Nuova Repubblica - anno I - n. 15 - 5 settembre 1953

8 -POSTA DELDIRETTORE HO .tlBBlll\lDOl\l.tlTO LA D. (). Caro Codignola, sono un compagno di Milano di Autonomia Socialista e rispondo a quanto tu hai scritto nella rubrica « Posta del direttore > riguardo alla lettera del compagno Banchini di Roma. Prima di aderire ad « Autonomia Socialista> ero nell'ala sinistra del– la· D.C. e mi sono staccato per la faccenda oscena della legge « truf– fa> e per dissensi col gruppo mila– nese per la posizione antisociale di alcuni dirigenti milanesi. Ora seguo con attenzione gli svi– luppi della situazione attuale dopo un'affermazione del gruppo di e: Uni– tà Popolare » che ha segnato la fine dei partitini compreso il P.S.D.I. che si è letteralmente sfasciato. Sono lieto di esporti il mio punto di vista riguardo all'articolo del c.>i,.– pagno Banchini di Roma riguardo ,1 « Marxisti e cristiani > e loro even– tuali rapporti. Come tu affermi è un « problema molto scrio > e sul quale bisogna riflettere e rag,onar•!. A me sembra che il compag,10 abbia azzardato nel dire che marxisti e cristiani possono lavorare insiPm~ pl"f edificare il socialismo. Quest• dw· ideologie per conto mio non potran– no mai conyivere perché troppo dif– ferenti nell'impostazione dei vari pro~ blcmi che assillano oggi la vita ita– liana. Vedo molto vicini invece un cri– stianesimo e un socialismo democra– tico cd è per questo che ho aderito al movimento di < Autonomia So– cialista ». Vedo assurdo un avvicinamento del P.S.I. ai nostri postulati perché troppo legato al P.C.I. . li P.S. I. oggi segue la linea poli– tica purtroppo demagogica del P.C. I. e difficilmente farà il passo verso un pii, concreto esame della funzione de– mocratica del socialismo. Un vero socialismo cristiano basato sul Vangelo, ecco cosa vedo io nel futuro, cosa che nemmeno la Chiesa ha realizzato in duemila anni di esi– stenza. I democratici cristiani di sinistra come Banchini li chiama, voglion~ l'applicazione integrale dei postulati evangelici per poter realizzare vera– mente la giustizia sociale cui tanto aspirano per avvicinare le masse f' strapparle al comunismo. Non la violenza, rna riforme socia– li adatte; più scuole, pili possibilità di far studiare i meno abbienti pe~– ché è tra questi ultimi che possiamo trovare i reggitori dell'Italia di do– mani. Ecco un J_>r~gramma serio, un pro– gramma socialista, un programma ve– ramente cristiano. Ora rimango in attesa di una tua risposta che desidero sia pubblicata sul nostro giornale. Saluti fratc-rni tARLO ALBERTI Viale Zara 124, Milano Ci riserviamo di dibattere' ampia– mente in avvenire il problema dei nostri rapporti co,, le correnti catto– liche più aperte e di tendenza socia– lista: problema delicato, ma dal quale dipende i,1 gran parte l'attua– le artificiosità dello schieramento del– la sinistra democratica in Italia. In– tanto., vorrei osservare ad Alberti che una contrapposizione netta di 'ideologie' come quella ch'egli fa ha un limitalo valore sul piano po– litico, anzi può essere dannosa. Non esiste nessuno di noi (compreso lo stesso A/berti, credo) che non sia in qualche modo marxista: che cioè non abbia imparato a riconoscere il so– strato economico delle più diverJe manifestazioni politico-sociali , ad indivi,litare nella lotta di classe un /atto determinante dell'evoluzione sl.orica: questi concetti sono ormai penetrati nella più generale cultura, e non possono essere respinti come non si possono respingere le scoper– te di Galilea: si possono soltanto 'superare', cioè approfondire, limi– tare, chiarire. Ed è inutile dire che altrettanto può dirsi del messaggio cristiano: alcuni aspetti di esso sono, sul piano morale, deltt conquiste della civiltà umana, non di questo o di quel tempo: conquiste che è dif– ficile buttar via, o limitare a una categoria di « cri.rtiani > contro un'al– tra categoria di «anticristiani,. E precisamente per questa ragio– ne che un grande partito socialista, un graude partito di rinnovamento può e deve contenere nel suo seno quelli che si chiamano marxisti e quelli che si chiamano cristiani, alla condizione che siano d'accordo sul– le grandi linee di una politica da fare, degli obiettivi tla raggiungere e dei mezzi per raggiungerli. Il piano ideologico esiste, e interessa ogni in– tliuidua coscienza: ma il piano po– litico è un'altra cosa. Il far coinci-• dere i du, piani crea le sètte, non i partiti politici. La stessa critica çhe A/berli muove al P.S.I. non riguar– da, com'è naturale, l'ideologia profes– sata dai suoi militanti, ma precisi e concreti aspetti della sua politica. Saragat si è sempre dichiarato mar– xist<r; e ciò non gli ha impedito di fare una politica di piccolo cabotag– gio borghese. Cerchi dunque l'amico Alberli di liberarsi da questo diffuso ' complesso ' per cui si è tentati di proiettare ne/l'azione politica (che è per Sita definizione pratica) tlei pro– blemi di orie,itamento ideologico che sono seriJSimi, ma che riguardano ciascuno di noi. Quando molti uomi– ni in Italia si saranno trovati d'ac– cordo per la realizzazione di un pro– gramma socialista, cioè di un pro– gramma di trasformazione radicale della nastra società, con metodi ben determinati, si sarà allora formato quel grande strumento politico che andiamo cercando, senza bisogno tli sapere da quale «chiesa» cfoscuno dì quegli uomini tragga la sua ori– gine. T. C. ll\100l\1THI li IIILlll\lO ·Caro direttore, in una casa popolare di via Por– pora, una nostra compagna operaia magliaia, candidata della lista di « Unità Popolare> Marcella Turrin, organizzò qualche tempo fa una sim– patica r-iunione dì lavoratori, tra i quali Antonio Greppi poté parlare del suo libro « Risorgeva Milano> e del nostro movimento. Il gruppo di Lambrate che per il primo diede la. sua adesione entusiasta al nwvimenlo di Autonomia Socia– lista con un o.d.g. che Nuova Re– pubblica pubblicò, e che attraverso tutto il periodo elettorale fece mira– coli di pro pagand11, è fatto quasi esclusivamente di donne del popolo. Dire con quale commovente entu– siasmo esse portarono di casa in casa, fino nei più lontani rioni della no– ~tra città i nostri manifestini, sacri– Jicando il loro poco denaro guada– gnalo con tanta sudata fatica, il loro riposo, il loro sonno, non è cosa su– perflua ma necessaria. Perché questo dimostra a quanti fanno della poli– tica una 111.achinvellica alchimia di calcoli nonché di esibizioni personali. vuote di s!nticio interiore e di ideale. quale grande ricchezza di passione, di abnegt1zione, di dedizione, di sen– timento vi sia tra questa gente sem– plice e buona, che è il nostro popolo milanese che crede fermamente in chi dona e ha donato senza interesse come Greppi, Porri ed altri ancora. Un piccolo gruppo che si estende e si arricchisce. solo che a loro si dia con lo stesso slancio e con lo stessò mnore. Questa dovrebbe essere la nostrn opera e la 11oslra propaf/anda. Perché io credo che l'idea socia• lista sia fatta veramente così: tiella stessa materia ideale di cui era fatta la fede dei cristiani del primo tempo. Dimenticare se stessi, dinienticare le conquiste personali, dimenticare le dispute biza,itine e inconcludenti, ed essere invece in mezzo al po~ polo. Studiarne le aspirnzioni e i de– sideri, conoscenze, comprenderne le miserie, e soprattutto cercare di aiutarle, incoraggiare la loro volon– tà di ascesa, insegnare loro corne si conquista ciò che si vuole, com.e .ri emancipa il corpo e lo spirito, arric– chirsi della loro ricchezza che inse– gna assai pi,ì di mille lraltat.i di storie rivoluzionarie, di prassi e di disquisizioni filosofiche. Su questo terreno, il solo vera– mente fertile e sano, tutti i socialisti, lutti i cristiani si dovrebbero final– mente incontrare. Cordiali s.aluti MARtELLA PRINCIPATO Milano NUOVA REPUBBLICA ' CRONACHE Il LLH IBHRTA I LIAN Questa libertà dellacultura SCHEDE, vecchia passione I ) u un ordine del giorno vo– tato all'unanilnilù il 7 lu– glio nel Cornilalo esecutivo e nell' Asse1nble:1 dcli' Associazione romuna ussis1cn1i unh•ersilari ah• biumo np1>reso che un funzionario di polizia si recò in un Istituto dcl– l'Universi1à di Rorna « per ussu– n1erc infornwzioni sugli oricnla- 1uenti politici del personale assi– stente, rivolgendo a tale scopo domande al personale subalterno ». L' Associuzione, « riconosciula lu estrctna gravità dc) fatto, che coin– volge questioni di principio su cui non si può ununcuere ulcunn lrun– si,:enza o debolezza >> protcslÒ contro « l'abuso conuncsso », e do– rnundò che il llettore intervenisse « per tutelare i diritti e la di– gnità dei suoi dipendenli e per hnpedire nel 1nodo più assoluto il ripetersi di si ffutti abusi ». Quel funzionario di polizia uvea vu un elenco di vari Istituti uni– versitari, nei quali dove,,a co1n- 1>icre quella indugine. Si sta dun– que ricoslitue.ndo negli uffici della polizia uno schedario sis1en1utico di « attendibili » e « non attendi– bili » politici. Dopo la fine della guerra, nel– la ventata di speranze che seguì il cro11o del regirne nerocu1nicialo, credcn1mo che fosse svanito anche il regirne dei sospetti, dello spio– nuggio, delle vessazioni. Avevamo torlo. La Dc1nocrazia Crisliann ci sia riportando ai ten1pi di Gre– gorio XVI. Siu lode agli ussislenti univer– sitari di Ron1a, i quali nonoslantc la situazione giuridicamente pre– caria ed ccono1nican1ente disastro– sa, hanno mostrato d.i sentire sul serio la loro dignità. Ma la Associazione per la liber– tà della Cultura che cosu fa? È stata creata per difendere la liber– tà della cultura dal solo pericolo con1unista, e non anche dalle in– sidie dcn1ocrutico-cristiune? E i deputali dei fannosi pari.ili « laici » non farcbbero n1eglio a sollevare nelle Camere problemi di questo genere anziché discutere se per salvare J'hulia dal cornunismo deb– bano votare a favore o astenersi (nrni votare conlro, per carità) nelle votazioni parlarnenlari? Generosa cortesia a chi può Ì.n• dicarci un « lauro» che non fun– zioni conte pezza da piedi a De Gas1>eri, se non addirittura al Prof. C.-dda e a Padre Lombardi. GAETANOSALVEIIINI Questa libertà direligione VANNO GRIDANDO " pace religiosa ., L 'As~ociazione Nazionale del Libe– ro Pensiero « GIORDANO BRUNO >t ( ezione di Milano), aderente al– l'U1 1io11 J\1 011dial de1 LJbres Pe11se11rs, ha invi:i.to una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, mettendo in rilievo le gravi e vade violazioni compiute negli ultimi tempi dal Go– verno italiano, contro i diritti dei cit– tadini, sanciti dalla Costituzione. La lettera precisa che principalmente tre episodi hanno offeso il senso di civismo dei liberi pensatori e, indub– biamente:, la dignità di ogni cittadino veramente democratico: 1) li provvedimento di polizia col quale è stato tolto il permesso di sog– giorno in Italia al pastore protestante americano Antony C'lliandro, costretto in tal modo ad abbandonare la sua opera umanitaria di soccorso a sacerdoti ex cattolici, mentre è noto che nei paesi non cattolici si lascia piena libertà di propaganda e di azione ai sacerdoti cattolici. 2) La dichiarazione contenuta in una lettera del 19 maggio u.s. del Ministero degli Interni, con la quale si ritiene di non dover applicare le di– sposizioni dell'art. l 7 della Costituzio– ne, a tutela dei dirilli degli Evangelici, e che quindi non riconosce alcun valore auivo alle garanzie di libertà religiosa, sancite dall'art. 19 della Costituzione. 3) La Circolare del Ministero di Grazia e Giustizia (maggio 1953) con la quale si prescrive ai Pubblici Mini– steri di archiviare come in-ice,,ibili e i11a111111iuibili le denunce contro vescovi e ministri del culto che, nel periodo pre-elettorale, cercarono di vincolare moralmente il voto dei cittadini, per taluni candidati contro altri.· La lellera conclude affermando come s'imponga in avvenire una maggiore obbiellività ed un maggiore rispetto dei principi di libertà e di giustizia, base e fondamento di una nazione civile come l'Italia. Rendiamo nota questa lettera perché essa mette, come si suol dire, il dito sulla piaga. I tre episodi che vi sono riferiti sono ormai bCn conosciuti: ma, nonostante ciò, nessun provvedi– mento è stato preso dal governo per eli– minare la penosa impressione che fatti del genere hanno prodotto in Italia e fuori. Nelle dichiarazioni rese al Parlamen– to, l'on. Pella ha posto come uno de– gli obietti vi del suo governo la· '"'ce religio.ra, « nella stretta osservanza de– gli accordi lateranensi ». Che cosa si– gnifica questa formula? poiché la so– stanza di tali accordi è stata rivers:.1ta nella Costituzione, perché non riferirsi semplicemente a questa? e ricorda l'on. Pella che proprio la costituzione della norme per la garanzia della libertà religiosa (anche pei non cattolici), e per l'estraneità del clero alla lotta po– litica in Italia? « Pace religiosa » non significa, pensiamo, collusione fra Stato e Chiesa a danno della libertà di pen– siero e di culto (la formula arieggereb– be in tal caso alla « pace regna a Var– savia » di buona memoria), ma precisa• mente« libertà religiosa». Questa iden– tità - fra pace e libertà religiosa - è quella voluta dalla Costituzione ita– liana, è quella che è stata disconosciuta finora dal governo De Gasperi. L' on. Pella farà opera meritoria se saprà nettamente distaccarsi, su questo terre– no, dal suo predecessore. Questa libertà delcittadino ILDELITTO di Eotrèves D opo il caso Corbisiero, dopo il caso Briganti-Tacconi (per il qua– le invitiamo i nostri lettori ad as• sociarsi all'iniziativa del «Mondo»), un altro caso assai sconcertante sul fun. zionamento della Giustizia si è verifi– cato in questi giorni. Ci riferiamo al procedimento istrutto– rio per il grave delitto di Enlrèves, con– cluso col rinvio a giudizio, sotto im• putazione di omicidio, di Jolanda Ber– gamo. Senza entrare nel merito e senza voler sindacare, naturalmente, l'opera delicata e difficile diretta a far luce sul tremendo assassinio, ci sia permes– so di osservare che l_a pubblicità fatta intorno alle indagini e una ingiustificata euforia degli organi inquirenti han creato intorno a questo delitto una pericolosa psicologia agonistica, per la quale la polizia sembrava impegnata ad ottenere in ogni ra10 il successo en– tro breve termine. Solo così si può spie– gare il fatto, che sembrerebbe inverosi– mile, che due giovani siano stati arresta• ti e tenuti in detenzione vari giorni sotto il dichiarato sospetto di omicidio, e che - perdurando la detenzione - la loro figura si sia magicamente tra– sformata da quella di « sospetti assas– sini » a quella di « testimoni molto im• portanti ». Quando i.I Bocca ed il For– no vennero « fermati » e trattenuti, si annunziò infatti come imminente la ri– velazione dei nomi dei responsabili, e si conobbero anche particolari sugli interrogatori diretti ad ottenere la con– fessione. Ma, prolungandosi il « fer– mo » senza che scappasse fuori il fat– to sensazionale da lutti atteso, gli orga– ni di polizia si affrettarono a spiegare, dopo qualche giorno, che i due erano - al contrario - fuori da ogni so– spetto, e che la misura di « fermo >> era stata adottata nei loro confronti trattandosi di testimoni preziosi (sic!). Dunque, non soltanto la polizia aveva avventatamente consentito che si diffon- dessero su costoro delle voci, grave– mente lesive della loro personalità, ri– sultate poi infondate; ma ufficialmente dichiarava che dei testimoni, per Jale loro q11a/Ì/à 1 e non per sospetti gravanti sul loro conto, erano tenuti vari giorni in guardina. A noi sembra che si tratti di un caso di non minore gravità degli altri (anche se di conseguenze tanto minori) per i li uminare le procedure in atto nel nostro ordinamento di polizia. Non mancano certamente all'autorità di P.S. i mezzi di garantire la presenza sul luogo, a disposizione del magistrato in– quirente, di testimoni di particolare importanza: ma se qut:sta qualifica do– vesse importare l'arresto (con tutte le conseguenze di ordine personale e mo– rale che ne derivano), quale cittadino in possesso di elementi atti a facilitare il lavoro della giustizia si sentirebbe di collaborare con gli organi di polizia? Quanto poi all'esito finale delle in• dagini, che non potevano non portare com1111q11e ad un riovio a giudizio, data l"atmosfera creata intorno al delitto, non certo a noi compete di giudic.are. Ma ci sia consentita di esprimere l'im• pressione, condivisa da molti, che gli indizi raccolti dagli inquirenti non fossero tali, da giustificare una così ter– ribile acl'usa a carico cli una donna. che doveva poi apparire completamente innocente. PICCOLOMINI Joltwda Berg(IJIIO è ormai in liherlfì. Pitì forlmMla, quindi, di co/o,-o rhe, 1e11ztt rol/Nt alc1111tt,devono marcire nelle 1101tre modernissime prigioni 11JCe11do11e (quando 11eèua110)comp/eJa. mente dis1r1111i nel fisico e nel morale; ma ,-eJa1iv(IJ11e111e pitì fo,·11111ttltt perché la sua vita è staia 10111moJia in ogni pitì intimo pa,•Jicolaree gel/ala i11 pa.110 t1llti c11rio1Ìlà di 111110 1111 paeJe. Bt111t1• 110degli indizi, JÙtpure dei ,ùibili in– dizi: e 11111/a si salva di te, della tua esi.r1e11za pri11t11t1, dei tuoi ge/01i u– greti, dei tuoi 11ma11i errori. E la colpa 1peJSo 11011 è nepp11re di q11e11a o di quella pel'!ona, 111n in defiuiJiva è sem– pre di 1111 1isre1114 a11torita,-io e i11q11isi• torio, violatore dei sttcri diritti della per1011a11mana,proceJSttbile, e q11e110 sì, cou tal/lo di prot•e uhiarrimui ali., 111(1110. 11.d.r. Questa libertà dal bisogno LECASE-MUSEO A seguito della recente alluvione ro– mana, sono rimasti particolarmen• te colpiti gli abitanti delle barac– che che - nel suburbio della capitale - continuano a testimoniare (a otto anni dalla fine della guerra) la situa– zione sociale del paese. Costoro, presi dalla disperazione, hanno occupato di forza alcuni edifici costruiti dallo Sta– to nella medesima zona ma l asciati opportunamente vuoti: le ca.se- 11111seo. Santa violazione della legge. Ma su– bito è arrivata la Celere a circondare gli occupanti asserragliati negli edifici: che non potevano più uscire ( perché non sarebbero rientrati), né potevano restare (perché sarebbero morti di fa– me). « 1 soliti facinorosi >> ••• ha commen– tato la << stamJ,a i11diJ,e11de111e » ! NUOVA REPUBBLI l'VII\'DICINAl:,B POLITICO Esce il 5 e il 20 di opi ■ese ia olio pqiae Comitato Dlrallir,o: P. cmm . l. CODIGNOLI - I. GREPPI - .fITTIRILLJ R.daaion•• Flre. o.ae, Piu.u della Libertà 15 (50,998) Àmmini,c,osion•: Fino.e, Piana lodipendenaa, 29 (22,058) o/o poetale S/6261 (La Nuoca I1olio) Fire. o.ae A.bbonam. annuo L. 800; Stmestrale L. 450; Estero L. 1000; Soatealtore L. 5000; 8ot– t01crittore quota mensile di almm• L. 200 Un• copi.o L. 16 - .i4.,,.,,o.4a L. 60 Aulorlu. 11111 Trib, 1111 Flr1n11n. 978 del 80.-12-11i162 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Trirta110 Codig11ola

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