Nuova Repubblica - anno I - n. 11 - 5 giugno 1953

8 Posta RAGIO~I DI UN VOTO Caro dirdlore, Le chiedo os/JÌlalità per alfennare la posi:ione da me assu11la nelle immi11enti ele:::ionipoliticl,e. A ciò mi decido, pur sa– pendo di non i:olere nulla nella vita poli– tica italiana, perchi credo eh, molli siano riunti alle mie stesse concluioni e quindi siano falli 01getlo, come me, di frequenti pressioni (esercitate talvolta sollo forma di dubbio sulla sincuità delle opinioni espres– u), che potrebberu i,,fluerr:arli sino a farli rimaner• perplessi - m,rntre a me sembra che le cose siano fi11 troppo chiare. Come Lei sa, io sono indiJ>endenle in s,nso assoluto: non lezato, cioè, né orga– ni:::.:ativamente nl sentimentalmente ad uno dei partiti od 011ruppam111ti politici esi– stenti piuttosto eh, ad un altro. Tanto mt• 110 poi 1m simil, laiamt preferen:iale po– trebbe essermi dettato da interessi parti– colari. Ho conslatalo eh, a ciò non mi si vuol crtdtre,· mi si crede « mimeliz:a– to », « agente », si pensa clte effettiva– """'' io sia « cripto • (Jualcosa,·forse il mio coinome, eh, non lascia dubbi sulla mia oriiin, « raz::iale • (com, ben seppero a suo tempo i na:i-fascisti, e recentemente i comunisti), mi risparmia di ess,re sospet– tato cripto-dc., ma ctrlo non mi salva da nessun'altra supposi:ion, sulla mia vera essen:a. NI van metlio t, cose quando affermo che la politica - la vua, grande politica, 110n il meschi110 accorgimento tattico par• titico o addirittura elettoralistico - pog• 1ia sulla morale. Questa mia afferma:ione mi 1uadaz11a la fama di idiota o di furbo di tre cotte .. Ma, siccome sono profonda– m,11te convinto di quello che dico, mi slrinto nelle spalle e mi permetto di com– paJsionare chi cosl mi tiudica. Dalla mia indipenden:a e dalla mia con– vin:ione morale ho trailo co,isegue,1:e pratiche per le prossime ele::ioni: 11011do– v111do ubbidire ad ordi,,i di scuderia (ai quali, se iscritto ad un qualsiasi partito, ubbidirei anche nel setreto della cabina elettorale). stavolta ho scelto Unità Popo– lare. A costo di dispiacere a Lei ed ai Suoi compagni, voglio p,rl; confessarle che vi so,io arrivato per csclu.!iionc. Non posso dare il voto a nessuno d,i partitini im– parentati con la D.C. p,r 11011contribuir, col mio voto a render, opera1tte il vistoso premio di ma11ioran:a - c/,e è immorale. So b,nissimo che l'id~ntica af/erma:ione dei social•comunisti non parie da conside– ra::ioni di onestà politica ,ii di democra:ia,· ma ciò non lotlie eh• il premio sia im– morale - come principio e per le con• seiuen:e che ne scaturirebb,ro. Perché - in caso di fun:ionamento della lerge mag– giorilaria - la D.C., se non diverrà mag– gioran:a aJsoluta, sarà comunque così forte da non sentirsi obbligata verso i partiti mi11ori apparentati. J.:. per me chiaro che, vota11do per uno qualsiasi dei « par,nti •, si ral/or:.ano la D.C. e le sue evidenti ten• den:e egemoniche. I quattro partiti • appa– ,·entati • no" si prestntano ali'deJtorato come un truppo di partiti che per di/endtre la democra:ia abbiano democraticament, concordato tra di loro un programma di gov,rno, noto all'elettore , sulla cui attua– :ion, si possa essere sicuri. Questo accordo preventivo non c'è stato, e la· D.C._ - se anche 11011ratgiungerà la moggioran:a as– soluta - è pur sempre abbastanza spre– iiudicata per mettere eleiantemente olla porta i «parenti• e creare una magiio– ran:a parlamentare alleandosi con chi vor– rà lei. Troverà sempre gruppi che si fa– ranno suoi servi · (magari con l'inten:ione tli giuocarla a lor volta). La sagge::a, olla quale qualcuno ha cercato di convincermi, di votare JJtr i « parenti »o,ide indebolire la D.C., è sagge::a da machiauellini in 48.o: cara fors, a chi p,r dimostrare di ttssere « intelligente • o metlio ancora « furbo it, ha già dimtnticato il recentissimo infaUJto ventennio di « furbtria • el,vata a sistema. Il cittadino invitato alle urne non è chia– mato ad improvvisarsi competente di alta strategia politico-partitica, ma più sempli– cem,ntc ad indicare scl11maticamente 1 uo– tando u,ia delle liste iti li::a, che cosa ttli vuole dai suoi futuri gover-nanti. E quttsla volta mi pare che debba apertamente di– mostrare quello che nella mag1ior pari, dei casi elfettivamente sente, e cioè il suo disiusto per certi furbeschi accorgimenti basali su troppo complicati calcoli di per• centuale dai quali si sa già chi verrà av. vanta1giato anch, se apparentemente il voto verrà dato ad un programma diverso, che il partito più forte non ha mai acceJtato e non acetilerà mai. Solo cosi le indica:ioni elettorali saranno sincere ed i futuri gover• nanti. dovranno tenerne conio, poiché con 11n elettorato che si esprime liberamente, NUOVA REPUBBLICA del IJireltore sen:a arrière•pcnsées, non si potrà fare lo scher:o di privarlo in el/elli della sua so– vranità pur rico11osce,ido1littla a parol,. S, ti mellono a fare gli « i11telli1e,itoni » i semplici cilladi,ii, tra i politici di mesti,re si trouerà sempre chi li metttrà tutti 1111 sacco ed imporrà la s11a dittatura più o meno larvata. Se invece col voto essi ma– ni.f,st,ranno con semplicità , dignità le proprie convin:ioni, un simile 1iuoco sarà perlomeno assai più dil/icil,. Ciò uale anche per chi caritateuolmente ci mette in guardia co11tro i totalitarismi nelle cui braccia ci getteremmo negando il vòlo ai pareriti o addirittura alla D.C. I partiti dell'apparentamento, per primi, sori– no che tale pericolo non esiste (troppo cltiari 111 sono i seg,1i p,rchi val1a la p,na di dimostrarlo!). Ed 11 mollo « chi non è co_n noi ì contro di noi• è vero soltanto in situa:ione di v,ramente tratica emerten::a: che otti non c'ì. Ancor meno seria, s, non meno sincera, ì la paura che, senza una vittoria dei « pa– r,nti » 1 « non si riuscirà a fare un go• verno » (ho dovuto seritirmi al/ermare per/i,io questo!). Se Ira i iruppi non ve rie sarà uno tanto forte da costituire un 1ouerno monocolore, il più forte di essi - eh, rni par certo prev,dert sarà la D.C. - sarà costretto a concordare un protrarn• ma coi iruppi coi quali collaborare alla dire::ion, della cosa pubblica. O non è proprio questo il principio della demo– cra:ia? Stavolta i11combe all'el,ttort - liberan– dosi dal comJJlesso machiavellico di cui sopra - alfermare decisam,nte: a) la propria di,approva::ione alla let• ge maggioritaria; non subirla per paura del pe11io (quale?). Ptrciò non votare per la D.C. nl per alcuno dei suoi « parenti•· b) la propria contrarietà a tutti i par• liti a lenden:a totalitaria, e perciò negart– il voto al MSI cd al PCI (nonché al PSI, con esso legalo dal mai de,1unciato patto di unità d'a.:ione). A (JUesto punto, l'eldlore può ancora scegliere Ira Alleanza Democratica, s, crede che la società attuale, alm,no in Italia, sia la migliore possibil,; PNM, se crede op– portuno che per ripetere l',sperien::a mo– narchica valga anche la pena di creare una pericolosa divisione ,iel /Jopolo; e PNI. se sia così « i11fellige,ite » da credere che sen.:a far pagare una lira di tasse lo Stato possa mantenere tutti i cittadin"i da tran sii:nori , da cred,re di poter dar, u11 contenuto alla sua vita s,n:a lavorare. lo /Jersonalme,lla credo che la sociatà attuale dabba e /Jossa essere migliorata; che la questio11e istitu:ionale - a pa,·tr. ogni altra considera:ion, - non lta dirilto di minacciare l'equilibrio tultora instabile ritrovalo nel '46; c/11 la mia ditnilà umana sia inscindibile da un'attività lavorativa - e per tutto ciò stavolta voto Unità Popo• lare. Cra:i,, caro direttore, dell'ospitalità di cui s/Jero non auer abusato; e pra11da que– sta mia precisa:ione per quel eh, vale: non mi sono dato anima e corpo alla po– litica, ed il mio contributo in questo campo sarà certamente di valore assai scarso da un pu,ito di vista tecnico; ma ho cosci,n:a di parlare come persona i1tdipende11le ,d onesta. Cordialme11te RENATO OOi:N Via Guinicelli, 20 Firenze Z• LE\1ATA DI SVIJDI Egregio Sig. Direttore, dopo la nobile « levata di scudi lt del Prof. Giovanni Pioli, nella « Posta del Di– rettore• del vostro ultimo numero, ed il commento da cui è seguita, ci si poteva attendere che, nel comiiio successivo. l'On. P.irri avrebbe parlato in · termini più netti e più « liberali it della questione tanto gra– ve del clericalismo in Italia. Ma l'On. Parri, nel comizio dc.Ila set• timana dopo, non ha punto attenuato la « prudenza » né colmato con espressioni concrete e persuasive Ja lacuna provviso– riamente occupata dai puntini; anzi. ha col• mato questa in maniera da mostrare come lo smarrimento e la confusione delle idee siano oggi tanto gravi da non risparmiare neanche i migliori. Per giustificare il suo desiderio di « re– sistere alla tentazione di fare dcll'anticle• ricalismo », egli ci ha rammenta-lo l'aiuto che la religione reca a tante anime meste che hanno in essa il loro unico conforto. Or chi vorrebbe mai togliere qudl'aiu10 e quel conforto alla 1ristc umanità durante il passaggio .!iul misero pianeta? E perii no un uomo come !>arri oggi confonde c1crica1i• smo e religione? Di tanto siamo scesi che occorra rammentare che quei termini non solo hanno significati Wfferenti ma sono in oppo.!iizione fra di loro? Se • clericali• smo » conserva il 5UO significato primitivo (quante parole, ahimè, l'hanno mutato!), esso è degenerazione di « religione ». co– me « imperialismo » di « patriottismo », « tirannia » di « autorità » e via dicendo. Dunque, « fa1c dcll'an1iclericalismo » no11 è avve1-sar la religione ma prenderne dife– sa; è impedii-le di anncga1·e nei gorghi d'una burocrazia pletorica., preoccupata - come ogni altra siffatta - pili deg1'interessi della classe che cli c1uclli dell'oggetto che ha missione di se, virc; proteggerla dalla • ,·uu– tinc it clic la di.!isccca e da quello sciovi– nismo esclusivista che a111cponc il dogma alla virtù e vorrebbe far dell'iride un solo e monotono colore e d'una gemma una pietra .!icnza luci. Brilli la faee della sua propria fiamma e ci illumini il cammino senza arliliciali impedimenti; l!lia essa, come ci disse Tol– stoi, non simile a lanterna legata ad un palo da cui non ci si possa allontanare senz'anclarc nel buio. ma a lanterna che si J>Orti appesa ad un bastone, che ovun– que ci dia luce e sem1>re ci riveli nuovi spazi. Mi creda, coi 53luti più distinti, Suo dcv.mo LUIGI IUGNANO Vi.'l' Dc Togni, 12 Milano L'amico Riz11a,10 può avere più di uria ragione, siamo c,rlamante in grado di com– prendere le sue Ja111an:e, perché molli ,wstri elellori sono desiderosi di ricev,re da « U11ità popolare» oini chiarimento su ozni problema cont,mporaneo. Ma ezli cade in equivoci, laddove parla di « smar·rimtn• lo e... confusione delle idee •• eh, non risparmierebbero « neanche i migliori •· Per Porri si dev, u.sare il ten,iine di « pu– dore •• di repul.sione a presentarsi in pub– blico co,i vesti a11tiquate, da imbonitore, da asino podrecchiano: e probabilm111le cade o raJenta l'errore opposto. alim,11- la,ido sospetti davuero assurdi .. Ma, com1rn– que, si è mai clii,sto l'amico Rignano che cosa mai ci starebbe a /are Ferruccid Parri nelle nostre liste, se egli non vedessi il sig11i/icato di certe antitesi? Dopo aver abbandonalo il P.R.I. per la sua cupidigia di suuilismo nei rituordi dei clericali, do– vrebbe vaiheggiare un 11uouo cedimento di11a11::ial terrorismo ideoloi:ico clericale? SPECCi-JIODEllA STANlPA IL PERIVOW j;: A DESTRA .t questo l'avvcrtrmcnto che ci danno anche due giornali non certo imputabili di simpatie per i comunisti, e precisamente il cattolico La Via (che dedica all'argo• mento l'a1·ticolo di fondo del numero dd 16 maggio), cd il liberale Il Mondo. Que– st'ultimo, nel n. 21 del 23 maggio, oss~rva molto giustamente: « tutti sanno c:h, in queste ,le:ioni il uero nemico non sia tanto a sinistra quanto a destra. A sinistra vi è una forza elettorale minacciosa cerio ma s,n:a alcuna possibilità di uaria:ioni, né in più né i.n meno .. M,ntr• s, i partiti di centro non riusciranno a superare il martine d,I 50% è proprio i gruppi di estrema destra soltrattisi alla tutela demo– cristiana che i comunisti dovranno rintra• ::iare. Tutti lo sanno mino la propa1anda dal partito di maggioran:a eh, continua a comportarsi com, nel '48, qua11do la lotta era davvero ridotta ad u,aa scelta tlemen– tare, o con il Fronte o contro il Fronte. Tutto si paga in politica e prima di tulio si paia la mancanza di una politica. Stiamo scontando in questi giorni l'incert,::a e l'ipocrisia che ha s,mpre distinto la D.C. nti suoi rapporti con l'estrema destra. Ha stipulalo vn'aU,an:a con gli altri partili di centro s,n:a crederci, ha impostato una battaglia contro certe for:e, cli, nello stes• so tempo cercava di blandir• • rafforzare· · sui piani economico. sociale, pubblicistico, amministrativo. Il partito siluraua quel che cercava di fare il governo e le organi::a– :ioni cattoliche minavano quel poco che, tra errori , dil/icoltà d'ogni ten,re, cer• cauano di costruire 1ouerno e partito. Fran• cam,nte cr,diamo poco ai miracoli della venliquallresima ora. Eppure ui sarebbe ancora tempo di far, qualcosa. Basterebbe trovare il coraggio sulficient, per aJsumere un solo imp,gno ma preciso e inderoga– bile: quello di dedicarsi, subito dopo le elezioni, ad una decisa a:ion• di bonifica morale, contro tulle le forme di sottoto• verno e di n1ostrarsi irriducibilmente ostili o ad og11i collusione con monarc/1ici-fa- scisti». La denuncia è chiara e precisa, cd il rimedio Il Mondo lo prospetta si può dire soltanto per onor di firma, non mostrando di crederci troppo. E noi allora chiediamo ai brillanti sc1·ittori di quel settimanale - i quali ci rimproverano di continuo di non sapere cosa vogliamo - se si rendono conto che accettando la Jcgge elettorale maggioritaria essi hanno rinunciato ad ogni possibilità di porre limiti all'azione del governo, di impedire la collusione di esso con i monarchico-fascisti e tutti gli altri inconvenienti sopra elencati. Quando infatti gli apparentati avessero raggiunto il 50,01% dei voti, la forza della D.C. sarebbe tale da permetterle qualsiasi combinazione go– vernativa, a 1uo piacimento, con o senza l'appoggio dei minori a seconda che quc.!iti intendano o meno accetta.re il suo program• ma. La proporzionale, al contrario, avrebbe fatto dei partiti minori un elemento indi– spensabile per la formazione del governo, dando ad essi, in tal modo, le anni per far valere le proprie istanze; cd è per questo appu.nto che la nostra opera è di– retta alla caduta del « quorum » c. quindi, alJa rivalorizun.ione della proporzionale. Dopo sa1·emo senz'altro disJ>Osti ad appog• giare quel governo, che dimostri di voler veramente realizzare quel minimo programma indicato dal Mo,ido. Ma prima - ripetia– mo - vogliamo porlo nella condizione di rvcr bisogno dei nostri voti e anche di quelli dei liberali. Capiscono questo gli scrittori dc Il Mondo? Oppure preferiscono continuare a fingere di non intendere? « Dopo sette anni di lavoro maJsacranle al roverno; dopo una battaglia parlamen– tare asprissima,· •sulla· via del ritorno da un convetno internazionale di irande im– portan:a, l'on. De Casperi parla a Mi– lano, a Tori110, a Firen::e, in pia::a, di– nan:i a vere folle, e co,i un mordente che testimonia della tempra del combatte11l1 pOtitico di alta classe che raggiu11ge l'e/fet– lo che vuole. Non ci sarebbe bisogno che i candidati della coali:ione democratica sprecaJsero ulteriormente fiato , fatica per coni,-incere gli elellori delle loro ottime ragioni.... : il discorso di De Casperi esau– risce gli argomenti propri, confuta gli ar• gomenti avversari, imposta limpido il di– lemma... I discorsi di Milano, Toririo e Firen:c sono docume11ti di onestà politica e uma,ia che fa,rno onore aWon. Da Ca– speri ... Se tutti tli italiani li conoscessero, la partita sarebbe già vinta » (Santi Sa: varino, ne li Gior·nal, d'Italia del 5 maggio). IJIHORISTI DALLA IFAOOI& SPORV& « Le trattative per costituire una foto co• mune tra la sirlistra socialdemocratica di Codignola e i « devia::io11isti » del PCI che fanno capo agli onorevoli Cucchi e klagnani sono fallite all'ultimo momento. Codignola. in/atti, av,ua proposto di com• prendere nel raggruppamento anche i re– pubblicani di Pacciardi, presentando, al– meno a Firen::e, un contrassegno composto da un doppio simbolo: l'edera e il sole nascente. Niente da fare - ha commentato 1'011. Magna,1i - L'edera non attecchisce dove sorge il sole ». (Calar1drit10 del 10 maggio). Il, " DEMOLITORE ,, • Alai discorso politico, nella presente competizione elettorale, a Siracusa, ebbe una tale eco di lusinghieri consensi. Sa– ragal, attraverso l'obbielliva disami,1a e la polenta della sua dialettica, ha scosso i pavidi, ha illuminato gli increduli. Ai de• trattori ed agli avvtrsari, r1ella loro ibrida combutta contro le libere istitu::ioni demo– cratiche, ha dedicato il viiore di u11a cri– tica inconfutabile e demolitrice •· (La Giu- stizia del 24 maggio). F. R. POPOLO IIINU'.1'O - ~~~if mutuato ....paga Da qualunque Istituto assistiti, i 1nutuati hanno ragione di lamentarsi. E più ragione hanno di strillare gli innumerevoli italiani « economi• camcntc debolissimi > che non hanno «mutua>. Perché per questi - i piccoli ar– tigiani, i piccolissimi commercianti, i « giornalieri >, i venditori ambulan~ ti - le miserie della assistenza ma– lattia concessa in Italia agli < aventi diritto » sono una ricchezza. Una ricchezza mal montata e peg– gio amministrata, che soffre di una legislazione caotica, insufficiente, non regolamentata, dopo anni di eserci• zio di una massa enorme di miliardi venuti dalla gente < economicamente debole :. per definizione, che lavora alle dipendenze di terzi. Quando un operaio o un impie– gato è ammalato di una forma speci– fica tubercolare che, per non essere ricovcrabile, non entra nella compe– tenza della Previdenza Sociale (IN– PS) non è assistito da nessuno: e questi mali hanno il malvezzo di pro– trarsi per mesi: e l'alimentazione dc· ve· essere abbondante e sostanziosa, cioè costosa: e i medicinali sono cari; nessuno provvede a sussidi e nessuno ai medicinali. Il medico nes· suno lo paga. Se a un mutuato capita la svcn• tura di ammalare di una malattia infettiva che richiede il ricovero in ospedale, dovrà pagare tutta la de– genza e i medicamenti, in genere CO· stosissimi, dovranno essere provvc· duti a spese della famiglia. li Co– mune dirà che non si tratta di profilassi e, comunque, si rivarrà del• le spese sull'assistito o sui parenti, magari rateando il rimborso. Se un medicamento è di produ– zione straniera, anche se insostituibile per la cura di una malattia « assi• stita >, non sarà autarchicamcnte concesso. I medici brontolano che son paga– ti male: e il mutuato ... integra. li farmacista brontola per In dif– ficoltà a farsi riconoscere il paga– mento di prodotti che egli ha già pagato da tempo e il mutuato ... paga direttamente. L'impiegato della mutua lamenta l'insufficienza degli stipendi r lavora di malavoglia: il mutuato rinuncia a ricorrere ai suoi nervi c.... paga. Ma quante volte il mutuato, nel cui salario previdenziale è ben rap– presentata la quota assicurativa di malattia, paga? Quante volte? E come si cura se non può pa– gare? Una voce socialista deve levarsi ad ottenere che si riempiano que!te zone vuote - ora campo di gara di ge– rarchi tonitruanti e luoghi '1i pia meditazione di pontificie commissioni assistenziali. ANTONIO VETTA NUOVA REPUBBLIC flVINDICINAJC,E PO/C,ITICO Esce il 5 e il 20 di opi meseia ottopqiae Comilolo Dir,Ufoo: P. CAL!ffl • T. COOIGNOLA • A. GRIPPI •P.ilTTOR!LLI R,da1lon,1 Flreme, Piuza della Libertà 15 (50.998) Ammini,1ra1ion,: Fi.....e, Pluu ludipendeosa, 29 (22.058) o/e po,tale 5/6261 (La Nuova llaUo) Fire:u.se Ahbonam. annuo L. 800; Semestrale L. 450; E•tero L. 1000; Sottealtore L 5000; Sot• toscrlttore quota OMIDfU. dJ almeno L 200 Un• eopio L. 16 .. Arrdr4'a L. 60 AutMlu_.del Ttlb. di fl,enu n. 078 del 80-12-1952 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: TriJJano Codignola

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