Nuova Repubblica - anno II - n. 19 - 10 ottobre 1954

8 PLAUSI e botte lliJIBSecondo una tradizione messa particolarme11te in onore dai fasci– sti, un avvenimento -politico come il passaggio di Trieste all'amministra– zione italiana è servito di pretesto per chiudere le scuole, che erano state appena riaperte dopo l'inter– ruzione estiva. li difficile capire per– ché i ragazzi delle scuole elementari debbano essere esentati dall'obbligo scolastico quando si tratti di 'mani• festare', mentre gli impiegati e gli operai restano al lavoro: ma le cose insensate, si sa, sono quelle che resi– stono più tenacemente. I ragazzi han- 110 'marinato' la scuola, senza natu– ralmente manifestare nulla, anche perché nulla c'era da manifestare: ma la retorica patriottarda ne è ri– masta soddisfatta. La radio nazionale ha infatti annunciato, con visibile sod– disfazio11e: 'Per celebrare il grande evento, le scuole di ogni ordine e gra– do sara11no oggi chiuse. Anche a Trieste tutte le scuole sono chiuse. bwece, gli uffici e le fabbriche hanno funzionato co11 perfetta regolarità'. Il tono e le parole ci ricordavano in 1nodo commovente i bei temJi del– l'Era Fascista. -A proposito di radio: avete osser– vato che il / 0 programma non ha an– cor dato notizia ai suoi ascoltatori che in Italia esiste un 'caso Mon– tesi'? Sembra incredibile, ma è pro– prio così. Il primo programma è quel– lo se11tito dalla gra11de maggiora11za dei cittadini, e quindi i servizi del– la radio fa11no il possibile per render– lo assolutamente insulso ed inutile. U11 fugace accen110 ali'« affaire > è stato ascoltato solo al 3" programma che, essendo destillato alla < intelli– ghentia >, deve salvare la faccia. Le notizie del 1° programma sono inve– ce di grande importanza: apparte11- gono generalmente a quelle che ven– go110 raccolte dai grandi quotidia– ni in carat4ere minuto, in settima pa– gina. P. es., non c'è quasi giorno che il Ju prograrnma non conuoiichi notizia di 1oi qualche incendio di cascinale: generalment.e, il fuoco si è appiccato, per 'cause imprecisate', ad un fienile, e le fiamme avreb– bero minacciato vaste estensioni di terreno, se non fossero sopravvenuti, 'in volata', i bravi pompieri, che hanno rapidamente circoscritto l'in– cendio, limitando i danni a modesta entità. Accanto all'ince11dio di tur– no, non manca mai notizia di qual– che importante cerimonia religiosa (mese mariano, consacrazione di chie– se, processione tradizionale), a cui generalmente ha assistito un 1nembro del governo. Altri membri del go– verno girano l'Italia, per inaugura– re, incoraggfore, promuovere, rincuo– rare: devono aver sempre il sorriso sulla bocca, questi membri del go– verno, che portano dovunque vadano pace, benessere prosperità. Che cosa ci starebbe a fare, i11 questo idillio, l'« affare Mo11tesi :o? Ha detto bene /'on. Saragat: è solo l'invincibile incoscienza della grande stampa che l'ha montato. Un pae– se civile, come quello che sog11a l'on. Saragat, deve soltanto ig11orarlo. V Per dare il suo contributo ad una migliore 'civiltà', /'011. Saragat si è impelagato in un guaio, sempre a proposito dell'« affaire >. Non si sa che cosa egli abbia propriamente det– to o suggerito, ma si sa ch'egli ha piacere di fare intervistare, di tanto in tanto, negli ambulacri di Monteci– torio. Quantlo è di vena, passa allo– ra con fronte alt<1e incedere solenne, qua.si di Pizia pronta a/l'oracolo: e s ubito i poveri untorelli di turno, i giornalisti parlame11tari, gli si affol– lano intorno, per raccogliere il ver– bo. Fu in questo stato d'animo pro– babilmente che 1'011.Saragat espres– se certi suoi giudizi, forse un po' ardi– ti, sulle responsabilità del caso Mon– tesi; e p_oiché egli è anche, né più né meno, il Vice-Presidente del Go– verno italiano, cosi accadde che le sue parole fecero un gran scalpore. Ma chi le aveva mai dette? Quando pronuncia gli oracoli, l'on. Sara– gat è in trans, come una qualsiasi Pizia che si rispetti: 11é quindi gli si può chiedere di ricordare quanto ha a/fermato in quelle circosta11ze. Solo dei giornalisti di cat.tivo gusto pos– sono nrrivare a tanto! Così si sgon– fiò l'« operazione Giuseppe> (che al– cuni, per difetto. d'informazione, ave• vano interpretato per « operazione Giuseppe Saragat >). ~ La definizione della questio11e di Trieste ha offerto l'occa.sione, alla radio ed alla stampa di destra, di ri– spolverare tutto un vocabolario fra dannunziano e fasc.ista che proprio ci mancava da tempo. La città del– la 'passione adriatica' è stata final– mente restituita alla 'madre patria, che a11Siosal'attendeva'. Tutto il pae– se 'freme' di commozione, mentre truppe e navi italia11e <puntano» (sic) sulla città .sacra. La 'tragedia' delle famiglie abitanti nei pochissi– mi chilometri quadrati ceduti alla zona B per la rettifica del confine è dipinta a tinte fosche, nonostante che,· contemporaneamente, si metta in rilievo il successo otteml/o dal go– veruo italiano in quest'ultima fase delle trattative. Anzi, il successo è stato tale che la sig11ora Luce ha sentito il bisogno ,li recarsi perso– nalmente dall'on. Scelba, anche per rallegrarsi co11 lui 'dcll'i11estimabile contributo offerto dalla diplomazia italiana alla riuscita della Co11ferenza di Lo11dra' (proprio così, amici let– tori: e peggio per voi se non lo sa– pevate). ~Del resto, che questa sia la giu– sta interpretazione, lo prova anche un trafiletto del 'Manchester Guardian', l'autorevole quotidiano liberale di Lo11dra. A proposito dell'on. Mar– tino, esso infatti osseruaua che nes– suno a Londra conosceva né la fac– cia né le capacità diplomatiche di questo nuovo rappresentante italia– no: 1na - aggiungeva il giornale - un uomo che ha un così bel sorri– so e veste con tanta eleganza, non può che essere un buon diploma– tico. La Stampa del 3 ottobre ci in– forma infatti che un momento di par– ticolare ltnsione tra Forster Dulles e Mendès-France fu superato grazie al– la proposta dell'on. Marti110, « uno dei più valenti studiosi del sistema nervoso», di sospent[ere la s.duta per qualche minuto e continuarla poi in sede ristretta. )J A proposito dell'on. Martino, si dice che, prima di lasciare la Mi-• nervo, ha voluto lanciare la freccia del Parto, inserendo surrettiziamente irt un progetto di legge sull'edilizia scolastica, un articolo che çonsente agli alunni di scuole parificate di ottenere, contro la Costituzione, sus– sidi dallo Stato. Se la notizia • con– fermata, non ci resta che ritirare uno dei pochissimi plausi che ci capitò di fare proprio nei suoi co11fronti. W- E per fi11ire, sentite questa pro– sa: « Cari llmici tli Crevatini, di Faiti ecc. ecc. che state attende11do agghiacciati dal dolore la tragica no– tizia del vostro baratto, guardando ieri notte sulla carta topografica ho scorto i 11omi dei vostri villaggi de/i– mitati dalla linea 11era di condan– na... Vi ricordo oggi come q1La11do abbiamo scritto di voi, nei giorni in cui ci voleva eroismo a resistere saldi co11tro il tradimento di Tito e della sua banda.... Come quando scrivevamo dei ratti di vostri fami– lia, che i titisti venivano a compiere nottetempo nelle vostre case, degli assassinii rimasti impuniti sotto gli occhi della gendarmeria anglo-ame– ricana .... Ed ora le belle, indime11ti– cabili Case del popolo di Crevatini e Basici dovranno hassare ai vanda– li? .... Eppure io se11to che anche "in queste ore drllmmatiche, se io po– tessi tornare a ritrovarvi,· vi ritrove– rei intrepidi come quando i lupi not– turni del branco titista venivano a minacciarvi sulla porta di casa >. Non si tratta del Meridiano d'Italia. come certamente· suppo11ete. Si tratta di un « contributo alla distensione> dell'Unità di Milano del 5 corr. (articolo di fondo a firma di Davide Lajolo). Sembrano proprio parole pronunciate da qualche balcone, da– vanti a una folla oceanica. Applausi scroscianti.... Nessun rimpianto per il nostro picço/o plauso mancato! OGNUNO UOVA REPUBBLICA LIBRI E PROBLEMI CONTADINI DEL SUD Nel mondo della cultura nazionale, nel mondo della riflessione storico– politica esercitantesi sui più complessi e vitali problemi che la nostra vita nazionale ci offre tuttora aperti, la questione meridionale ci si è sinora ,,,esentata come oggetto d'indagine e di osservazione, e sia pur « oggetto » concretamente sentito, sperimentato, \lissuto. La novità, che del resto non siamo i primi a rilevare, dell"opera di Rocco Scotellaro sta nel presentarci !"inizio di un·« autobiografia» di quel mondo contadino che tanto della que– stione meridionale riassume nella sua storia di faticose lotte quotidiane, di sofferenze nascoste, •di tentativi, di de– sideri - di quell'azione anonima e di quelle «velleità» conculcate che sono, oggi, da rivendicarsi a una sto– ria che sia veramente e pienamente storia della società nella varietà dei suoi strati e nella complessità dei suoi rapporti, che della vita di questa so– cietà non intenda aristocraticamente ignorare la parte più segreta e più re– mota. Voler valutare, come si è tenta– to, un'opera di questo tipo eia un pun– to di vista grettamente intellettuali– stico, in base a moduli lingubtici o ad osservazioni pseudo-esttti<.he, è un·assurdità così come tentare di attac– carle un"etichetta, dato che il sub va– lore consiste appunto jn quel suo non esser narrativa né sagsistica né inchie– sta, né studio, ma piuttosto nel wsti• tuire un nuovo umanissimo tipo di in– chiesta al di là di ogni schematizza– zione in dati tecnici e di ogni formu– lario preventiYo. Non certo dunque opera di letteratura, come tale defini– bile e valutabile; ma tale piuttosto da far rifltttuc.:, in ciò d1<.:in c.:ssa tenda più a presentarsi quale tentativo lette– rario (mi riferisco, p. es., ai versi che chiudono la vita di Rocco narrata dalla madre), alla omplessità di simili ten– tativi popolari, incontro fr:t senti,e ingenuo e reminiscenza pro,eniente da una più o irn:no vicina trndi,ione culturale. Tutto questo a parte la bel– le-aa che inconsnamente raggiungono certe pagine -<li doloré vissuto, nello stesso racconto, o la vivezza di altre pagine nella loro coralità - come quelle, pure di I'rancesca Scotellaro, sull'amore o sui morti, su certi eterni elementarissimi motivi della cultura popolare di ogni tempo. Diverse fra queste psicologie con– tadine (delle quali qui intendi.uno ri– levare quakht tratto, non <lare una fenomenologia tsaurientt} presentano come loro rarattcristica peculiare un'ir– requietezza (hc si concreta nelle più varie forme. Si può cogliere un le– game fra l'inventività ingegnosissima di un J\.fulicri, la ricerca di un nuovo "erbo rtligioso dell'evangelico Chiron– na, il vago desiderio cli t:vasione del guardiano di bufale (si ripensi alle pagine che un profondo conoscitore del mondo intimo meridionale, C. Al– varo, ha più volte scritto su questo perpetuo « evadere » del meridionale dalla sua terra e dalla sua realti1, su questo stato d'animo di e,.ision<: cht è !"estrema risorsa del desiderio qua– lora manchino i meni di tffutua1io– ne). Da queste pagine autobiografi<he risalta un mondo psitologico tutt".1l– tro che statico e irnmobile, ma riuo di tutta una complessa poten1i:ilit~ di movimento, cl;e cerca oscuramentt- la sua direzione e il suo «contenuto». A tale mondo la :;tessa tendenza a gentr.1- lizzare e uni\lersalizzare che contraddi– stingue da secoli Ja mentalità meri– dionale, quella \endenza che tanto fa– cilmente degenera in reforica e in mi– tologia reazionaria quando sia scissa dal più immediato contatto con la du– rezza delle condizioni di esistenza, of. fre la possibilità di avvertire, attraver– so !"angustia degli scopi immediati. un significato che trascende il signifi– cato specifico di questi; penso che in ciò si riassuma il valore, :id es., di socialista del comune di Tricarico, dal quell"ampliarsi delle piccole lotte quo- quale spira una viva, preziosa coscienza t1diane di un Mulieu nella vasta, vi- dJ autogoverno {cfr. pp. 131-32). la gorosa e fantasiosa critica che egli realtà politica che il contadino sente muove alle assurdità e alle ingiuStlZle s,ia è quella del suo comune alla cui deUa vita :imministrativa nazionale. amministrazione contribuisce o sa di Questa ricca possibilità di riAessione poter contribuire in concreto, non quel- e Ja garanzia cli un allargarsi dei pro- la di un impersonale Stato lontano e blem1 cli esistenza incliv1cluale a pro- ostile. Di fronte ad esso egli avverte, blemi d1 carattere generale; né ql1es11 i..Ome !"intellettuale, la profonda frat- mancano nella, pur per tanti aspetti tura fra etica e politica; frattura che embrionale, cosncnza politica di un è lasciata a noi coine problema da ri- contadino J.at1rcnzana o di un t.Onl,t• !\Olvere, come male da sana.re. dina l)i Gra>iJ (v., a pp. 110-1 ti, il Noi non vorremmo vedere questo tentau,o Ji ~p1egaz1onc generale ddl,1 mondo contadino, così rfrco di Yarie- quc:stione tonu1.1n.1 .t<l uptr,1 J1 quc• r:lJ. .. ì !\U.t c:ntro 1.t rifchissima varietà sr ult11no, con un concatenarnento <.tel r.,,1Jtlla società meridionale, riassunto m problema della terra al problema de- luna formula strettamente unitari.i; né mograhco; e altri passi potrebbero ,i- ,canto meno vorremmo vedere questa tarsi). formula inserita come elemento a sé Anche sul problema religioso questa 1 'stante in_ una sorta di « filosofia della capaotà cli riHessione- si sforza di eser- storia ». Parlare di esso, come abbiamo otarsi. Ma nella vita religiosa del con- recentemente letto sulle colonne di tadmo meridionale, il cui confine con Tuza ge11erazio11e, come di w1 mondo il seoso magico è estremamente incer- anteriore a Lutero e alta « scissione » to, prevalgono per lo più altre forze, del mondo moderno, ci sembra voler enso, immaginazione, credenla osu1- creare o fornentare un m1to che può assumere aspetti pericolosi. Consci co– me siamo, e d'accordo in questo con HOUVO SUOTELLA.110 CUNTADINJ Dl!-"L SUD. LA.'l'EllZA. '.1.954 ra e oscuro timore. Questo senso reli– gioso ha Ja divinità ai suoi margini estremi, come «credibile», e ha piut– tosto il suo (ampo di applicazione nei rapporti con le cose e con gli al– tri, rapporti in fondo ai quali penna– ne sempre alcund1é di nusterioso, dl «sacro» (signdicdtl\O tome per J\.Iu– lieri i suoi « persecutori » burocr:itici si configurano nella forma di « ma– ghi »; cf r. p. 71). Direi che ras petto primitivo di questa vita religiosa sta appunto nella prevalenza assoluta, in essa, deJl"elemento sacrale-magico sul– l"tlemento c:tito; ma è, anche questa, osservazione da non generalizzarsi. Noi cogliamo, infatti, proprio in quello fra i nostri contadini in cui l"irrequjetezza ci è apparsa concretarsi nel motivo religioso, un vigoroso spunto di critica etica - Ja conversione di Chironna ha infatti le sue radici nel disorienta– mento profondo conseguente alle espe– rienze distruttive della guerra, nella ribellione contro « !"ingiustizia di Dio» (e si noti, a questo proposito, quel rnpido scorcio sulla guerra cosi « spie– tato» nella sua ck·nuncia dell'ipocrisia e della retorica; cfr. p. 152 e ss.). Di– rei, comunque, che per lo più la sfera dell"cticità si svolge parallelamente ma indipendentemente dalla sfera religio– sa. Il giudizio etico ha qui il suo cam– po essenzialmente nella denuncia aper– ta dell'ingiustizia, della corruzione, cieli·inganno perpetrato a danno dei deboli; la voce di Michele Mulieri è la sua espressione più vigorosa. In quella aperta, immaginosa, combattiva oppo izione al mondo dei rapporti am– ministrativi come a un mondo nemico, tirannico e· io sé corrotto, avviene, mi ,embra, !"incontro idealè del contadi– no della zona remota, che sente a sé lontano e assurdamente estraneo lo Stato (On tutte.: lt' sue norm'e non ade– _gL1ate :i quella povera realtà umana ,h"è la 111.r realtà, con l'intellettuale meridionale <hiuso nella sua profonda !\fiducia a (iò the si concreti in istitu– Lioni e: Jisposizioni senza essere scatu– rito da un autentico rinnovamento del– la vita morale (mi riferisco, per uno degli esempi più illustri, alle pagine di Giustino Fortunato, Dopo l" g11t1Tt1 Jo11vertitrice, nel secondo volume di « Pagine e ricordi parlamentari»). In certo senso, la risposta è data a Mu– lieri da Laurenzana, in quel racconto della propria attività. e di quella dei ·compagni di partito e di amministra– zione nel periodo dell'amministrazione r. G., che questo mondo contadino • <lei Mezzogiorno va aiutato a risolve- re i suoi fondamentali problemi e a trovare una forma di inserimento nel mondo moderno che nulla pregiudichi delle sue caratteristiche, della sua fi- sionomia, di tutto ciò c;:he costituisce !"aspetto più positìvo della sua tradi– zione, pure è su questo inserimento che ci piace battere !"accento; la no– stra accoglienza all"opera di Scotella– ro è, appunto, accoglienza calda e pie– na a uno degli aspetti di questo inse– rimento, com"è il dare alla voce di questo mondo ignorato o solo indiret– tamente conosciuto la prima cittad,- l nanza nella vita culturale della nazione. , \Qualsiasi idoleggiamento di esso nel ~ ~uo ipotetico << stato di grazia» ante– f. riorc al grande peccato di eresia del– ~ retà moderna d sembra un miscono– ( ,scimento cli questa responsabilità pro• J:lpria Jcll"ora prèsente - responsabi– f jlità che questo stesso mondo ci acidi– ( ta nei suoi fermenti di irrequietezza, r .1ei suoi atteggiamenti di critica seve– [ra. Vorrà qualcuno riprendere !"opera che la morte lìa interrotta a Scotella– ro, proseguire e allargare il colloquio, sollecitare ancora all"espressione tutta questa realtà che urge e incalza ai li– miti di quella che è, o sino ad oggi è stata, la nostra cultura, la nostra storia? !1,\IWllf:IUTA ISNA.11111 NUOVA REPUBBLI fllJli.,TDJCl1, 1 ALB POLITICO EJCt il 10 e il 25 di opi meseiu ottoopidpqioe Comiroro Dir,uioo: P.CllEffl - l. COOIGNOLI - I. GREPPI - P.YITIORElLI S,grdario di redoaion,: G.fAYATI RtdoaWm.a Flren.e, Piana della Libertà. 15 (i099i!) Amrnini,rroaion,: Fireou, Piuu lndipendeaaa, 29 (183'.!07-0fl) Abb. annuo (Iulia e Francia): L. 850, semestrale L. 450, trimesti-ale L. 250 (Estero, rispettivamente, 1100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. Sottoscrizione mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estero. 45) Un numero arre11a10: (Esie,o, 55) L. 40 Un'annata a.rretrata: L. 1000 (EOle,o, 1200) e/o poi~~ S/6261 (L• /Vuopa lrolio) )o'irenN A11torlu. 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