece la disperata necessità di farsi matura, spoglia di miti e di fantasmi, per sopravviver~. Ma per Don Pallino e Soci, purtroppo, non contano i dispacci del Gabinetto del Ministro pun– tualizzanti « la disposizione che fa assoluto divieto di diffondere tra gli alunni delle scuole, opu– scoli e fogli di comunicazioni e notizie che comunque si riferisca– no ad attività, a movimenti ed a partiti politici ». Persino il Ministro è loro ami- . co. Trascura, ignora o consente molte cose, che non dovrebbe, ca– so a caso, trascurare, ignorare o consentire, ma non dimentica cer- te date. « Ricorrendo prossimo un– dici febbraio venticinquennio pat– ti lateranensi che accolti nella Car– ta Costituzionale consacrano conci– liazione tra Chiesa et Stato Italia– no», Tosato, Ministro Pubblica Istruzione telegrafa disponendo che « presso istituti Istruzione Media Classica Scientifica Magistrale Tec– nica et Artistica ... sia conveniente– mente illustrata importanza stori– co avvenimento». Neppure i comunisti hanno da eccepire verbo. Narra il Masarelli, in « Belfa– gor » di settembre, di aver incon– trato in treno un sacerdote di Zu– rigo, che si lasciò andare a con– fidenze. « Un popolo dimostra di essere civile, è davvero in una fase _po– sitiva di civiltà, quando stima, ama .._ aggiungeva argutamente paga be11e - i suoi maestri. Molta, mol– ta considerazione i maestri, nel no– stro paese ». Il Don Pallino, tipo scuola, non approva il Reverendo di Zurigo. La sua struttura mentale non glie– lo consente. Dissente nella forma e nella sostanza. La sua invaden– za palesa i suoi convincimenti. T maestri dovrebbero essere delegati al neutro ufficio di reggere i cor– doni, la sua scempiaggine impe• rante. « Alla presenza dell' Arcivesco– vo Monsignor Nicodemo» - scri– ve la Gazzella del Mezzogiorno del 7 ·nov. u.s. - « dell'Ispettore Capo Prof. Dalfino, dell'Ispettore di religione Monsignor Sacchetti, del Parroco della Zona, Padre Car– lo da Triggiano e del frate mis– sionario Padre Domenico, nonché dei maestri della Scuola Elemen– tare di Torre Tresca, si è svolta la rituale i(laugurazione dell'anno scolastico ». Siamo al trionfo dei Don Pinco Pallino, dei Don Caio, dei Don Sempronio, tutti Reverendissimi, in questo nostro tempo. BENIA~IINOflNOCOIHARO NUOVA REPUBBLI fllllll/Dllllll/ AI.ll POI.ITICO Esco il 10e il25 ili opi mese i■ ottoo pii pa,iae Comitato Dlr1Uiff: P. CILEffl • !. COOIGNOLI - P. IITTORELLI Se1r,io,i• di ,edo1ion•: G. fAUTI Redadon•• F"-, PiaH• della Libertà, U (50998) ..4mminl.,,osione: Fireme, Piuaa Ind.ipe.adtnu, 29 (483207.08) Abb. annuo (Italia e Francia): L. 850. semestrale L. 450, trimestrale L. 250 (Estero, rispettivamente, 1100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. Sottoscrizione mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estero, 45) Un numero arretralo: L. 40 (Estero, 55) Un'annata arretrata: L. 1000 (Estero, 1200) e/o poetale S/6t'1 (La Nttov• lt•li•) }'iNGU Autorlu. Hl Trib. 41Fhtnu 11, 178 citi 80.12-1852 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei MÌlle, 90 Responsabile: Tristano Codignola

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