Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

bil Dobbiamo considerare a questo punto il re– gime tutto particolare che fa da contenuto aHa presente situazione e che presenta <lelle curiose anche se sconcertanti caratteristiche. l.n regime di partitocrazia i governi si riducono a sempJicj strumenti che le segreterie politiche concorrono a cr~are o a distruggere secondo le esigen– ze politiche dei partitj che reggono. L'au– tonomia dei governi suona ormai tlefinitiva– mente come frase vuota priva di rilievo concre– to e di <>ontenuto effettivo. Risulta, dunque, ine– vitabile una certa forma dialettica tra governo e segreteria <lei partiti; ed i vari presidenti f1e] consiglio alternatisi nelle responsabilità del governo non sono sfuggite alla contra– dizione di essere ad un tempo i negatori efl i sostenitori della sfera di autonomia po]itica che il governo dovrebbe pur possedere. Basti ri • cordare l'impegno con cui i presidenti del con– siglio si sono sempre adoperati per sostenere la validità del proprio governo non già adducendo le cose fatte e riferendosi a quelle che si vuol fare ma difendendo, e qui sta l'errore, la for– mula politica della cui bontà o meno giudica incondizionatamente b segreteria del partito. Nessun governo riesce a sottrarsi a questa logi– ca <>heè divenuta prassi. emmeno il governo dell'on. Tambroni che pure, unico, era nato al di fuori di una precisa formula politica ed aveva badato alle cose con– crete è riuscito a violare la prassi. Perché, non appena il fatto politico ha provocato un'azione politka del governo, la segreteria del partito non ha mancato il suo intervento anche se quella vol– ta si è trattat9 di por termine ad un governo am– ministrativo. In aperta contraddizione con un autentico sistema <lemoerati<>osi tenile a ri,lurre la funzione del parlamento atl attenuare la sua importanza a mortifi<>are la sua effi<>acia. Torniamo alle vi,·ende del governo Fan– fani. Il governo Fanfani ei i: costituito co– me espressione di una formula po}jtica nata dal convergere dei partiti democratici e dalJ'asten– sione del partilo s,wia!ista che, alJora. così si af– fermava. non aveva ancora raggiunto il giusto 2:rado di demcwrali<>ità. Più df>I pre<>edente il go, nno Fanfani è. dunque. soggetto alla mute– volezza di prospettiva dei partiti convergenti, più sensibile agli s<'ossoni che provo<'ano le lotte in– terne di partito, estremamente politicizzato, ,li conseguenza di debole struttura. Compito deJ governo Fanfani era quello di consentire il nor– male svolgersi delle elezioni amministrative per– ché ì'appo~gio dei 1·onv<"rp;e11Li era provvisorio caginobianco rtato che ciascun partito non desiderando rinutl– ciare alle proprie caratterizzazioni considerava dannoso mantenere a lungo un governo la cui formula politica sembrava ripetere il tanto de– precato centrismo. La piega, tuttavia, che avevano preso gli avvenimenti di politica interna contribuirono a tranquillizzare i convergenti che vedevano rea– Jizzare a livello comunale e provinciale quelle alleanze politiche che iniziavano la svolta a si– nistra. L'on. Ma!agodi, unico divergente, conti– nuò a convergere. Ma l'insostenibile situazione tra un orientamento ormai preciso e definito, anche se in un.a dimensione ridotta, quella lo– cale, e l'orientamento nazionale confuso e con– tradittorio non mancò di procurare momenti difficilissimi al governo dell 'on. Fanfani. La mozione socialista di luglio rientra nel cerchio degli interventi più decisi per una chiarificazio– ne politica di cui da più parti si avvertiva la ne– cessità. L'attesa chiarificazione non avvenne; i convergenti si ritrovarono uniti nel sostenere !l Governo e sul momento ogni divergenza sembra– va composta. L'on. Fanfani comprese tuttavia la momentaneità delJa fiducia accordatagli e, l'on. Saragat lo confermò nelle sue convinzioni dando il via ad uno stra~o funambolismo estivo. Le ar– gomentazioni del leader sociald~mocratièo sul diverso modo di intendere il partito socialista, ora in riferimento ad una fantasiosa unHicazio– ne dei partiti socialisti, ora in riferimento ad un eventuale appoggio ad un governo tripartito, a– vevano un che di artificioso che non co– priva l'ansietà di chi vedeva sfuggirsi l'infaiati– va di una svolta politica a HveJlo nazionale. A questo punto l'on. Fanfani cercò di parare il colpo che stava per essere portato al suo gover– no, inaugurando una politica estera che, volen– do esere di prestigio, finisce inve<>e con l'asse– gnare all'Italia un ruolo _assurdo nei confronti dei tradiziona_lj alleati O<"<>idenlali. La stessa linea di politica estera caldeggiata da] partito socialista, un neutralismo attivo, ve– niva superata alla ua sinistra nel momento stes– so in cui il nostro Paese si è prestato per una funzione mediatrice tra le· due maggiori poten– ze, funzione sterile quando essa si esercita iso– lata dal contesto europeo. Venir meno ad una politica di solidarietà europea in una contingen– za così pericolosa per Lutti e perciò più neces– sariamente coesiva degli interessi comuni, ha provocato uno s<'aJimento del valore politico dell'Italia. una minore rnnsirlerazione clella sua

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