Nuova Repubblica - anno II - n. 14 - 20 luglio 1954

PLAUSI e botte .§,La recente drcoh1re con cui il IIIÌIIÌJ/ro011.Marti110 h" rÌJlabilito il pri11cipio della compe1e11zadel Mi- 11islerodella P. l. di fronte alle i11i– ziative dei « Ce,u,-; didallici », organi incostil11zio11ali di iJpirazio11e rlerico– fauiJta, è Jlalo 1111 primo pauo ver10 q11ellarh1arifirazio11edi respo111abilità che è 1111 dovere della Rep11bblicademo– r,-(1/ira. (E per que110, i11/a11i, /'011. ~tarlino si è avlllo 11110 dei 1101/rirari plauu). A dare il callivo ese111pio 10110 però a/1ri orga11idello Jlesso Governo della Rep11bblira. Al rapo del/'Vf/irio Dor11111e111azio11, del /11i11iJJero della Difesa 1a/1ain 111e11- 1e di inviare diret1a111elJ/e ai presidi de– gli Istituti medi .ruperiori a/Jreltall/e copie (pagale 11011 si ù da chi) di 1111 libro dal 1i10/o « Ce1110uo111i11i co111ro due /lolle». I.A leller<t acco111pag11a– tor1a (prot. 11. 569/5, 21 maggio '54) defi11isce il libro di « a/1issi1110 i111e– reJJe », « storia doc11me11tala dei nostri ' Mezzi d'AJJalto ' dal giorno della loro iuil11zio11ead oggi». Nella 111edesi111a /mera il J11dde no cap o ufficio prega « caldame,//e » /' ili.mo sig11or preside di 110/erdif/011dere Ira gli allievi « 1111 rer10 111111,ero di vola111i11i propaga11di- 11ici del 'opera », che si allegano all<1 copia del libro. L'Ufficio fa JC011ti111/ prezzo. l11111ile chiedersi co11quale dirillo o secondo quale norma di correl/ezza am- 111i11jslralil'a il J111ioda10 «1p'11f/iciocor– riJpondt, direllamell/e e 1e111p/ice111e11Je coi presidi delle 11011re J(llo/e. Il 11ero sorlilegio è 1111 allro: quello per (lii la propaganda delle geua fauisle.Ji 10- 11it11isce alla doc11111e111azio11e della Re- 1iJ1e11za. . Mentre il mi11iJh·oM(,rJi,10,con al• Ira oppo,-J1111a circolare, ha tnté t'ichùt• malo I' at/e11zio11e dei presidi 1111/ebi– blioJerhe degli al111111i perché 1101111i si dis1rib11isca110 ai giovani libri 1criui seco11do Je direllive del veT1len11io e co11 imemi « e1clrniva111entepropagandisti• ci» (cirr. 11. 21 del 27 aprile '54), u11'a/Jramano dello J/eJJ0 Governo di mi ftt parie /'011. Mar1i110 provvede ,1 boicottarne l'opera. Qual'i il ,,e,·o 1•0/Jodi q11eJ10Go11emo? ~ l calori dell'estate - e sia pure di un'estate 'a singhiozzo', - ci han• no fatto tornare a mente il giova– ni.tsimo nazionale, alias Giovannino Guareschi, che se ne sta invece al fresco, e sembra prendere in giro tutti noi, che ci affatichiamo quo– tidiananiente sui non certo piacevoli asfalti delle nostre città. Allegri, dun– que, gli amici del grande « umori– sta>, allegri i e veri italiani»: il loro eroe non sta né starà molto male nella nuova dimora. E poi un anno fa così presto a passare! E poi, a pensarci bene, un anno di galera è fin troppo poco per il danno che il Guareschi ha arrecato e continua ad arrecare al Paese. Non che noi ce l'abbiamo con il baffuto « umorista » per via del famoso « documento » che ovrebbe dovuto denigrare la Re– sistenza (la manovra è stata talmen– te stupida e maldestra che non me– rita eccessiva considerazidne); ma quello che non possiamo perdonargli è di essere il padre e il direttore di una rivista come Candido. In realtà è difficile immaginare un'influenza. più nefasta e dissolvitrice su tanta parte dell'opinione pubblica di quella esercitata da questo giornale. La sa– tira, com'è noto, ha nei paesi civili il compito ideale di denunciare, con l'arma dell'ironia, le manchevolezze e le irregolarità della vita politica e amministrativa, bollare le soverchierie e gli abusi, mettere alla berlina i t/i. sonesti e gli incapaci: in una parola, svolgere una vigile e sttrata opern di moralizzazione dei costumi e della cosa. pubblica. Ma la funzione di Candido non è mai stata questa, bensì quella di farsi µa/odino delle posizioni scioviniste e reun,uciste più velenose e più rancide e delle forme più grette ed egoistiche di conserva– torismo. E tutto questo, facendo leva su uno dei peggiori sentimenti umo• ni: la paura: paura del nuovo, paura magari del diverso, paura natural– mente del «comunismo>. Ed è inu• tile aggiungere ...- percht noi stessi ne abbiamo diretta o indiretta espe– rienza - che sotto la generica eti- • chetta di « comunismo > si è cercato e si cerca sistematicamente di liqui– dare tutti coloro che lottano per uno società m.eno ingiusta e per uno sta• to un po' meno di parte. La fobia del comunismo è ormai tale e tanta, che si è arrivati, con il Cuareschi, all'invenzione della « terza narice>, che non è soltanto, come qualcuno potrebbe pensare, una trovata di gu– sto piuttosto discutibile. Il raffigu– rare, infatti, i comunisti come dotati di tre narici vorrebbe convincere il lettore che i comunisti, anche fisica– mente sono diversi dagli altri uomi– ni, anzi appartengono addirittura a una specie animale diversa, quasi obi. tanti di un altro pianeta. Con ciò, lungi dal cercar di stabilire un collo– quio - difficile, ma pur necessario - con persone di opinione differente, si vuol giungere a creare un vero e pro– prio abisso, che divida l'umanità in due e in modo così netto e assoluto da sopprimere anche i comuni rap– porti umani. Il che naturalmente non impedisce al Guareschi e figuri di i11- 11ocare II na politica di e pacificazio– ue nazionale». E come le due cose si concilino, andatelo a chiedere alle signore Malafede e Vigliaccheria. ,-,. Ricordate il povero Re11zo alle prese con Don Abbondio o meglio col suo latinorum? < Erro,, conditio, uotum, cognatio, crimen ... :,, ecc. ecc. Esaminate un poco, adesso, la coJtru– zione di questo periodo con cui il Corriere della sera dà un'informazio– ne su un argomento scottante: e La discussione ha auuto un preludio di carattere polemico e retrospettivo, in. teso a stabilire come e perché della proposta Nenni contro la legge elet– torale, e per la quale ft1 approvata la procedura tl'urgenza, 11011 fosse stato ancora completato da parte del– la commissione degli Interni l'esame in sede referente>. OGNUNO NUOVA REPUBBLICA LIBRI E PROBLEMI IL MOVIMENTOCOMUNISTA nel ventesimo secolo M ALGRADO la pubblicazione, avve– nutaqualc.he anno -f0i= un suo volume di riflessioni liberali e poi <li un altro di memorie, in,ero drammatiche, di antifascista pen:,oso quanto militante, Massimo alvadori i; noto in ltaliJ sopratutto come intre -pido uomo d'azione della Resistenza e come ammirevolmente acuto giornalista. I.o tudioso d, storia moderna t- d, sociologia delle idee, ch'egli pure ~– ha esplicato la sua opera scientifica e didattica quasi sempre all'estero, in Svizzera, in Francia e, principalmente, negli Stati Uniti d'America, ove inse– gna attualmente. Va salutata perciò l'edizione italiana dei due saggi che compongono questo volume, originaria– mente pubblicati, un paio d'anni fa, in inglese, il primo come corso di lezioni universitarie, il secondo a cura di quell'accolla di schietti intellettuali d1e è l'lnternazionole Liberale. Il valore dei due scritti è disegua– le. A nostro parere, il secondo d'essi è senz'altro il migliore. Nella forma di « risposta di un liberale al comu– nismo » questo saggio costituisce una succinta ma brillante sintesi di libera– lismo idealistico italiano e di radicali– smo anglosassone, individualistico, em– pirico, strum.-italista, ma imbevuto an– che di profonda fede giu~naturalistica nel valore della ragione umana. Alla luce di questa sintesi il prof. Salva– dori sa distinguere i liberali capaci d, affronta.re virilmente i rischi che b libertà stessa sempre implica, dai libe– rali scettici che finiscono fautori della conservazione sociale. Là dove prevalt' la concezione dinamica radicale, rifor– matrice del liberalismo, propria di un Roosevelt o di un Beveridge, esso Jini– sce con l'assorbire, oppure con l'in– fluenzare dall'interno e liberalizzare, per così dire, il movimento operaio socialista, suscitato a sua volta dalle inevit~bili delusioni seguite agli alti miraggi delle rivoluzioni individualisti- HASSHIO SAL\TADODI Il movimento comunista nel ventesimo secolo LA ~IJO\ltl ITtll,IA, :10$4 solutismo » degli stati liberali; se queste tendenze si rafforzeranno a scapito di quelle conservatrici o totalitarie « allo– ra, ma solo allora, la dis ussione tra 1 comunisti e non comunisti potrà assu– mere altra forma d1e quella di una successione di monologhi "· Infatti, quando il diritto itll'eresia è ricono– sciuto, il liberalismo trionfa. Se passiamo ora al primo degh ,cru- 11 che compongono que;to libro, a quello che gli dà il titolo e al quale il decano dei socialisti americani, Norman Thomas, ha dettato un'intro– duzione, troviamo cke in esso è pre– gevole l'inquadramento ideologico, che risente bensì della passione politica li– berale dell'autore, ma ne esprime an– che la schiettezza e sincerità di con– vincimenti ideali. ella cronistoria e descrizione del movimento comunista internazionale, originato dalla rivolu– zione bolscevica, è sempre apprezza– bile quanto il Salvadori dice di scienzJ propria, in particolar<· a proposito de– gli sviluppi del comunismo in Italia, Francia e Stati Uniti. Il resto è una diligente compilazione di materiale ac- IL ■ URO che compiutesi dal Seicento all'Otto– cento. Nei paesi nei quali la fiacchez– za, lo scetticismo, la pavidità dei libe– rali li portano invece a dare maggiore peso alla conservazione della situazio• ne sociale esistente che non alla libertà - che è moto generatore di sbal,i e di pericoli come ogni ascensione , i"i permane il dominio di oligarchie op– pressive o :,fruttJtrili e !'IOventefinisc.ono con lo sprigionarsi - e difatti si sono sprigionati da più di mezzo secolo a questa parte - movimenti irrazionali• stici, autoritari, anti-individualistici sot• to il manto di un culto estremo dell'in– dividuo violc:nto e forte; insomma tota– litari. Ivi il socialismo stesso da demo– cratico si trnsforma in comunista dit– tatoriale, prima leninista, poi stali– niano. Da liberale convinto, il Salva– dori combatte naturalmente il comuni– smo. Tuttavia ne riconosce l'origine in illusioni generose e conclude che « in una società liberale vi è posto per i comunisti ... come vi è posto per tutti: ad essi non è chiesto altro che di moderare le proprie aspirazioni, di contentarsi - come devono contentarsi tutti gli altri - di un successo par– ziale e di rispettare la semplice ed. elementare procedura che si riassume in due soli principi, il diritto della maggioranza di amministrare, il ri– spetto dei diritti delle minoranze». wnulato da autori oggi in voga, al– cuni indubbiamente molto preparati come Carr e Chamberlin, altri assai superficiali, malgrado J' aria di · esper– ti ' che si danno o forse prop_rio in ragione d'essa. Purtroppo proprio al maggiore per notorietà Ira quesfull.l– mi, al Borkenan, anche il Salvadori ottinge largamente, nel che ha però la scusante che effett.ivammte il Borkenan è quasi il solo (col Seaton . Watson junior, il cui volwne è umto però solo pochi mesi fa) che abbia fornito una cronistoria esteriormente presso– ché completa dei partiti comunisti in quasi tutti i paesi del mondo. Il che significa, in altre parole, che la 'sto– riografia del comunismo contempora– neo è ancora assai rudimentale, per quanto concerne gli sviluppi del mo– vimento fuori dell'Unione Sovietica, sulla quale ultima si hanno già invece opere poderose come quelle del Carr, del Deutscher e di alo-i. * Abbiamo già detto in altre occa– sioni che i socialisti contrari alla C.E.D. sono, in Europa, tre quinti degli inscritti ai partiti aderenti alla Internazionale socialista. Orbene, abbiamo assistito a Milano ai lavori del congresso in(ernazionale del Mo– vimento socialista per una sinistra europea. Lo credereste? nemmeno un oratore ha osato, non dico parlar contro, ma nemmeno fare una riserva sulla istituzione della famosa Gran– de Armata. Anzi, gli omenoni hanno esortato e quasi intimato alla Fran– cia e all'Italia di affrettarsi a ratifi– care il trattato. Non mancano che loro due, poi il gioco è fatto. * Strano. C'erano trentacinque per– sone componenti la « delegazione te– desca>, ma nessuna appartenente .al partito socialdemocratico che, co– me è noto, è contrario alla C.E.D. Chi rappresentavano dunque costo– ro? forse Adenauer? * Congresso di propaganda per la C.E.D. Alla inaugurazione nessun dirigente socialdemocratico italiano ha partecipato, né ministri o sotto• segretari, né membri della direzione. C'erano Schiavi e Zagari. Il primo ha scusato le assenze, accennando a impegni imprescindi,bili. Si dice che il buon senatore Schiavi, rice– vendo all'aeroporto il ministro belga Spaak, abbia scusato l'assenza dei ministri socialdeIT_locratici italiani « essendo sul tappeto la scottante questione di Trieste >. Spaak avreb– be risposto, ridendo: « E che c'entra? La questione di Trieste è ormai in ballo da otto anni. Se ne sono accorti solo ora i compagni del P.S.D.T.? ». * Chiediamo se valeva la pena di mettere in piedi un Movimento per la sinistra europea, a Intere del Mo– vimento Federalista, quando su una questione che impegnerà tre genera• zioni future l'identità tra i due mo– vimenti è tanto piatta. Già, la do– manda ne implica un'altra: se i socialisti europei vanno a braccetto con i reazionari, chi difenderà più il socialismo in Europa? * Il quale congresso si è tenuto a Palazzo Reale, nel salone delle Ca- riatidi. Osservando le statue muti– late, ci ricordammo di una frase di Heine: < I luoghi comuni sono k cariatidi del vuoto>. * Per fortuna molti socialisti, la stragrande maggioranza, non erano rappresentati al congresso di Milano. * Saragat, venuto a pronunciare il discorso di chiusura, suonò il flauto magico. Parlò di Sant' Agostino e di altre cose molto belle, ma eluse ogni dichiarazione impegnativa. Pro o anti? Del resto, Zagari è stato anche più furbo: non ha parlato affatto della C.E.D. in un congresso orga– nizzato per propagandare la C.E.D. Pro o contro? NI. * Nei corridoi abbiamo incontrato compagni e amici. Specialmente del P.S.D.I. che aveva tappezzato i muri di Milano con bei manifesti multicolori e l'emblema col sole al– l'onda. Molti dei più intelligenti fa– cevano gran fatica a distinguere la loro posizione dalla nostra, sul pro– blema cruciale. « Perché - abbia– mo chiesto - non andate a dire queste cose alla tribuna? >. Allarga– vano le braccia in un gesto scon• solato. Del resto, eravamo anche noi d'accordo che non ne valeva la pena. Tutto si svolgeva appunto come nei convegni e nei congressi del M.F.E. Tutto preordinato. Tutto calcolato. * Però questi ultrademocratici non scherzano quando si tratta di discus– sione. Dànno parecchi punti agli odiati comunisti. Anche nel calun– niare i dissenzienti scomodi. Accusan• doli, naturalmente, d~ cripto-comu– nismo. Poi, a quattr'occhi, concor– dano con loro, e dicono che non vale la pena di < opporsi >. * Un consiglio ai compagni del nostro Movimento, specie ai diri– genti. Quando vi scappa di scrivere una lettera, non lasciatela « aper– ta >: chiudetela in una busta, fa• teci l'indirizzo e imbucatela. Meglio ancora se, dopo averla scritta, la buttate nel cestino. Tanto, ha sul destinatario lo stesso effetto. Ed evita equivoci. PIC~ Nel comunismo stesso il Salvadori scorge due ispirazioni da tenere distin– te. Da un lato « un senso di rivoh.t provocato dai difetti della strutturJ economica portati alla luce del sole dall'avvento del liberalismo e che l'as– solutismo prima copriva della sua om– bra: è dovere dei liberali adottare misure per l'eliminazione dei difetti, in cui spesso il lavoratore vede :,em– plicemente una limitazione della sua libert.ì, :,Ì che non :,arebbe giu:,to di chiamare antiliberale la sua rivolta ». Dall'altro, il fanatismo utopistico che impone e si rifiuta di smobilitare la dittatura di partito. Ora, a queste ten– denze fanatiche, alimentate tra i comu– nisti dalla « certezza del successo fina– le», il prof. Salvadori oppone le « ten– denze contrarie al dogmatismo e oll'as- Nonostante queste limitazioni, the prima che sue sono per l'appunto di quasi tutta la letteratur.i sull'Interna– zionale comunista, il compendio del Prof. alvadori è rnmunque, dopo quello più approfondito ma già vec– chio del Rosenberg, il testo di consul– tazione più agevole che si a!Ìbia in lin– gua italiana. LECTOR NUOVA REPUBBLIC QVJNDICINA.lill t•UJ:Jl'J:lCO Esce il 5 e il20 di opi mese ia ottoo più pqiae Comitoto Dl,.t,it:0: P. mm,. l. [ODIGNOLA • . GR!PPI • P. YITTOR!lll s,,,..,a,~ di r.daaion•: G.fAUTI Rtda•ion,1 Plrenae, Piuza dell• Libertà, 15 (50998) Ammlnbtra•ion•: Firenae, Plana lndipendenaa, 29 (•183207-08) Abb. annuo (Italia e Francia): L. 850, semestrale L. 430, trimestrale L. 250 (Estero, r~pcttivamcnte, 1100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. Sottosc.rWonc mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estero, 45) Un numero arretrato: L. 40 (Estero, 55) Un'annata arretrata: L. l(M)O (Estero, 1200) e/o pottale S/6261 (L• Nuooo ltaUa) Firense Autorlu, del Trib. di Flren11n. 878 del 80-12-1962 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Trùt,nro Codi1110I"

RkJQdWJsaXNoZXIy