Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

b me transito verso l'inserimento organico del PSI neJ governo, quindi verso la « svolta a sinjstra ». Dunque tutto è cambiato. E Saragat lo ri– conosce, sia pure ricorrendo a un'interpretazjo. ne di. se stesso. Le condizioni poste alla Camera, nonostante il loro testuale, esplicito, diretto ri– ferimento all'appoggio esterno del PSDI a un governo di centrossinistra, andavano invece ri– ferite alla questione dell 'unjtà politica e orga– nizzativa tra PSI e PSDI. « Nel recente dibattito alla Camera ho po– sto il problema dei .rapporti de! nostro partito con il PSI in tutta la sua ampiezza. Era quindi inevitabile per chi non ha presente l'impegno di -fondo del PSDI una certa confusione, quasi ché' il PSDI avesse chiesto al PSI, come condi– zione per accettare il suo appoggio, la rottura con i comunisti sul piano sindacale e su quello amministrativo. Eppure ho detto molto chiaramente che iJ vero ostacolo ( ed era questo un modo per dire· l'unico ostacolo senza indebolire le nostre tesi di fondò sul problema sindacale e amministra– tivo) che il vero ostacolo all'auspicata forma– zione di un governo di centro-sinistra, per quanto si riferisce ai sodaJisti, è rappresentato cl alla politica estera ». Vedremo ora quanto resti, dopo questo ar– ticolo, anche di questo « vero ostacolo ». Sta il tatto che formalmente il frontismo sindacale e ammh:iistrativo del PSI non vengono più con– siderati un 'ostacolo a una collaborazione poli– tica con il PSI all'interno di una maggioranza nazionale di governo. E questo dopo che •alla Camera questi problemi erano stati posti per « stabilire se Ja offerta del Partito socialista di appog~io ad un governo di centro-sinistra è una offerta formu– lata in modo da poter essere accettata, ossia se è un 'offerta vaJida )) e dopo che a questo inter– roJativo l'on. Saragat aveva risposto negativa– mJnte. Il PSI e la politica estera Veniamo ora all'unica condizione politjca posta dal leader del PSiDI per la collaborazione politica di maggioranza con il _PSI: la politica estera. Lo STATO inobianco « Nessuno ha richiesto che il PSl rihunit al suo neutralismo. Più volte abbiamo ricordato che ci sono fior di .•partiti socialdemocratici di piccole nazioni dell'Europa che sono neutrali– sti. lJ passag_gio però dell'Italia al neutralismo romperebbe. r equilibrio con gravi conseguenze per tutti. Nessuno però pretende che il Partito Socialista accetti queste tesi, condivise invece da tutti i socialdemocratici delle grandi democra– zie europee. L'ostacolo è nel particolare tipo di neutra– lii-mo del PSI.· La giusta condanna che quel par– tito pronuncia contro il colonialismo e l 'impe– rialismo tradizionali non può escludere la con– danna del neoimperialismo dell'URSS su cento milioni di Europei. « L'impegno del PSI di appoggiare un go– verno di centro-sinistra può essere considerato valido se si verrà in chiaro che la difesa deU'in– dipendenza vale per tutti i popoli, extraeuropei ed europei. « Se questo ostacolo venisse superato - e non c'è motivo perché non possa venire supe– rato - credo che la grande maggioranza del PSDI considererebbe aperta la via ad una sua iniziativa di centro-sinistra )). Da questo scrjtto si deduce che il PSI ha da gran tempo adempiuto a quell'atto di con– danna della politica dei blocchi, e quindi anche - del blocco orientale, sposando le tesi del revi– sionismo jugoslavo. • . Se è di questo che Saragat si contenta, Jo dica. L'on. Nenni potrebbe aggiungere in so– prammercato la posizione del_.PSI sui fatti di Ungheria. E sembra che sia 'di. questò, •altrimenti il leader de] PSDI non potrebbe ritenere che ccnon c'è motivo per cui l'ostacolo di politica estera. non possa venfre superato )). .. Ma, appunto, l'on. Saragat ha chiari_to cfy~t •non si tratta di una questione di rapporti/tr1:{ partiti, ma di una questione di maggioranz~' di governo. Si pensa che i socialisti dovrebbero là~ sciare il loro neutraHsmo fuori dell'anticamera di questa maggioranza? No, perché non è stato detto. E allora quali sarebbero i contemperamen– ti che la politica estera italiana dovrebbe accet– tare per· integrare i socialisti in una maggioran– za di governo? Dovrebbe certo .liquidare « I' ol– tranzismo Atlantico )) e atteneisi alla più restrit– tiva interpretazione de) Patto, secondo le espres– sioni deJl'on. Nenni? 5

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