Nuova Repubblica - anno II - n. 19 - 10 ottobre 1954

L 35 ,. Spedizione tn ahbtKD.amento postale fGruppo li) A pa,g. 3 : La stampa degli untori. Anno Il • N. 19 (43) Q u INDI e IN AL E ~Po LIT I e o TRISTANO COD!GNOLA, Conoscecc se stessi (pagg. I e 2) • MARIO ALBERTINL L'unità europea non è problema socialista (pagg. 2 e 3) - BENIAMINO FINOCCHIARO: La stampa degli untori (pag. 3i - PAOLO PAVOL1Nl: Passione· a'Ciriatica (pag. 5) - GUIDO FUBJN[: Lettera da J arigi (pag. 5) - Comunicato della direzione del Movi– mento (pag. 6) • GIOSUE BON)'ANTL Esami di concono (pag. 7). RASSEGNE, Italia, PAGINA CHIUSA S e un valore ha da annettersi all'accordo per Trieste, a~– nunciuto in questi giorni do– po una lunga attesa, questo ,•alore consiste nell'aver messo la parola fi,ue ad nnu questione annosa e spinosa, i cui riflessi su11u posizio– ne internazionale dell'Italia hanno pesato in questi anni n1olto di più di quanto co1nportasse il suo in– trinseco valore. Ì!:. quindi incont– prensibile che il go,•crno ituliano si ostini, con rituale ipocrisia, a voler attrihuirc"-Ull'accordo un ca• ratiere provvisorio, allo"" scoi>o' pa• lese di sn1ussare le opposizioni di destra e di sinistt·a al principio della spartizione. Così faccnclo, il governo riduce il va1ore politico dell'accordo, contraddice il suo si– gnificato distensivo, senza eviden– ternente ottenere affatto un n1uta– .n1cnto nell'atteggiamento, orinai precostituito, delle Opposizioni. territorio jugoslavo Siano veramen• te e volonterosa1nente rispettate (n1~1tcndol~ in allo,, con pari lcal– ti,, '.nei c,.i,..i,,,fronti Jei gruppi slavi rin1asti .-14,tro i nostri confini); il seSJr~ consiste nell'instaurare n_95ì(L.1n1c}te rap11orti di collaho– /Tazioq~ di fiducia, e di recipro– ca conoscenza, con la vicina 1·e– pu hhlica federale. · Le trasformazioni economiche e sociali che si sono verificate in Jugoslavia dalla guerra h1 poi so– no tali da destare l'interesse di tutto il mondo detnocratico, e par– ticolarntente delle forze di si– nistn1 che vi operano. Ciò è stato dimostrato abbondantemente dai contatti che correnti -e personalità della sinistra europea hanno avu– to negli uhin1i tempi con la Ju– goslavia, al fine di rendersi 1ne– glio conto del tipo di struttura econoinica realizzata in quel pae• se, e delle possibili1à effettive di progressiva den1ocratizzazionne di un l'eginte socialista a tipo auto– ritario conte quello di Tito. Si tr·atta dunque di un'esperienza di grande in1portanza, che la disgra• ziata vertenza di Trieste avev::i pra– tican1ente chiuso a1le correnti de– mocratiche italiane. Ci augl,lrianto fernia men te che Ja soluzione, che auspichiamo definitiva, di quella Già abbiamo avuto occasione di o"-:'l!parci sul nostro giorna1e del pro19l,cr.,. r. cl: .~! ric~tc ,.. -+~ :~ ,,. n1~udo tutte Jc nostre riserve sulla soluzione del plebiscito, soluzione solo astratttnnente democratica, in– cnpace in realtà di risolvere in un 1nodo picnun1ente soddisfucente per tutti la con1plessa questione. Quanto alla soluzione del t.raltato di pace, forse Ja migliore in sede teorica, essa era stata superata dalla realtà ormai da molto tem– po: e solo ·la passività con cui la politica cornunista dei vari paesi segue la diploinazia sovietica po– teva spiegare l'accanimento nel ri• proporre una for111ula che non aveva evidentcntente più alcuna possibilità di venire applicata. Così stando le cose, la tesi della spartizione, secondo una linea et– nica approssilnativa e con ·tutti gli accorgin1cn1i necessari per ga– ranlire i diritti deHe minoranze, appariva da tcrnpo non Soltanto la inigliorc, n1a l'unica possibile. L'interregno di Pella, con le sue divisioni attestate al Tagliainento e all'Isonzo, fu una parentesi pie– na di ridicolo, che dimosll·Ò anche ai ciechi l'inconsistenza del1e gret• te posizioni naziorùliistiche e pa• triottarde in un n1ondo che si muove secondo grandi linee e se• condo problen1i d'interesse gene– rale. Se una critica dunc1ue pos• siamo n1uoverc, e muovhuno, alla politica estera italiana in tutta que. sin faccenda è che si sia inutil• mente atteso il 1954 per adotta~e una soluzione che si sarebbe po• tuta prohabihnente ottenere molto printa, se non si avessè voluto fare del problema di Trieste un mezzo di indecente speculazione elettorale e nazionalistica. Ci augurian10 ora che il governo italiano, in\'CCC di aprire una nuo• vu fase di « colpi di spillo » verso la Jugoslavia, vulendosi di un pre. lesto evidcnte1nente inconsistente, co1ne queHo della « provvisorietà » dell'assegnazione della zona B al– Ja Jugoslavia («provvisorietà » che, fra l'altro, rimetterebbe an• che in discussione i diritti ncqui– siti dall'ltaliÙ sulla zona A), si valga dell'accordo per due fini che sono in1mediatan1ente realizzabili: il primo consiste nell'assicurare, con tutti i mezzi a disposizione, che le clausole relative alla pro• tezione delle minoranze italiane in ,,,.rtPnzu, . apra Ja... strada ~r- u"!~a "-"'Jl'~'i,l •'•i"'*~•"--- j,i:.; • ..,.,h.!-.. [;..;. _,, ;...:!.~;.:~ sti italiani. e jugosluvi, compr•ensio• ne dulia quale noi pcnsian10 possa uscire il n1.igliore avallo di un.a fut·uru e cordiale collaborazione fra i due paeSi. · !I P.N.M. ha presenlato al -Se– nato, co1n'è 11010, un o.d.g. in cui « rivolgendo un pensiero meinore ·e dolente agli italiani rimasti an• cora sotto l'occupazione stranie– ra », riafferma « la necessità g'iu– ridica che la sovranità italiana sul– l'Istria, cessata di diritto, sia nei fatti tot.alme'nte ripristil{ata »: in• dicando, con queste parole, esal• tamente il contrario della politica che noi auspichiamo. Ai inomuchi– ci, che non sono capaci d'in1ma– ginare, corne tulli i nazionalisti, ·un tipe;) di convivenza democratica, ncll'ainhito di uno stesso S1ato, di cittadini di lingua e di nazionalità diversa, vorren1n10 rispondere che, nella loro grossolana stupidità scio– vinistica, non si rendono conto di incoruggiare in questo n1odo il n10- "Vimento separatista dell'Alto Adi– ge, che avrebbe a C[uesta stregua jl diritto di considerare co111e « oc• cupazione st.ranicru » la presenza dell'Italia a Bolzano; e vorre1umo chiedere che cosa vogliono di– re auspicl,ndo che sia « nei fatti » ripristinata la sovranità italiana nell'Istria. In queste parole è Ìln• plicita una n1inaccia tanto più in– sulsa quanto più intpotente: ed è solo da dolersi che il governo ila• liano non abbia avuto il coraggio di togliere di 1nezzo ogni equivoco, dando il dovuto carattere di definì• tivilù ai recente accordo di Londra. .Ci sia contessa infine un'uhinta parola nei riguardi del Partito So• ciulista Italiano. Se la. posizione del P.C.I., su tutta questa faccenda, può ahncno trovare una spicgazio• ne (non una giustificazione) nei rapporti che lo legano intima1nen• te alla politica .estera sovietica, l'atteggiamento del P.S.I. è sol– tanto espressione di una mancanza di coraggio, d'iniziativa e di auto- 1101nia politica che fa vera111ente paura. L'allinea1ncnto sulle tesi del P.C.I. a quulunque coslo è la più inutile delle politiche che il P.S.I. possa fare: e se si può con1prendere ch'esso vi sia costret– to in molte occas~oni da un giu– dizio realistico della s~tuazione del ' SOMMARIO· oggi: Le r-.:~uccnz-c7illa svolta {pag. 4) - Cose di Fra11cia: 1 segreti di Pulcinella (pag. 4) - 15 giorni nel mo11do: Le due vcl'ità, di PAOLO V1TTOREL1-t (pag. 5) - Vita di Fabbrica: I periodici aziendali (pag. 6) - Pagine di c1tltura co11tem/)oranea: Qualcosa si muove in Russia, di S. V. UTECHIN (pag. 7) - Plausi e Bolle, di OoNuNO (pa-g. 8) - Libri e Pro• bl«mi: Contadini del sud, di Rocco Scotellaro (MARGHERITA IsNARDI) (pag. 8). RISPONDENDO AD <t EJIIILIA » Corloscere se stessi r. L'unica (( terza forza )l possibile è quella che all'interno r del movimentooperai(si proponedi allargarne _i confini• !-------------------------------' N EL SU·O ultimo fascicolo di settembre, la- •.-ivista « Emi– lia » di Bologna dedica al nostro giornale e al nostro Movi– mento un'ana-lisi a.;sai acuta, che merita di essere rip• esa perché' in– terviene nel mezzo Ji un processo di chiarificazione e di autocritiça in corso fra di noi. Riconosciuta nella formula tra– dizionale di « tera forza » una espressione di « mentalità riformi– stica a vuoto o in a<tratto, o esem– pio di tipica mentdità antistorica, ,ubito dissolta d,t; realtà altri– ienti complessa t , concreta », l'articolista si domanda se il grup· po di Unità Popolare risponda in qualche modo a codesta formula. Questo gruppo - egli dice - « non deve far pensare ad una provvisoria formula elettorale o. a caratteristiche avventizie e scismati– che di protesta individuale o di équipe »; esso, « al contrario, si è raccolto attorno a una serie di problemi e di ragioni politiche es– senziali » e « non sembra contene– re nessuna delle caratteristiche ne- . gative della terza forza nel senso tradizionale ». Si tratta - prose– gue l'articolista - della « pun– ta qualitativamente piil progressiva di parte della borghesia democra– tica », di « una caratteristica nuo– va nella reaità politica italiana », di « uh tentativo di una sinistra democratica, sia pure con rapporti poco approfonditi con la sinistra proletariato italiano, è assoluta- 111ente incon1prensibile che ciò ven• ga fatto «d'ufficio», anche in oc– casioni corno questa, in cui la di• fesa degli interessi operai contro le offensive padronali non c'en• tra proprio per nulla. Così, è pc• noso vedere che degli oratori so– cialisti, e perfino l'on. Lus!Su, se11- tano il bisogno di sferrare un al– tacco al governo non giù per le moltissime colpe che ha o che ha avuto, ma proprio per un allo di renlisrno e di coraggio che, una volta tanto, ha compiuto. Il P.S.I. sa che il nostro gruppo non ap– partiene allo schiernn1ento di CO· loro che, facendo d'ogni erba un fa-scio, lo considerano con molta leggerezza nient'altro che una inu– tile appendice del partito comuni– st~: e ap11unto per questo, lo in– vitian10 a riflettere alle disastrose responsabilità che si assu1ne quan• do, potendolo evidentemente fa– re, non è capace di indicare 1u1a li- K' nea politica di au- · tono111ia e di sag. gezza. marxista ». Per questo, « la pro– spettiva riformistica di :r-.;:. R. ap· pare più precisa e rad;cak di al– tre imprese politico-culturafi astrat– tamente precettistid1e o critiche (com'è il caso del Mondo)»; sic– ché «_possiamo collocare N. R. tra la pubblicistica politica più inte– ressante, che vuol tentare di crea– re gruppi politico-culturali nuovi, e infine tendere a forme di Ftibian Society ». Caratteristica del Movimento sa– rebbe una « composizione positiva, _dialettica» tra piano r·r·'co, « de– c.'is.a1lic:nkr:.j1· .no\·:-.,tore ç progn:ss1 .. sta » e piano sociale-economico « moderato-riformistico »: ne cleri-' va una prospettiva politica, di op– posizione decisa e rinnovatrice, che ne determina l'importanza « sulle posizioni regressive e conservatri– ci della social-democrazia italiana (che in posizione pseudo-marxista è sempre sull'orlo dell'involuzione reazionaria rispetto alle proprie funzioni di partito operaio falli– to)». Lo scarso appronfondimento dei rapporti con la sinistra marxi– sta, la limitazione della funzione critica « dentro un'ideologia libé– rale di tipo individualistico», rap– presentano oggi i limiti di questa sintesi, che presenta però « elemen– ti reali di novità politica », come « anticipazione di una sinistra de– mocratica e sociale, elemento par– tecipe e concorde di una più am– pia direzione socialista». Un pe– ricolo per U. P. potrebbe consiste– re nel « mistificarsi » · come parti– to operaio che p_ersegue « una po• litica di classe nel senso realmente socialista-operaio », mentre il suo effettivo contenuto sociale risiede nella « direzione liberale di forze sociali »; un secondo pericolo è che ci si sforzi di comprendere « que– sta funzione di opposizione poli– tica, di fronte politico aperto alla sinistra marxista, con un rigido schema di. classe » anziché « con uno schema dialettico,. e infine politicamente organico»; un terzo pericolo può risiedere nella inca– pacità, da parte socialista-marxista, di « riconoscere gli elementi positi– vi di tale tendenza», e« di giunge– re a una precisazione, anche me– diante questo confronto critico qua– litativamente avanzato, con forze nettamente antiborghesi e antica– pitalistiche, della propria proble– matica politica e i.-leologica ». I problemi che questo articolo pone, e il modo con rui cerca di risolverli, sorio dunque, come di– cevo al principi-o, precisamente i problemi intorno alla cui defini– zione ci stiamo affaticando parti– colarmente in questi ultimi mesi : e non soltanto noi di Autonomia Socialista, ma anche gli altri grup– pi di Unità Popolare, che pur es– sendo meno proclivi a definizioni ideologiche, stanno compiendo uno sforzo di chiarimento, diretto a determinare con precisione la co– tnunè ft.1nzionc ptogumrna.tic.\ e guindi le reali possibilità di azio- ne politica. · Mi sembra di poter concordare con l'analisi dell'articolista sulla va– cuità storico-politica del concetto tradizionale di « terza forza » : di quello tradizionale dico, non già della funzione d1e in queste pa– role potrebbe essere implicita. Con– cretamente, « terza forza » ha si– gnificato e tuttora significa una posizione· politico-sociale a mez– z'aria tra fronte conservatore e fronte operaio, una soluzione astrattamente democratica, propo– sta da élites intellettuali prive di rappresentazione di interessi eco– nomici determinati, dei problemi di revisione strutturale dello sta– tç>.La inconsistenza di questa for– mula sembra palese anche dal pun– to di vista teorico, ove si consi– deri ch'essa non si propone, in realtà, di dare un diverso esito, di offrire un nuovo sbocco a quel– l'urto di forze e d'interessi che è stato schematizzato dal marxismo nella lotta di classe, ma semplice– mente di superarlo, senza esserne toccata, attraverso un cauto rifor– mismo al quale mancano non sol– tanto le giustificazioni ideali, ma anche le forze economico-politiche di rottura e di sostegno: una il– lusione illuministica, o peggio de– miurgica, il cui valore all'urto del– le cose si è ben rivelato nella real– tà, quando l'opzione dei terzaforzi– sti (compresi i più avanzati,· quel– li del Mondo) si è sempre mani– festata sostanzialmente conservatri– ce. ,Trasponendosi $Ul piano di uno pseudo-marxismo, la medesi– ma illusione è espressa dal concet– to di « lotta su due fronti » che tante volte abbiamo sentito espri– mere ali' interno della socialdemo– crazia; lotta inesistente, obiettivo puramente fantomatico, e tale rive-

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