Nuova Repubblica - anno III - n. 3 - 10 febbraio 1955

8 Pl~AUSI e botte .:ttfE. Chi voglia farsi un'idea a che punto di cottura è il minestrone mac– cartista aut similia in U.S.A., vada a vedere il film L'ammutinamento del Caine. Ci avevano detto che c'era una grande interpretazione di Humphrey Bogart, ed è vero. Non solo; ma la recitazione di tutti gli attori è ottima, la regia buona, la fotografia lodevole, ecc. ecc.: insom– ma, sotto l'aspetto tecnico, nulla da eccepire in questo film: anche qual– che bel pezzo addirittura in pretto stil, cinematografico, come la batta– glia navale. Ma degli aspetti tecnici ne abbiamo fin sopra i cap,lli. Al diavolo la tecnica, la perfetta recita– zione, l'ottima fotografia ecc., quan– do tutto ciò è posto al servizio del più rancido e odioso reazionarismo: un reazionarismo di marca america– na ma di indubbia origine europea: qu~llo che punta sull'obbedienza tout court, perinde ad cadaver, per rea– lizzare le proprie storiche mete. Ma come è edificante la storia di questo ammutinamento contro un coman– dante pazzo e vigliacco, che invece di finire - come sarebbe sensato ed umano - con l'internamento in ma– nicomio del comandante stesso, ter– mina inuec, con la messa alla go– gna di ufficiali che, una volta tanto, hanno dimostrato di saper ragionare. Ma l'obbedienza è cieca! Quello era pazzo e vigliacco? Quello stava fa– cendo andare ai pesci, per incapacità e viltà, nave ed equipaggio? Si ob– bedisce, signori ufficiali! Si va a fon– do, si beve, sull'allenti magari, ma si beve! E si crepa. Ci hanno detto che il regista è dovuto ricorrere a questa conclusione, per poter licen– ziare alla stampa il film, per poter– lo mandare in giro. Non è vero. E ei meraviglia che i critici cinemato– grafici (almeno quelli di cui abbiamo letto le recensioni, da Venezia ad og– gi) non abbiano avvertito che que– sta giustificazione è falsa, pura e sem– plice espressione di caltiva coscienza del Sig. Edward Dmytryk regista. Già prima della svolta finale, infatti, già prima cioè di infilare il rettilineo t.,ionfale della requisitoria conclusi– va, contro l'intelligenza, il regista aveva fatto il possibile per porre in una luce equivoca l'ufficiale organiz– zatore dell'ammutinamento, quello che ancora serbava in testa due dita di cervello ·e che un po' di buon sen– so si era sforzato di risvegliare nei colleghi rincretiniti dalla naja. Que– sti, in fondo, non sono che dei be– stioni t, come tali, non vengono po– sti in cattiva luce dal rezjsta. Sono stati traviati da quell'altro: dall'uf– ficial,-scrittore, dall'intellettuale, da quella specie di < azionista > ameri– cano. Lui è il vile, lui si riceve, alla fine, una coppa di spumante in fac– cia (vilmente, s'intende, senza un mo– to di reazione), lui meriterebbe la fu– cilazion,. Perbacco. Se ne sian facendo dei progressi in U.S.A. E ci portano via proprio tutto quei bricconi! Anche il nostro più stagionato reazionari– smo militare. Chi l'avrebbe mai im– maginato? Oh! la buonanima di Car– lo Felice, come sarebbe felice, se ri– nascuse! IIJ Alcuni comunisti di Pozzonovo accusati di associazione a delinquere, istigazione alla bestemmia e atti osce– ni, corruzione di minorenni, violenza privata e sequestro di persona in dan– no di alcuni «pionieri> sono stati assolti con formula piena. In tutta questa montatura, inscenata con evi• dente scopo politico, è riscontrabile la continuità di una tradizione e di un metodo. Le calunnie di ordine ses– suale contro gli avversari politici non si esauriscono certo in quello che si va raccontando nella scuole di cate– chismo, a proposito di educazione sessuale nell'Unione Sovietica. Ma ci preme qui rilevare che quel metodo inquisitorio, stigmatizzato in occasio– ne del suo estendersi al campo gior– nalistico col < caso Sotgiu », quel m1todo - fatto proprio da persone pieni di curiosità morbose e di fana– tismo - sembra esser finalm,nte ,i,ntrato n,lla sua sede natural,. Un 11iorno Suor- Battistina, citiamo I L metodico progressivo sman– tellamento della scuola di sta– to non ha soste. Tutti conoscono l'avveduta eco– nomia con la quale vengono stan– ziati i fondi per l'edilizia e l'as– sistenza scolastica. E' ugualmente noto quale premura abbia il go– verno nel favorire, da ogni punto di vista, quegli enti o quei priva– ti che sgravano la pubblica am– ministrazione dai doveri troppo estesi e onerosi che ne appesanti– scono il bilancio. E' di ieri la circolare del mini– stro Ermini sull'adozione dei libri di testo. Sono ugualmente recenti le tre circolari in cui lo stesso mi– nistro richiama i Sigg. Provvedi– tori agli Studi alla vigilanza più accorta sul « retto adempimento dei doveri didattici » da parte de– gli insegnanti, sulle « interferen– ze estranee alla vita della scuola », e sulle « istituzioni parascolastiche di iniziativa privata » (Vedile per intero in « La Voce della Scuola Democratica», organo dell'A.D. S.N., 1/16 gennaio 1955). E dove non arriva la solerzia del Ministero, sopperisce l'inizia– tiva - come dire? - privata o la lungimiranza di enti legalmen– te riconosciuti dalla Costituzione. Basta che il centro indichi la dire– zione, si muova in un certo senso : i dubbiosi vincono le titubanze, i timidi superano i complessi. La unità d'indirizzo è ugualmente rag– giunta' attraverso l'acquiescenza e il conformismo. O, forse è proprio il caso di cui diremo, il formale rispetto della autonomia-democrazia locale serve per lanciare dei ballons d'essai, saggiare gli umori, preparare il terreno ai più alti destini della scuola italiana. Il 10 gennaio 1955, dunque, il Consiglio provinciale di Trento approvava tre « leggine » relative alla scuola, ordine elementare. La prima, sulla scelta dei libri di testo, prevede che tale « libera scelta » sia vincolante per un triennio per tutte le classi paral– lele della medesima scuola. Qua– lora fra gli insegnanti preposti alla scelta non si raggiunga la maggio– ranza assoluta di voti a favore di uno stesso testo, la scelta è rimessa al Direttore Didattico. La seconda legge, sulla corre– sponsione di compensi ai fiducia- dal " Corriere", udl uno dei bambini dell'asilo di Pozzonovo cantare un ritornello assai sconcio. Non lo re– dargul troppo violentemente, non si dimostrò né meravigliata né sorpresa. Intuendo di avere in mano il filo con– duttore di una scoperta forse sensa– zionale, suor Bauistina interrogò, sempre con cautela altri bambini, al– tre bambine; segui da lontano i loro giochi, origliò intorno ai loro canti.... Il resto fu semplice. Suor Battistina ne parlò al parroco, il parroco ne parlò all'arcivescovo, questi scrisse un:! pastorale, poi si dovelle provve– dere a far sottoscrivere ai bambini le necessarie dichiarazioni e infine si provocò l'azione giudiziaria. Sem– plice, vero? Ma anche l'alternati– va che si presentava era molto sem– plice: O le dichiarazioni furono E– bcre, e si devono condannare gli ac– cusati; o furono coatte e allora, so• no parole della parte civile, allo– ra si devono condannare don Moro– sinotto, si deve condannare suor Bat• tistina; si deve condannare indiretta• mente il metodo che per secoli ha formato gli uomini che compongono il popolo italiano. Non resta che compiacerci del fallo che la corte non ha aderito alla tesi ricattatoria. Speriamo che ciò contribuisca al pre– stizio d11/<znostra Maaistratura. B1blloteca G no B a CO UOVA REPUBBLICA A TRENTO L'AVANGUARDIA DELLA SCUOLA CLERICALE MINERVAE MERCURIO ri scolastici, prevede che ai sud– detti sia corrisposto da parte della Provincia un compenso di L. 500 mensili per la classe condotta per– sonalmente e di L. 200 mensili per ogni ulteriore classe sottopo– sta alla sua vigilanza, lino ad un massimo di l O classi. Da notare che tale compenso (che può dun– que raggiungere un massimo di L. 2.500 mensili) è istituito « allo scopo di agevolare il buon uso e la buona conservazione degli edi– fici, degli arredamenti e delle do– tazioni delle satolè elementari del– la Provincia, di proprietà dei Co– muni». La terza « leggina », infine, « per l'incremento dell'istruzione elementare e l'assistenza all'infan– zia », autorizza la Giunta Provin– ciale a stanziare annualmente nel bilancio della Provincia un fondo per la concessione « di contributi o sussidi agli enti o comitati che gestiscono scuole di grado prepa– ratorio», allo scopo di « favo– rire l'istruzione preelementare e l'assistenza all'infanzia»; vale a dire: « a) per concorrere alle loro spese di ordinaria gestione, allor– ché gli enti o comitati versino in condizioni di bisogno; b) per con– correre alle spese di incremento e rinnovo delle attrezzature e de– gli arredamenti scolastici, che si rendessero necessarie e opportu– ne». Nel determinare quali siano le domande da prendere in con– siderazione, la Giunta « potrà udi– re il parere di quegli enti o asso– ciazioni provinciali che promuo– vano l'istruzione scolastica ma– terna». Tali le leggi approvate dal Con– siglio Provinciale trentino. Ci ri– sulta che due di esse, la prima e la terza da noi citate, sono state approvate dal Ministero della P.I. entro il termine prescritto, esatta– mente il 3 corr., nonostante che il Commissario al Governo della Prefettura trentina le abbia tra– smesse con parere nettamente sfa– vorevole, e nonostante che la pri– ma di esse, quella relativa ai libri di testo, già approvata dal mede– simo Consiglio Provinciale il 2 aprile 1954, fosse stata respinta dal Governo perché in contrasto coi principi della libertà d' inse– gnamento. Non sappiamo, finora, l'esito della terza legge presenta– ta dal Consiglio per il nulla-osta. tl comunque sicuro che tutta la classe magistrale trentina (scuola media ed elementare) organizzata dai vari sindacati, è unanime nel considerare tali leggi lesive oltre che della propria libertà e indi– pendenza, anche di tutto l'ordi– namento della scuola italiana, ve– nendosi a creare, attraverso tali leg– gi, un pericoloso precedente circa la competenza della Provincia a legiferare in materia scolastica, con possibili ripercussioni sullo stato giuridico degli insegnanti. E che tale, oltre s'intende agli scopi im– mediati facilmente intuibili, sia la volontà tacita di chi ha proposto o sollecitato l'approvazione di tale legge (lungi da noi il sospetto che questi siano gli stessi organi cen– trali della P.I., dopo il deciso col– po di barra impresso dal dina– mico ministro-esteta ali' andamento delle cose scolastiche), testimonia la precisazione con cui la « Stam– pa» (5-2-55) accompagna la no– tizia della approvazione ministe– riale: aver cioè il Ministero fatto osservare che norme analoghe (quelle relative ai libri di testo) « verranno fra qualche tempo im– partite per tutte le scuole elemen– tari della Repubblica». e 'E' dunque un problema schiet– tamente giuridico, quello del– la potestà legislativa e amministra– tiva delle Province a statuto auto– nomo e in particolare della pro– vincia del Trentino-Alto Adige, e un problema, diremo, di contenuto legislativo e amministrativo. Per il primo risulta che lo sta– tuto regionale Trentino-Alto Adi– ge, approvato con legge costitu– zionale il 26-2-948, conferisce alle province di Trento e Bolzano una potestà legislativa limitatissima e comunque per ordini di scuole non icontemplati nell'ordinamento sco– lastico generale dello Stato ita– liano, e una ancor più limitata po– testà amministrativa sull'argomen– to. Tali le risultanze di un accu– rato studio testé uscito in merito (Umberto Corsini, « Le potestà legislative ed amministrative delle province in materia di scuola, se– condo lo statuto del Trentino-Alto Adige », edito a cura della Sez. Prov. di Trento del Sindacato Na– zionale Scuola Media, presso Arti Grafiche Manfrini, Rovereto, 1955), nel quale si rileva fra l'al– tro come tutta la questione debba essere ancora sicuramente definita e dal quale perciò si conclude che meno che mai in tal caso si sareb– be dovuto approfittare di una se– mi-vacatio legis. Circa il secondo problema, non occorre troppo acume per rileva– re, dalla formulazione della leg– gina provinciale, che il disposto relativo all'adozione dei libri di testo contrasta palesemente col cri– terio ispiratore della Costituzione italiana (art. 33 commi 1 e 2: « L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme gene– rali sulla istruzione »); e perfino col disegno di legge Gonella («Norme generali sull'istruzio– ne ») presentato al Parlamento il 13 luglio 1951, in cui si legge che: « L'adozione dei libri di te– sto è libera: è affidata agli inse– gnanti e ne impegna la responsa– bilità educativa »; e anche: « Si considera il libro di testo strumen– to affidato alla libera scelta del– )'educatore » (singolo, dunque, non come gruppo!): concetto fis– sato fin dal D.L. 16 ottobre 1947 n. 1947. Lo stesso Governo ribadiva ta– le criterio rinviando, come dice– vamo, il disegno approvato nel 1954 dalla Provincia di Trento, perché contrastante coi principi della libertà d'insegnamento. E non si dica che si tratta di creare la possibilità di una maggiore col– laborazione fra gli insegnanti e che si rispetta comunque il pen– siero dei singoli, dal momento che il quorum di maggioranza ri– chiesto per la scelta di un testo (maggioranza ,mo/111a.), fa preve– dere di fatto la scelta effettuata quasi sempre (forse cosl proprio si è voluto) dal Direttore Didat– tico che del testo non dovrà af– fatto servirsi. Q UANTO ai fiduciari, è facil– mente riconoscibile nella 2• leggina il tentativo di creare, ac– canto al Direttore, (l'unico tenuto per legge a vigilare sul compor– tamento degli insegnanti e quindi anche a proteggere gli immobili e i mobili dalla... cattiva educa– zione degli educatori), una sorta di aiuto-poliziotto di sua fiducia, comprando la sua omertà (forse le sue delazioni) con le misere 2000-2500 mensili che integrano il suo magro stipendio. E che dire poi del prestigio che, di fronte ai colleghi e alle autorità scola– stiche, verrebbe ad assumere que– sto maestro-fiduciario, per il deli– catissimo incarico lui affidato? Non parliamo infine della ter– za legge : v'immaginate mai chi po– tranno essere gli enti o i comitati ai quali andranno i particolari fon– di stanziati dalla Giunta per i cor– si preelementari e l'assistenza, do– poché il Ministro Ermini ha ri– chiamato l'attenzione dei Provve– ditori, come dicevo in inizio, sulle « iniziative di associazioni e di en– ti extrascolastici, le quali, mentre appaiono dirette a scopo di assi– stenza scolastica agli alunni nella forma di doposcuola, corsi serali, ecc., perseguono in effetti lini di propaganda di ideologie politiche contrastanti con i principi che i11- f orma110 la socielà presente e l'or– di11ame1110 istil11zio11ale dello Std- 10 »? (il corsivo è nostro). Quanti saranno fra un anno, ora che la leggina è divenuta ese– cutiva, gli asili, i nidi, i doposcuo– la gestiti da religiosi nella provin– cia di Trento, che avranno avuto ordinariamente finanziate le loro gestioni o interamente « rinnova– te » le loro attrezzature coi denari di tutti i contribuenti? Se Giove non partorisce una nuova Miner– va, si può esser certi che Mercurio avrà partita vinta. MARCELLO TRENTANOVE NUOVA REPUBBLIC fl V IN O I() I i.'WA I,, 8 PO l,,ITICO Esct ilIO e il25 di opi ■ese i, oltto pi6 ,aci■e Comilofo Dlr,UltHH P. CIL!ffl- !. COOIGKOLA - P. VITTOR!Lll S ,,,.iori• di redosion•: G. fAYATI Rtda•lon•• F"'-, Pi.... dell• Llbutl, lS (50998) ..4mminbrra,iono: Firense, Pluu Jadif)ft)duaa~ 29 (483207-08) Abb. annuo (Itali a, e Francia): L. 850. semestrale L. 4.SO, trimestrale L. 250 (Estero, rùpc ttivamc .ntc, 1100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. Sottoscrizione meruile: L. 200. Un numero 01 dfoar-io: L. 35 (Escero, 45) Un numero arretrato: L. 40 (Estero, 55) Un'annata arrdrata: L. 1000 (Estero, 1200) o/e postalo S/6161 (L• NuoM ll•ll•) t,'ireoae Aulorln. 4olTrib.111 fl,en11 a. 171 41180.12-1862 StabilimentitipolitograJiciVallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Tris/ano Codignol•

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