Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

PROBLEMI ATTUALI il G R I COL T·IJ R il e CHE.DITO Per superare l'attuale condi– zione di sottosviluppo della no– stra agricoltura, occorre con– centrare un notevole volume di investimenti in pochi anni, so– prattutto se si :vuole allineare con urgenza . la nostra eco– nomia a quella degli altri Paesi della Comunità econo– mica europea. Considerata, pe:rò, l'impossibilità di attinge– re all'autofinanziamento, occor– re ricorrere ad un rapido e lar– g0 credito agrario a tasso estre– mamente basso: molte aziende, ìnfatti, non sono attualmente in condizione di sopportare l'o– nere degli interessi bancari e si vedono costrette a rinunciare alle possibilità offerte dal cre– dito. Poiché non si può risolve– re il problema attendendo che i redditi del settore si elevino, è necessario spezzare questo circolo vizioso ricorrendo ad un massiccio inc:remento del cre– dito agrario, concesso a tassi tali da stimolarne la domanda. La politica agraria dovrebbe essere imperniata, quindi, so– prattutto su incentivi creditizi, cioè sulla concessione di contri– buti in conto interessi, più ele– vati di quelli previsti dall'at– tuale legislazione. A questo proposito :va rilevato che anche i contributi contemplati dal Piano Verde appaiono insuffi– cienti, ai fini qi una diffusa ri- Lo STATO bibliotecaginobianco conversione produttiva a favore delle attività zootecniche e del– le colture più redditizie. Tale impostazione, nonostan– te la sua logica, è stata accolta con qualche riserva da alcuni delegati alla Conferenza nazio– nale del mondo :rurale e dell'a– gricoltura, i quali hanno rile– vato che un eccessivo indebita– mento finirebbe con il danneg– giare ancora di pìù la nostra a– gricoltura. Queste preoccupa– zioni, tuttavia, aà una attenta analisi, appaiono infondate, poiché l'indebitamento che ri– sulterebbe da una larga politi– ca creditizia consentirebbe di dilatare i redditi agricoli, alleg– gerendo, di conseguenza, il pe– so dei debiti. Rimane, comun– que, da :risolvere il problema dei mezzi più idonei per faéili– tare l'accesso al credito e rego– larne la distribuzione. Che in Italia esistano larghi margini per un maggiore sviluppo del credito agrario sembra eviden– te, se si considera che mentre negli altri Paesi europei i de– biti dell'agricoltÙ:ra vanno dal 10 al 25 % del valore di merca– to dei. capitali (fondiari e agra– ri) dell'agricoltura, in Italia non si supera il 7%. Riassu;mendo in larga sintesi le varie opinioni espresse nel corso del dibattito, si può dire che le tesi prevalenti siano le seguenti: 1) il credito deve es– sere posto largamente a dispo– sizione degli agricoltori, con bassi saggi e lunghi periodi di ammortamento; 2) il :ricorso al credito deve essere fatto con prudenza, poiché il credio de– ve avere solo funzione integra– tiva e di sostegno; 3) secondo alcuni, l'attuale sistema non dovrebbe subire profonde modi– fiche, ma solo miglioramenti di dettaglio: occorrerebbe, ad e– sempio, :rendere più accessibile il credito ai piccoli proprietari, • introducendo forme nuove, co– me il prestito .ai giovani agri– coltori che desiderano creare u– na loro azienda, o snellire le procedure senza cambiare la base reale delle garanzie, do– vendo il credito agrario essere sempre legato a una azienda. E' su questo ultimo punto che, in effetti, si è incentrata la discussione, prevalentemente tecnica. Le opinioni sono state maggiormente divise sulla ne– cessità, o non, di :rinnovare ra– dicalmente il nostro sistema creditizio per facilitare al mas– simo l'afflusso di nuovi capitali nel settore. Vi è chi ritiene ne- ' cessaria la creazione di un unico Istituto finanziatore centrale, al quale pervengano, per disposi– zione di legge, fondi della Cassa depositi e prestiti, o altri fondi pubblici. Chi sostiene la creazio- 19

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