Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 95 - fronte a qu•;.:lJo eh~ per tutti era - divergenze e rise1ve partico– lari non contano - la soluzione ovvia, attesa e inevita'bile, della crisi italiana. E risvegliarsi una volta di più -con l'impulsiva pre– sunzione della propria attitudine a fare e rimediare senza trava– glio di dubbi, senza indugio di riflessione e di ricerca. Presun– zione tanto più impulsiva quanto più esasperata dagli insuccessi e dalle smentite. Come accade al giocatore che ·rischia tanto più cocciutamente quanto più Lai fortuna gli si dimostra avversa, e in– siste nel medesimo giuoco, quasi fosse, quella sua coerenza, una consequenzialità logica destinata presto o 1ardi al successo. Ma se di rado la sorte e l'errore sono senza appello, esiste an– che un limite, po:chè J.avita umana non è indefinita, oltre il quale d-efuùtiva è la condanna. Gentile che assume la presidenza d~l– l'Acoademia ed è solo a congiungere in Italia un nome per gual– che rispetto autorevole e on·esto alla brigat.a sparuta e infamè dei superatiti fascisti, Gentile che sul « Corriere della Sera » conti– nua imperterrito a pned.icare la concordia fra le parti, come si trattasse di una diver,genza d'opinioni su problemi interni di lieve entità, e a un popolo straziato e sfinito raccomanda tolleranza, anzi ingenua e riconoscente fiducia per coloro o colui, che in v~– t'anni di gestione dispotica, incontrollata, ha trionfahnente con– dotto quel popolo a rovina, e nel disconso inaugurale di Firenz.e concede anche nella forma stessa, ché di pensieri non è più que– stione, alla volgarità rozza e disperata della propaganda fascista, e nel fungo di questa vuole intrisa la cultura italiana, questo Gen– tile ha firmato ornnai la sua,condanna. Nel volto gli si legge sol– tanto più la foga animale dell'uomo, sordo a ogni monito altrui nonchè della sua coscienza stessa, che di fronte all'evidenza mas– siccia delLe colpe, degli errol'i' commessi in passato, s'affanna a ripeterli e non si contenta di un'assurda coenenza individuale. ma pretende che altri s'imbarchino con lui contro corrente, vadano con lui nell'abisso, gesfendo e vociando quasi muovessero a una, gloriosa gesta. Era in questa figurazione ultima di Gentile una me3Chinità rivoltante a confronto dell'originaria statura del– l'uomo, come per L'appunto del giocatore abbandonato dalla sorte • ostinato al gioco e alla speranza del suocesso. Nel quale non è la rinunc ia del su icida che, per quanto ingiustificata e inadeguata possa esse.re ; p ur mantiene il carattere d'una decisione soffer,ta e suscita pietà . , non esclude grandezza. Altra è stata la fine di Gentile, e tuttavia proprio la morte gli è stata propizia. perchè se anche lo ha colto Jmprepa-rato e suo malgrado, lo ha comunque involto finalmente in quella realtà di crucci e di sangue. in que– sta orrenda ma necessaria, espiatrice tragedia dell'Italia, che dalla viltà presuntuosa del suo passato appena risorge, ma pur sorge, a un avv -eniTe di uomini bberi, responsabilmente e pensatamente opero.si . Carol Botti.

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