Noi Giovani - n. 2 - febbraio 1917

. NOI GIOVANI che, se fossero ben guidate e dirette, potrebbero produrre moJto bene, sono oggi indirizzate in massima parte al male. Tutti noi abbiamo co– nosciuto certi studenti, che m,·ece di godere della loro giovinezza e della loro vita esuberante, hanno fatto sì che ancor prima di essere uomini, sono già vecchi: vecchi e decrepiti nella loro anima. Jmbcvuti di un pessimismo innaturale al1a loro cHL, pigri, difficili a infiammai si per qualunque nobile causa, essi hanno ucciso in loro stessi i germi della giovinezza e della vita. Essi hanno già vissuto. TJa loro vita è stata piena di piaceri, ma di piaceri che non li hanno· soddisfatti. <' li hanno lasciati vecchi nell'anima : sono ormai degli scettici che non crr-dono più al bene nè al belle, e si rodono internamente sempre infelici e tristi : la baldanza giovanilC' è scomparsa. in loro; essi non hanno pill qucll'cntusia!-mo sin– cero di una volta, e davanti ali' ideale, crollano il capo con w1 sorriso di scherno, corrotti ormai del tutto dall'esperienza.. Essi hanno vissuto : essi conoscono troppo la vita. Ecco la loro debo– lezza ed il loro torto. Con tali uomini il mondo non progredirà mai. Ma non tutti i giovani sono simili ad essi: e certamente poi l'ambiente stuclentesço non i.· ~ì:a:o sempit.. '(jucllo che è ora. Gli studenti si sono sempre distinti per il loro entusiasmo e per la noncuranza del pericolo. Essi sono sempre stati i primi ad accorrere dove c'erano da difendere la libertà e la giustizia, anche se conevano il rischio di morire. Essi sono riusciti talvolta ad accendere una fiam1na di entusiasmo sincero anche nell'ambiente più vile ed egoista. Essendo giovani e lieti non hanno conosciuto la paura ; e per i primi sono accorsi in difesa della libertà. a combatte1e contro la tirannide·, nelle rivoluzion'i e nelle guerre : sono ~tati alle barri– cate a Parigi, in Polonia, In Italia ; a Milano nelle cinque giornate: sempre deve c'è pericolo, dove c'è da difendere una nobile causa. si tro,·ano degli studenti. Oggi tanti di essi, nostri amici e compagni. com– battono nelle trincee, come altri hanno combat– tuto in tutte le guerre d'indipendenza. E lutti gli anni noi celebriamo il ..:9 maggio, l'annive1sario cli_Curtatone e Montanara, il simbolo glorioso dell'eroismo degli studenti. Quello è un giorno sacro per ne.i, un ricordo che deve incitarci a no• bili imprese. Noi non vorremo smentire queste gloriose tra– rlizioni studentesche : noi non vorremo essere più piccoli di que•ti nostri fratelli maggiori. Voi mi direte che gli studenti, i quali hanno fatto tutto questo, sono sopratutto quelli delle Scuole Superiori e delle Università. Sta bene! ~fa anche noi saremo all'Università fra uno, due o tre anni : e se ci p1cpariamo come stiamo fa– cendo ora, ci arriveremo ancor più corrotti ccl egoisti di quello che siamo. Noi non possiamo andare alla guerra: non lo dobbiamo neanche. Jl nostro dovere non è quello cli andare al fronte, a Combattere. Il sacrificio della nostra vita sa– rebbe inutile alla patria. Aspettiamo il nostro turno, e prepariamoci intanto. Spesso la virtù di aspet– tare è più grande e difficile del sacrificio stesso. 1 La patria aYrà bisogno, finita la guerra, di molte energie: energie giovani, non ancora sfibrate e stanche. Ci sarà molto da fare per noi, dopo la guerra. Koi dovremo riparare tutti i guasti, tutte le ro· vine, tutte le miserie. Sarà il nostro compito, e non certo molto facile. I nostri fratelli maggiori, che hanno dovuto abbandonare la lotta incruenta che essi combat– tevano per l' ideale, e accorrere invece ad una lotta più dura e sanguinosa, han~o affidato a noi, prima di partire, l'incarico dl conservare questo ideale puro ed intero, senza lasciarlo cor– rompere, e di combattere poi per lui. Essi si sono rivolti ai più giovani, a noi, che restavamo qui, esortandoci ad esser superiori alla nostra età, in questo momento clifficile. Non più giuochi ora, nè divertimenti inutili : dobbiamo pensare alla lotta più seria e feconda : perchè a noi essi ha1mo affidato il deposito sacro dcli' ideale, e ci hanno detto: « Siate i custodi dell'avvenire! ». Sì, noi dobbiamo dirci questo: .noi dobbiamo pensare che siamo i 1, custodi dell'avvenire! » Orgogliosi del nostro compito, rendiamoci degni della stima e della fiducia che essi hanno riposto in noi. L'ambiente studrntcsco deve diventare sem– pre migliore. Siamo sopratutto sincc1i; sinceri con noi stessi. Kon mostriamoci ancor più leggeri di quello che siamo: non facciamo a gara a chi ~ia più corrotto r più vile: non sciupiamo le nostre energie e la nostra intelligenza nella bassezza e nella trivialità. ~rotto c'è ancora da fare in questo campo. ì\fo non bisogna scoraggiarsi : colla volontà forte si riesce a tutto. Non dobbiamo smentire le nostre tradizioni: una nuova vita deve so1gere per noi ; e gli studenti di domani debbono essere migliori di quelli di oggi. Vere amicizie li terranno tutti riuniti: l'uno troverà forza e aiuto nell'altro; e ·'-- ......

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