Nuova Repubblica - anno I - n. 8 - 20 aprile 1953

2 15 r;io1·ni nel niondO L'offensiva americana .u paee D opo avere tentennato per molte settimane davanti alla morte di Stalin e alla designazione dei suoi successori, la diplomazia ameri– cana si è rimessa in movimento e - sopratutto col discorso del Presi– dente Eisenhower - ha risposto al– l'offensiva di pace del governo Ma– lenkov con un'impostazione che muta sostanzialmente la sua politica pre– cedente. mcutc la via a un periodo di disten– sione e di pace. Occorreva del corag– gio a un Presidente americano - come ne era occorso a un nuovo Primo Ministro sovietico - dopo la tensione esistente fra i due paesi, per riproporre una soluzione di fondo del problema tedesco, di quello austriaco e di quello coreano. La classe dirigente americana si era infatti rassegnata all'inclusione di una sola fetta di Germania nel– l'unità europea, mentre Eisenhower ripropone oggi anche l'unità tedesca; si era rassegnata all'accettazione del– lo status quo in Austria; mirava solo a una tregua militare in Corea, rin– viando a un ipotetico domani l'uni– ficazione della Corea e l'elezione li– bera di un governo democratico in quel paese; tollerava infine una si• tuazione di perpetua guerriglia ai confini asiatici del mondo comunista senza cercare una soluzione dei pro– blemi sostanziali dcli' Asia e accanto– nando ormai nel dimenticatoio il punto 4 di Truman. Eisenhower ha invece riproposto tutti questi temi a11'attenzione dei NUOVA REPUBBLICA nione americana - e ha impostato su basi nuove il problema del disar– mo, lumeggiando la possibilità di un gigantesco piano d'aiuti alle zone depresse con il risparmio fatto nel campo delle spese militari. Vi sono ormai le basi per una grande trattativa che porti alla pace, a quella pace che nessun trattato ha vcramcnc ristabilito dopo la seconda guerra mondiale - e che non era stata certamcnt~· ristabilita dagli in– contri di Yalta e di Potsclam - e l'unico pericolo è solanwntc chC' un altro incontro fra i rapi delle grandi potenze li induca a cercar(' solu1ioni imperialistiche, nel senso di qualche nuova divisione del mondo in zone d'influenza, che ha dato così cattive prove, anche sul piano pratico, in questo dopoguerra. Spetta ora a Malenkov di racco– gliere la palla al balzo, come Eise– nhower ha saputo cogliere quella che Malcnkov a sua volta gli aveva lanciato. Se questo dialogo deve ave– re un senso e se vi è altrettanta buona fede da entrambe le parti, alla domanda cli Malenkov, se l'A– merica sia disposta a trattare, l'Ame– rica ha risposto di sì. PAOt,O \ ITTOttt:LLljj Abbiamo già ricordato molte volte che la nuova amministrazione rc– pubblìcana americana si era sentita impegnata, nei suoi primi passi nel– l'arena diplomatica, dai temi di cui si era servito Eisenhower nel corso della sua campagna elettorale, e si ,·ra trascinato dietro il peso della po– litica di < liberazione > dei popoli sottoposti all'egemonia sovietica senza essere in grado di dare uno sbocco pacifico e pratico a quella politica. Il Presidente americano e il suo Se– gretario di Stato, Foster Dullcs, si erano sforzati di attenuare l'efficacia pratica della politica di « liberazio– ne >, ma anche il loro tentativo di offensiva propagandistica verso l'Eu– ropa orientale non aveva persuaso. dirigenti russi - e a quella dcll'opi- Piero {:alumondrel e Curio Levi ol comizio di 1•a.rrl Con la morte cli Stalin, la « Voce dell'America :o, il cui funzionamento pratico era stato seriamente compro– messo sull'inchiesta svolta dalla com– missione senatoriale presieduta dal sen. McCarthy, che aveva perfino fatto vietare l'uso di testi marxisti o comunisti per fare della propa– ganda anticomunista, aveva tentato per tre giorni di sferrare una cam– pagna anticomunista verso l'Europa orientale, ma poi, per ordine dello stesso Presidente, aveva smesso, in attesa degli sviluppi della situazione interna russa. Nel momento in cui Malenkov lanciava una serie di ponti verso Oc– cidente e compiva un certo numero di atti concreti, la diplomazia ame– ricana era stata in attesa e il Pre– sidente si era limitato a condurre una seria battaglia davanti al Senato americano per fare approvare la no– mina, a nuovo ambasciatore ame– ricano a Mosca, di Charles Bohlen, già interprete di Roosevelt nei suoi incontri con Stalin e, insieme col Kennan, uno dei migliori conoscitori delle cose russe in America. La no– mina di Bohlcn, già intimo consi– gliere di Roosevelt e di Truman per le cose russe, era osteggiata sopra– tutto eia quegli ambienti repubbli– cani che nel passato erano stati iso– lazionisti, perché in Bohlen vedevano un esponente della politica ciel « con– tainment >, già patrocinata dai de– mocratici. Il discorso di Eisenhower, pur con– servando verso la politica sovietica un certo atteggiamento di riserbo, rompe tuttavia con quel tono di dif– fidenza preconcetta che la diploma– zia americana aveva avuto finora - e non sempre ingiustificatamente - verso le cose sovietiche, e apre larghi spiragli a una trattativa proficua. Eisenhower non solo propone so– luzioni concrete, che possono meglio essere trattate per le vie normali del– la diplomazia, ma indica anche alcu– ni obbiettivi di carattere generale il cui ra'{s;::iungimento aprirebbe vfra- ll~ca90 della Ha11ona d'lcalla L' « U11ilà » del 12 corr., co11/ilo/o 111ire co/01111e, ha le•alo a//iuima la proteJ/a co111ro la forza pubblica che, ai ur•izio de/l'odiato capi1a/i11110, a•e- 11acacciato 1na111t miliJare i 200 operai che da 1111a deci11adi gior11i occ11pa– va110 lo 11abilime1110della Magona d'Italia. Ma 11011011a11te le parole alti- 1011a111i del/'orga110com1111iJta molti 1e– g11ii11d11bbi i11d11co110 a co11c/11dere che i11111110 q11e110 la lolla f,·a capil"le e lavoro 110nci 1ù1 elllrara pe,· 11111/a. Da parte degli operai 11011 vi ,,.,, certamellle 11é la pouibilità, né /'inte11- zione di asu11nere la gestione dell'azien– da, Ja11J' è vero che i11 pi,ì di IO giorni eui 1e111aro110 a solo uopo di– mostraJh:o,l'accensione di 1111 forno. In realtà il loro 1copo, più che legittimo, era 10/ta,110quello di di11101trare 11el modo pùì risonante e persuasivo la loro vo/0111à di 11011 euere e,p11/1idal– la fabbrica e co11da1111ati d 1111a l1111ga ed e11e,111a11te diJoccupazio11e. Ma ben dit1er1110110gli JCo/i a mi mira la 1otietà prop,-ieta,·iadel/'alie11da. Nel giorno steSJo in CJti si da11a110• 1izia della ce11azio11e della occupazione operaia, o nel giorno successivo, comJ111- ritia nei maggiori quotidiani 1111 co11111- 11iu1Jo in c11i1i ri/ace1•a la Jtoria 1·ere111e della Mago11"dopo la fi11edelle 011ili- 1à: co111ple1a111e11te di 11·1111a dagli eventi bellici, eua "" 11ata nel pi,ì bre1•e Jempo riro1Jr11ita con maahi11aried altri i111pia111i i 1111110 1i111ili a quelli d'a11- leg11erra,po11endoi11lai modo la 111a produzione i11condizio11idi gra•iwma i11ftrioritài11co11fro1110 a quella di altri paesi economicame11tepiù progrediti, i11parlicola,·edegli Stati U11itid'Ame– rica, dove impianti 111101 1 iuimi, auai pi11 razio11ali,per111ettem110 di offrire al pubblico le ba11destagnate (latta) ad 1111 prezzo di pir) del 30 per ce11to i11feriorea quello che 1i doveva pra– ticare a Piombino. Ma - 1i aggi1111- geva i11 •quegli 11e11i co1111111ica1i - mentre gli i111pia111i arretrati ponevano /'i11du1tria i1alia11a(cioè l a M agona) in 1111a 1iJ11,1zio11e di co11gl 'r.ve inferio– rità, gli accordi i11ler11 azion ali, e in particolare quelli di A1111ecy, riducevano il dazio protettivo di Cliigodeva la /alla dal 45 al 18 per ce11to, po11e11dola 11el/'i111pouibilità di 101te11ere la co11- corre11za. Le 11orme1111/e licenze di aper/11radi nuovi eurcizi e di n1101:e impreJe, che noi abbiamo ereditato dal corpomtivi– Jfll0 faui1ta, co1tit11iscono 1111' a,-mafor– midabile i11 111a110 di quei colo11i i11- d111triali per impedire che 1orga di fronte ad e11i qualche concorre11te te– mibile, e che J'i111po11ga loro la ne– ce11itàrii rimodernare la loro al/rezza- 111,aJecuica ed i loro m,todi com– merciali. Le co111eg11e11ze ch si po1so110 Jrarre da 111110 questo 10110di 1111a evidenza lapaliuia11a: ,e 11011 i vuol condan– nare pi,ì dr 200 operai alla diJocc,1pa– zio11ee alla fame, 1e 1i voglio110evi– tare tumulti, di c111 /'occ11pazio11e della fabbrica 11011 è che 1111a prima 111a11ife- 1tazione, 11011 vi è che 1111 10/0 e facile rimedio: riportare il dazio proietti– vo al livello eh'euo aveva raggi1111to pri111adelle ultime rid11zio11i. Speranze d1 paee Poco male Je da q11e110 uopo 11ma- e dmorl di erl•I nitario e palriottico deri11erà1111a ulte- riore pouibilità di ,viluppo pe,· /'in- · E' auai diff1110 - e 11011 i!, Italia d111lriadelle co11Jervea/ime/Ilari che 10/ta11to - 1/ I/more che la f111espe– contrib11irebbei11 modo co1/ efficace. rata della g11em.' .c~lda e _della~uem,. a 1olle•are le 1orti della 1101raagricol- fr_eddae I~ p_ou1b,l11à c~e I pr1m1_1eg111 tura e a dar lavcro a anJinaia di mi- dt 1111a d1m111111Ja tenuone fra I due gliaia di per1011•,1pecia/111e1te nel Mez- blocchi pouano pr_efara:e il terre110ad zogiol'!lo, e che lrot•a appunto ;/ t11al- 1111a eff et11va p_aC1f1Caz1011e debba, al- 1i111001/acolo al 1110 1viluppo 11,/ me110 tn un JJ.r'.mo te111pocondurre ad prezzo proibitivo della /atta. u11agrave cm, econom1Ca. V, è eh, limita le proprie preoccupazioni agli !Won e11lstono monopoli ! 111 riJpo1/a ,,Ile critiche f,i111to1/o a1pre che un economiJraamericano ave– va rivolto al 1101tro regime i11d111triale, ha fatto ti giro dei q1101idia11i111 l,111- go romunicaro, che non Ji è capito Je dove11e allrib11i,·1i " fonte ufficiale o, come più probabile, a qualche 111ag110 organo 1i11dt1cale, che voleva pro1•are ch'era 1111a pura ral111111ia /' ct11Jarhe t'aJti 1e11ori della 1101/ra economia, 1pecialme11Je111d111triale, 1iano sacri/1- cati agli i11tere11i di gr1,ppi 111011opoli- 11ici ed anzi 11ega1•a recisa111e111e l' 1i- 1/enza 11e11adi alcun 111011opolio. Certa111e11te 11011 è difficile pro1•are che in 111ol1i rami d'i11d111Jria,uanJo ad azie11deco/011ali,11111iJ10110 piccole e medie officine, i11 appare11zai11di– pe11denti; ma 11e,111110 potrà afferma,·e per q11e110 che /'indu11ria a1110111obili- 1tica italiana non 1ia dominata dalla Fial, /' i11d1111ria della go111111a dalla Pire/li, /' ind111tria chimica dalla Mo11te– cati11i. Si potrà obiellare che altra co,a è 111prem11zia ,d altro t 111011opolio; ma in rea/lii 1i tr1111a di molto di pi,ì e di peggio di 1111a ump/ic, 111pre111azia. effetti rii 1111a riduzione o della 101pen- 1io11eJotale degli aiuti americani, op. pure delle commeue alle i11d1111rie b l– liche. Ma vi 10110anche molti che 1i 1pi11go110 1110/Jo più i11 là, e 1,1110110 che, rotto /'equili brio a rtificialmente i11- .rta11rato da rma co.rì intensa prepara– zione militare, s i arr ivi ad 11nacrisi generale paragonabile a quella del qui11q11e11nio 1929-34, pauata 11ella110- ria col 110111, di « grande depreuio11e ». Nulla di più auurdo di voler fa,·e previsioni 1pecialmente in ma/tria eco– nomica, ma q11e11iJimori non del 111110 infondati dovrebbero mettere in guardia co11troil pericolo mortale del– la ripe1izio11e degli errori i11cui 1111/i govel'!li era110allora c,tduti 1pi11tida 1111 malinJeJo egoismo, e che li aveva co11do11i a i11ca11crenire il male con le ,valutazioni monetarie con le tarif– fe proibili,e, con /111/e le delizie del– /'auJarchia. L'unico mezzo per evitare quelle eJtreme ;a1111re è invece il pr,. parare fin d'ora il terreno ad una economia di pace, agevola11docol li– bero movimento delle merci, delle per- 1one, dei c11pi1ali, iJ ritorno ad 1111 equilibrio meno i111tabile e p1ricol•11te. GINOLVZZATTO " ILSETTOR DI !IEZZO (Oontimta!!ione dalla prima pagina) sta. L'apparato, però, non è tutto, i mezzi non sono tutto, l'organizzazio– ne non è tutto. Se la linea politica è chiusa e ristretta, tutti quei mezzi si ritorcono a danno più che vantaggio. Ora, quale linea ha adottato il M.L.l.? Sul terreno interno, ha abbandona– to la lotta sul punto specifico su cui nacque: offrire agli operai comunisti un'altra alternativa; e si è posto come concorrente e critico, e insieme unifi– catore, del P.S.D.I. e del P.S.I .. Nes, sun appello all'infuori di coloro che erano strettamente inquadrati, nessun appello reale per un programma d'azio– ne, ma un'azione che ha finito fatal- 1nente per risolversi nella ricerca dello sgretolamento altrui, onde godere del diritto di primogenitura. Ora, la po– litica di unità socialista - a parte che le condizioni per essa sono assai più difficili oggi che nel 1947-49 richiede prima di tutto infinita pazienza e di– sinteresse, deve operare con i materiali che ci sono, cioè con i partiti così come esistono, cercando il meno peggio tra di essi, attirandoli volta a volta su po• sizioni coerenti é pratiche. Lo ha fat– to il M.L.I.? Ha esso impostato una bat– taglia a lunga scadenza per una ri• forma - una sola - che sia suscet– tibile di essere portata in porto prima del « gran giorno » della rivoluzione? Quanto alla politica internazionale, la sua critica del « patto atlantico », la sua citazione dell'esempio titino ban– no finito per perdere pressoché ogni valore da quando si è visto che anche un Tito, senza patto Atlantico, con una visione nazionale gretta e un am– bito nazionale ristretto ( un isolamento cioè dal quale con tutti i mezzi cerca di uscire) non costituiva una seria,. diversa alternativa a un'alleanza occi– dentale. Che questa possa aver altro tono e altro indirizzo della presente; che un'Italia meglio orientata potreb– be contriburvi, sia pure in modesta misura, è evidente; ma è ridicolo tra– stullarsi con grandi strategie di poli– tica ·estera, con « fronti » internazio– nali con l'India o il Giappone (sco– nosciuti ai membri del M.L.l. almeno quanto a noi) quando non si possiede la capacità di indicare mete vicine in Europa e ci si limita al guscio della « difesa nazionale ». Questo stolto orientamento di soC1a– lismo nazionale che è anche esploso in espressioni di folle demagogia come quella che paragona gli attuali tenta– tivi di federazione o alleanza europea al Reich di Hitler! - è stata la pie• tra al piede o al collo del M.l.1., se· gno e causa della sua sterilità. Quanto all'alleanza Corbino, il suo difetto capitale - a parte la politica dei congressi della pace e delle liste cittadine seguita da troppi suoi memori nel recente passato - sta nell'essere, sostanzial,rente un'alleanza di uomini politici di tipo d1entelistico. Le quali– fiche di destra e di sinistra dei suoi membri non contano; essa è un sem• plice cartello. Ma un'alleanza la quale si propone assieme di mandare a monte la maggioranza democristiana e rifiu– ta di porsi come movimento di sinistra o di centro sinistra, moderato finché si voglia, va fatalmente a rimorchio dei comunisti. La alternativa reale che l'alleanza pone al governo è la collabo– razione con i comunisti, naturalmente con qualche vantaggio agli onesti sen– sali. Ora, se non si interviene su un terreno sostanzialmente popolare, se non si cerca nella misura possibile di costruire un movimento riformatore di– ver10 dai comunisti, in realtà non si fa e non si può fare altro che da porta– voce delle esigenze altrui. Ora nel pro– gramma comunista ci sono bensl esigen– ze di sinistra; ma il terreno su cui i comunisti sono disposti, anzi cercano un contatto anche con i conservatori, è in realtà il terreno dell'indirizzo pro– sovietico. E l'indirizzo prosovietico ~ sostan– zialmente proprio la debolezza dei co– munisti non russi, quella che ha sem– pre impedito loro (tranne nei brevi periodi di accordo tra le grandi po– i&nze, e ir. scarsa misura anche allora) cli realizzare qualcosa sul terreno del le riforme, degli stabili miglioramen ti della posizione economica e politia dei laYoratori.

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